L’attacco a Rafah del 26 maggio ha incontrato la condanna internazionale, tra cui quella italiana. L’Italia sembra allontanarsi dal sostegno incondizionato fornito a Israele, con la ripresa dei fondi all’UNRWA. Sullo sfondo rimane, però, l’esportazione di armi a Tel Aviv.
Netanyahu ha definito quello di domenica scorsa “un tragico incidente” ma l’operazione militare a Rafah continua perché l’obiettivo, secondo il premier israeliano, è smantellare quattro brigate di Hamas nella città e recuperare i prigionieri israeliani detenuti dal gruppo palestinese. Inoltre, ha esteso l’offensiva di terra con l’entrata di carri armati nel centro di Rafah. [1]
Intanto, si moltiplicano le condanne internazionali a carico di Israele e dell’attacco a Rafah, uno dei più gravi dal 7 ottobre.
Parole di condanna arrivano anche dal ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che a SkyTg24 ha detto “ho l’impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico.”[2] Continua dicendo che “Siamo di fronte a una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso senza tener conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas. Questa cosa non è più giustificabile”.
Nel frattempo, il Movimento 5 stelle ha presentato in Parlamento una mozione per richiedere il riconoscimento dello Stato palestinese, sulla scia di Spagna, Norvegia ed Irlanda, e chiede all’esecutivo di “sostenere nelle opportune sedi europee e internazionali iniziative volte al ritiro di Israele dai territori palestinesi occupati, al fine del pieno riconoscimento dello Stato di Palestina”[3]
Si rivolge inoltre, contro la posizione assunta dall’esecutivo italiano che si è astenuto nella votazione ONU del 10 maggio che chiedeva il riconoscimento della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.
Per il ministro Antonio Tajani, invece, “il riconoscimento dello Stato palestinese non aiuta a garantire la stabilità nell’area. Noi riconosciamo l’Autorità Nazionale Palestinese e se vogliamo veramente avere uno stato palestinese, deve essere uno stato riconosciuto da Israele e deve riconoscere lo Stato di Israele. Noi crediamo molto nell’Autorità Nazionale Palestinese e non è un caso che il nuovo presidente del consiglio dell’Autorità Palestinese abbia iniziato il suo viaggio europeo da Roma.”[4]
Ripresa dei finanziamenti all’UNRWA e il programma Food for Gaza
Nella giornata del 25 maggio, il nuovo premier del governo dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mohammed Mustafa, ha effettuato il suo viaggio a Roma per incontrare il Ministro degli Esteri Tajani e la premier Giorgia Meloni. In quell’occasione, Tajani ha annunciato la ripresa dei finanziamenti all’UNRWA, dopo la sospensione dei fondi decisa a fine gennaio a seguito delle accuse sollevate da Israele su un possibile coinvolgimento di 14 dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. In seguito alle accuse, circa 10 stati, tra cui l’Italia e gli Stati Uniti, hanno deciso di bloccare immediatamente i loro finanziamenti, decisione criticata dalle organizzazioni umanitarie dal momento che l’UNRWA è la principale agenzia umanitaria operante a Gaza da cui sono dipendenti circa 2 milioni di persone per la loro sopravvivenza.
La decisione di riaprire i finanziamenti all’Agenzia arriva dopo che la Commissione indipendente condotta da Catherine Colonna, ex Ministro degli Affari Esteri francese, ha dichiarato che Israele non ha fornito accuse a sostegno dell’accusa. [5]
Il Ministro Tajani ha annunciato 5 milioni destinati all’UNRWA e un terzo pacchetto di aiuti nell’ambito del programma “Food for Gaza” che va ad incrementare i 20 milioni, già stanziati, a 30 milioni. [6]
L’iniziativa Food for Gaza del Ministero degli Affari Esteri italiano insieme a FAO, World Food Programme e Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha l’obiettivo di facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari e garantire la sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza. [7]
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La vendita italiana delle armi a Israele
“Per la legge italiana non si possono vendere armi a Paesi che sono in guerra. Israele è considerato un paese in guerra e siamo stati costretti a bloccare. Una volta finita la guerra a Gaza si potrà tranquillamente ricominciare a vendere materiale militare e tecnologico di qualsiasi tipo.”[8]
La legge a cui Tajani si riferisce è la legge n. 185 del 1990 secondo la quale l’esportazione di materiali di armamento è vietato verso i Paesi in stato di conflitto armato e verso Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
“Dopo il 7 ottobre non sono state concesse nuove autorizzazioni dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento (Uama) per il trasferimento di armi in Israele, determinando una sospensione che prosegue tuttora” ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante un question time in Senato. [9]
L’Italia è il terzo paese esportatore di armi verso Israele, responsabile del 4.7%, dopo Stati Uniti (65.6%) e Germania (29.7%).
