Il Kazakistan nel mondo multipolare: intervista al Viceministro degli esteri Vassilenko


La sua posizione geografica rende il Kazakistan partner strategico di primaria importanza. Con Roman Vassilenko, Viceministro degli esteri, per comprendere le direttrici della politica estera del Kazakistan: dalle relazioni con l’Ue e Mosca, dalle risorse energetiche al Middle Corridor fino al rapporto privilegiato con l’Italia.


Astana. Dopo il collasso sovietico, la maggior parte delle nazioni dell’Asia centrale, compreso il Kazakistan, hanno adottato una politica estera definita multivettoriale, caratterizzata da un approccio pragmatico e non ideologico.
Ciò ha concesso ai leader kazaki flessibilità nel trattare con le potenze globali e regionali per promuovere gli interessi politici, di sicurezza ed economici del paese.
Posizionato nel cuore dell’Asia centrale, con due giganti come Russia e Cina ai propri confini, la politica estera kazaka si basa sulla strategicità della propria posizione geografica.
Membro di organizzazioni dirette da Mosca come l’Unione economica eurasiatica (EEU) e l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), Astana acconsente anche alla Belt and Road Initiative (BRI), ai progetti USAID e mantiene un rapporto stabile e fruttuoso con i paesi UE. Per comprendere al meglio le direttrici della politica estera di Astana in un mondo multipolare, abbiamo incontrato Roman Vassilenko, dal gennaio 2022 Viceministro degli Esteri del Kazakistan.

Tra Astana e Bruxelles

Roman Vassilenko Viceministro degli Esteri del Kazakistan

Il rapporto tra Kazakistan e UE è molto solido, basti pensare che lo scorso anno si è celebrato il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche iniziate nel 1992.
Da allora lo speciale rapporto si è evoluto considerevolmente fino a includere diversi formati di cooperazione, tra cui l’accordo rafforzato di partenariato e cooperazione (EPCA), nonché l’istituzione di numerosi dialoghi volti a contribuire all’attuazione delle riforme sociali, politiche ed economiche.

“Il blocco dei 27 paesi dell’Ue rappresentano per il Kazakistan il maggior gruppo di investitori” ha aggiunto Vassilenko, ricordando che Bruxelles rappresenta circa il 30% del commercio totale di beni e riceve il 41% delle esportazioni del Kazakistan.
Nel solo 2022 l’interscambio tra le due parti è cresciuto di oltre il 38% attestandosi a circa 40 miliardi di dollari.
Con l’invasione russa dell’Ucraina, il ruolo strategico di Astana è cresciuto esponenzialmente, e data la necessita di Bruxelles di ridurre la dipendenza dalla Russia,  l’UE e il Kazakistan hanno dato via ad una nuova accelerazione per le loro relazioni commerciali. A dimostrazione di ciò, nel novembre 2022 è stato sottoscritto un’accordo che mira a “sviluppare le forniture di idrogeno verde e materie prime per produrre apparecchiature come come turbine eoliche e batterie per auto elettriche.”.
“Abbiamo costruito un forte e stabile rapporto con l’UE” , ha affermato il Viceministro, ribadendo che dopo l’invasione del febbraio 2022 “l’Ue ha compreso ancora di più l’importanza strategica dell’Asia centrale ed in particolare del Kazakistan”.
Astana, che vuole ricoprire un ruolo importante nella transizione energetica, guarda all’Europa con molto interesse sui dossier ambientali. A tal proposito Vassilenko ha precisato che: “Il rapporto economico Ue-Kazakistan non si basa solo su i tradizionali campi di interazione come quello energetico, in particolare gas, petrolio e minerali, ma in questa nuova fase delle relazioni economiche e commerciali, i nostri rapporti si concentrano anche sui minerali critici, green energy e logistica.”.
A dare maggiore spinta all’interazione “green” tra Ue e Kazakistan, durante la COP27 di Sharm el Sheik nel novembre 2022, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro del Kazakistan Alikhan Smailov hanno firmato un memorandum d’intesa (MoU) sui partenariati strategici su materie prime sostenibili, batterie e catene di valore dell’idrogeno rinnovabile.
Il partenariato strategico con il Kazakistan sulle materie prime rientra nella politica dell’UE volta a garantire l’accesso a un approvvigionamento sicuro, diversificato, conveniente e sostenibile di materie prime essenziali.
Il protocollo d’intesa fornisce così un quadro politico per una cooperazione rafforzata nell’attuale contesto geopolitico, mirando al contempo a garantire lo sviluppo di un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e materiali raffinati vitali per le transizioni verde e digitale e per la decarbonizzazione della produzione energetica. Mirando a sviluppare le catene del valore dell’idrogeno rinnovabile e delle batterie, si favorirà la trasformazione verde e digitale delle economie di entrambe le parti.
Con il Kazakistan è stata concordata una tabella di marcia 2023-2024 che definisce azioni concrete per raggiungere gli obiettivi del protocollo d’intesa.

