Interessi e strategia dell’Iran in Asia Centrale


Teatro di scontro tra le grandi potenze negli ultimi secoli ed epicentro del “Grande Gioco” che vide opporsi prima l’impero britannico e quello zarista, poi l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, e in epoca contemporanea la Russia, gli Stati Uniti e la Cina, l’Asia Centrale ha attratto gli interessi di un attore euroasiatico regionale chiave come la Repubblica Islamica dell’Iran.


Teatro di scontro tra le grandi potenze negli ultimi secoli ed epicentro del “Grande Gioco” che vide opporsi prima l’impero britannico e quello zarista, poi l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, e in epoca contemporanea la Russia, gli Stati Uniti e la Cina, l’Asia Centrale ha attratto gli interessi di un attore euroasiatico regionale chiave come la Repubblica Islamica dell’Iran.
Anche se a livello economico, politico e militare l’Iran non può esercitare lo stesso peso della Russia o della Cina, Teheran ha sempre cercato di ritagliarsi la propria area di influenza nella regione sfruttando aspetti di natura commerciale e/o storico-culturale. Infatti, la Repubblica Islamica dell’Iran, grazie alle significative affinità religiose ed etniche con molte parti della regione (in special modo in Tajikistan), nonché attraverso l’accesso agli importanti porti marittimi e la partecipazione alle questioni di sicurezza legate all’Afghanistan, ha potuto realizzare un significativo rafforzamento dei legami con l’Asia Centrale. A tal riguardo, Teheran ha cercato di rafforzare i rapporti bilaterali con i governi centro asiatici.
Sullo sfondo delle relazioni tese con il mondo arabo e degli attriti con l’Occidente generati dalla Rivoluzione Islamica, i rapporti con l’Asia centrale hanno significato per l’Iran una compensazione dei costi dell’isolamento. All’inizio degli anni ’90, sfruttando la vicinanza etnica e linguistica dovuta al passato comune (una parte significativa dell’Asia centrale per molto tempo è stata sotto la sfera di influenza degli imperi achemenide e sasanide) Teheran ha avviato una politica attiva nella regione partendo dal Tagikistan. Successivamente, la strategia di penetrazione si è allargata agli altri stati centroasiatici.
Gli aspetti che rendono i rapporti con l’Iran appetibili dal punto di vista delle repubbliche dell’Asia Centrale sono i corridoi e le infrastrutture energetiche di trasporto, la fornitura di tecnologia, gli scambi commerciali, l’influenza che Teheran esercita nell’Organizzazione per la Cooperazione Economica (ECO), nell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), e nell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC). La Repubblica Islamica dell’Iran è, altresì, paese osservatore dell’Organizzazione di Shangai per la Cooperazione (SCO) di cui fanno parte Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan ed Uzbekistan.
Per quanto concerne i vantaggi per l’Iran va sottolineato in prima analisi che, a differenza del Medio Oriente, dove la politica di crescente influenza di Teheran era percepita come una pretesa di esercitare un ruolo politico-militare decisivo, in Asia Centrale ha tradizionalmente agito in modo più equilibrato con il risultato di divenire un ottimo partner commerciale. L’approccio più pragmatico e meno di valore è dimostrato dal fatto che in questa regione le relazioni sono state meno influenzate dai cambi nella leadership dei governi locali. Anche durante la guerra civile in Tagikistan, l’Iran, solidale con l’opposizione islamica, ha optato per una soluzione politica basata sulla divisione del potere.
Per quanto riguarda le infrastrutture, già nella prima decade del secolo l’Iran aveva realizzato importanti opere in collaborazione con i paesi dell’Asia Centrale: un chiaro esempio è rappresentato dal corridoio di transito Tejen-Serakhs-Mashhad che ha fornito alle repubbliche centroasiatiche l’accesso ai porti del Golfo Persico, ai mercati del Medio Oriente, del Sud e del Sud-Est asiatico, ed è diventata anche un’importante fonte di guadagni in valuta estera per il Turkmenistan.[1] Nel corso degli anni sono state realizzate centrali idroelettriche, piani per far lavorare in parallelo le reti elettriche iraniane con quelle dei paesi centroasiatici, gasdotti ed altre infrastrutture comuni. Un importante ruolo è ricoperto anche dai porti nel Golfo, non ultimo quello di Chabahar, primo porto iraniano in acque profonde nonché diretto concorrente del porto pakistano di Gwadar.[2] I porti dell’Iran forniscono accesso alle acque internazionali e garantiscono il passaggio delle merci indiane dirette ai mercati dell’Asia Centrale.
Infine, è possibile affermare che i buoni rapporti fra l’Iran e i due paesi fortemente presenti nell’area, Cina e Russia, hanno permesso alle repubbliche centroasiatiche di rapportarsi con l’uno e l’altro attore senza grandi conflitti di interesse, potendo diversificare il proprio portfolio di partner commerciali. Teheran ha un ruolo chiave anche nella lotta al terrorismo che sta interessando i paesi dell’Asia Centrale con Teheran al fianco di questi attori nel tentativo di stabilizzare l’area.[3]

