Il presidente Ucraino Zelens’kyj in un discorso ha pubblicamente pronunciato delle parole pesanti come macigni per il popolo ucraino e i suoi alleati relativamente al corso della guerra.
La dichiarazione ufficiale
«We don’t have the strength»
Queste parole, pronunciate dal presidente ucraino Zelens’kyj in un’intervista per Le Parisien sono cadute pesanti come macigni generando una vera e propria frana mediatica. Il presidente con quelle parole ha fatto riferimento alla delicata situazione che l’Ucraina sta fronteggiando sul fronte militare con la Federazione Russa[1]. Una guerra oramai inesorabile e di attrito che negli ultimi mesi ha visto avanzare, seppur lentamente, le forze di Mosca in diversi settori, con particolare enfasi per il settore di Pokrovsk[2], nel Donetsk, che se dovesse cedere porterebbe la Russia ad un passo dalla totale conquista dell’intero Donbass. La Situazione a Kursk, all’interno del territorio russo sembra essersi stabilizzata dopo che molti dubbi (non tutti fugati) sono stati sollevati sull’audace offensiva Ucraina nel settore ma anche lì la pressione delle forze del Cremlino è continua e senza sosta.
Zelens’kyj, infine ha così pubblicamente ammesso che allo stato attuale delle cose è impossibile che l’Ucraina possa riconquistare i territori caduti nelle mani russe con la forza delle armi[3].
Certo, il Presidente ha sottolineato chiaramente che anche da un punto di vista costituzionale oltre che morale, non potrebbe cedere i territori conquistati e ha ancora una volta chiesto l’intervento degli alleati per far sì che l’ucraina in sede di trattative possa ricevere garanzie di sicurezza e supporto alle sue richieste.
Il Presidente ha inoltre citato direttamente Trump riguardo la necessità di negoziare dialogando con entrambi gli attori e non solo con Putin senza il permesso di Kiev. Questo va un po’ ad avvalorare la tesi oramai abbastanza diffusa secondo cui sarà proprio la presa della presidenza USA da parte di Trump, oramai imminente, a portare i due protagonisti della guerra a sedersi ad un tavolo di trattative effettivo.
Un sanguinoso sprint finale?
La costante pressione russa sulla linea del fronte, le autorizzazioni fornite a Kiev per colpire i territori di Mosca con armi a lungo raggio[4], l’arrivo dei soldati nordcoreani, la caduta della Siria di Assad, la vittoria di Trump e l’innegabile stanchezza delle cancellerie europee (tra dibattiti politici interni e disaffezione al tema della guerra).
Tutte pedine di una scacchiera che sta vedendo una sanguinosa partita che dura da oramai tre anni ma entrambi i giocatori sono oramai allo stremo delle forze. Questo trascende la constatazione ufficiale da parte di Zelens’kyj della mancanza di forza militare ma risulta ben leggibile tra le righe delle azioni di Kiev quanto di Mosca.
Putin parla sempre più apertamente di disponibilità ad aprire finestre di trattativa con Kiev (anche se attraverso Trump[5]), Zelens’kyj lo stesso, sebbene guardando al supporto di alleati e governi vicini alla causa ucraina per ottenere un maggiore peso.
Sul fronte è oramai evidente che quelle che erano le difficoltà militari di Kiev, rese via via più evidenti dopo la fallimentare controffensiva del 2023, sono state esacerbate sino al limite.
Gli uomini da inviare al fronte scarseggiano, come munizioni e mezzi e le armi promesse a Kiev e più o meno decantate dai media occidentali non hanno avuto l’impatto che era stato ipotizzato sul campo.
Mosca dal canto suo, nonostante le recenti avanzate, per quanto ancora potrà permettersi ad oltranza le perdite materiali e umane che caratterizzano una fase di continua offensiva? Soprattutto con gli ultimi sviluppi mediorientali e una situazione economica incerta e fumosa certamente non indifferente ad un impegno militare notevole.
