Perù: Dina Boluarte è la nuova Presidente dopo l’arresto di Castillo


A Lima Dina Boluarte ha giurato come nuovo presidente dopo che il leader di sinistra, ormai ex Presidente, Pedro Castillo è stato arrestato a seguito alle accuse di “tentativo di colpo di Stato”.


Dina Boluarte è la nuova presidente del Perù. La nomina è avvenuta dopo l’esito della votazione per l’accusa di tentativo di colpo di Stato ai danni di Pedro Castillo. Il risultato (101 voti a favore della sua rimozione, sei contrari e 10 astenuti), è stato annunciato con forti applausi e il legislatore ha invitato la vicepresidente Dina Boluarte ad entrare in carica.
La sessantenne Dina Boluarte ha prestato giuramento come presidente fino al 2026, diventando così la prima donna a guidare il Perù. Dina Boluarte ha criticato la mossa di Castillo di sciogliere il Congresso definendola un “tentativo di colpo di stato”.

L’accusa

Castillo è stato arrestato lo scorso 7 dicembre dopo che il Congresso lo ha “destituito” per aver annunciato ore prima dello scioglimento della Camera e dell’istituzione di un “governo di eccezione”. La giustizia peruviana ha disposto l’arresto di  Castillo con l’accusa di tentativo di ribellione, e quindi per la violazione dell’ordine costituzionale, reato disciplinato dall’articolo 346 del codice penale peruviano.
Anticipando il voto delle Camere, Castillo aveva annunciato lo scioglimento temporaneo del Congresso e l’istituzione di “un governo di emergenza eccezionale”. L’ex Presidente aveva promesso nuove elezioni per istituire un Congresso con poteri per redigere una nuova Costituzione entro “non più di 9 mesi”. L’opposizione e i rappresentanti internazionali, hanno visto nella mossa di Castillo un tentativo di colpo di stato, paragonando le azioni di Castillo a quelle di Alberto Fujimori nel 1992.
La decisione di Castillo ha portato ad un’ondata di dimissioni nel governo. Si sono immediatamente dimessi i Ministri del Lavoro, degli Esteri, dell’Economia, della Giustizia e della Difesa. Contemporaneamente anche le Forze Armate e la Polizia Nazionale del Perù hanno ricusato la decisione di Pedro Castillo ribadendo la loro fedeltà alla Costituzione[1]. Castillo ha definito le accuse “calunniose” da parte di gruppi che cercano “di trarre vantaggio e impadronirsi del potere che il popolo gli ha tolto alle urne”.

Le reazioni della piazza

A seguito della decisione di rimuovere Castillo, si sono svolte alcune proteste di strada. A Lima, decine di persone che sventolavano bandiere peruviane hanno acclamato la caduta di Castillo, mentre altrove nella capitale e nella città di Arequipa i suoi sostenitori hanno marciato e si sono scontrati con la polizia. Uno teneva un cartello che diceva: “Pedro, la gente è con te”[2]. Decine di agenti di polizia con scudi ed elmetti di plastica sono stati schierati intorno al Palazzo del Governo e al Congresso di Lima, circondati da barricate di metallo[3].


Note 

[1] https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-63895102
[2] https://www.reuters.com/world/americas/perus-president-says-will-dissolve-congress-calls-elections-2022-12-07/
[3] https://elcomercio.pe/lima/protestas-en-peru-en-vivo-ultimas-noticias-de-los-bloqueos-en-carreteras-a-nivel-nacional-panamericana-sur-gobierno-congreso-dina-boluarte-ica-arequipa-en-directo-lbposting-noticia/?ref=ecr


Foto copertina: Il presidente del Perù Dina Boluarte, entrato in carica dopo la cacciata del suo predecessore Pedro Castillo, si pone insieme al suo nuovo gabinetto a Lima, Perù, il 10 dicembre 2022. REUTERS/Sebastian Castaneda