I movimenti sociali per l’acqua in Venezuela, Ecuador e Uruguay


A causa delle carenze di acqua potabile, sono cresciuti sempre più i movimenti sociali in Venezuela, Ecuador e Uruguay che lottano per garantire l’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini, senza distinzioni.


La nascita di movimenti sociali in Sud America

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non menziona in nessun articolo il fondamentale diritto all’acqua, solo nel 2010 con la Risoluzione 64/92 viene riconosciuto dalle Nazioni Unite tale diritto e stabilendo che tutti dispongano di acqua pulita, potabile e sana, che sia sufficiente per soddisfare usi domestici e usi personali[1]. Nonostante quanto postulato delle Nazioni Unite, l’acqua è ancora inaccessibile in molti Paesi e in molte regioni del pianeta e per questo motivo i cittadini di diversi ceti sociali si stanno unendo e organizzando in movimenti per reclamare questo diritto fondamentale e far sentire la propria voce a governi ed imprese. Nel Sud America, in particolare in Venezuela, Ecuador e Uruguay stanno emergendo sempre più movimenti sociali accomunati dallo scopo di far sentire le voci delle popolazioni emarginate che vivono in una condizione di carenza o assenza di acqua potabile e pulita. In quest’ottica giocano un ruolo fondamentale le donne, le quali spesso sono chiamate a svolgere lavori domestici, occuparsi della vita domestica e, al contempo, prendersi cura dei figli. Tutto ciò le porta ad avere una maggiore consapevolezza dell’importanza di avere accesso all’acqua pulita per igiene e pulizia e, dunque, le rende più determinate nel far sentire la propria voce svolgendo ruoli importanti all’interno di questi movimenti sociali.

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I movimenti sociali di Venezuela, Ecuador ed Uruguay

