La demonizzazione di Hamas e la creazione di una narrativa che dipinge l’organizzazione solamente come brutale e terroristica senza approfondire il contesto e le continuità storiche e politiche rende difficile la comprensione di quello che sta accadendo a Gaza e nei territori Palestinesi. Per questa ragione riteniamo importante dedicare questo spazio alla storia di Hamas.
Perché Hamas?
Hamas, acronimo arabo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, Movimento per la Resistenza Islamica nasce come movimento politico nel dicembre 1987 nel nord di Gaza, nel campo rifugiati al-Shati sotto la guida di Sheikh Ahmad Yassin, ʿAbd al-ʿAzīz al-Rantīsī e Mahmud al-Zahar, esponenti politici, religiosi e intellettuali della Fratellanza Musulmana in Palestina. Il movimento è infatti l’espressione della Resistenza Palestinese Islamica oltre che della politica formale della Fratellanza Musulmana in Palestina.
La Fratellanza Musulmana in Palestina (FMP) venne fondata negli anni Trenta del Novecento, rimaneva connessa all’organizzazione centrale al Cairo e agiva con propri spazi di manovra. Tradizionalmente, l’organizzazione si occupa: del settore educativo attraverso la fondazione di scuole e università; caritatevole attraverso ampi network di organizzazioni di beneficenza; e sanitario attraverso la costruzione di ospedali. In generale, la Fratellanza Musulmana provvede alla creazione di servizi di welfare con un approccio dal basso inscritti all’interno di valori che rispettano la morale islamica, e che spingono verso quella che, secondo gli stessi, è la via fondamentale per la creazione di una società retta e giusta dove l’Islam è vissuto in modo olistico. La FMP prima della fondazione di Hamas, funzionava dunque come progetto sociale e religioso, formalmente non politico. Infatti, prima della fondazione di Hamas gli uomini e le donne della FMP hanno sempre mantenuto contatti, collaborato e militato con la leadership palestinese secolare, specialmente con al-Fatàh.
Ma allora, dato che la Fratellanza Musulmana era un progetto che in Palestina funzionava senza il bisogno di un prolungamento politico sotto forma di partito o di militanza violenta, cosa ha spinto i fondatori alla creazione di Hamas? Perché un’organizzazione islamista ritiene di poter portare avanti la causa relativa alla liberazione della Palestina ponendosi come voce della resistenza?
L’esperienza di Hamas, come di ogni realtà politica in Palestina va intesa in un contesto di occupazione militare, dove quindi la causa anticoloniale è da decenni parte dell’agenda politica di ogni movimento. La frattura principale su cui Hamas si innesta è quella relativa alle trattative che si raggiungono negli anni ‘80, dopo svariate decadi di lotta. È importante non dimenticare che la lotta armata per la liberazione della Palestina è stata a lungo condotta dall’esterno attraverso l’ospitalità dei vicini stati arabi, poiché Israele nel 1967 occupa l’intero territorio della Palestina storica a seguito della Guerra dei Sei Giorni.
Durante gli anni ‘80 qualcosa cambia. I palestinesi sotto occupazione – in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza – si agitano in massa contro le forze di occupazione israeliane mentre aleggia l’idea di abbandonare la lotta in termini militari. All’interno della Striscia di Gaza in particolare, c’era un gruppo scissionista chiamato Jihad Islamico che davanti all’inasprirsi delle violenze dell’occupazione capovolge l’idea “passiva” della FMP e sostiene che l’unico modo per andare verso la liberazione è recuperando la resistenza armata.
Ma prima di Hamas?
È difficile comprendere Hamas senza un contesto di resistenza palestinese più ampio che include altri movimenti politici da cui Hamas impara e attinge. Prima della fondazione di Hamas nel 1987, vi erano altre realtà politiche che si impegnavano nella lotta armata, riunite nell’ Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Tra queste ricordiamo al-Fatàh nella quale membri o simpatizzanti della FMP militavano. Al-Fatàh, nasce nel 1959 e riesce a tenere insieme diverse realtà, inclusi gli islamisti, poiché si frappone fra due correnti: da un lato sfida il secolarismo di Nasser temendo un atteggiamento predatorio a livello regionale sulla questione palestinese e dunque contingente o strumentalizzato da una causa di unità araba, vicina alle ambizioni della leadership di egiziana; dall’altro contiene la Fratellanza Musulmana che segue una scuola di pensiero osteggiata dai gruppi secolari proponendo il revival di un modello pan-Islamico virtuoso in tutti gli ambiti della società e dello spazio pubblico.
Al-Fatàh, così come poi Hamas, reclutava combattenti fra i palestinesi soggetti a pulizia etnica nel 1948 (anno della fondazione di Israele e della Nakba) che si ritrovarono nei campi per rifugiati intorno alla Palestina fra Giordania, Libano ed Egitto. Diversamente rispetto ad altre esperienze anticoloniali o di occupazione, la Resistenza Palestinese era esternalizzata e militava quindi in una condizione di diaspora per la riconquista dei propri territori. Migliaia di palestinesi vennero spinti in Cisgiordania (annessa alla Giordania nel 1951), mentre un’altra grande parte venne forzata nell’area della Striscia di Gaza (non formalmente annessa all’Egitto ma sotto grande influenza e controllo egiziano). Gli anni ‘50, ‘60 e ‘70 sono anni di successo per i movimenti anticoloniali e al-Fatàh, come anche il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), secondo partito più grande all’interno dell’OLP di ispirazione radicale marxista, incarnano pienamente lo spirito di liberazione anticoloniale del tempo e della linea terzomondista di quegli anni. Restano impressi nella memoria della Resistenza gli attacchi del FPLP nei dirottamenti aerei tra gli anni ‘60-‘70.