Le relazioni irano-tagiche tra potenzialità e problematiche

Il 30 maggio 2022 è avvenuto lo storico incontro tra il presidente iraniano Ebrahim Raisi e quello tagiko Emomali Rahmon a cui è seguita la firma di 16 accordi di cooperazione, avvenimento che ha dato un nuovo impulso alle relazioni tra i due paesi che negli ultimi anni avevano affrontato una crisi e un raffreddamento.[4] Come ha affermato il presidente tagiko Emomali Rahmon, il Tagikistan ha espresso interesse ad accedere ai porti marittimi dell’Iran e ad utilizzare i porti di Chabahar e Bandar Abbas per il trasporto di merci e prodotti. Iran e Tagikistan hanno inoltre discusso della costruzione del tunnel Istiklol e della centrale idroelettrica Sangtuda-2 sul territorio tagiko.
Questo rinnovato interesse tra le parti segue, però, un periodo di crisi tra Dushanbe e Teheran nato nel 2015 quando il leader di Hizb Nahzati Islomii Tojikiston (Partito del Rinascimento Islamico del Tagikistan), Muhiddin Kabiri, si era recato in visita ufficiale a Teheran e aveva incontrato il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei sollevando le rimostranze della autorità tagike che avevano interpretato tale evento come un sostegno iraniano all’opposizione.[5]
In risposta, Teheran ha negato l’accusa e ha chiesto la restituzione dei beni del miliardario iraniano arrestato Babak Zanjani, proprietario di beni in Tagikistan. Di conseguenza, le autorità iraniane hanno aperto una causa contro Babak Zanjani per appropriazione indebita di miliardi di dollari dal Ministero del Petrolio. L’indagine ha rivelato che Zanjani teneva 2,4 miliardi di dollari nella Banca nazionale del Tagikistan. Dušanbe ha categoricamente negato il coinvolgimento in questi soldi.
Il disaccordo ha contribuito alla strategia del Tagikistan volta a relazioni più strette con l’Arabia Saudita.[6] Riyadh ha stanziato 200 milioni di dollari nel 2017 per costruire il parlamento e gli edifici governativi. Tuttavia, ciò non ha impedito a Dušanbe e Teheran di stabilire una cooperazione due anni dopo.
Nel giugno 2019 c’è stato un disgelo nelle relazioni tra i paesi. Il 1° giugno 2019, il ministro degli Esteri tagiko Sirojiddin Muhriddin ha incontrato il presidente iraniano Hassan Rouhani e il suo omologo iraniano Javad Zarif a Teheran. Successivamente, l’Iran ha deciso di continuare a finanziare diversi progetti in Tagikistan, in particolare la costruzione del tunnel Istiklol.[7]
Il recente riavvicinamento tra le parti segue il progetto di diplomazia culturale e commerciale di Teheran: infatti, la Repubblica Islamica dell’Iran e il Tagikistan condividono una comune lingua e cultura persiana, elementi che spesso il Governo iraniano ha sfruttato per mantenere la sua posizione e il suo ruolo influente nella regione.[8] L’Iran, quindi, sta cercando di realizzare le sue ambizioni nella cosiddetta ‘area persiana’, dove il Tagikistan gioca un ruolo chiave rappresentando inoltre una ‘finestra’ sull’Asia Centrale e sul vicino Afghanistan dove vive una minoranza tagika ed è presente una significativa comunità sciita, gli Hazara.

Le relazioni iraniane con i paesi turcofoni dell’Asia Centrale

Se nel caso del Tagikistan la Repubblica Islamica dell’Iran può fare perno su una comune identità linguistica e culturale, differente è la situazione con le altre repubbliche centro asiatiche dove l’elemento turcofono è preponderante. Anche in questo caso, però, Teheran ha potuto nel tempo stringere dei forti legami con alcune delle aree dove l’eredità culturale e linguistica persiana è ancora presente come, ad esempio, nelle città uzbeke di Samarcanda e Bukhara.
Il Kazakistan è collegato all’Iran attraverso la partecipazione congiunta degli Stati nella risoluzione dei conflitti internazionali. Inoltre, il Kazakistan ha più volte ospitato negoziatori sul programma nucleare iraniano. Il fatturato commerciale tra i paesi è aumentato in modo significativo dall’apertura della linea ferroviaria del Caspio orientale nel 2014, grazie alla quale le merci vengono consegnate più velocemente ed a basso costo (in futuro, anche i passeggeri potrebbero viaggiare lungo la rotta). [9]
Nonostante la recente riluttanza dell’Uzbekistan a sviluppare relazioni con l’Iran, il partenariato bilaterale è in aumento. I potenziali corridoi di transito sono in discussione mentre cresce il commercio tra l’Uzbekistan e l’Iran, principalmente nel settore agricolo. Entrambi gli stati hanno partecipato al processo di pace afgano, essenziale per l’Iran, che vuole rafforzare il suo ruolo nel garantire la stabilità regionale.
Il Kirghizistan è l’unico paese della regione che ha firmato con successo un accordo di cooperazione decennale con l’Iran nel 2016 ed è stato il primo ad acquisire moli nel porto di Chabahar nel Golfo di Oman nel 2007. L’accesso al mare è essenziale per gli stati dell’Asia centrale senza sbocco sul mare che cercano di entrare nelle rotte commerciali. L’India, a sua volta, ha aiutato il Turkmenistan a garantire l’accesso al porto di Chabahar, aprendo così l’accesso ai mercati regionali attraverso lo stato dell’Asia centrale.