Il Venezuela, come molti altri Paesi del Sud America, sta vivendo una situazione di sofferenza idrica rintracciabile, principalmente. nello Stato Lara, situato nella parte occidentale del Paese. La popolazione, ormai stanca e stremata si è organizzata e ha fondato il movimento Unidos por el Agua (“Uniti per l’acqua”) con lo scopo di reclamare la situazione di disagio e far sentire la propria voce ai governi e ai dirigenti tramite mobilitazioni. Uno degli aspetti principali del movimento è la creazione di corsi di formazione utili a istruire futuri specialisti in materia che abbiano le giuste competenze per risolvere il problema dell’accesso all’acqua sia dello Stato Lara, che per l’intero Venezuela. Per fornire una formazione adeguata, il movimento stipulò una collaborazione con il Collegio di Ingegneria dello Stato Lara, il quale ha lo scopo di istruire e fornire le adeguate competenze per far fronte alla crisi idrica e per dar forma ad un piano che aiuti a fronteggiare il deficit[2]. Il secondo fondamentale incontro del movimento, svoltosi il 15 novembre 2023, è terminato con una mobilitazione che aveva come scopo principale chiedere ai governi, tribunali nazionale e all’impresa nazionale Hidrolara, principale impresa pubblica che si occupa di acqua e tubature, risposte e azioni concrete per rendere l’acqua accessibile a tutti. Tra il 2022 e il 2023, infatti, gli abitanti della regione La Carucieña, nello Stato Lara, hanno lamentato un’enorme carenza di acqua e la difficoltà di trovare acqua pulita e potabile, da destinare all’igiene personale, alla preparazione di cibo, alla pulizia delle abitazioni, e, come affermato dall’esponente del movimento, Marisol Bustamante, in un’intervista realizzatasi lo scorso 30 gennaio per l’Osservatorio di Ecologia Politica del Venezuela, il deficit di acqua potabile di cui sta soffrendo la zona porta a gravi ripercussioni principalmente nelle donne poiché sono queste ultime a farsi carico del mantenimento e della pulizia delle abitazioni, svolgendo le faccende domestiche, oltre ad essere loro a preoccuparsi per l’igiene, la pulizia e i bisogni dei figli e della famiglia[3]. Per questi motivi le donne sono più consapevoli delle conseguenze del deficit di acqua pulita e, all’interno del movimento Unidos por el Derecho Humano al Agua, ricoprono posizioni di rilievo; dimostrano spesso di essere più motivate ed agguerrite nel far sentire la propria voce e reclamare il diritto fondamentale all’acqua. Situato nella parte nordoccidentale del Venezuela, il bacino di Acarigua è fondamentale per l’erogazione di acqua nel Paese, ma a causa di corruzione e carenze strutturali, la distribuzione di acqua è fortemente ineguale. Tutto ciò, favorisce la ripartizione in zone più agiate e zone in cui si sfrutta illegalmente il silicio, sfruttamento che sta portando ad un ecocidio massiccio causato dalla carenza, o totale assenza, di acqua. In queste zone le tubature non vengono revisionate da oltre 50 anni, non sono state cambiate e non si investe per le infrastrutture, ciò porta a conseguenze importantissime per gli abitanti e le popolazioni che abitano questi territori. L’acqua di queste zone è di un colore intenso, non è potabile e non si può utilizzare ne per le faccende domestiche, ne per l’igiene personale; spesso gli abitanti sono costretti ad aspettare l’erogazione di acqua potabile per un arco temporale che varia da 7 a 30 giorni e quando poi arriva acqua pulita questa dura circa 4 ore, costringendo la popolazione ad usarla tutta il più velocemente possibile per non rischiare di perderne nemmeno una goccia. Durante la prima mobilitazione di maggio 2023, i manifestanti chiesero e sollecitarono il tribunale competente a prendere 4 misure fondamentali: garantire una somministrazione continua di acqua nelle comunità; assicurare che l’acqua sia potabile; adottare nell’immediato misure e azioni per garantire che la somministrazione dell’acqua  nelle comunità di tutta la regione; stabilire un meccanismo permanente di dialogo per facilitare le comunicazioni tra governo e abitanti per produrre migliorie nel servizio dell’acqua[4].
L’Ecuador tratta l’importanza della natura e dei suoi processi dedicando ad essa articoli fondamentali all’interno della Costituzione del 2008. L’articolo 71 della Costituzione afferma che la natura, chiamata anche Pachamama, è il luogo dove si realizza e si riproduce la vita, pertanto essa dovrà essere rispettata integralmente, sia per ciò che riguarda il suo processo evolutivo che per i cicli vitali. Il primo aspetto importante è proprio l’acqua. Essa, essendo parte della natura, è quindi un elemento fondamentale e in quanto tale va rispettata. A concedere ulteriore rilevanza al ruolo essenziale dell’acqua è l’articolo 3 della Costituzione ecuadoriana, il quale stabilisce tra i compiti e gli obblighi dello Stato quello di garantire il diritto di accesso all’acqua senza restrizioni e senza discriminazione; l’articolo 12 sottolinea, invece, il diritto all’acqua come fondamentale e irrinunciabile. Possiamo quindi dedurre l’importanza che la Costituzione ecuadoriana pone sul diritto all’acqua, ma ciononostante sono diverse le popolazioni e le regioni del Paese in cui queste norme vengono meno e le popolazioni vivono in condizioni stremate e in forti carenze di acqua[5].
In questa prospettiva, la democratizzazione dell’Ecuador è stata fondamentale per fornire i mezzi necessari per lo sviluppo e per dar luogo ad una gestione dell’acqua più sociale, equa, giusta e sostenibile. Nel 2001 si riunirono organizzazioni contadine, università, organizzazioni di sviluppo e tecnici di istituzioni pubbliche, dando vita al Foro de los Recursos Hídricos, una piattaforma di partecipazione sociale, comunitaria ed istituzionale che si occupa di fornire proposte relative alla gestione dell’acqua. Nel 2018, in occasione della decima edizione del Foro riunitosi a Quito, 400 persone provenienti da tutte le parti del Paese si riunirono con i rappresentanti dell’autorità nazionale dell’acqua SENAGUA per proporre, e creare, un dialogo relativo ai problemi comuni di quantità e qualità dell’acqua, nonché alle sue infrastrutture per trovare soluzioni da sottoporre al governo. Tra le principali conclusioni a cui si arrivò: la necessità di rendere efficaci le collaborazioni ed alleanze tra pubblico e movimenti sociali; il rafforzamento dell’istituzionalità dell’acqua con politiche e manovre che partono dalle realtà locali; l’importanza dell’irrigazione per la produzione di materie prime e alimenti e l’accesso all’acqua come mezzo per combattere la povertà[6].
