Verso le elezioni. Adinolfi (Alternativa per l’Italia):”Stop sanzioni alla Russia”


Ciclo di interviste agli esponenti dei partiti in corsa per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Intervista a Mario Adinolfi, leader di Alternativa per l’Italia.


Le elezioni del prossimo 25 settembre saranno davvero delle elezioni straordinarie, e non soltanto perché per la prima volta nella storia repubblicana gli italiani si recheranno alle urne in autunno.
Né tantomeno perché il nuovo Parlamento avrà una composizione inedita: non più 315 eletti siederanno tra gli scranni di Palazzo Madama né 630 a Montecitorio, ma 200 Senatori e 400 Deputati reggeranno le sorti del Paese per i prossimi (lo si auspica) cinque anni. E neppure perché, ancora, per la prima volta, chiunque abbia compiuto diciotto anni potrà esprimere la propria preferenza anche per determinare la composizione del Senato.
Si tratta di elezioni straordinarie perché molte cose sono cambiate dall’ormai lontano 2018[1]: di mezzo, nell’ordine, un radicale cambiamento nel modo di approcciarsi alla cosa pubblica del MoVimento 5stelle, il partito del “vaffa” che era riuscito ad incanalare la rabbia degli italiani delusi dalla politica  (da forza anti-sistema a forza governista, da populisti ad alleati con il centrosinistra ai tempi del Governo Conte-bis), una pandemia che ha sovvertito le dinamiche geopolitiche, economiche e sociali dell’intero globo, la guerra in Ucraina che impera violentemente da più di sei mesi, l’ultimo di una lunga serie di governi tecnici (il cd. “Governo dei migliori” di Mario Draghi).
Straordinarie perché, dopo un lungo periodo, sembra nuovamente profilarsi una sfida tra blocchi politici ben definiti (centrodestra, centrosinistra, terzo polo centrista), tra antitetiche visioni dell’uomo e del mondo.
Perché davvero quella “guerra civile occidentale, ossia la guerra tra conservatori e progressisti”[2] passa anche da qui, dal 25 settembre prossimo. Dalle matite degli italiani.
Per tale ragione abbiamo incontrato gli esponenti dei principali partiti in corsa per le prossime elezioni politiche, volendo così svolgere un servizio per i nostri lettori, affinché possano comprendere, direttamente dalle parole dei protagonisti della sfida politica del prossimo autunno, i programmi e le visioni di ciascuno schieramento, e per le stesse forze politiche, perché anche attraverso queste colonne possano incontrare virtualmente i propri elettori, celebrando, anche così, la democrazia.

L’intervista

Giornalista, scrittore, del Popolo della Famiglia, direttore de La Croce, ma anche marito di Silvia e papà di tre figlie. Si definisce così Mario Adinolfi sulla bio del suo profilo Twitter. Spirito critico, leader politico e fervente cattolico, noi lo abbiamo incontrato per discutere dei temi che formano l’oggetto principale delle sue battaglie politiche e sociali di sempre, e che ora sono al centro del programma elettorale del suo progetto politico, Alternativa per l’Italia.

Dottor Adinolfi, le elezioni anticipate del prossimo 25 settembre hanno messo in evidenza, negli effetti, la ricostruzione di un bipolarismo più o meno evidente (il centrosinistra da un lato, il centrodestra dall’altro). Ritiene sia vero? Con quali conseguenze per le prossime sfide politiche per il prossimo Governo?
“I poli per la verità sono almeno cinque: oltre a centrodestra e centrosinistra c’è un M5S, c’è l’aggregazione Renzi-Calenda e c’è poi una sgranata polarità del dissenso con una sua dinamica politica molto chiara, con i post-grillini di Paragone, i comunisti di Rizzo e la realtà di ispirazione cristiana e nazionale rappresentata da noi di Alternativa per l’Italia. L’esito delle elezioni è comunque scritto: vincerà Giorgia Meloni e governerà col centrodestra. Per sei mesi. Poi la faranno cadere e si tornerà alle solite larghe intese che caratterizzano i governi italiani ininterrottamente dal 2011.”