Conclusioni

L’Iran dovrebbe continuare a interagire con gli Stati dell’Asia centrale su base bilaterale, individuando le aree più vantaggiose per un equilibrato riavvicinamento di tutte le parti e promuovere la sua visione economica della regione attraverso la cooperazione nel quadro di progetti di integrazione economica regionale ed energetica. Il paese, infatti, si è rilanciato come hub energetico eurasiatico primario, collegando, fra gli altri, le proprie reti elettriche con quelle di molte realtà regionali. Inoltre, la Repubblica Islamica iraniana si è inserita all’interno dei principali corridoi economici regionali: INSTC – Corridoio Internazionale di Transito Nord-Sud e BRI – Nuova Via della Seta). In questo contesto, i porti iraniani assumono un ruolo di primaria importanza: Teheran ha investito nel ruolo strategico delle proprie infrastrutture portuali e siglato accordi con importanti snodi portuali internazionali come quelli dell’Oman, divenendo non solo la porta che permette alle merci indiane di raggiungere i mercati di destinazione centroasiatici evitando il Pakistan, ma fornendo altresì una via alternativa all’Afghanistan destabilizzato per gli attori interessati ai commerci regionali.  Va infine ricordato che l’Iran ha già ricevuto l’approvazione preliminare per diventare un membro a pieno titolo dell’Organizzazione per la cooperazione russo-cinese di Shanghai (SCO) e l’Unione Economica Eurasiatica ha concluso un accordo commerciale preferenziale con essa, il che, assieme alle diverse zone economiche libere istituite, facilita gli investimenti nel paese.[10]


Note

[1]Turkmenistan Railway Assessment (ND) Logcluster. Link: https://dlca.logcluster.org/plugins/viewsource/viewpagesrc.action?pageId=853040.
[2] Silvia Boltuc (2021) Geopolitica del porto iraniano di Chabahar, Geopolitical Report ISSN 2532-845X Volume 5, ASRIE Analytica. Link: https://www.specialeurasia.com/2021/07/14/geopolitica-iran-chabahar/.
[3] Francisco Olmos (2022) Busy Times in Iran-Central Asia Relations, The Diplomat. Link: https://thediplomat.com/2022/06/busy-times-in-iran-central-asia-relations/.
[4] Prezidenti Chumhurii Tochkiston (2022) Маросими имзои санадҳои нави ҳамкорӣ миёни Ҷумҳурии Тоҷикистон ва Ҷумҳурии Исломии Эрон (Signing ceremony of new cooperation documents between the Republic of Tajikistan and the Islamic Republic of Iran). Link: http://www.president.tj/node/28397.
[5] Tajikistan concerned over Iran’s decision to invite leader of banned IRP to conference (2015) ASIA – Plus. Link: https://www.asiaplustj.info/en/news/tajikistan/politics/20151230/tajikistan-concerned-over-iran-s-decision-invite-leader-banned-irp-conference.
[6] Hamidreza Hazizi (2017) Saudi Arabia woos Persian-speaking Sunnis in Central Asia, Al-Monitor. Link: https://www.al-monitor.com/originals/2017/08/iran-tajikistan-saudi-arabia-influence-tension-central-asia.html.
[7] Tajik foreign minister meets with Iranian president in Tehran to discuss trade and economic cooperation (2019) ASIA-Plus. Link: https://asiaplustj.info/en/news/tajikistan/politics/20190603/tajik-foreign-minister-meets-with-iranian-president-in-tehran-to-discuss-trade-and-economic-cooperation.
[8] Giuliano Bifolchi (2022) Iran and Tajikistan expanded their cooperation in different fields, Geopolitical Report ISSN 2785-2598 Volume 20 Issue 1, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/it/2022/06/01/iran-tajikistan-cooperation/.
[9] Keith Barrow (2014) Iran – Turkmenistan – Kazakhstan rail link completed, International Railway Journal. Link: https://www.railjournal.com/regions/asia/iran-turkmenistan-kazakhstan-rail-link-completed/.
[10] Silvia Boltuc (2021) Iran interests in Eurasian Economic Union: possibilities and constraints, Geopolitical Report ISSN 2785-2598 Volume 9 Issue 2, SpecialEurasia. Link: https://www.specialeurasia.com/2021/07/09/iran-eurasian-economic-union/.


Foto copertina: Iranian President Ebrahim Raisi (L) being welcomed by Tajik President Emomali Rahmon (R) as he arrives to attend Shanghai Cooperation Organisation (SCO) Summit in Dushanbe, Tajikistan on September 17, 2021. (Photo by Iranian Presidency / Handout/Anadolu Agency via Getty Images)