L’attacco iraniano non provoca danni, Teheran salva la faccia e punta a chiudere la questione


Nella notte tra il 13 e il 14 aprile l’Iran ha lanciato la sua offensiva contro Israele. La modalità di attacco e le tempistiche lasciano immaginare un’azione “dimostrativa” per “vendicare l’attacco al consolato iraniano a Damasco” ma senza voler infliggere danni. Iron Dome resiste, Biden a Netanyahu “Hai vinto”.


Sarebbero oltre 200 i droni partiti dall’Iran (ma anche dallo Yemen, Iraq e Libano) per colpire Israele. Pochi danni ma tanto spavento per i cittadini israeliani. La “Cupola di ferro” ha retto, il sistema israeliano Iron Dome, in grado di intercettare razzi a media velocità e proiettili di artiglieria con traiettoria balistica, supportato dai sistemi di intercettazione statunitensi, francesi, britannici e anche giordani, ha permesso di attutire il colpo. 
La modalità di attacco, droni e non missili balistici, e la dichiarazione arrivata da Teheran subito dopo la fine dell’operazione lasciano immaginare (e sperare) che si sia trattato di un atto dimostrativo e non l’inizio di un nuovo fronte del conflitto. 
Il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, il maggiore generale Mohammad Bagheri, in una nota stampa diffusa dall’agenzia di Stato IRNA, ha affermato che l’Iran non ha intenzione di continuare l’operazione contro Israele, e l’operazione è stata conclusa.
Riferendosi all’attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco dello scorso 1° aprile, Bagheri ha commentato: “L’atto del regime sionista di prendere di mira il consolato iraniano a Damasco e di martirizzare i consulenti legali iraniani che erano presenti in quel paese su invito del governo siriano ha oltrepassato il limite rosso.”.
L’utilizzo dei droni, ampiamente annunciato, da l’impressione di un atto dimostrativo e non finalizzato ad infliggere gravi danni alla popolazione. Un attacco annunciato e previsto dalle fonti di intelligence statunitensi, che non escluderebbero a priori una comunicazione tra le parti. Insomma un attacco dimostrativo concordato. Gli Stati Uniti hanno affermato di non intervenire in caso di controffensiva israeliana, secondo gli organi di stampa statunitensi, il presidente Joe Biden ha detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante una telefonata che gli Stati Uniti non sosterranno alcun contrattacco israeliano contro l’Iran, ma sottolinea l’importanza di Iron Dome e del supporto degli alleati nell’intercettare i droni. Come sempre la comunità internazionale è spaccata in due, i paesi che supportano Israele condannano duramente l’attacco Iraniano, viceversa i sostenitori di Teheran sottolineano la giusta reazione iraniana dopo i ripetuti attacchi israeliani.


Foto copertina: The Israeli Iron Dome missile defence system (L) intercepts rockets (R) fired by the Hamas movement towards southern Israel from Beit Lahia in the northern Gaza Strip as seen in the sky above the Gaza Strip overnight on May 14, 2021. – Israel bombarded Gaza with artillery and air strikes on Friday, May 14, in response to a new barrage of rocket fire from the Hamas-run enclave, but stopped short of a ground offensive in the conflict that has now claimed more than 100 Palestinian lives.
As the violence intensified, Israel said it was carrying out an attack “in the Gaza Strip” although it later clarified there were no boots on the ground. (Photo by ANAS BABA / AFP)