Le minoranze religiose diffuse in Medio Oriente rappresentano un forte esempio di resistenza e volontà di preservazione della propria identità culturale e religiosa. Tuttavia oggi rischiano di scomparire.
Sovente la religione rappresenta un mezzo di identificazione di un gruppo o di una minoranza etnica. È indubbio che la medesima abbia avuto e tuttora abbia una forte influenza su molti avvenimenti storici.
Difatti si ricorre frequentemente all’uso della religione quale strumento di lotta per la propria identità e libertà ma ancora più spesso purtroppo, ci si serve della fede religiosa come mezzo di prevaricazione, con l’intento di opprimere, eliminare e discriminare chiunque abbracci un credo diverso.
Eppure la libertà religiosa trova piena tutela sul piano internazionale in diverse norme quali: l’articolo 18 della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani che stabilisce la libertà di pensiero, coscienza e religione[1], l’articolo 18 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici[2], che oltre a sancire quanto già previsto dalla Convenzione sui Diritti Umani, al comma 2 aggiunge che nessuno deve essere sottoposto a coercizione tale da compromettere la libertà di adottare una religione o un credo e infine, ancora più dettagliatamente nella Dichiarazione sull’Eliminazione di tutte le Forme d’Intolleranza e di Discriminazione fondate sulla Religione o il Credo[3].
A tal proposito e con specifico riferimento al Medio Oriente, l’ex diplomatico britannico Gerard Russell, nel suo libro Regni Dimenticati[4], racconta di alcune minoranze religiose stanziate in diverse parti del territorio, che abbracciano fedi tra le più antiche del mondo e che sono riuscite a resistere e a mantenere salda la propria identità. Tale sopravvivenza secondo Russell sarebbe dovuta principalmente a due fattori: l’atteggiamento pacifico di questi gruppi, i quali hanno cercato di evitare conflitti e la debolezza dei governi centrali fino a tempi recenti[5]. Nonostante ciò, con l’aumento delle minacce e dei pericoli le stesse minoranze sempre più spesso si trovano costrette ad abbandonare il loro Paese di origine e ad emigrare verso l’Occidente, rischiando che la propria peculiare identità si estingua, a causa della difficoltà di adattarsi a un contesto culturale completamente differente pur restando fedeli al proprio credo e alle regole e tradizioni che dallo stesso derivano[6].
Le minoranze religiose raccontate da G. Russell
Zoroastriani
Lo zoroastrismo, professato anche dal leader dei Queen Freddie Mercury, è una delle religioni più antiche al mondo e probabilmente la prima religione monoteista. Inoltre, si ritiene abbia influenzato gli altri credi monoteisti dei nostri giorni: cristianesimo, ebraismo e islam[7]. La suddetta religione ha avuto origini in Iran dal profeta Zarathustra (conosciuto soprattutto grazie al saggio “Così parlò Zarathustra” del filosofo tedesco Nietzsche), che secondo la tradizione iniziò a predicare dopo aver avuto una visione all’età di 30 anni[8]. Lo zoroastrismo è stato il credo religioso dell’Impero Persiano fino alla conquista islamica nel VII sec. d.C., a seguito della quale molti zoroastriani fuggirono in India per scappare alle persecuzioni. Oggi, minoranze zoroastriane si trovano sia in Iran che in India, tuttavia il fulcro della religione è ancora oggi considerata la città iraniana di Yazd, in cui si trova il tempio del fuoco zoroastriano più venerato dai fedeli[9]. Qui gli zoroastriani, pur godendo del riconoscimento della religione da parte della Repubblica islamica dell’Iran, sono sottoposti a maggiori limitazioni quali ad esempio l’impossibilità di entrare nelle forze armate e di sicurezza e la dovuta conversione all’islam in caso di matrimonio con un fedele musulmano[10].