Il 28 marzo 2023 differenti movimenti sociali del Paese si sono riuniti nella Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador e hanno inviato all’Assemblea Nazionale dell’Ecuador un progetto di legge interculturale di gestione dell’acqua e dei suoi usi, in cui si nota una visione sul futuro dell’acqua, la conservazione degli ecosistemi e i diritti delle persone; si cerca una soluzione per assicurare il recupero e la preservazione delle fonti d’acqua superficiali e sotterranee, l’attenzione al fondamentale ruolo dell’ecosistema amazzonico e l’importanza di garantire a tutti gli abitanti, indipendentemente dalle loro classi sociali, libero accesso all’acqua pulita e potabile. A sostegno del progetto di legge avanzato, la Confederazione riporta progetti internazionali, tra i quali i principi cardine dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in cui il punto 6 rappresenta l’importanza di garantire acqua potabile e sana a tutti. L’articolo 17 della proposta di legge avanzata dalle Confederazioni Indigene tratta l’accesso all’acqua come condizione fondamentale per l’esercizio dei diritti sociali, sottolineando la sua importanza per la salute, per condurre una vita dignitosa ed assicurare i diritti minimi a ogni persona indistintamente dal proprio sesso, colore o ceto sociale[7]. Con questa proposta di legge si vuole cercare di trovare un punto in comune tra autorità pubbliche, governi e cittadini in modo da garantire un futuro alle popolazioni ormai stremate e agli ecosistemi del Paese che sono sempre più minacciati dalla carenza di acqua potabile.
Nel 1992 il Movimento dei lavoratori dell’Uruguay lanciò il primo referendum in difesa delle imprese statali e la popolazione, ponendosi in una posizione contraria alla privatizzazione, fece registrare circa l’80% dei consensi. Il successo ottenuto gli permise di apportare dei cambiamenti nella Costituzione e per il Paese fu la dimostrazione che il popolo non solo era in grado di unirsi, ma era anche in grado di portare a grandi e importanti cambiamenti, se unito e compatto. In materia di accesso all’acqua, il movimento riuscì a portare l’acqua alla maggior parte delle popolazioni isolate e a far sentire la propria voce riguardo l’importanza dell’acqua.
Tubature rotte con perdite di acqua potabile, opere di infrastrutture inadeguate e incomplete e consumo eccessivo da parte di alcuni ceti sociali sono tra le attuali problematiche principali che deve affrontare oggi l’Uruguay per far fronte al deficit di acqua potabile che invade il Paese. L’Uruguay attualmente sta attraversando un processo di resistenza alla privatizzazione dell’acqua tanto che sta assumendo un ruolo da protagonista in materia un movimento sociale ambientalista chiamato CNDAV, ovvero Comisión Nacional en Defensa del Agua y la Vida (Commissione Nazionale in Difesa per l’Acqua e la Vita), che integra diverse idee accomunate dallo scopo di voler garantire una gestione pubblica, accessibile e sostenibile dell’acqua. Il movimento comprende diverse organizzazioni, tra cui le principali sono la Commissione di difesa dell’Acqua e della Sanificazione della Costa de Oro e Pando, la quale include diverse popolazioni locali che lottano per le difficoltà di accesso ai beni basici, tra cui l’acqua; la Federazione di Funzionari di Opere Sanitarie dello Stato, la Liga de Fomento de Manantiales e la Rete Ecologica Sociale – Amici della Terra, che è una Organizzazione Non Governativa che si occupa principalmente della transizione ecologica per un Uruguay più sostenibile[8]. In alcune zone della Ciudad de la Costa l’acqua potabile non è accessibile e il movimento ha inviato un documento ai vertici dello Stato in cui si ribadisce il ruolo fondamentale dell’acqua per l’uomo e la necessità di rendere questo bene accessibile a tutti. Attualmente in Uruguay si è fatto spazio ad un nuovo movimento sociale, Red Vida[9] e già soltanto dal logo, in cui è rappresentato un bambino all’interno di una goccia d’acqua, è possibile capire che il suo scopo principale sia di rappresentare tutti coloro che non hanno ancora accesso all’acqua potabile. Secondo gli esponenti del movimento l’acqua dovrebbe essere una cosa essenziale che ci accomuna tutti e non dovrebbe essere un motivo di distacco o di gerarchie sociali, e per questo motivo si fanno strada anche a livello internazionale fornendo una visione planetaria in cui tutto ciò che accade localmente ha conseguenze e ripercussioni anche sul livello internazionale. Inoltre, in Uruguay si sta diffondendo un modello chiamato PUPs (collaborazioni pubblico – pubblico) in cui due o più agenzie o autorità pubbliche, tra cui un operatore idrico pubblico, cooperano senza scopo di lucro per formare, fornire assistenza tecnica ed educare il personale e per stipulare finanziamenti destinati ai servizi pubblici meno riusciti o ancora in condizioni di sottosviluppo. Ciò rafforza il settore pubblico e consente la democratizzazione del processo. La grave siccità che ha pervaso il Paese lo scorso anno ha mosso gli ambientalisti locali, i quali si sono riuniti per protestare contro il governo di centro-destra, la cui gestione del problema della siccità è stata considerata irresponsabile e inefficace. Il governo, infatti, tra le misure adottate per far fronte alla siccità, ha deciso di erogare acqua con un tasso altissimo di salinità, il doppio del tasso previsto dalla Costituzione, in modo che le persone non potessero consumare acqua dai rubinetti e così facendo non si sarebbero esaurite le riserve di acqua nei bacini e nelle dighe. Il movimento REDES-Amigos de la Tierra Uruguay si è mosso in prima linea per protestare contro le misure adottate dal governo sottolineando i principi l’articolo 47 della riforma costituzionale avvenuta nel 2004, il quale afferma sia l’importanza dell’acqua come risorsa naturale essenziale per la vita, sia l’importanza di garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Oltre a porre in evidenza l’incapacità del governo e delle autorità locali di garantire acqua pulita e sana alla popolazione, il Movimento pone l’accento sulla gravissima violazione della Costituzione all’interno della misura adottata dal governo. REDES si sofferma sulla passività delle autorità davanti alle conseguenze che ha prodotto il cambiamento climatico, afferma che non c’è impegno per tutelare la salute delle persone e che non si stanno rispettando i diritti fondamentali dei propri cittadini, visto che oltre il 40% degli abitanti non ha accesso all’acqua potabile e non può nemmeno bere acqua dai rubinetti in quanto fortemente contaminata e sporca a causa delle infrastrutture incomplete[10].