Un paese ricco di minerali critici

Per poter attuare la tanto agognata transizione energetica, l’Europa ha bisogno di un approvvigionamento costante e duraturo dei minerali critici.
Il Kazakistan, che detiene 16 dei 34 minerali critici identificati dall’Ue, ha tutto l’interesse di accordarsi che i Paesi europei per poter sfruttare al meglio questa ricchezza.
“Siamo aperti alla cooperazione con le aziende europee per l’esplorazione e l’estrazione”, ha aggiunto Vassilenko, ricordando che lo scorso settembre, quando il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha visitato il Paese, sono stati firmati diversi accordi tra alcune compagnie kazake e tedesche, in particolare l‘HMS Bergbau AG, una delle principali società indipendenti di commercio e marketing di materie prime in Germania, che ha annunciato l’acquisizione di due partecipazioni di maggioranza in società kazake con licenze di estrazione ed esplorazione di litio, cobalto, nichel, tantalio e terre rare nella regione di Alatau.
“Ma è solo la punta dell’iceberg, stiamo preparando la visita di molte aziende kazake al Raw Materials Week che si terrà a Bruxelles il prossimo novembre, e ci sarà uno specifico giorno dedicato al Kazakistan. La domanda di Cobalto e di Litio da parte dell’Europa è cresciuta di molto negli ultimi anni, sono materiali indispensabili per la transizione ecologica”.
Il piano di Astana per attrarre le compagnie straniere passa attraverso condizioni economiche vantaggiose: “Il presidente Toqaev ha deciso di concedere l’esenzione delle tasse per gli investitori per 3 anni. L’obiettivo è quello di stimolare il processo di trasformazione qui e non limitarci solo l’estrazione e le esportazioni”, a domanda Vassilenko ha precisato che queste condizioni: “saranno applicate a tutte le compagnie, anche quelle russe, senza discriminazioni.”.
Sul tema della ricchezza del sottosuolo, Vassilenko sgombra dal campo tutti i rischi di un potenziale fattore destabilizzante della concessione dei diritti di sfruttamento: “No la ricchezza mineraria è un’opportunità non un rischio”, e sottolinea l’interesse del governo di Astana ad essere parte attiva nella transizione energetica: “Il presidente Toqaev ha detto che entro il 2026 raggiungeremo la carbon neutrality”, cioè il bilanciamento tra emissioni di gas serra generate ed emissioni ridotte ed riassorbite, “e i minerali critici giocheranno un grande ruolo in questa partita. Una partita che comprende anche l’idrogeno, l’uranio e l’energia nucleare.”.
Sul tema nucleare, Astana ha deciso di dare una svolta a partire dal settembre 2023, quando il presidente ha indetto un referendum sulla costruzione di una centrale nucleare. Toqaev ha sottolineato che qualsiasi decisione riguardante la costruzione di una centrale nucleare è “una questione estremamente significativa per il futuro del Paese”.
Ricordiamo che il Kazakistan non è estraneo alle questioni nucleari. Il paese ha vissuto quasi 500 test nucleari condotti dall’Unione Sovietica nel sito di test di Semipalatinsk, nel Kazakistan orientale. Quasi 1,5 milioni di persone continuano a subirne le conseguenze e nell’area colpita dalle massicce ricadute radioattive è in corso il ripristino ambientale. Su quale compagnia sarà incaricata alla costruzione e alla gestione dell’impianto, Vassilenko ha ribadito che “Sul dossier energetico siamo aperti alle compagnie estere per sfruttare le potenzialità, puntiamo ad un interesse comune.”.

Un nuovo focus per una vecchia strada: il Middle Corridor

Altro tassello del mosaico kazako è la questione logistica. Il Kazakistan ricopre una posizione geografica che definirla strategica è riduttiva.
Il paese più grande dell’Asia centrale ed il nono paese più grande del mondo, la terra dei kazaki è incastonata tra Russia e Cina. Un corridoio verso l’Europa ma non solo. Vassilenko ribadisce che “l’estensione dei sistemi di trasporto e di connessione con l’Europa, una delle priorità è lo sviluppo del Middle Corridor”.

Il Middle Corridor, il corridoio centrale espansione della Trans-Caspian International Transport Route (TITR), è la rotta di trasporto internazionale transcaspica parte dal sud-est asiatico e dalla Cina, attraversa il Kazakistan, il Mar Caspio nel porto di Aktau, l’Azerbaigian, la Georgia e prosegue verso i paesi europei. 
“Il Middle Corridor, prosegue Vassilenko, offre una via commerciale più economica e veloce, riducendo la distanza di 2.000 chilometri.”.
Una connessione lunghissima che porterebbe i benefici dello sviluppo a tutti i paesi lungo il suo percorso, dalle tasse di transito e quindi entrate aggiuntive alla creazione delle infrastrutture economiche necessarie per facilitare il transito senza ostacoli, compresi gasdotti, ferrovie, porti e terminali. Tutto ciò si tradurrebbe in una maggiore influenza geopolitica attraverso il controllo sulle principali vie di transito. “Il Middle Corridor? rappresenta la reincarnazione della vecchia via della seta, comprendendo tutti i sistemi di comunicazione: dalle navi ai treni.”

