Xi Jinping. L’uomo più potente al mondo


“Xi Jinping. L’uomo più potente al mondo. La biografia che Pechino vorrebbe censurare” a cura di Adrian Geiges e Stefan Aust (Paesi Edizioni, 2023). L’unica biografia non edulcorata sul presidente cinese che si addentra nella mente di uno dei leader più misteriosi al mondo.


Xi Jinping. L’uomo più potente al mondo. La biografia che Pechino vorrebbe censurare. A cura di Adrian Geiges e Stefan Aust (Paesi Edizioni, 2023 acquista qui), offre spunti utili, e in parte inediti, sulla biografia e l’ascesa al potere del presidente cinese, segretario generale del Partito comunista e presidente della commissione militare. Xi Jinping è considerato un “principino rosso” cioè figlio un personaggio di spicco del partito. Xi Jinping è il figlio di  Xi Zhongxun che aveva combattuto al fianco di Mao Zedong nella Lunga Marcia. Dopo la vittoria della rivoluzione, Xi Zhongxun è promosso ai vertici del governo, ma nel 1962 Xi Zhongxun fu arrestato e imprigionato. La biografia ufficiale del presidente parla di «errore giudiziario», in realtà Xi Zhongxun fu vittima di una delle epurazioni ideologiche del Partito Comunista[1].
Senza dubbio la maggiore qualità del presidente Xi Jinping è stata la tenacia. Xi Jinping decide “far carriera“ per scalare i ranghi politici, lavorando nelle periferie della Cina, lontano da Pechino. È stato governatore del Fujian dal 1999 al 2002, prima di diventare governatore e segretario del partito del vicino Zhejiang dal 2002 al 2007. In seguito al licenziamento del segretario del partito di Shanghai, Chen Liangyu, Xi è stato scelto per sostituirlo per un breve periodo nel 2007. Successivamente è entrato a far parte del Comitato permanente dell’ufficio politico del Partito Comunista Cinese e ha servito come primo segretario della segreteria del Partito Comunista Cinese nell’ottobre 2007. Nel 2008 è stato designato come possibile successore di Hu Jintao nel ruolo di “leader supremo” ed è stato nominato vicepresidente della Repubblica popolare cinese e vicepresidente della Commissione militare centrale. Ma l’aspetto che ha contribuito a rendere l’immagine di Xi Jingping come l’uomo più potente del mondo, è stata la sua determinazione nel risolvere concretamente i problemi dei cittadini. La biografia presidenziale rende omaggio alla nascita del mito di Xi Jinping a partire da quando appena 15, il futuro presidente cinese, decide di unirsi ad una brigata di produzione agricola nel nord della provincia di Yanchuan, a quasi 900 chilometri da Pechino. Qui non ci sono case, Xi vive in una grotta, lavora duramente i campi, scava dighe e estrae carbone. La vita povera del villaggio, secondo la biografia ufficiale, sarà determinante nella crescita di Xi. Il presidente, riferendosi al «sogno cinese», ha più volte rievocato il passato nei campi: “vivevo in una grotta, dormivo in un letto di mattoni e per mesi non abbiamo mangiato carne. Ho capito di cosa la gente ha più bisogno.” Xi Jinping tornerà da presidente nel villaggio nel 2015. Nel frattempo sono state costruite strade, ci sono vere case di mattoni con accesso ad internet, gli abitanti hanno un’assicurazione sanitaria e gli anziani una protezione per la vecchiaia, una buona istruzione e carne regolare. Ed è qui che Xi Jinping vince agli occhi dei suoi connazionali. La capacità di risolvere i problemi…a qualunque costo.
“Xi Jinping. L’uomo più potente al mondo. La biografia che Pechino vorrebbe censurare” a cura di Adrian Geiges e Stefan Aust porta a conoscenza del lettore alcuni aspetti meno noti della vita del presidente cinese, immaginiamo ad esempio la sua vita matrimoniale. Xi Jinping sposa Ke Xiaoming figlia dell’ambasciatore cinese a Londra. Il matrimonio durerà solo 3 anni. Quel matrimonio resterà un segreto di stato in Cina: la maggior parte dei cinesi non è a conoscenza. I divorzi sono comuni in Cina ma non sono visti di buon occhio per i funzionari del partito.
Chiaramente gli aspetti più interessanti del libro riguardano le vicende politiche sia nazionali che estere, il rapporto con la religione, con la tecnologia, con il commercio trainato dal visionario progetto della Belt and Road, il rapporto con gli Stati Uniti, il dossier legato alle “province ribelli” dello Xinjiang e del Tibet, di Hong Kong e ovviamente di Taiwan.


Note

[1] Nel 1962 fu accusato da Kang Sheng di guidare una cricca antipartitica per aver sostenuto la biografia di Liu Zhidan e fu espulso da tutte le posizioni di comando. Xi Zhongxun fu costretto a sottoporsi all’autocritica e nel 1965 fu retrocesso alla carica di vicedirettore di una fabbrica di trattori a Luoyang  Durante la Rivoluzione Culturale, è stato perseguitato, imprigionato e ha trascorso lunghi periodi in isolamento a Pechino. Riacquistò la libertà nel maggio 1975 e fu assegnato a un’altra fabbrica a Luoyang.


Foto: copertina del libro “Xi Jinping. L’uomo più potente al mondo. La biografia che Pechino vorrebbe censurare” a cura di Adrian Geiges e Stefan Aust.