Conclusioni

I movimenti sociali cresciuti negli ultimi anni hanno portato a numerosi effetti tra le popolazioni di Ecuador, Venezuela e Uruguay, ma uno dei traguardi più importanti è stata la modificazione di alcune parti della Costituzione e l’incorporazione di articoli e paragrafi che riconoscono l’acqua come bene fondamentale dell’uomo e di conseguenza l’importanza di renderla accessibile a tutti senza distinzioni di sesso, razza o colore. Le rivoluzioni di questi Paesi stanno incentivando e spingendo anche gli altri Stati del Centro e Sud America a prendere misure che rendano l’acqua disponibile a tutti. il Brasile, ad esempio, sta portando avanti un lavoro di sistemazione e riqualificazione di strutture e di infrastrutture in modo che l’acqua sia più pulita ed accessibile anche alle popolazioni più remote del Paese. Resistere alla privatizzazione dell’acqua è un aspetto fondamentale per poter mantenere in vita le popolazioni di alcune zone del Sud America e questo aspetto cruciale è la base della crescente ondata di movimenti e mobilitazioni che si stanno dilagando in tutta la regione. Questi movimenti sociali spesso non operano solo in un Paese, ad esempio il movimento Red Vida (Red de Vigilancia Interamericana para la Defensa y Derecho al Agua) è uno dei principali movimenti e ad oggi conta con 54 associazioni unite provenienti da 16 Paesi differenti tutti accumunati dalla lotta per il diritto fondamentale all’acqua come bene pubblico e diritto  umano fondamentale.


Note

[1] Resolution adopted by the General Assembly on 28 July 2010, 64/92. The human right to water and sanitation, 2010,  https://digitallibrary.un.org/record/687002?v=pdf.
[2] ALVARADO BETANCOURT M., «Unidos por el agua», per El Universal, 16 luglio 2023 https://www.eluniversal.com/el-universal/159750/unidos-por-el-agua.
[3] CAMARGO E., «El agua como derecho humano: Entrevista al Movimiento Unidos por el Agua», per Observatorio de ecología política de Venezuela, 30 gennaio 2024 https://ecopoliticavenezuela.org/2024/01/30/el-agua-como-derecho-humano-entrevista-al-movimiento-unidos-por-el-agua/.
[4] PROVEA Programa Venezolano de Educación Acción en Derechos Humanos, «Movimientos Unidos por el Agua demandó a la estatal Hidrolara por el deficiente servizio de agua en la entidad», 18 maggio 2023
https://provea.org/actualidad/movimiento-unidos-por-el-agua-demando-a-la-estatal-hidrolara-por-el-deficiente-servicio-de-agua-en-la-entidad/.
[5] Constitución de la República del Ecuador, 2008 https://www.oas.org/juridico/pdfs/mesicic4_ecu_const.pdf.
[6] «El Convenio Manos Unidas-AECID participa en el X Foto Nacional de Recursos Hídricos en Ecuador», 10 luglio 2018
https://www.manosunidas.org/noticia/aecid-foro-recursos-hidricos-ecuador.
[7] Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador CONAIE, Ley Orgánica Intercultural de la Gestión del Agua y de sus Usos, marzo 2023
https://camaren.org/wp-content/uploads/2023/03/Ley-de-Aguas_LOIAU_CONAIE.pdf.
[8] SANTOS C., IGLESIAS V. «Movimientos sociales en la defensa del agua: el caso de Uruguay»,https://www.academia.edu/209493/Movimientos_sociales_en_la_defensa_del_agua_el_caso_de_Uruguay
[9] La Red Vida, https://laredvida.org.
[10] «La siccità record in Uruguay manda in tilt il governo di centro-destra», per greenreport.it, 16 maggio 2023 https://greenreport.it/news/acqua/la-siccita-record-in-uruguay-manda-in-tilt-il-governo-di-centro-destra/.


Foto copertina: Movimenti per l’Acqua in Venezuela