Mandei
I mandei o sabei (“battezzati”) sono stanziati prevalentemente in Iraq con alcune minoranze anche in Iran e una piccola comunità a Baghdad[11]. Gli stessi considerano come loro principale profeta Giovanni Battista e professano una religione monoteista gnostica, basata cioè sull’idea della divisione del mondo in due livelli: la parte oscura in cui vive l’uomo e il regno della luce in cui ci si può arrivare dopo la morte[12]. Le sue origini non sono chiare ma probabilmente deriva da un antico culto della Mesopotamia ed è stata in parte influenzata dai rituali dello zoroastrismo[13]. Sottoposta a continue discriminazioni da parte della popolazione musulmana, purtroppo questa minoranza oggi rischia l’estinzione a causa del perpetuarsi delle violenze, in aumento dal 2003 e che hanno registrato un ulteriore incremento dal 2014 a causa dell’ISIS[14].
Samaritani
I samaritani, il cui nome probabilmente suona familiare grazie alla parabola del buon samaritano, sono un gruppo religioso che tuttora esiste, sebbene ad oggi si contano poche centinaia di persone a fronte delle centinaia di magliaia ab origine[15]. Ciò è dovuto alle persecuzioni che tale minoranza si è trovata ad affrontare nel corso dei secoli, sin dai tempi dell’Impero Romano. I samaritani, originari della Palestina sono oggi stanziati in parte anche in Israele. Si ritiene che discendano dagli Israeliti da prima della diaspora assira del 722 a.C.[16] Ciò che li contraddistingue è appunto la loro peculiare identità nata dalla fusione di tradizioni ebraiche e dell’influenza culturale palestinese[17]. Gli stessi sono riusciti a mantenersi neutrali nel conflitto tra Palestina e Israele tanto da essere l’unica comunità a possedere sia la carta di identità palestinese che quella israeliana[18].
Yazidi
Il popolo yazida deriva dall’etnia curda[19] e in origine era stanziato prevalentemente in Iraq. Infatti, alcuni si identificano come tali, altri invece quali appartenenti all’etnia distinta degli yazidi[20]. La loro religione assume somiglianze sia con lo zoroastrismo che con le religioni ebraica, cristiana e musulmana. La loro comunità, nonostante si sia sempre dimostrata pacifista, è da anni perseguitata e costretta a subire violazioni umanitarie a causa dell’adorazione della divinità di un Angelo Pavone, che viene erroneamente considerata dalla maggioranza islamica come adorazione del diavolo[21]. La situazione è ulteriormente peggiorata con l’avanzata dell’ISIS nel 2014[22]. Di conseguenza, migliaia di yazidi si sono trovati costretti a lasciare i loro luoghi di origine e a emigrare in Europa[23].
Drusi
I drusi rappresentano una delle minoranze religiose più diffuse in Medio Oriente e oggi sono stanziati in diversi Paesi quali Israele, Siria e Libano[24]. La loro religione è monoteista ed è influenzata sia da diversi credi religiosi quali ebraico, cristiano e islamico che dall’induismo e dalla filosofia greca[25].
In particolare, in Siria rappresentano la terza minoranza religiosa per diffusione. La maggioranza drusa ha cercato di restare neutrale allo scoppio della guerra civile e di proteggere la sua comunità, anche se negli ultimi anni non sono mancate tensioni con il governo a causa di disaccordi su alcune questioni tra cui quella relativa all’ autodifesa[26].
Copti
I copti rappresentano la più numerosa minoranza religiosa in Egitto e la più grande comunità cristiana nel mondo arabo[27], discendente della popolazione dell’antico Egitto e con un notevole numero di seguaci anche in Sudan[28]. A seguito della conquista islamica hanno affrontato continue persecuzioni a partire dal IX secolo. Al giorno d’oggi, nonostante in parte pare che i copti abbiano beneficiato del regime di al-Sisi, in quanto ad esempio sono stati loro assegnati un numero notevole di seggi in Parlamento a seguito delle elezioni del 2015, i copti continuano a dover affrontare persecuzioni e ostacoli alla loro libertà di culto. Si tenga inoltre in considerazione che gli stessi sono stati vittime di diversi atti di violenza registrati tra il 2016 e il 2017[29].
