Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 16 al 22 aprile 2018.
Africa
Mali: Lo scorso 20 aprile, nella tradizionale dichiarazione di politica generale ai deputati dell’Assemblea nazionale, il primo ministro maliano Soumeylou Boubeye Maïga ha esaminato le linee principali della politica del governo. Oltre ai progetti riguardanti acqua, elettricità, istruzione, sanità, cooperazione, lotta alla corruzione, il primo ministro maliano era particolarmente atteso su due questioni: l’attuazione dell’accordo di pace firmato nel 2015 e l’organizzazione delle elezioni previste per il 29 luglio.
Ciad: Il presidente ciadiano Idriss Déby Itno è “l’unico che può decidere di tenere un referendum”, ha detto il governo sabato in risposta alle richieste dell’opposizione e della chiesa per un referendum sulla nuova Costituzione. Giovedì, la Conferenza episcopale del Ciad aveva chiesto l’adozione tramite referendum della nuova Costituzione piuttosto che parlamentare, affermando che il progetto “non riceve il sostegno di tutti i cittadini”.
Guinea Equatoriale: Il presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema ha lamentato la “mancanza” di “solidarietà in Africa” in risposta a una domanda sul “colpo di stato” che Malabo ha affermato di aver sventato a gennaio. “C’è una mancanza di solidarietà in Africa”, ha detto il capo dello Stato in una conferenza stampa, affermando: “non capisco” come, “per importi insignificanti”, alcuni ciadiani, centrafricani e sudanesi potrebbero essere reclutato “per sacrificare le loro vite per attaccare la gente di un’altra nazione”.
RD.Congo: Quasi tre mesi dopo la sua estradizione nella RDC, l’ex colonnello John Tshibangu non ha ancora il diritto di vedere i suoi avvocati o la sua famiglia. Una situazione assunta dal generale Delphin Kahimbi, capo del servizio di intelligence militare congolese, che ha parlato venerdì in un’intervista rilasciata a Jeune Afrique. Nel suo mirino: l’avversario Moise Katumbi e i preti cattolici Una certezza: l’ex colonnello John Tshibangu non è morto. Contrariamente alle voci diffuse nei giorni scorsi sui social network, questo disertore ufficiale dell’esercito congolese, accusato di ribellione ed estradato il 5 febbraio da Dar es Salaam a Kinshasa, è ancora detenuto in una cella del servizio di intelligence militare. della RDC, ex Demiap.
Swaziland: Il re Mswati III dello Swaziland ha annunciato di voler ribattezzare il Paese “il regno di eSwatini, parola che nella lingua locale significa peraltro “terra degli swazi” come l’attuale nome inglese. Lo riporta la Bbc. Il monarca ha annunciato il cambiamento ufficiale in uno stadio durante le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’indipendenza, coincise anche con il cinquantesimo compleanno del re.
Americhe
Cuba. L’era Castro è finita: il 18 aprile l’Assemblea Nazionale Cubana ha scelto Miguel Diaz Canel, il primo capo di stato della rivoluzione del 1959 senza il cognome Castro, l’unico candidato per l’incarico (eletto quasi all’unanimità dai 604 presenti all’Assemblea), Diaz y Noche, come viene soprannominato. Tuttavia, Raul Castro rimarrà segretario generale del partito comunista fino al 2021. Miguel Diaz-Canel ha inaugurato il suo mandato come presidente di Cuba con un discorso nel quale ha difeso la continuità della Rivoluzione comunista, in piena fedeltà con la “generazione storica” dei dirigenti che parteciparono nella guerra contro il regime di Fulgencio Batista. “Non c’è spazio per una transizione che comprometta l’eredità gloriosa della Rivoluzione”, ha detto Diaz-Canel ai deputati dell’Assemblea Nazionale, pochi minuti dopo la sua elezione agli incarichi di presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. “Il mandato che abbiamo ricevuto è quello di dare continuità alla Rivoluzione”, ha aggiunto, sottolineando che “non c’è nessuno spazio per una restaurazione capitalista nell’isola” e “solo il Partito Comunista può garantire la sicurezza e il benessere del popolo cubano”.