Sono gli anni delle grandi Guerre Arabo-Israeliane: la Guerra dei Sei giorni del 1967, dove Israele occupa la totalità della Palestina storica, la penisola egiziana del Sinai, le alture del Golan siriane; la Guerra dello Yom Kippur del 1973 dove il Sinai viene restituito al Cairo contenendo le aspirazioni espansionistiche di Israele. Nonostante le perdite, in questo momento la sconfitta non demoralizza, ma stimola la lotta. Tuttavia, gradatamente l’OLP si trova ad affrontare delle difficoltà logistiche importanti. Nel 1970 a seguito di Settembre Nero in Giordania, una guerra intestina tra i fedayeen palestinesi e l’esercito giordano, l’OLP viene espulso dalla Giordania e sposta le sue sedi in Libano. Tuttavia, con l’inizio della guerra civile in Libano (1982) l’OLP si sposterà in Tunisia, troppo lontano per seguire le vicende in Palestina, si ritrova ad affrontare gravi crisi interne rispetto alla direzione da prendere. La lotta armata non ripaga e nel 1987 sono vent’anni che Israele occupa l’intera Palestina storica e nessuno stato palestinese è all’orizzonte.
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La fondazione di Hamas (1987) avviene dopo almeno un decennio di riflessione interna tra i leader politici sotto occupazione ed emerge come reazione di disappunto dalla decisione di Fatàh di abbandonare la lotta armata e di presentarsi ai tavoli diplomatici senza essere in una posizione di sufficiente forza. D’altro canto, la gerarchica Fratellanza Musulmana Palestinese (FMP) sotto la guida di Sheikh Yassin si focalizza sul ruolo sociale e islamizzante della società creando grossi risentimenti da parte della popolazione rispetto ad una posizione ritratta e poco assertiva di fronte all’occupazione.
Davanti allo sconforto di Fatàh e il silenzio della FMP, nel 1981 un gruppo dal nome Jihad Islamico (JIP) si dissocia e chiede un’immediata partecipazione alla resistenza armata antagonizzando la Fratellanza Musulmana a guida di Sheikh Yassin. La scissione di JIP crea pressione sui gruppi palestinesi dentro Gaza e stimola un coinvolgimento più attivo dei fratelli musulmani alla resistenza alla luce dell’ammansirsi di Fatàh. Di conseguenza, se in passato la FMP rimaneva quiescente e apertamente dipendente dalla forza occupante, ad esempio per l’ottenimento delle licenze con cui lavorare e stabilire i propri servizi, è negli anni Ottanta che vediamo un salto verso una resistenza dell’occupazione più formalizzata.
Nel 1987 la situazione dell’area di Gaza era particolarmente critica, da vent’anni la zona versava sotto occupazione militare israeliana, e dal 1948 centinaia di migliaia di palestinesi vennero spinti all’interno della Striscia che prenderà gradatamente la forma di immensi campi per rifugiati uno di fila all’altro, diventando oggi tra le aree più densamente popolate al mondo. Nel 1987, durante la prima intifada – un periodo di popolare resistenza di massa e disobbedienza civile in reazione alla violenza dell’occupazione – la FMP realizza che l’ islamizzazione della società non può essere portata avanti senza un atteggiamento più conflittuale e problematizzante dell’occupazione. Si inizia così a parlare di ‘Hamas’, un movimento che si separa dalla FMP. Col tempo Hamas diventa semplicemente il nome della FMP fagocitandola e rinnovandosi in termini di complessità come movimento Islamista impegnato su più fronti: nel welfare sociale tipico della tradizione della Fratellanza Musulmana; come partito politico capace di elaborare programmi politici; e come resistenza armata impegnata a combattere l’occupazione con bracci militari separati dalle altre sezioni.
Allo stesso tempo durante gli anni ‘80 emerge la possibilità di aprire i tavoli di negoziazione e avviare un processo di pacificazione a cui l’OLP, costantemente in diaspora, viene chiamato. La Lega Araba riconosce l’OLP come unica voce rappresentativa dei palestinesi (1974) e, per accedere ai livelli diplomatici viene richiesto dalla comunità internazionale il riconoscimento dello Stato di Israele e l’abbandono definitivo della guerriglia armata come forma di resistenza. Nel 1988 l’OLP accetta queste condizioni, inclusa la perdita del 78% della Palestina storica e la formazione di uno stato palestinese sul 22% della terra. Questa dichiarazione viene considerata dalla neonata Hamas non soddisfacente, sostenendo che abbandonare la resistenza armata fosse un errore irreparabile.
Nel 1987, nel campo rifugiati di Shati, nasce l’idea di Hamas che si innesta dunque come critica di ciò che al-Fàtah e l’OLP diventarono alla fine degli anni ‘80. Nonostante la frattura, Hamas non è in totale contraddizione con gli insegnamenti degli altri resistenti, al contrario ribadirà più volte che il suo obiettivo è di far risorgere le cause di impegno alla liberazione nazionale fondative di Fatàh stessa e dell’OLP.
Foto copertina:Hamas