Quali le priorità, per il Suo partito, in un momento tanto complesso della storia repubblicana? Quali riformi ritiene necessarie?
“La priorità assoluta è l’alternativa politica all’esistente che ci ha portato al disastro. La priorità programmatica è la lotta alla denatalità e alla folle ideologia abortista, alla cupa cultura della morte che domina il nostro Paese. Il reddito di maternità è lo strumento con cui far rialzare la curva demografica e combattere concretamente l’aborto.” 

Quale sarà la posizione del Suo partito rispetto alla gestione della pandemia?
“Mai più green pass, ce l’abbiamo scritto anche nel simbolo. Mai più obblighi vaccinali. Mai più diritti fondamentali negati. Non si governa un’emergenza con il ricatto e con la paura.” 

L’economia italiana è in difficoltà, in un autunno che già si preannuncia “caldo” le sfide saranno molteplici a cominciare dal problema dell’impennata dei prezzi delle materie prime come grano e benzina. Riesce ad indicare tre punti chiave del programma del Suo partito per ‘reagire’ alla crisi economica che sembra dilagante?
“Vanno cancellate le sanzioni alla Russia, va ricostruito un protagonismo dell’Italia in Europa svincolato dai diktat di Joe Biden, della NATO, dell’Unione europea genderista e abortista, per un percorso di pace da riconquistare attraverso un percorso diplomatico che coinvolga anche la Santa Sede. Conseguenze immediate sarebbero l’abbattimento del costo del gas per cittadini e imprese italiane che potrebbero approvvigionarsi direttamente da Northstream 1 e 2 ottenendo il prezzo anteguerra da Gazprom, anziché pagare il gas centuplicato nelle navi cisterna americane che ce lo vendono liquido e da rigassificare. Abbattendo le bollette energetiche si abbatterebbe l’inflazione e famiglie e imprese tornerebbero a respirare.” 

La prossima Legislatura sarà inevitabilmente impegnata in accese e complesse sfide geopolitiche. Come si schiererà il Suo partito nello scacchiere internazionale che si sta ridefinendo dall’Ucraina a Taiwan?
“Noi vogliamo per l’Italia un orizzonte da potenza di pace, non il ruolo che sta giocando oggi da belligerante per interposta nazione ma con armi proprie. Dobbiamo tornare al dettato dell’articolo 11 della Costituzione secondo cui l’Italia ripudia la guerra come soluzione delle controversie internazionali. Partendo da questo principio, ogni conseguenza diventa più ragionevole del disastro attuale in cui siamo andati a ficcarci.” 

ApI nasce-mi corregga se sbaglio- come un progetto politico bifronte, guidato com’è da Lei e da Simone Di Stefano, volto noto di Casapound. Come avete trovato la quadra, essendo partiti da storie politiche così differenti?
“Simone Di Stefano ha lasciato Casapound ed è oggi il presidente di Exit. Abbiamo storie differenti, è vero, ma abbiamo unito la determinazione e il rigore nella difesa di valori profondi. Chi ci vota sa benissimo per quale orizzonte ideale sta votando e per quali proposte programmatiche. Per questo mi aspetto un grande risultato di Alternativa per l’Italia il 25 settembre.”

Quali sono i rapporti con Italexit di Gianluigi Paragone? Perché è rimasto estraneo al vostro progetto?
“Abbiamo proposto insistentemente a tutte le forze del dissenso un patto che avrebbe costituito una novità importante in queste elezioni politiche. Ma in giro ci sono troppe persone vanitose e politicamente poco intelligenti.” 

Molto probabilmente il prossimo governo sarà guidato dal centrodestra. In questo caso siedereste convintamente all’opposizione?
“Siamo una forza alternativa e in Parlamento saremo certamente opposizione di chi riproporrà agende analoghe a quelle che hanno governato l’Italia fino ad oggi. Quando si andrà al cambio di passo, Alternativa per l’Italia sarà lì per guidare il processo di innovazione valoriale e programmatica di cui il Paese intero avverte un enorme bisogno.”


Note 

[1] Il 4 marzo 2018 si sono tenute le ultime elezioni politiche che hanno portato all’insediamento del diciottesimo Parlamento della storia repubblicana
[2] Muratore A., Pietrobon E., La visione di Orbàn-Come Fidesz ha cambiato l’Ungheria, goWare, 2022, p. 137


Foto copertina: Mario Adinolfi