USA. Il premio Pulitzer (categoria “public service”) va a due giornali americani, il New York Times e il settimanale The New Yorker, i quali hanno evidenziato pubblicamente con i loro scoop la vicenda di abusi sessuali di Harvey Weinstein, facendo sì che il mondo si rendesse conto e prendesse coscienza dell’umiliazione e della penalizzazione delle donne nel mondo dello spettacolo. Due donne premiate: le giornaliste Jodi Kantor e Megan Twohey, entrambe del NYT, e Ronan Farrow, figlio di Mia Farrow e Woody Allen. Un altro premio Pulitzer è andato al Washington Post, categoria “national reporting” e “giornalismo investigativo”. Va all’agenzia Reuters il premio che molti giornalisti americani considerano il più ambito, politica estera. The Press-Democrat di Santa Rosa, quotidiano della San Francisco Bay, California, categoria breaking news.
USA/2. Emergono nuovi dettagli importanti sui contatti tra Trump e Kim Jong Un. Sembra che il presidente degli Stati Uniti abbia inviato durante il periodo pasquale Mike Pompeo, capo della Cia e futuro Segretario di Stato, per creare le condizioni di uno storico summit bilaterale fra i due leader; tema dell’incontro il disarmo nucleare della penisola nordcoreana e soprattutto una vera e propria pace formale tra i due paesi.
Brasile. L’ex presidente Inacio Lula Da Silva si è consegnato ufficialmente alla polizia federale brasiliana a Curitiba, dove sconterà 12 anni di reclusione per corruzione. La decisione, sofferta, è arrivata dopo molto tempo, dovuta soprattutto al fatto di non voler infiammare ulteriormente gli animi già molto accesi in Brasile.
Nicaragua: Almeno 10 persone sono morte in Nicaragua durante gli scontri di questa settimana tra polizia e manifestanti che si oppongono alla riforma pensionistica del governo di Daniel Ortega.
Venezuela: I governi di Spagna e Venezuela hanno annunciato il ripristino delle relazioni diplomatiche ed il ritorno dei rispettivi ambasciatori nei Paesi, dopo la rottura avvenuta lo scorso gennaio a seguito delle sanzioni concordate dall’Unione europea contro sette alti funzionari venezuelani.
Asia:
Corea del Nord: La Corea del Nord ha annunciato che fermerà i test nucleari e missilistici a partire dal 21 aprile. “Non c’è più bisogno di test nucleari o di test missilistici. E chiuderemo anche il sito dei test nucleari nel nord del Paese”, ha detto il leader Kim Jong-un parlando alla nazione. Lo stop è la dimostrazione che il regime di Kim considera questa “nuova fase” un “periodo storico” e vuole “mantenere le promesse”, afferma l’agenzia di stato nordcoreana Kcna. Il ministro della Difesa giapponese Itsunori Onodera giudica l’annuncio ‘insufficiente’. Da Washington, dove si trova in visita per un colloquio con il suo omologo Jim Mattis, Onodera ha detto che nella dichiarazione di Pyongyang non c’è un riferimento diretto agli esperimenti dei missili a corto e medio raggio, aggiungendo che “la comunità internazionale richiede alla Corea del Nord di eliminare tutte le armi di distruzione di massa e abbandonare il progetto di sperimentazione dei missili balistici in maniera irreversibile e verificabile”. (Per approfondire Società agli antipodi: le due Coree tra shock culturali e prospettive di dialogo)
Indonesia: Un terremoto superficiale di magnitudo 4.4 nel centro dell’isola di Giava, in Indonesia, ha ucciso tre persone e danneggiato oltre 300 case. Lo rendono noto oggi le autorità locali, dichiarando un’emergenza di due settimane per le aree colpite.
Pakistan: Tre studentesse universitarie pachistane sono state sfregiate oggi con acido nella provincia del Punjab a quanto sembra perchè una di esse avrebbe rifiutato una proposta di matrimonio. Lo riferisce tv DawnNews.
Europa
UE: Alla Plenaria di Strasburgo il Presidente Emmanuel Macron ha messo in guardia l’Europa contro “il fascino illiberale e gli egoismi nazionali, edificare una nuova sovranità europea per dare una risposta chiara agli europei”. Il Presidente con le sue dichiarazioni, ha chiosato cercando di dare un monito all’Unione Europea stessa, parlando anche della riforma di Dublino e sulla ridistribuzione dei migranti, auspicando per un sistema comune di finanziamento per le collettività locali che accolgono i rifugiati. In primis, oltre ad un’armonizzazione delle regole di accoglienza e in materia di diritto d’asilo con la Germania e l’Italia, adottare un sistema d’asilo comune a tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.
