“La Russia è fatta a modo suo”


Elezioni in Russia. Come da pronostico Russia Unita riottiene la maggioranza dei seggi. Il processo elettorale, la voce dai seggi, la parola dell’opposizione. Reportage da Mosca.


 

I risultati

Mosca. Dal 17 al 19 settembre 2021 i cittadini della federazione russa sono stati chiamati alle urne per l’elezione dei deputati alla Duma di Stato dell’ottava convocazione. Secondo la Commissione elettorale ha votato il 51,80% degli aventi diritto[1].
Come da pronostico, il partito del Presidente Putin, Russia Unita (Единая Россия), ha ottenuto il 49,82% dei voti per ottenere circa 112 seggi nella camera bassa del parlamento. Un po’ a sorpresa, al secondo posto si è piazzato il Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ) il quale è secondo con il 18,93%, il Partito Liberal Democratico della Russia (LDPR Либерально-Демократическая Партия России), terzo con il 7,55%, Russia Giusta (Справедливая Россия), quarto con il 7,46% e New People (Новые люди), quinto con il 5,32%. I restanti partiti politici non sono riuscite a superare la barriera del 3%, necessaria per ricevere i finanziamenti governativi. Di questi, il miglior risultato è stato mostrato dal Partito russo dei pensionati per la giustizia sociale(РППСС), che ha ottenuto il 2,46% dei voti, seguito da Yabloko (1,33%), Comunisti di Russia (Коммунисты России -1,27%), il partito ecologista russo Green (0,91%), Rodina (0,8%), Partito russo della libertà e della giustizia (0,77%), Alternativa verde (0,64%), Partito della crescita (0,52%) e Piattaforma civile (0,15%). Contemporaneamente si è votato nelle entità federative russe. Nella regione di Ulyanovsk, Alexei Russkikh ha ottenuto l’83,16% dei voti, in Cecenia, Ramzan Kadyrov è stato sostenuto dal 99,7% di coloro che hanno votato, nella regione di Tver, Igor Rudenya ha ottenuto il sostegno del 52,33% degli elettori, nel territorio di Khabarovsk, Mikhail Degtyarev è stato favorito dal 56,81% di coloro che si sono presentati alle urne, e Vladislav Khovalyg, guadagnando l’86,81%, è stato eletto capo di Tuva. Inoltre, Alexander Dyumin ha vinto nella regione di Tula, ottenendo l’83,9% dei voti, Vyacheslav Gladkov – nella regione di Belgorod con il 78,79%, Artyom Zdunov – in Mordovia con il 78,26%. Nell’ Oblast’ di Penza ha vinto Oleg Melnichenko (72,38%)[2].

Il voto digitale

La novità di questa tornata elettorale, è stata l’introduzione del sistema di voto a distanza in sette entità amministrative: Mosca, Sebastopoli, Kursk, Nizhny Novgorod, Yaroslavl, Murmansk e Rostov. Il sistema prevedeva una prima fase di registrazione e autenticazione dell’utente attraverso il Portale dei servizi pubblici della Federazione Russa (Epgu), il portale rilasciava una “chiave” che permetteva all’utente di accedere alla piattaforma di voto, in forma anonima, ed esprimere il proprio voto.

Con l’introduzione del voto a distanza, la Federazione Russa puntava ad aumentare il numero di votanti, in particolare la fascia più giovane degli aventi diritto (18-24 anni). L’assenteismo giovanile è una tendenza globale, dovuta anche all’assenza di riferimenti politici capaci di entusiasmare i giovani.
Secondo i promotori, il voto elettronico può essere vantaggioso perché da all’elettore la possibilità di votare da qualsiasi parte del paese abolendo, di fatto, l’obbligo di recarsi nel seggio di appartenenza, ciò farebbe risparmiare tempo e aumenterebbe il confort.
Chiaramente questo sistema non può, né in Russia né altrove, sostituire completamente il tradizionale metodo di voto cartaceo per due semplici motivi:
il primo che per portare questo sistema a regime ci vorrebbe un investimento enorme per potenziare la rete di infrastrutture e di supporto digitale, e non è una sfida da poco. “Esiste un rapporto diretto tra sviluppo, Pil e voto elettronico”, ha affermato Vladislav Fedorov – dottore del Dipartimento di storia e teorie politiche dell’Università Lomonosov di Mosca – “Non è un caso che al primo posto della classifica dei paesi che utilizzano questo sistema ci sono Svizzera ed Estonia, dove lo Stato può condividere le spese con i cittadini, mentre agli ultimi posti ci sono India e Kirghizistan”.
Il secondo riguarda la segretezza del voto, nonostante le dichiarazioni di Ella Pamfilova, Presidente della Commissione elettorale centrale, che ha assicurato “La segretezza del voto è pienamente garantita. Il sistema di voto elettronico è basato sulla tecnologia blockchain. Il sistema garantisce anche la validità del voto.[3]
Ma non sono mancate le polemiche, il leader del Partito Comunista della Federazione Russa, Gennady Zyuganov, ha affermato di “non riconosce i risultati del sistema di voto elettronico a distanza[4]”.

