Nelle ultime ore, il mondo ha assistito a un’operazione militare ucraina senza precedenti, con un assalto transfrontaliero nella regione russa di Kursk. Questo attacco, caratterizzato da tattiche innovative e una strategia mobile, si distingue rispetto alle precedenti incursioni per portata, coinvolgimento di truppe e sfondamento in territorio russo.
L’operazione ha coinvolto almeno due brigate ucraine: la 22ª Brigata 22° Mechanized e la 82° Air Assault[1]. L’Ucraina ha scelto di adottare una strategia di guerra meccanizzata, in netto contrasto con i recenti attacchi russi su Kiev, schierando una massiccia difesa aerea. Finora, le forze ucraine sono riuscite ad abbattere un caccia e due elicotteri russi.
Le truppe ucraine sono riuscite a penetrare in profondità nel territorio russo, segnando quella che è stata definita la più ampia avanzata, da entrambe le parti, dal 2022. Questo sviluppo evidenzia come le operazioni offensive rimangano possibili nonostante il contesto difensivo prevalente, con il fattore sorpresa che si rivela cruciale per il successo dell’assalto a Kursk.[2]
La controffensiva ucraina continua a perseguire obiettivi sia politici che strategici. A livello tattico, mira a guadagnare terreno e a distruggere le forze terrestri e aeree russe. Tuttavia, gli obiettivi operativi rimangono ancora incerti. L’assalto potrebbe mirare a distrarre le forze russe dalle città di Niu-York, Toretsk e Pokrovsk, sebbene la superiorità numerica russa renda questo obiettivo difficile da raggiungere. Un’altra possibile finalità operativa è costringere Mosca a ridistribuire le proprie forze lungo il fronte, indebolendo così la loro difesa in altre aree strategiche.[3]
Un obiettivo specifico potrebbe essere la centrale nucleare di Kursk, che tuttavia si trova a oltre 60 chilometri dal confine, rendendo difficile un attacco diretto in questa fase. Gli obiettivi strategici di lungo termine rimangono vaghi, ma sembra chiaro che Kiev voglia invertire la narrativa del conflitto e demolire il mito dell’inevitabile vittoria russa. Dopo otto mesi di difesa, il morale dell’opinione pubblica ucraina è infatti ai minimi storici.[4]
Un ulteriore scopo potrebbe essere quello di guadagnare terreno in vista di eventuali negoziati nel 2025. La risposta di Vladimir Putin non si è fatta attendere: al National Security Council, il Presidente russo ha descritto l’attacco a Kursk come una “provocazione su larga scala”.
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Nonostante l’incursione, l’offensiva russa su Toretsk e Pokrovsk non sembra aver subito contraccolpi significativi, grazie alla capacità di Mosca di rispondere rapidamente e alla centralizzazione del comando. Se l’operazione ucraina dovesse protrarsi, Kiev potrebbe affrontare problemi logistici rilevanti. Mantenere aperto il corridoio di rifornimento sarà una sfida tattica cruciale, così come gestire la distribuzione del supporto aereo e delle munizioni tra l’Ucraina orientale e la nuova offensiva su Kursk.
Ad oggi, non è chiaro come questa azione si inserisca nella strategia bellica ucraina complessiva. Kiev non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è probabile che l’obiettivo sia migliorare la percezione della traiettoria della guerra in Europa. Tuttavia, questo rischia di esporre l’Ucraina all’accusa di provocare una nuova escalation del conflitto.
Note
[1] https://kyivindependent.com/
[2] https://mickryan.substack.com/
[3] https://www.rferl.org/a/russia-ukraine-kursk-incursion-invasion/33070123.html
[4] https://www.nytimes.com/2024/07/31/world/europe/ukraine-russia-peace-mood.html
Foto copertina: Regione di Kursk