Irlanda – Gran Bretagna. A distanza di 20 anni dall’accordo del venerdì santo con il quale Regno Unito e Irlanda misero fine a decenni di conflitto sull’Irlanda del Nord, sembra che adesso siano tornate le tensioni fra i due paesi. La ragione è da ricercare nelle conseguenze che l’uscita dal Regno Unito dall’Unione Europea possa avere sul loro confine. La Hard Brexit, auspicata da diversi esponenti del governo britannico porterebbe ad un ritorno ai controlli alla frontiera, aboliti dal 1998, mentre i sostenitori di una “soft” Brexit vorrebbero lasciare le cose così come stanno. David Davis, ministro britannico per la Brexit, ha già accusato il governo irlandese di essere influenzato dal partito irlandese che mira alla riunificazione dell’Irlanda, Sinn Fèin.
Romania. L’ex presidente Iliescu accusato di crimini contro l’umanità, commessi nel periodo della rivoluzione di dicembre 1989, nel quale ci furono 1000 morti e 2500 feriti. È già la seconda volta che Ion Iliescu si trova a fronteggiare suddette accuse. Già nel giugno 2017 infatti la procura militare lo ha accusato di crimini contro l’umanità per la repressione violenta delle manifestazioni all’università di Bucarest nel giugno 1990, provocando la morte di 4 persone e più di 700 feriti.
Austria. L’Austria apre i suoi consolati ai cittadini del SudTirol di lingua tedesca e ladina. Questo in base ad un disegno di legge trasmesso dal governo presieduto dal premier Kurz trasmesso al Parlamento per adeguarsi alle normative dell’Unione Europea. In base a questo disegno di legge, suddetti cittadini potranno rivolgersi ad un consolato austriaco, in caso di necessità all’estero, e anche se nel paese in cui si trovano esiste una rappresentanza italiana. Sebbene le direttive di Bruxelles siano differenti (i cittadini dell’Unione Europea possono rivolgersi ad un consolato di un altro stato membro se in quel paese il loro stato è privo di rappresentanza diplomatica) secondo il disegno di legge a firma di Kurz prevede che anche in presenza di una rappresentanza diplomatica del paese di origine, l’Italia, i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina avranno facoltà di scegliere tra il consolato austriaco o italiano, chiedendo assistenza in caso di arresto, grave malattia o morte.
Medio Oriente
Iran: Il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha dichiarato che l’Iran non attenderà di avere autorizzazioni per produrre le armi di cui ha bisogno per difendersi. Lo riporta Al Jazeera. “Se ci sono armi di cui abbiamo bisogno, le svilupperemo in gran parte o ce le procureremo se necessario”, ha dichiarato Rohani durante il suo discorso in occasione della Giornata dell’Esercito dell’Iran, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Mehr. “Non aspetteremo l’approvazione del mondo” ha aggiunto Rohani.
Siria: È stato raggiunto un accordo tra autorità siriane e l’Isis che prevede che si arrendano i miliziani jihadisti ancora in armi in un quartiere della periferia sud di Damasco, secondo quanto riferisce la tv panaraba al Mayadin vicina all’Iran, alleato del governo siriano. Le fonti citate dalla tv precisano che circa 1.200 miliziani affiliati all’Isis e che da anni sono presenti in quel che rimane del campo profughi palestinese di Yarmuk hanno accettato di arrendersi e di lasciare la zona. La tv afferma che saranno trasferiti nella Siria centrale, dove l’Isis è ancora attivo. Altri miliziani affilati ad Al Qaida dell’area di Yarmuk e del vicino quartiere di Hajar al Aswad saranno invece deportati nella regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria, in una zona di fatto sotto influenza turca. Il quotidiano al Watan, vicino al governo, parla invece di un “ultimatum di 48 ore” che le forze lealiste hanno dato ai combattenti di Yarmuk e Hajar al Aswad.
OCEANIA
Australia. Incendio nel sud dell’Australia, nel Victoria e nel South Australia, che ha cagionato danni peggiori di quello del mercoledì delle ceneri del 1983: Secondo l’indagine avviata dalla polizia del Nuovo Galles del Sud tuttavia, sembra che l’incendio sia stato di origine dolosa, il tutto però risulta aggravato dall’autunno australe, che tocca temperature anche di 30 gradi Celsius.
Fonti: Granma ; Ilsole24ore ; Ansa ; La Repubblica ; ElPaìs ; The Guardian, The New York Times ; JeuneAfrique.
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