Situazione Covid

In tutta la Federazione Russa, non vige l’obbligo di vaccinazione né di utilizzo della mascherina dei luoghi aperti, ma tutte le strutture visitate erano predisposta per garantire la massima sicurezza. Per i cittadini in zona rossa o in quarantena, è stato predisposto un sistema di voto a domicilio.

Voci dai seggi

Girando per i seggi la prima sensazione che si ha, è quella di una poderosa macchina organizzativa: dai metal detector all’ingresso al controllo della temperatura, passando per l’attenzione ai minimi dettagli. Al centro dei seggi erano posizionate le teche trasparenti elettroniche dove gli elettori inserivano le schede dopo aver espresso il proprio voto. Ad attirare la mia curiosità sono stati gli osservatori di partito, ne ho incontrati molti. Ludmilla osservatrice del partito Russia Giusta (Справедливая Россия), molto attenta ai temi ambientali “Spero che la Russia possa fare passi avanti nel rispetto dell’ambiente, ne abbiamo davvero bisogno”.
Ol’ga pensionata sostenitrice di Russia Unita (Единая Россия), “Non ho notato nulla di particolare, è un lavoro che faccio da qualche anno (di osservatrice), siamo molto contenti”, e sull’introduzione del voto a distanza afferma che “Si è un ottima iniziativa, sarà molto utile”, e alla domanda se ci sono rischi di manipolazione dei voti mi risponde “No, assolutamente”.
Yulia giovanissima sostenitrice di Graždanskaja platforma (piattaforma civile) mi dice che “Noi siamo i giovani, e da noi dipende il nostro futuro, e se non lo facciamo noi, non lo può fare nessuno”. Yulia ci spiega del ruolo che svolge l’osservatore di partito “Abbiamo seguito dei corsi su cosa possiamo fare e cosa no. Sono venuti anche i parlamentari a parlare con noi. Abbiamo imparato a compilare i dati in un’applicazione speciale per registrare il numero di votanti”, purtroppo però non mi ha saputo dire molto sul programma elettorale, e ha preferito non rispondere alla domanda su come ha seguito il dibattito politico pubblico. Alla stessa domanda, un osservatore del partito di opposizione Jabloko (Российская Oбъединенная Демократическая Партия – Яблоко) mi ha risposto di aver “seguito il dibattito sui canali social”, ma quando il mio interprete si è allontanato, in inglese mi ha confessato di non aver assistito a nessun tipo di dibattito. Incontro anche una giornalista dei media federali, è interessata alle mie impressioni sul processo elettorale e su come valuto l’organizzazione, rispondo, e a microfono spento, un po’ provocatoriamente, le rigiro la domanda “crede che queste elezioni siano truccate?”, mi fissa per qualche secondo e poi mi risponde “secondo te non lo sono?”, mi sorride e si allontana. La poca preparazione sui temi elettorali mi porta ad una considerazione: o sono stato particolarmente sfortunato o il livello del dibattito politico pubblico è davvero basso. Questa domanda, che mi sono posto durante tutte le visite ai seggi, ho la possibilità di rivolgerla a Lidia Mikheeva Presidente della Camera Civica della Federazione Russa, la Presidente mi ha risposto che “Il dibattito c’è stato ed è stato anche molto acceso in Tv, il dibattito pubblico si è trasferito dalle piazze ai social! Mi rammarica il fatto che non ha avuto la possibilità di incontrare degli osservatori “preparati” sui temi. Noi russi siamo un po’ riservati e forse non hanno voluto rispondere per evitare di fare propaganda nei seggi!”

“Noi siamo Russi!”