Dati dell’Agenzia delle Dogane riportati da Altreconomia dimostrano che tra dicembre 2023 e gennaio 2024 l’Italia ha esportato verso Israele armi e munizioni dal valore di oltre due milioni di euro.[10]
Dati, pertanto, che smentiscono le parole del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che il 15 novembre aveva dichiarato che la vendita di armi dopo il 7 ottobre era stata interrotta, salvo poi chiarire la questione a marzo 2024, spiegando che “Le licenze di esportazione verso Israele autorizzate prima del 7 ottobre erano già state in gran parte utilizzate, mentre su quelle non ancora utilizzate, cioè quelle già autorizzate prima, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA) ha fatto una valutazione caso per caso e non riguardano materiali che possano essere impiegati con ricadute nei confronti della popolazione civile di Gaza.”[11]
In conclusione, il commercio di armi tra Italia e Israele è continuato anche dopo il 7 ottobre, soltanto per licenze già approvate prima della suddetta data, secondo quanto dichiarato dall’esecutivo.
Nonostante ciò, alla luce della sentenza preliminare della Corte Internazionale di Giustizia in merito a presunte violazioni degli obblighi previsti dalla Convenzione contro il genocidio e della richiesta di mandato di arresto contro Netanyahu, l’esportazione di armi verso Israele dopo il 7 ottobre potrebbe rendere l’Italia complice delle violazioni internazionali commesse da Israele.
Note
[1] Zein Khalil, Netanyahu ‘sowing false illusions’ over Rafah offensive: Israeli minister, Anadolu Agency, 29 maggio 2024, https://www.aa.com.tr/en/middle-east/netanyahu-sowing-false-illusions-over-rafah-offensive-israeli-minister/3234647
[2] Ansa, Crosetto: ‘Israele semina odio che si ripercuoterà sui figli’, 27 maggio 2024, al link: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/05/27/-crosetto-israele-semina-odio-che-si-ripercuotera-su-figli-_61f2df8c-fc87-4dce-876e-ea4c4cc44183.html
[3] Rai News, Riconoscimento dello Stato della Palestina, il M5s deposita una mozione alla Camera, 27 maggio 2024, https://www.rainews.it/articoli/2024/05/riconoscimento-dello-stato-della-palestina-il-m5s-deposita-una-mozione-alla-camera-7212e508-5b6b-4830-9022-099a061e984f.html
[4] Intervista ad Antonio Tajani su Ping Pong, Rai Radio 1, 28 maggio 2024
[5] NPR, An independent review finds no evidence for Israel’s claims about UNRWA and Hamas, 28 aprile 2024, al link: https://www.npr.org/2024/04/28/1247702980/an-independent-review-finds-no-evidence-for-israels-claims-about-unrwa-and-hamas
[6] Tg 24 Sky, Medioriente, Tajani incontra premier Anp: “L’Italia riparte con i finanziamenti all’Unrwa“, 25 maggio 2024, al link: https://tg24.sky.it/mondo/2024/05/25/medio-oriente-tajani-italia-finanziamenti-unrwa
[7] Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, News and Press Release, Presentation of the “Food for Gaza” initiative, 11 marzo 2024, https://www.esteri.it/en/sala_stampa/archivionotizie/approfondimenti/2024/03/presentazione-delliniziativa-food-for-gaza/#:~:text=The%20%E2%80%9CFood%20for%20Gaza%E2%80%9D%20initiative%2C%20led%20by%20the%20Italian,security%20in%20the%20Gaza%20Strip
[8] Il Fatto Quotidiano, Tajani: “Costretti a bloccare la vendita di armi a Israele, finita la guerra a Gaza possiamo tranquillamente ricominciare”, 28 maggio 2024, https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/28/tajani-costretti-a-bloccare-la-vendita-di-armi-a-israele-finita-la-guerra-a-gaza-possiamo-tranquillamente-ricominciare-video/7565030/
[9] ANSA, Piantedosi: ‘Sul web recrudescenza del sentimento anti-Israele, 14 marzo 2024 https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/03/14/piantedosi-sul-web-recrudescenza-del-sentimento-anti-israele-_c49b128e-82bb-4069-bcd8-91379ff64dba.html
[10] Duccio Facchini, Export di armi da guerra italiane a Israele dopo il 7 ottobre. La conferma delle Dogane, Altreconomia, 22 maggio 2024, https://altreconomia.it/export-di-armi-da-guerra-italiane-a-israele-dopo-il-7-ottobre-la-conferma-delle-dogane/
[11] Senato della Repubblica, Legislatura 19ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 169 del 14/03/2024, https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/19/Resaula/0/1411260/index.html?part=doc_dc
Foto copertina: Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu
Autore: ETTORE FERRARI Ringraziamenti e Copyright:ANSA