“La pace val bene un gol”: Usa-Iran al Mondiale di calcio del 1998

 


Il 21 giugno 1998, a quasi vent’anni dalla rottura dei rapporti tra Stati Uniti e Iran, le due nazionali di calcio si affrontarono per la prima volta nella competizione più importante: i campionati del mondo di Francia ’98.


“Da sempre lo sport – come metafora incruenta della guerra si fa carico delle tensioni della storia”: è il 19 giugno 1998 quando Vittorio Zucconi[1] riassume efficacemente l’importanza della gara che si sarebbe svolta quarantotto ore dopo allo Stade de Gerland di Lione tra gli Stati Uniti e l’Iran[2].
Infatti, se dal punto di vista tecnico il match ha poco da offrire, dato che entrambe le nazionali appaiono gli anelli deboli del Gruppo F, in cui il ruolo di favorite spetta alla Germania e alla Jugoslavia, da quello politico, storico e culturale l’attesa, soprattutto in Iran, è spasmodica, come provano le dichiarazioni dell’attaccante Khodadad Azizi, nominato Calciatore asiatico dell’anno nel 1996: “Noi non perderemo la partita. Tante famiglie dei martiri si aspettano la nostra vittoria. Noi vinceremo per il loro bene”.
Un’aspettativa creata circa sette mesi prima dallo stesso Azizi, autore del gol del 2-2 contro l’Australia nello spareggio per ottenere il trentaduesimo e ultimo posto per la fase finale del Mondiale[3], e certificata dal successivo sorteggio, con l’abbinamento tra l’Iran, qualificato vent’anni dopo l’unica partecipazione, e gli Stati Uniti, il cui movimento calcistico, dopo aver ospitato l’edizione del 1994, è in crescita.
Per capire bene il riferimento fatto da Azizi, bisogna tornare al 1° febbraio 1979, giorno del rientro in Iran dopo quindici anni in esilio dell’Ayatollah[4] Ruhollah Khomeini, fautore della rivoluzione islamica[5], avviata nelle settimane precedenti con la cacciata dello Scià[6] Mohammad Reza Pahlavi, in carica ininterrottamente dal 1941[7].

