I problemi socioeconomici del paese sfociano in importanti proteste e il governo risponde con violenza.
A cura di Matilde Biagioni
Sono passati circa 6 mesi da quando la Prima Ministra Sheikh Hasina è stata rieletta per un quinto mandato in quelle definite da giornalisti e studiosi “elezioni senza opposizione”. Il partito di Hasina, l’Awami League, ha infatti ottenuto in quell’occasione più del 50% dei seggi nel parlamento unicamerale con un’affluenza al voto dell’appena 40%.[1]
Le proteste degli studenti, iniziate il 1° luglio e poi intensificatesi dal 5, sono frutto di un insieme di fattori socioeconomici che hanno creato un crescente discontento tra i più giovani.
Il sistema delle quote
Il principale oggetto di protesta è senza dubbio il sistema delle quote. Ovvero un sistema per accedere alla Pubblica Amministrazione che riserva ben il 30% dei posti di lavoro ai figli e nipoti dei veterani di guerra. Coloro che nel 1971 portarono alla liberazione del Bangladesh dal controllo del Pakistan. Importante sottolineare però che le proteste non hanno mai voluto l’eliminazione totale del sistema delle quote, riconoscendo in questo la possibilità per gli individui appartenenti alle categorie più fragili della società di poter ottenere un lavoro ben retribuito nel settore pubblico.[2] Il sistema delle quote entrò in vigore nel 1972 e si interruppe proprio nel 2018 quando Sheikh Hasina (sempre Prima Ministra) fu costretta ad abolirlo sempre a causa di importanti proteste da parte degli studenti. Nonostante ciò, a giugno la Corte Suprema ha accolto con favore le istanze di alcune famiglie di veterani che richiedevano il ripristino di tale sistema. In tutta risposta il governo di Hasina ha fatto poi appello contro la sentenza della Corte, la quale ha programmato per il 7 agosto una nuova udienza.[3] Ciò che gli studenti e le studentesse recriminavano nel 2018, e oggi è tornato in auge, è il fatto che ben il 56% dei posti pubblici è inaccessibile a coloro non appartenenti a tali categorie. In un paese dove la disoccupazione giovanile arriva al 12% e 800mila neolaureati non trovano lavoro, tutto ciò crea attriti e aumenta le diseguaglianze economico-sociali di cui il Bangladesh è già colmo.[4] Per esprimere il loro dissenso alle scelte della Corte i giovani e le giovani Bengalesi dal 1° luglio sono nuovamente scesi in piazza. Ciò che però ha fatto incendiare gli animi degli studenti e delle studentesse sono state proprio le parole della Prima Ministra Hasina, la quale ha cambiato le carte in tavola, dichiarando sulle proteste: “stanno sprecando il loro tempo” oppure “Dopo il verdetto della corte, non c’è giustificazione per il movimento anti-quota” e ancora successivamente “Perché loro [i manifestanti] hanno così tanto risentimento verso i combattenti per la libertà? Se i nipoti dei combattenti per la libertà non ottenessero i benefici delle quote, dovrebbero ottenerli i nipoti dei Razakar?[5]”.[6] Da settimane ormai studenti e studentesse di tutte le università pubbliche si sono riversati in piazza per chiedere l’abolizione delle quote e dopo le dichiarazioni di Hasina protestano affermando: “Chi sono io? Chi sei tu? Razakar, Razakar. Chi ha detto questo? Chi ha detto questo? Un’autocrate. Un’autocrate”.[7] Imputando ad Hasina, in piazza e sui social, di essere una dittatrice.
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Dal 15 luglio sono scesi in contro protesta anche gli attivisti del Bangladesh Chhatra League (BCL), una fazione studentesca del partito di Hasani, attaccando i giovani e le giovani che chiedevano l’abolizione delle quote.[8] Nei giorni successivi però vari attacchi in diverse zone universitarie hanno provocato diversi feriti, con interventi anche da parte della polizia con i lacrimogeni. Dal 16 luglio la situazione ha subito un’importante escalation, in quanto alle proteste si sono aggiunti anche gli studenti e le studentesse delle università private contro polizia e BCL. Nei giorni circa sei studenti e studentesse sono morti e molti altri sono stati feriti.[9]
Conclusioni
Come sottolinea The Diplomat, molte cose sono cambiate dal 2018. L’economia e l’inflazione non erano un problema primario e anzi le manovre economiche di Hasina avevano favorito il paese sotto questo punto di vista. Ma oggi, dopo la pandemia COVID-19 che ha portato ad un arresto economico, le sfide geopolitiche come la guerra tra Russia e Ucraina, la rampante corruzione tra i funzionari pubblici, l’inflazione a quasi il 10% a giugno, l’alta disoccupazione … le proteste si presentano come il risultato di problemi socioeconomici passati e accentuati dalle recenti crisi globali.[10]
Note
[1] Internazionale, “Elezioni senza l’opposizione in Bangladesh, vince Sheikh Hasina”, https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2024/01/07/elezioni-senza-opposizione-inbangladesh-vince-sheikh-hasina
[2] Junko Terao, “In Bangladesh la polizia spara sugli studenti”, https://www.internazionale.it/notizie/junko-terao/2024/07/20/bangladesh-proteste-studenti
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] “Razakar”, è un termine dispregiativo in Bangladesh perché riferito ai bengalesi che collaborarono con il Pakistan durante la guerra del 1971.
[6] Saqlain Rizve, “As Protests Erupt, a Rocky Start to Sheikh Hasina’s Fourth Consecutive Term”, The Diplomat, https://thediplomat.com/2024/07/as-protests-erupt-a-rocky-start-to-sheikh-hasinas-fourth-consecutive-term/
[7] Ibidem
[8] The Daily Star, “BCL unleashes fury on quota protesters”, https://www.thedailystar.net/news/bangladesh/crime-justice/news/bcl-unleashes-fury-quota-protesters-3657866
[9] Saqlain Rizve, “As Protests Erupt, a Rocky Start to Sheikh Hasina’s Fourth Consecutive Term”, The Diplomat, https://thediplomat.com/2024/07/as-protests-erupt-a-rocky-start-to-sheikh-hasinas-fourth-consecutive-term/
[10] Ibidem.
Foto copertina: proteste in Bangladesh