Storia di un’improbabile occasione politica di connessione e stabilizzazione dell’Asia Centrale.
“There would hardly be any mega project in the present days, that could compare of having hostage to the extremely complex geo-political conditions of the states of the region, as is the construction of the Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan oil and gas pipeline.”[1]
La realizzazione del Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India pipeline[2], da qui TAPI, è parsa per il Turkmenistan un ossessivo miraggio nel corso degli ultimi trent’anni. Nel 2003, così come a seguire, si è a lungo scritto di un revival d’intenti da parte degli Stati centro-asiatici, ripropostosi sino ad oggi, in balia di questi o quegli interessi geopolitici. Gennaio e marzo 2022, rispettivamente, con il summit India-Asia Centrale, e l’“Iniziativa di Tunxi” per la ricostruzione economica dell’Afghanistan, hanno portato nuove possibili letture degli equilibri di potere nell’area, vedendo una più decisa entrata in scena di nuovi protagonisti, India e Cina in primis.
Le origini
Nato nella metà degli anni ’90, il progetto risponde all’obiettivo specifico di diversificare le esportazioni turkmene di gas e petrolio, vincolate alla Russia a causa di invalidanti limiti infrastrutturali ereditati dall’URSS e a quello generico di connettere le Repubbliche ex-sovietiche.
“Central Asia was not only land-locked, it was completely isolated even from its immediate neighbours outside former Soviet space. Refineries in eastern Kazakhstan ran West Siberian crude oil, crude oil production from western Kazakhstan was shipped to Samara in the Russian Federation, and Azerbaijan received crude oil and natural gas from Russia. The Soviet Union was also a union of oil and gas”[3]
Il TAPI andrebbe a diramarsi per 1814 km trasportando 33 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno e connettendo il giacimento turkmeno di Galkynysh[4], nel Sud-Est, con le province afghane di Herat, Farah, Helmand, Nimroz e Kandahar[5], attraversando, poi in Pakistan, le province del Belucistan e del Punjab[6] e arrivando infine, a Fazilka in India[7]. Dei diversi progetti riguardanti le ex-Repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale ricche di giacimenti, il TAPI è da subito sembrato uno dei maggiormente fattibili in termini economici, sebbene i costi di realizzazione elevati[8]. Il suo completamento, infatti, avrebbe consentito al Turkmenistan, quarto Stato al mondo per giacimenti di gas, di “sfamare” il fabbisogno energetico non solo dei suoi vicini, ma anche degli Stati del Sud e Sud-Est asiatico raggiungibili via mare a mezzo Pakistan, con guadagni, in prospettiva, particolarmente elevati. Le buone premesse economiche, però, non sono state seguite da agevoli sviluppi a causa delle complesse condizioni geopolitiche, già menzionate, che ne hanno ostacolato la realizzazione a più riprese.
Una storia difficile
Il memorandum d’intesa del ‘95 tra Turkmenistan e Pakistan per la costruzione della Trans-Afghanistan pipeline e la costituzione di un consorzio partecipato dalla statunitense UNOCAL[9](46,5%), dalla saudita Delta (15%) e dalla russa Gazprom (10%)[10] sono stati seguiti, dopo soli tre anni, dal ritiro della UNOCAL. A causarlo fu un attentato all’ambasciata statunitense in Kenya, nel ’98, imputato ad un gruppo terroristico, secondo gli Stati Uniti, appoggiato dai Taliban. Il progetto è ripreso solo dopo l’intervento militare statunitense in Afghanistan, seguente ai fatti del 2001, e l’istaurazione di un governo locale nuovamente garante della sicurezza del TAP. Nonostante il coinvolgimento nel 2002 della Asian Development Bank (da qui ADB), responsabile degli studi di fattibilità, dal 2013 anche transactional advisor[11], un’accelerazione nell’implementazione del progetto si avrà solo con il coinvolgimento dell’India, dopo iniziali incertezze, nel maggio 2006[12], e con l’esplosione nel 2009 di un segmento del gasdotto russo-turkmeno[13]. I progressi dati dal completamento delle prime tre fasi[14], che hanno anche attratto investimenti russi a supporto della costruzione del tratto afghano, non hanno, però, visto una decisa prosecuzione della fase quattro di costruzione del gasdotto. Ad oggi l’opera non è stata completata e innumerevoli dubbi sorgono sulle dichiarazioni della TAPI Pipeline Company del febbraio 2018. Le notizie rilasciate, relative alla finalizzazione del tratto turkmeno, pare siano state smentite da finam.ru che, nell’aprile 2019, riportava la vittoria della gara d’appalto, indetta dall’azienda statale Turkmengaz, da parte del russo ChTPZ group per la fornitura delle tubazioni a copertura del segmento lineare turkmeno di circa 214 km[15]
Intreccio di interessi
Pur considerando i molteplici fattori avversi, aggravati dal progressivo ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, culminato nel 2021, e la finalizzazione nel 2009 della Central Asia-China pipeline, il Turkmenistan continua a mantenere in cima alla sua agenda politica la realizzazione di un ulteriore gasdotto. Perché?
La risposta è rintracciabile nel completamento, sopramenzionato, del corridoio che connette Turkmenistan e Cina e nella quasi totale riduzione delle importazioni russe di risorse turkmene. Di fatto, la precedente dipendenza dalla domanda russa è stata soppiantata da quella cinese, rendendo di nuovo lo Stato economicamente vulnerabile: nel 2020 il Turkmenistan ha esportato 5,31 mld di dollari di gas, di cui 5,25 verso la Cina[16]. La necessità di stabilità, alias di diversificazione, è più che mai sentita data la volontà cinese, palesatasi negli ultimi summit con gli Stati dell’Asia Centrale, di aumentare le importazioni dal Turkmenistan. Probabilmente a muovere il dragone è l’opportunità di ridurre la dipendenza dall’Australia, che, nel 2020, figurava come primo esportatore di petroleum gas verso la Cina[17], coprendo il 41% del fabbisogno.
Se da un lato Pechino mira all’aumento delle importazioni, dall’altro ha dimostrato di supportare la prosecuzione dei lavori e finalizzazione del TAPI nel corso della “Tunxi Initiative of the Neighbouring Countries of Afghanistan on Supporting Economic Reconstruction in and Practical Cooperation with Afghanistan[18]” di aprile 2022. Il progetto potrebbe, infatti, rappresentare una pietra miliare nel difficile processo di stabilizzazione dell’Afghanistan, caro alla Cina e per garantire la sicurezza della Belt and Road Initiative che attraversa i paesi limitrofi e, allacciarsi, così come già ipotizzato, anche a Kabul; e per la plausibile connessione tra le minoranze uigure in Cina e le frange estremiste afghane, simpatizzanti per le prime[19]. Delle buone relazioni tra i due Stati sono, quindi, per Pechino obbligatorie.
Un altro importante player dell’area coinvolto è l’India, potenza regionale in cui approda il TAPI, che, nel primo summit India-Asia Centrale del gennaio 2022, e durante la visita dell’ex presidente Kovind nell’aprile 2022[20], ha ribadito la necessità di portare a termine il TAPI e di stabilizzare l’Afghanistan.
Comuni intenti di India e Cina potrebbero, però, non implicare necessariamente cooperazione: al summit de “l’iniziativa di Tunxi” l’India non è stata invitata dalla Cina, pur essendo coinvolta nei progetti all’ordine del giorno[21]. La stessa situazione si è ripresentata in relazione al più importante dei meeting, tenutosi negli stessi giorni a Tunxi, per la stabilizzazione e sviluppo dell’Afghanistan tra Cina, Russia e Stati Uniti[22]. Mancati inviti questi che non celano la volontà cinese di giocare un ruolo esclusivo in Asia Centrale, situazione che può «solo aggravare le preoccupazioni dell’India circa un potenziale accerchiamento da parte della Cina»[23].
Il placet alla finalizzazione del TAPI pare ormai esser certo anche da parte russa. Riprendendo le parole di Alexander Blokhin, ambasciatore della Federazione ad Asghabat: “The construction of this gas pipeline does not infringe on the interests of the Russian Federation, so we do not oppose the project and wish the Turkmen success in implementation. As for Russian companies, they are interested, and we have every opportunity to supply pipes, compressors, and other components for this project.”.[24]
Il Cremlino potrebbe, quindi, ritrovare, in questo progetto per il rilancio economico dell’area, un’opportunità politica per rafforzare nuovamente le storiche relazioni in Asia Centrale. Alla luce dei fatti seguenti l’invasione in Ucraina, finanziare il completamento del TAPI, dato lo stallo in cui versa e verserà l’ADB finché non vi sarà il riconoscimento del nuovo governo di Kabul[25], riuscirebbe a “distogliere” il Turkmenistan da ulteriori progetti, ad esempio la Transcaspian pipeline. Questo progetto, nato anch’esso a metà degli anni ’90 negli Stati Uniti e mai realizzato, potrebbe oggi aiutare l’Europa a diversificare le sue importazioni di gas e, quindi, allentare la morsa del Cremlino. Tali intenzioni paiono confermate dalle dichiarazioni rilasciate durante conversazioni e viaggi di Vladimir Putin e dei suoi ministri post-invasione dell’Ucraina: in aprile, durante l’incontro della Commissione intergovernativa per la cooperazione economica, a giugno, in Tajikistan e Turkmenistan durante il summit of Caspian Nations[26].
Un’ulteriore porta sempre aperta sull’area è quella turca, riprendendo il Russian International Affairs Council, […] the weight of a third country, Turkey, needs to be taken into consideration when we speak about the future of Central Asia. […] Ankara has managed to maintain its influence in Central Asia for several centuries—thanks to religion (Islam) and the Turkish language, whose significant impact is still felt in the region.[27]
Inoltre, nel novembre dello scorso anno, i Presidenti Berdimuhamedov ed Erdoğan hanno firmato una serie di accordi di cooperazione riguardanti differenti settori[28], tra cui quello energetico, al fine di operare uno sforzo congiunto per la realizzazione di una rete che connetta gli Stati ai mercati internazionali[29], tra cui certamente quello europeo.
Quale futuro?
La complessità geopolitica dell’Asia Centrale rende difficile l’individuazione di conclusioni certe. Quanto è plausibile un definitivo e prossimo completamento dei lavori del TAPI? La finalizzazione potrebbe sembrare vicina date le intenzioni manifestate dagli Stati coinvolti. A queste si aggiunge anche la riconferma della volontà afghana[30], resa incerta agli occhi dei partner dal ritiro statunitense.
Con buona approssimazione, però, queste dichiarazioni non riusciranno a garantire l’ultimazione del TAPI. Numerose sono le difficoltà che sussistono, tra tutte, ancor più della questione sicurezza, è pressante quella finanziaria: l’ADB contribuirà con circa 1 mld di dollari in prestiti, mentre, il governo turkmeno con 1,675 mld[31]. La fetta restante dei costi, più di 7 mld secondo le stime più ottimistiche, dovrà esser coperta da privati, difficili da attrarre data la fiducia da riporre nelle garanzie offerte da ciascuno Stato. Ancora c’è da considerare la macchinosità della struttura di gestione del TAPI imposta dal governo turkmeno: a costruire, gestire e possedere ciascun segmento vi saranno quattro differenti compagnie, una per ciascuno Stato. Immaginare una stretta e duratura cooperazione tra Pakistan e India appare abbastanza complesso. In conclusione, pur considerando i notevoli sviluppi visti dagli anni Novanta ad oggi, molti più sono gli elementi che si frappongono tra un eccessivamente ambizioso “gasdotto della pace” e il traguardo finale.
Note
[1] B. Shah, “Revival of Trans Afghanistan gas Pipeline project”, p. 143, Strategic Studies Vol. 23, No. 1, 2003, Institute of Strategic Studies Islamabad
[2] Anche detto Trans-Afghanistan pipeline
[3] E.C. Chow, L.H. Hendrix, “Central Asia’s Pipelines: Fields of Dreams and Reality”, p.32, NBR Special Report #23, 09/2001, The National Bureau of Asian Research
[4] Percorrendo 214 km in Turkmenistan
[5] Percorrendo 774 km
[6] Percorrendo 826 km
[7] European Parliamentary Research Service, “TAPI natural gas pipeline project – Boosting trade and remedying instability?”, 11/2016
[8] Inizialmente 10 mld di dollari, a seguire, leggermente aumentati
[9] Union Oil Company of California
[10] Ibidem, p.148
[11] “con lo scopo di raccogliere finanziamenti ed eventuali sponsor, coinvolgendo importanti gruppi energetici (come Petronas, Chevron, ExxonMobil, British Petroleum, Shell, British Gas, Rwe, Gazprom) e finanziari (Temasek, State Bank of India, Citigroup, Morgan Stanley), comprendendo anche la Export-Import Bank of the United States e la Overseas Private Investment Corporation (Opic), un’agenzia indipendente del governo americano”, R.M. Cucciolla, “Tapi, il gasdotto dell’indipendenza centroasiatica”, 2013, Limes.
[12] Portando nel 2008 al cambio della denominazione in TAPI
[13] L’importazione del gas turkmeno da parte della Russia diminuirà fino ad essere totalmente sospesa nel 2015. Ha poi ripreso ad importare delle piccole quantità di gas dal 2018
[14] Fase 1. firma dell’accordo intergovernativo e del preliminare Gas Sales and Purchase Agreement, 2. Definizione dei GSPAs, 3. creazione di una special purpose consortium company e selezione del consortium leader
[15] Finam.ru, “ЧТПЗ поставит трубы для газопровода ТАПИ”, 02/04/2019
[16] Observatory of Economic Complexity, Turkmenistan, Petroleum Gas, 2020
[17] Ibidem, Cina, Petroleum Gas, 2020
[18] S. Patranobi, “China joint statement signals revival of TAPI gas pipeline via Af-Pak to India”, Hindustan Times, 04/2022
[19] A. Amighini, G. Sciorati, “Realpolitik della Cina in Afghanistan”, 2021, lavoce.info
[20] Su invito del neopresidente turkmeno Serdar Berdimuhamedov
[21] Progetti quali il TAPI e l’iraniano Porto di Chabahadar
[22] “Xi Jinping strongly backs Afghanistan at regional conference”, The Times of India, 03/2022
[23] S.N.Burna-Asefi, “India’s Plan to Realize TAPI”, The Diplomat, 04/2022
[24] A. Blokhin, TASS, 03/2022
[25] G.Bifolchi, “Russian companies’ interests in Afghanistan and TAPI”, Special Eurasia, 03/2022
[26] Primi spostamenti in assoluto del Presidente dopo l’invasione in Ucraina, G. Faulconbridge, D. Ljunggren, “Russia’s Putin to make first foreign trips since launching Ukraine war”, Reuters, 06/2022
[27] M.Lambert, “The Turkish Konrul: How Ankara Uses the Turkic Council to Re-Engage in Central Asia”, Russian International Affairs Council, 05/2021
[28] Tra cui: bancario, sanitario, trasporti via terra e via mare, ecc.
[29] O.Jalilov, “Turkmenistan, Turkey Sign Eight Cooperation Agreements”, Caspian News, 11/2021
[30] DailyTimes, “Afghanistan forms committee to launch practical work on TAPI gas pipeline – official”, 08/2022
[31] S. Mann, “Will a Taliban victory advance TAPI?”, Atlantic Council, 09/2021
Foto copertina: Il gasdotto TAPI