In Serbia si protesta contro contro l’estrazione del litio. Mosca avverte Vucic: rischio “Rivoluzione colorata”


Diverse migliaia di cittadini sono scesi in strada per protestare contro l’estrazione di Litio e Boro nella città di Gornji Milanovac in Serbia. Mosca avverte il presidente Vucic “(sono in atto) preparativi per rivolte di massa avviate dai rappresentanti dei paesi occidentali”.


Tensione nella cittadina di Gornji Milanovac. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto Group, che si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di risorse minerarie, incaricata dello sfruttamento delle miniere di litio nella valle del fiume Jadar in Serbia. L’incarico alla Rio Tinto Group è stato al centro di un braccio di ferro tra la Corte Costituzionale serba e il governo dell’ex Premier Ana Brnabić. Lo scorso 11 luglio la Corte costituzionale serba ha annullato il provvedimento con cui – due anni fa – il governo serbo aveva revocato le concessioni alla Rio Tinto. Secondo la corte, il Governo Brnabić – aveva “superato i limiti della propria competenza” violando dunque la costituzione. 

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L’importanza del Litio

Il litio è strategicamente cruciale, è l’oro dei tempi moderni, è il carburante necessario ad alimentare l’ambizioso programma di transizione verde voluto e, fortemente sponsorizzato, dalla Unione europea, il suo fabbisogno si triplicherà entro la fine del decennio.
Con le sue 58.000 tonnellate di litio estratto ogni anno, la miniera di Jadar in Serbia sarebbe la più grande d’Europa, più grande di quelle in Germania, Portogallo e Austria. Sarebbe in grado di garantire la produzione di oltre un milione di veicoli elettrici, il 17% dell’intera manifattura europea. La multinazionale Rio Tinto investirebbe 2.5 miliardi di euro per il progetto, le tasse di sfruttamento garantirebbero entrate nelle casse statali stimate nell’1% del PIL nazionale, oltre alla creazione – a regime – di almeno un migliaio di posti di lavoro, indotto a parte.
Con il progetto Jadar, la Serbia avrebbe quindi un ruolo determinante nell’estrazione di litio. Una centralità politica, dunque, prim’ancora che economica. È quindi probabile che a far gola alla dirigenza serba sia più questo aspetto rispetto al possibile indotto finanziario e sociale.

Rischio ambientale

Se da un lato l’estrazione del litio rappresenta un vantaggio economico importante, dall’altro il rischio derivato dall’impatto ambientale è enorme. La società civile serba è pronta a dare battaglia per evitare lo sfruttamento delle riserve. 
L’agenzia di stampa serba Beta Press ha riportato le parola della professoressa dell’Università di Belgrado Ivanka Popovic che ha affermato nel suo discorso che il progetto Jadar era “l’incarnazione del comportamento senza scrupoli delle autorità e delle attività incontrollate e coloniali degli investitori (…) Temiamo che coloro che governano il nostro paese lo facciano solo per il proprio tornaconto personale e per il beneficio dei loro partner commerciali, senza preoccuparsi del benessere degli altri cittadini”.  
Le proteste contro le estrazioni di litio, si sono verificate anche nelle città di Krusevac, Zajecar, Subotica e Smederevska Palanka. 

Mosca a Vucic: “Attenzione alle “rivoluzioni colorate”

Il timore di Mosca per le proteste di piazza è storia nota. Dal Caucaso all’Asia centrale passando per i Balcani, i russi hanno assistito a proteste popolari, le rivoluzioni colorate, che hanno portato alla caduta di leader considerati “fidati” dal Cremlino. E’ avvenuto in Serbia-Montenegro (2000), Georgia (2003, Rivoluzione delle Rose), Ucraina 2004-05 (Rivoluzione Arancione), Kirghizistan (2005, Rivoluzione dei Tulipani). 
Secondo il Cremlino oggi nel mirino delle rivolte etero-dirette dall’estero ci sarebbe la Serbia del presidente Vucic. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, alla domanda sui preparativi occidentali per un colpo di Stato nel Paese, ha risposto: “Oggi abbiamo ricevuto informazioni ufficiali dalla Federazione Russa”. “Le informazioni sono state fornite tramite canali formali e stiamo lavorando per sistemarle. La Bezbednosno-informativna agencija (БИА/ BIA l’organismo di intelligence della Serbia) è responsabile di ciò; inoltre, le persone del governo serbo e di altre agenzie specializzate in queste cose stanno facendo il loro lavoro”, ha sottolineato Vucic. “Coloro che sognano di ottenere qualcosa con la forza falliranno. La Serbia sta costantemente andando avanti e non può e non la fermerà. Non sarà mai più in grado di fermarla. Questo è il mio messaggio per tutti e il nostro popolo non ha nulla di cui preoccuparsi”, ha concluso il capo dello Stato.

Il discorso di Vucic

In un discorso pubblico pubblicato sulla sua pagina Facebook, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha affermato che “l’obiettivo principale” delle manifestazioni di protesta contro i piani di estrazione del litio è quello di far cadere il governo. 
Vucic, temendo che le proteste popolari possano estendersi in tutto il paese, ha affermato che “il governo in Serbia non sarà rovesciato per strada”, ma piuttosto sarà scelto alle elezioni (…) Voglio dire a tutti coloro che mi hanno inviato messaggi di sostegno dopo le minacce di espulsione dall’altra parte della Drina, la Serbia è tutto per me. Vivo per la Serbia, ho combattuto per ogni vittoria in politica, economia, sport, cultura. Non sto nemmeno pensando di candidarmi, la Serbia è il posto dove sono nato e dove morirò. Non la abbandonerò mai. Nessuna resa”.


Foto copertina: L’attivista politico Petar Djuric (al centro) tiene in mano una sagoma di cartone del presidente serbo Aleksandar Vucic in uniforme da prigioniero durante una manifestazione contro la violenza a Belgrado, Serbia, 17 giugno 2023. I partiti politici dell’opposizione hanno chiesto una protesta pacifica contro la violenza nella società serba a seguito di due sparatorie di massa. [EPA-EFE/ANDREJ CUKIC]