Rapporto con la Russia

Il confine tra il Kazakistan e la Russia, ha una lunghezza di 6.846 km, e ciò lo rende il confine eurasiatico più lungo, oltre che il secondo nel mondo.
Il rapporto tra Astana e Mosca è ovviamente condizionato dal recente passato: “Con i nostri vicini abbiamo un passato comune durante il periodo sovietico, abbiamo combattuto insieme la minaccia nazista”.

La storia comune, la vicinanza geografica, hanno determinato un rapporto intrecciato tra le popolazioni, in Kazakistan vivono circa 3.000.000 di russi che rappresentano circa il 15,00% della popolazione. L’85.7% delle persone in Kazakistan parla russo, e ci sono circa 1 milione di kazaki che vivono in Russia. “Mosca rappresenta il nostro primo partener commerciale come nazione unica (l’Ue è composta dall’insieme di 27 paesi)” ha continuato il Viceministro, “Siamo membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e dell’Unione economica eurasiatica e i contatti tra il nostro presidente Toqaev e Putin sono costanti e regolari. Le relazioni con la Russia sono quindi storiche”.
Sulle crisi internazionali e soprattutto sulla guerra in Ucraina Vassilenko ha precisato “il Kazakistan non è per la soluzione militare di questo conflitto, ma per il totale rispetto per i principi sanciti dal diritto internazionale e dalle Nazioni Unite e per l’integrità dei confini nazionali territoriali, per questo motivo non riconosciamo le nuove entità statali sorte dalle guerra.”.

Parlando del Trattato di sicurezza collettiva, Vassilenko ha risposto che durante le proteste del gennaio 2022 in Kazakistan: “I membri dei contingenti militari dell’Organizzazione restarono nel paese per due settimane, il contingente fu importante per affrontare una brutta situazione (manifestazioni che sono durate 10 giorni contro il caro-energia Ndr) , vorrei sottolineare che il contingente non ha sparato un solo colpo, ma furono impiegati solo per difendere le infrastrutture critiche come ad esempio l’aeroporto.”.

Il rapporto con Roma

I rapporti tra Italia e Kazakistan sono eccellenti. Il Kazakistan attribuisce particolare importanza alle relazioni con l’Italia, considerandola uno dei suoi più importanti partner strategici. Quest’anno ricorrono i 31 anni dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e oggi  l’Italia è uno dei maggiori investitori nell’economia kazaka, ed il primo partner commerciale strategico in Europa e il terzo nel mondo. Dal 1992, anno del0istauraizone dei rapporti diplomatici, l’Italia ha investito oltre 15 miliardi di dollari nell’economia del Kazakhstan.
Lo scorso mese di settembre c’è stata la visita del Ministro degli esteri Antonio Tajani ad Astana. Tajani è stato il primo esponente di governo a visitare il Kazakistan dalla missione di Lamberto Dini ad Almaty nel 1997 e dalla partecipazione di Berlusconi all’OSCE Summit nel 2010.
Tantissime le aziende italiane presenti nel Paese. Eni rappresenta sicuramente la punta di diamante della penetrazione italiana in Kazakistan, ed è presente nel paese centro-asiatico fin dal 1992 dove coopera nel giacimento di gas di Karachaganak e partecipa al consorzio PSA, responsabile del giacimento di Kashagan. Eni è inoltre attiva nei settori di Exploration & Production, Refining & Marketing e Chimica, e Plenitude. A settembre 2023, Plenitude ha inaugurato il suo primo parco fotovoltaico realizzato nella presso il villaggio di Shaulder nella Regione del Turkistan. Il progetto, che si affianca ai due parchi eolici Badamsha-1 e Badamsha-2, consolida la presenza di Plenitude nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili nel Paese.

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Il Kazakistan è pro-kazaki

Sul finire dell’intervista, il Vice-ministro Vassilenko risponde ad una provocazione su chi fosse il principale beneficiario della politica estera di Astana, “Il Kazakistan non è pro-Russia, pro-Cina, pro-Usa o pro-UE ma è pro popolo kazako, la nostra politica estera, ha chiosato Vassilenko, è orientata a tutelare principalmente i nostri interessi”.


Foto copertina: Il Kazakistan nel mondo multipolare: intervista al Viceministro degli esteri Vassilenko