L’idea che noi occidentali abbiamo della Russia e dei russi, spesso, è completamente errata. Yulia, guida turistica, mi dice “noi non siamo né Europei né asiatici: noi siamo russi!”, come per rimarcare che le etichette che cerchiamo di adottare per semplificare il discorso, spesso sono senza senso.
Polina, giovane studentessa, quasi sorpresa della mia presenza in Russia per seguire le elezioni, mi dice che non è andata a votare, che la politica non le interessa.
Emblematico ciò che mi racconta Michail, studente di filosofia di 27 anni, sostenitore di Naval’nyj. Mi racconta della strategia promossa del “voto intelligente”, cioè votare per il partito di opposizione a quello di Russia Unita nelle circoscrizioni uninominali. Per far girare questo messaggio, hanno caricato un video su Youtube e girato in vari gruppi su Telegram. Michail continua “Il voto non è trasparente, ci sono molte prove che girano in rete di brogli. E i primi responsabili sono le persone che lavorano per lo Stato come funzionari e professori!” Michail non si fa illusioni, non considera Putin un uomo forte, ma sa bene che il suo leader è molto screditato in Russia e che fuori dai grandi centri, è poco conosciuto.


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Conclusioni
Da un punto di vista geopolitico, la Federazione Russa teme di essere al centro di una doppia pressione: da est dove una frontiera lunga 4.250km lungo il fiume Amur, separa la Federazione Russa dalla Cina. La minaccia cinese si manifesta non con le armi ma attraverso una lenta ma inesorabile colonizzazione. L’intero bacino dell’Amur è abitato da poco più di un milione di russi, mentre la popolazione della confinante provincia cinese di Hellongjiang raggiunge i 40 milioni di abitanti. Nessuno in Russia appare disposto ad assistere pacificamente a una colonizzazione di massa da parte di cittadini cinesi nell’estremo sud-est siberiano. Stesso discorso vale per la Repubblica Popolare, dove non è accettabile che si precluda alla manodopera cinese la possibilità di emigrare nell’immenso entroterra siberiano controllato da Mosca.
Sul fronte occidentale la situazione non va meglio. Dopo il crollo dell’Urss, vent’anni di mondo unipolare, di continuo allargamento ad est dell’Ue e della Nato, di rivoluzioni colorate e di pressioni internazionali, hanno fatto suonare più di un campanello di allarme a Mosca. E Putin è visto come l’uomo forte, l’uomo capace di ridare alla Russia e ai russi il prestigio di un tempo.
La Russia profonda, lontana dalle metropoli come Mosca, San Pietroburgo e Rostov, voterà sempre per chi gli garantirà una sicurezza in termini di confini e di stabilità. Putin e l’apparato di Stato vincerebbe lo stesso anche senza manipolazioni.
La sensazione è che molti cittadini russi sono lontanissimi dalle preoccupazioni che l’Occidente si fa per conto loro. Temi come il dibattito pubblico, la libertà di espressione, tutela dei diritti umani, che sono imprescindibili per noi europei, forse sono secondari per popolazioni che da secoli vivono in modo diverso: l’impero zarista, l’Unione Sovietica, ora Putin non sono un modello di democrazia liberale, questo è ovvio, ma forse è un errore cercare di analizzare, valutare e giudicare usi e costumi radicati da secoli, con la nostra ottica. Possiamo considerare giusto tutto ciò? No, ma forse non è questa la domanda da porci.
E’ chiaro che è un mondo talmente distante dal nostro modo di vivere e di pensare, ma è altrettanto sbagliato pretendere di imporre il nostro modello liberale a tutti gli Stati del mondo. La domanda da porci è se le relazioni internazionali, i rapporti tra Stati devono essere subordinate al giudizio morale che noi diamo al sistema che uno Stato sovrano si è dato? Peggio ancora possiamo tollerare i doppi standard che la comunità internazionale applica sui temi precedentemente citati? La risposta è no.
Forse per comprendere ciò che i russi pensano della madre patria vale la pena citare i versi di Fëdor Ivanovič Tjutčev: “La Russia non si intende con il senno, Né la misura col comune metro: la Russia è fatta a modo suo, in essa si può credere soltanto.


Note

[1] http://www.vybory.izbirkom.ru/region/region/izbirkom?action=show&root=1&tvd=100100225883177&vrn=100100225883172&region=0&global=1&sub_region=0&prver=0&pronetvd=0&vibid=100100225883177&type=453
[2] http://www.cikrf.ru/
[3] https://www.opiniojuris.it/russia-al-voto
[4] https://russian.rt.com/russia/article/908749-vybory-rossiya-gosduma-itog-cik


Foto copertina: Bandiera russa (foto Opinio Juris. D.N.)