Questa situazione paradossale e sanguinosa ha visto fattori immateriali come tempo, supporto politico e gli sviluppi del mondo internazionale divenire sempre più profondamente impattanti “sul campo” e la pressione per un cessate il fuoco o una effettiva trattativa di pace divenire sempre più difficile da ignorare.
Allo stato attuale delle cose entrambi gli attori sembrano essere lontani da quelli che erano gli “obiettivi iniziali”, ovvero, da parte della Federazione Russa conquistare la totalità dell’Ucraina mentre per Kiev riacquistare i territori perduti (Crimea compresa).
La situazione sembra piuttosto essere propizia per portare a casa due “vittorie di Pirro” ma a che costo e soprattutto in che termini?
Messaggi esplosivi
Nonostante le dichiarazioni di Putin e Zelens’kyj la guerra continua sulla linea del fronte, ma non solo. La Federazione continua a portare avanti attacchi missilistici e con droni sulla rete energetica Ucraina e sulle maggiori città, in data odierna anche Kiev è stata nuovamente colpita da ben 8 missili[6]. Kiev, a seguito della luce verde ad utilizzare armi a lungo raggio (prevalentemente statunitensi ATACMS) sul territorio Russo ha colpito Rostov e altre località nel territorio del Cremlino. Questo, contestualmente all’assassinio di figure di spicco delle forze russe, ultimo di questi il generale delle forze di difesa nucleare russe Kirillov ad opera dei servizi segreti ucraini e ad elementi di guerra ibrida da parte russa come le sospette influenze nelle elezioni in Romania.
Questi scambi, però, oltre a sembrare un violento e brutale occhio per occhio da parte di due eserciti che sul campo sembrano essere in una situazione di inesorabile stallo sembrano sempre di più dei messaggi di tipo politico per portare a casa le ultime briciole di peso negoziale in attesa di questo ancora impalpabile tavolo di trattative.
Una via certamente pericolosa che aggiunge ulteriore stress ai due attori che nel tentativo di racimolare quanti più “punti” possibile potrebbero compiere passi falsi con conseguenze che ad oggi, sarebbero del tutto imprevedibili.
Note
[1] Par Nicolas Charbonneau, Charles de Saint Sauveur, envoyés spéciaux à Kyiv (Ukraine), Jean-Baptiste Isaac, Robin Korda et Ariane Riou, « Il faut remettre Poutine à sa place » : Volodymyr Zelensky face à nos lecteurs, Le Parisien, 18/12/2024. In: https://www.leparisien.fr/international/il-faut-remettre-poutine-a-sa-place-volodymyr-zelensky-face-a-nos-lecteurs-17-12-2024-VHGEU2NPCBGJ3NQKSXOTQM2TFQ.php
[2] V. Hnidyi and D. Peleschuk, Residents of Ukraine’s besieged Pokrovsk hunker down as Russia advances, Reuters, December 20, 2024. In: https://www.reuters.com/world/europe/residents-ukraines-besieged-pokrovsk-hunker-down-russia-advances-2024-12-20/
[3] Da redazione, ‘We Don’t Have the Strength’ – Zelensky Says Ukraine Can’t Reclaim Crimea, Donbas Militarily, Kiyv Post, 18/12/2024. In: https://www.kyivpost.com/post/44119
[4] European Parliament resolution of 28 November 2024 on reinforcing EU’s unwavering support to Ukraine against Russia’s war of aggression and the increasing military cooperation between North Korea and Russia. In: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-10-2024-0055_EN.html
[5]V. Soldatkin, A. Osborn, Putin says Russia is ready to compromise with Trump on Ukraine war, Reuters, December 19, 2024. In: https://www.reuters.com/world/europe/putin-says-russia-is-getting-closer-achieving-primary-goals-ukraine-2024-12-19/
[6] A. Speri, Russia-Ukraine war updates: Six embassies damaged in Russian attack on Kyiv, Al Jazeera, Published On 20 Dec 2024. In: https://www.aljazeera.com/news/liveblog/2024/12/20/russia-ukraine-war-live-deadly-missile-attacks-hit-ukraines-kyiv-kherson
Foto copertina: