Tra delusioni e sguardi al futuro: la difficile partita del centro-sinistra nel post elezioni


La coalizione guidata dal Partito Democratico si è attestata intorno al 26% dei consensi, numeri che gli assegnano il ruolo di opposizione alla nuova maggioranza di centro-destra.


A distanza di alcuni giorni è possibile fare un’analisi su ciò che queste elezioni hanno comportato per la compagine di centro-sinistra. Il partito guidato dell’ex premier Enrico Letta ha stretto un’alleanza con alcuni partiti, come la Sinistra-Verdi, + Europa e Impegno Civico, tentando di arginare la compatta coalizione di centro destra.
In seguito alle dimissioni formali del premier Mario Draghi, già nel mese di luglio, la realizzazione del campo largo, a lungo invocato da alcune frange dei democratici, è divenuta sempre più complessa. Il segretario Letta, considerando il Movimento 5 Stelle come principale causa della caduta dell’Esecutivo, ha chiuso ad ogni possibile alleanza, in realtà, stando alle dichiarazioni, non ben voluta neanche dalla forza grillina guidata da un altro ex premier quale Giuseppe Conte. Quel campo largo che, stando ai sondaggi, avrebbe potuto insidiare la colazione di centro-destra non si è dunque realizzato, lasciando agli avversari terreno fertile per la vittoria. Dal canto loro i democratici, consci di essere in un sistema elettorale che premia maggiormente le alleanze, hanno tentato una possibile intesa con una già nota conoscenza del partito, ossia quella forza politica chiamata Azione presieduta da Carlo Calenda. Oggi il suo partito, in seguito alleatosi con il leader di Italia Viva Matteo Renzi a formare il Terzo Polo, è chiamato a rilanciare quella posizione di centro che negli ultimi anni ha avuto scarso successo in Italia, vista anche la forte bipolarizzazione presente nel Paese. Tuttavia anche questa alleanza è presto sfumata, non senza attriti tra i due rispettivi leader. L’ala di centro-sinistra si è dunque costituita intorno alle quattro forze politiche sopra citate che, pur condividendo lo spirito e i valori dell’area progressista, non hanno presentato un programma unitario.
Il Partito Democratico ha puntato maggiormente sui temi del lavoro e la riduzione dei divari, mensilità in più per gli stipendi, salario minimo sul modello tedesco, rimodulando quindi il reddito di cittadinanza[1]. Argomento forte, ma a tratti anche divisivo, è stato quello dello ius scholae per il riconoscimento della cittadinanza e un nuovo tentativo per l’approvazione del DDL Zan, nonché la creazione di un nuovo patto di stabilità europeo. Argomenti più spinosi e dibattuti sono stati quelli della guerra in Ucraina, in particolare in che modo poter continuare a supportare Kiev nel conflitto, ma anche l’urgenza del caro bollette e le sue complesse soluzioni.

Programma simile ma più incentrato sulla tutela dell’ambiente è stato quello dell’alleanza Sinistra-Verdi, rappresentato in primis da Fratoianni e Bonelli; temi come il No al nucleare, una forte spinta sulle energie rinnovabili, la lotta alla precarietà del lavoro e la contrarietà a riforme costituzionali come il Presidenzialismo, sono stati i cardini del programma elettorale. Pur raccogliendo un 3,6% alle elezioni, utile comunque a superare lo sbarramento del 3% per entrare in Parlamento, l’alleanza Sinistra-Verdi è riuscita a candidare ed eleggere esponenti della società civile come Ilaria Cucchi al Senato e il sindacalista Aboubakar Soumahoro alla Camera. Al contrario il partito di Emma Bonino, più incentrato sull’alleanza europea e i diritti civili, si è attestato al 2,9 % dei consensi, ad un passo quindi dalla soglia dell’ingresso in Parlamento. Questo ha portato necessariamente i vertici del partito a richiedere “una verifica sui risultati perché il margine di errore è infinitesimale”[2], nella speranza di poter raggiungere tale soglia. Discorso diverso per il neo partito di Luigi Di Maio, Impegno Civico, sotto all’1%.[3] La scissione dal Movimento 5 Stelle e una campagna elettorale incentrata sulla difesa del reddito di cittadinanza non sembrano aver portato i risultati sperati, impedendo così al partito e al suo leader l’ingresso in Parlamento.

In totale dunque gli ultimi 3 partiti della coalizione hanno ottenuto poco più del 7%, che sommato al risultato del Partito Democratico, 19% dei consensi, porta ad un complessivo 26% dei voti.

A livello regionale “la coalizione di centrosinistra non è arrivata prima in pressoché alcuna regione, persino in Toscana ed Emilia Romagna, considerate un tempo feudi “rossi”[4]. Il 26 % ottenuto dalla coalizione di centro sinistra si è tradotto, con la legge elettorale attualmente in vigore[5] e la recente riduzione del numero dei parlamentari, in un totale di 79 seggi alla Camera e 41 al Senato, numeri che rendono complessa l’opposizione alla maggioranza di centrodestra. Alla luce di tale risultato, il Segretario Letta ha annunciato la necessità di indire un nuovo congresso, per il quale ha già dichiarato di non volersi ricandidare. Quello che in molti oggi si domandano nell’aera di centro sinistra è chi potrebbe prendere il suo posto, dopo che in quindici anni di esistenza si sono alternati nel partito dieci segretari. Tra i possibili candidati alla segreteria “spicca l’attuale presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ma anche la sua vice Elly Schlein. Non è da escludersi che i due possano proporsi come un tandem con cui tenere unite le varie anime del partito, quella più a destra rappresentata da Bonaccini e quella più a sinistra garantita da Schlein”.[6]


Note

[1] Tommaso Coluzzi: Chi votare alle elezioni 2022: tutti i programmi dei partiti a confronto, Fanpage, 25 settembre 2022
[2] https://tg24.sky.it/politica/2022/09/26/piu-europa-benedetto-della-vedova-emma-bonino-riconteggio
[3] Di tale lista solo Bruno Tabacci è stato eletto in Parlamento, frutto della vittoria nel proprio collegio uninominale di Milano
[4] Leonardo Filippi, Come sono andate le elezioni per la sinistra, Left, 26 settembre 2022
[5] L’attuale legge elettorale prevede una soglia di sbarramento del 3% per entrambe le Camere, nonché un sistema misto di attribuzione dei seggi: 61% con sistema proporzionale, 37% con sistema maggioritario e solo un 2% con sistema proporzionale con voto di preferenza riservato agli italiani all’estero.
[6] Leonardo Filippi, Come sono andate le elezioni per la sinistra, Left, 26 settembre 2022.


Foto copertina: Enrico Letta segretario del Partito Democratico e capo del centro-sinistra alle scorse elezioni