Lo Scià, in particolare, era accusato di essere “l’uomo degli USA”[8], poiché nel 1963, in accordo con il presidente americano John Fitzgerald Kennedy[9], aveva avviato la cosiddetta «rivoluzione bianca»[10], un programma di diciannove riforme che, teoricamente, avrebbe dovuto favorire la modernizzazione dell’Iran. In realtà, principalmente per l’azione dei religiosi nazionalisti contrari al regime di Mohammad Reza, tale proposito fu ben presto trasformato agli occhi dell’opinione pubblica in un tentativo di approssimativa “occidentalizzazione”, con l’Iran in posizione subalterna rispetto agli USA.
La deriva autocratica della monarchia, unita all’aumento della disoccupazione e dell’inflazione registrato nel 1976 e alla dilagante corruzione dell’apparato burocratico, comportò l’inizio delle proteste nelle piazze da parte degli intellettuali e degli studenti, che, aggiungendosi ai religiosi, formarono un fronte ampio e compatto.
La destituzione dello Scià e il ritorno di Khomeini furono accompagnati dall’istituzione del Corpo delle guardie della rivoluzione (pasdaran in persiano)[11], una sorta di esercito fedele all’Ayatollah, e da due referendum, tenutisi nel 1979: a marzo, con il 98,2% dei voti, la popolazione decise di cambiare l’ordinamento statale, divenendo una Repubblica Islamica; a dicembre fu approvata la nuova Costituzione (tuttora vigente) basata sul velāyat-e faqih[12], una dottrina ideata da Khomeini, secondo la quale a capo del nuovo sistema politico doveva esserci la Guida Suprema, identificata in se stesso[13].
Di fatto, citando sempre Zucconi nel medesimo articolo del 1998, l’Iran si chiuse in un “medioevo integralista”, sottolineato da una forte avversione verso l’Occidente, deflagrata tra il 4 novembre 1979 e il 20 gennaio 1981 nell’occupazione dell’ambasciata americana a Teheran, operata da un nutrito gruppo di studenti iraniani, fomentati da Khomeini, che definì gli Stati Uniti “Grande Satana” e “Nemici dell’Islam”. Furono presi in ostaggio cinquantacinque cittadini americani e cinquantadue di essi vennero trattenuti per 444 giorni[14], prima di essere liberati – nello stesso giorno in cui si insediava alla Casa Bianca il presidente Ronald Reagan[15] – in seguito a un accordo tra le due nazioni promosso dalla mediazione dell’Algeria.
Già accompagnata da ostilità ventennali, acuitesi con la decisione degli USA di appoggiare l’Iraq nella lunghissima guerra (dal settembre 1980 all’agosto 1988) contro l’Iran, la sfida tra le due rappresentative calcistiche è preceduta da ulteriori motivi di tensione: nelle ore immediatamente antecedenti alla gara si diffonde la voce che i Mojahedin del Popolo Iraniano[16], principali oppositori al regime impostosi nel 1979, abbiano acquistato 7.000 biglietti per entrare allo stadio e mettere in mostra in mondovisione una protesta contro il governo iraniano; per volontà della Guida Suprema Ali Khamenei[17], successore di Khomeini, i giocatori dell’Iran non devono stringere la mano agli statunitensi, nonostante il protocollo preveda che sia la squadra in trasferta – per sorteggio il Team Melli[18] – a muoversi verso gli avversari per compiere il gesto. Per evitare incidenti diplomatici, risulta fondamentale l’intervento di Mehrdad Masoudi, addetto stampa della FIFA[19], il quale convince gli americani a stringere per primi la mano agli iraniani[20].
Inoltre, per stemperare ancora di più gli animi, Mohsen Safaei Farahani, presidente della Federazione calcistica dell’Iran, invita i suoi calciatori a entrare in campo con una rosa bianca, simbolo di pace nella nazione asiatica.
“Siamo venuti qui per mostrare a tutti che non ci sono problemi tra le persone dei due Paesi”: le parole di Jalal Talebi, Commissario Tecnico dell’Iran, sono il corollario alla foto mista di gruppo scattata a pochi istanti dal calcio d’inizio, che fa rapidamente il giro del mondo ed è testimone della concreta possibilità di distendere le relazioni tra i due Stati.

La partita

Per quanto concerne i 90 minuti di gioco, l’Iran, con le reti di Hamid Estili e Mehdi Mahdavikia, sconfigge gli Stati Uniti, a cui non basta nel finale il gol di Brian McBride, conseguendo il primo successo in un campionato del mondo[21] e togliendosi la soddisfazione, malgrado il doppio KO con Jugoslavia e Germania e l’eliminazione, di terminare il raggruppamento davanti ai rivali americani, ultimi con tre sconfitte in altrettanti incontri.
Come era avvenuto dopo il vittorioso spareggio con l’Australia[22], il popolo iraniano, comprese le donne – che con l’Ayatollah avevano visto ridimensionarsi i diritti concessi dallo Scià[23] –, si riversa nelle strade di Teheran, festeggiando, tra balli e alcol – vietato nella religione musulmana –, l’agognata affermazione sugli USA e costringendo la Repubblica Islamica a censurare le immagini.
Un anno e mezzo dopo il match di Lione, nel gennaio del 2000, Stati Uniti e Iran si confrontano in un’amichevole a Pasadena (1-1 il risultato), rafforzando l’importanza del calcio, e in generale dello sport, nello scioglimento, o quantomeno nell’attenuazione, di spinose questioni politiche.
“Abbiamo fatto più noi in 90 minuti che i politici in 20 anni”: la celebre affermazione del difensore americano Jeff Agoos nel post-partita del 1998 sintetizza adeguatamente questo concetto, anche alla luce dei recenti dissidi tra le due nazioni[24], sfociati, sotto il governo del presidente americano Donald Trump[25], prima nel ritiro[26] degli USA dall’accordo sul nucleare iraniano sottoscritto dal suo predecessore Barack Obama[27] nel luglio del 2015 e poi nell’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran[28], seguite dall’uccisione del generale Qassam Soleimani[29].