Kalasha
I kalasha sono una minoranza religiosa di origine indoeuropea stanziata in Pakistan e che ad oggi conta soltanto poche migliaia di fedeli. La loro fede è politeista e si differenzia dunque fortemente dalla fede islamica professata nel resto del Paese. Le loro singolari tradizioni, incluse le feste religiose, hanno nel tempo attratto molti turisti[30]. Tuttavia questa comunità risulta essere a rischio di estinzione, a causa di diversi fattori tra i quali casi di conversione forzata e la mancanza di un testo scritto con cui poter tramandare le tradizioni alle nuove generazioni[31].
Conclusione
Come affermato dallo stesso G. Russell: “religion is the most powerful binding agent that humanity knows[32]” e la fede religiosa rappresenta senza dubbio un tratto caratteristico e identificativo di tali minoranze. E attivarsi per la loro tutela è importante anche per l’Occidente in quanto rappresentano forme di sopravvivenza del nostro passato[33].
Note
[1] Assemblea Generale, Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, adottata il 10 dicembre 1948 con risoluzione 219077A https://www.un.org/en/universal-declaration-human-rights/
[2] Assemblea Generale, Patto Internazionali sui Diritti Civili e Politici, adottato il 16 marzo 1966 con risoluzione 2200A
[3] Assemblea Generale, Dichiarazione sull’Eliminazione di tutte le Forme d’Intolleranza e di Discriminazione fondate sulla Religione o il Credo, pubblicata il 25 novembre 1981 con risoluzione 36/55 https://www.ohchr.org/EN/ProfessionalInterest/Pages/ReligionOrBelief.aspx
[4] Consigliato dalla redazione nella rubrica Libri Consigliati https://www.opiniojuris.it/libri-consigliati-di-politica-internazionale/
[5] https://www.nytimes.com/2014/12/21/books/review/heirs-to-forgotten-kingdoms-by-gerard-russell.html
[6] https://www.nationalgeographic.com/news/2014/10/141026-yazidis-middle-east-iraq-islamic-state-religion-world-ngbooktalk/
[7] https://www.britannica.com/topic/Zoroastrianism
[8] https://www.history.com/topics/religion/zoroastrianism
[9] https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2017/01/05/news/iran-cosi-parla-zarathustra-1.292310
[10] Idem
[11] https://minorityrights.org/minorities/sabian-mandaeans/
[12] http://www.gfbv.it/3dossier/me/mandaeer-it.html
[13] https://minorityrights.org/minorities/sabian-mandaeans/
[14] Idem
[15] https://minorityrights.org/minorities/samaritans/
[16] Idem
[17] https://theculturetrip.com/middle-east/israel/articles/an-introduction-to-the-samaritans-israels-smallest-religious-minority/
[18] Idem
[19] Per approfondimenti sul popolo curdo: https://www.opiniojuris.it/curdi-un-popolo-senza-nazione/
[20] https://minorityrights.org/minorities/yezidis/
[21] https://www.thezeppelin.org/curdi-yazidi-drusi-e-mandei-loppressione-nel-levante/
[22] V. supra nota n. 20 e nota n. 21; https://www.hrw.org/news/2017/12/27/iraq-yezidi-fighters-allegedly-execute-civilians
[23] V. supra nota n. 20
[24] https://www.osmed.it/2020/07/10/i-drusi-una-comunita-con-radici-molto-profonde/
[25] https://minorityrights.org/minorities/druze-2/
[26] https://minorityrights.org/minorities/druze-3/
[27] https://minorityrights.org/minorities/copts/
[28] https://minorityrights.org/minorities/copts-2/
[29] Idem
[30] https://en.qantara.de/content/pakistans-kalash-minority-at-risk-of-extinction
[31] https://www.dawn.com/news/1379268
[32] V. supra nota n. 6
[33] Idem
Foto copertina:Iraqis attend Christmas Eve’s Mass in the Assyrian Orthodox church of Mart Shmoni, in Bartella, Iraq, Saturday, December 24, 2016. For the 300 Christians who braved rain and wind to attend the mass in their hometown, the ceremony provided them with as much holiday cheer as grim reminders of the war still raging on around their northern Iraqi town and the distant prospect of moving back home. Displaced when the Islamic State seized their town in 2014, they were bused into the town from Irbil, capital of the self-ruled Kurdish region, where they have lived for more than two years. (AP Photo/Cengiz Yar)