Note

[1] Giornalista e scrittore italiano naturalizzato statunitense, ha vissuto a Washington dal 1985 al 2019, anno della sua morte, ricoprendo l’incarico di editorialista dagli USA per la Repubblica
[2]https://www.repubblica.it/online/sport/iranu/iranu/iranu.html

[3]https://it.wikipedia.org/wiki/Qualificazioni_al_campionato_mondiale_di_calcio_1998_-_Interzona
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Ayatollah
[5] https://www.opiniojuris.it/iran-1979/
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Sci%C3%A0
[7] Nel 1953 Mohammad Reza fu costretto all’esilio a Roma a causa del colpo di stato del Primo Ministro Mohammad Mossadeq. Aiutato dai servizi segreti di Stati Uniti e Gran Bretagna, lo Scià riprese il potere e fece ritorno in Iran
[8] https://www.rivistacontrasti.it/la-madre-di-tutte-le-partite/
[9] 35° presidente degli Stati Uniti, in carica dal 20 gennaio 1961 al 22 novembre 1963, quando fu assassinato in un attentato a Dallas
[10] https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_bianca
[11] https://www.opiniojuris.it/la-struttura-del-potere-iran-guida/
[12] https://www.opiniojuris.it/la-struttura-del-potere-iran-guida/
[13] https://www.ilpost.it/2019/02/11/rivoluzione-iran-1979-khomeini/
[14] La crisi degli ostaggi in Iran è raccontata nel film Argo, diretto da Ben Affleck, vincitore di tre Premi Oscar nel 2013 (miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio)
[15] 40° presidente degli Stati Uniti, in carica dal 1981 al 1989
[16]https://it.wikipedia.org/wiki/Mojahedin_del_Popolo_Iraniano
[17] Attuale Guida Suprema dell’Iran, è in carica dal 4 giugno 1989
[18] “Squadra nazionale” in anglo-persiano, è il soprannome della selezione iraniana
[19] https://www.fifa.com/
[20] https://www.fourfourtwo.com/features/usa-vs-iran-france-98-most-politically-charged-game-world-cup-history
[21] Il secondo – e finora ultimo – sarebbe arrivato venti anni dopo, al Mondiale in Russia del 2018, contro il Marocco
[22] Il governo impose ai giocatori di restare a Melbourne per tre giorni, in modo da poter riportare l’ordine a Teheran
[23] Khomeini, tra le varie proibizioni, vietò alle donne l’ingresso negli stadi. Tale imposizione sarebbe durata fino al 10 ottobre 2019, quando migliaia di tifose assistettero al roboante 14-0 inflitto dall’Iran alla Cambogia in un incontro di qualificazione al Mondiale del 2022 (https://ilmanifesto.it/a-teheran-le-donne-allo-stadio-ma-solo-per-la-nazionale/)
[24] https://www.ilpost.it/2019/07/21/crisi-iran-stati-uniti-spiegata/
[25] https://www.opiniojuris.it/liran-al-tempo-di-trump-di-luciana-borsatti/
[26] https://www.opiniojuris.it/trump-accordo-nucleare/
[27] 44° presidente degli Stati Uniti, in carica dal 2009 al 2017
[28]https://it.wikipedia.org/wiki/Sanzioni_degli_Stati_Uniti_contro_l%27Iran
[29] https://www.opiniojuris.it/qassam-soleimani-medio-oriente/


Foto copertina: La stretta di mano tra i due capitani, Amir Abedzadeh e Thomas Dooley.