La geopolitica del Fentanyl


La crisi del Fentanyl che sta colpendo gli Stati Uniti è descritta come una delle più letali e impattanti su varie dimensioni.


La crisi del fentanyl che sta colpendo gli Stati Uniti è stata descritta come una delle più letali e impattanti su varie dimensioni.
Dal 1999 al 2018 quasi 800 mila persone negli USA sono morte per overdose, la grandissima parte per overdose da oppiacei e oppioidi.[1] Nel 2023 l’epidemia da fentanyl ha causato circa 75 mila morti. Tale situazione, oltre ad avere ripercussioni sul piano sociale e politico, ha un importante impatto anche a livello economico e finanziario, costando al sistema sanitario statunitense 1,5 trilioni di dollari solo nel 2020.[2] In questo contesto non sorprende quindi l’annuncio di Biden che descrive il fentanyl come un’emergente minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi cittadini.[3] Quello che quindi è importante delineare in un primo momento è cosa rende questa droga così letale, quali sono gli attori ed i paesi interessati in questa storia e soprattutto perché si parla di “geopolitica del fentanyl”[4]?

Il Fentanyl

Il fentanyl non è un prodotto nuovo. È stato introdotto per la prima volta 50 anni fa e molto rapidamente è diventato uno degli oppioidi più utilizzati nella gestione del dolore, sia durante gli interventi chirurgici che nella terapia del dolore cronico.
Introdotto inizialmente nel 1963 come analgesico per via endovenosa in diversi Paesi europei, la sua potenza e rapidità d’azione lo hanno reso una scelta preferita rispetto agli altri oppioidi disponibili all’epoca. Negli Stati Uniti, l’introduzione del fentanyl incontrò inizialmente delle resistenze, ma alla fine nel 1968 venne approvato in combinazione con il droperidolo – un sedativo che diminuiva il rischio di abuso. Solo alcuni anni dopo fu poi reso disponibile il fentanyl come farmaco singolo.[5]
Oggi il fentanyl viene usato principalmente per la gestione del dolore acuto e cronico, sia in contesti chirurgici che per pazienti con malattie oncologiche o altri disturbi dolorosi gravi. Inoltre, è circa 100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina come antidolorifico.[6]
Proprio queste caratteristiche, in particolare la sua potenza e la rapidità di azione lo rendono ancora più pericoloso in caso di sovradosaggi o abuso rispetto ad altri oppioidi.[7]

La rotta del Fentanyl per giungere al “sogno Americano”

Il traffico globale di fentanyl rappresenta una sfida sempre più complessa per le politiche volte a limitare l’ingresso di questa sostanza negli Stati Uniti. Sebbene in passato Cina e Messico siano stati considerati i principali paesi d’origine del fentanyl e delle sue sostanze correlate, l’India sta emergendo come una nuova fonte significativa, sia per il fentanyl finito che per i suoi precursori chimici[8].

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Ad oggi, la Cina rimane il principale fornitore anche di sostanze affini, trafficate principalmente attraverso spedizioni postali internazionali o corrieri espressi. Le quantità di fentanyl sequestrate provenienti dalla Cina sono caratterizzate da una purezza spesso superiore al 90%. Nonostante Pechino abbia intensificato le misure per contrastare il traffico di fentanyl, regolando i precursori chimici e implementando controlli più rigidi su internet e sulle spedizioni, i cartelli messicani hanno rapidamente trovato nuove fonti di approvvigionamento, come dimostrato dall’arrivo di spedizioni di fentanyl dall’India destinate al Messico.[9]
Nel contesto messicano, i cartelli hanno assunto un ruolo centrale nella produzione e distribuzione di fentanyl, operando laboratori clandestini sempre più avanzati. Il Cartello di Sinaloa e il Cártel Jalisco Nueva Generación (CJNG) sono riconosciuti come i principali responsabili del traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti.[10]
Parallelamente, l’India sta emergendo come un attore cruciale, fornendo precursori chimici essenziali, come l’ANPP e l’NPP, utilizzati dai cartelli messicani per la produzione di fentanyl. Un’operazione condotta dalla Drug Enforcement Administration (DEA) nel 2017 ha portato allo smantellamento di un laboratorio in India, rivelando i legami tra fornitori indiani e il Cartello di Sinaloa.[11] A seguito della crescente pressione delle autorità cinesi, alcuni produttori hanno spostato le loro operazioni in India, che sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella fornitura di precursori chimici ai cartelli messicani. Questo cambiamento è stato confermato dai sequestri di sostanze chimiche in India nel 2018, destinate al Messico per la produzione di fentanyl.
Un rapporto del Congressional Research Service del 2022 ha evidenziato come il Messico sia diventato la principale fonte del fentanyl sequestrato negli Stati Uniti, mentre la Cina continua a inviare precursori chimici alle organizzazioni criminali messicane.[12]  
Inoltre, il coinvolgimento della Cina nelle reti di traffico di fentanyl nel continente occidentale sta diventando sempre più evidente anche in Canada. A Toronto, ad esempio, gruppi criminali cinesi hanno acquisito un ruolo più diretto nel contrabbando, nella produzione e nella distribuzione del fentanyl. Questo evidenzia come la partecipazione della Cina non si limiti soltanto alla fornitura di precursori chimici, ma comprenda anche operazioni più strutturate e radicate in Paesi come il Canada, dove le organizzazioni cinesi stanno rafforzando la loro presenza nel traffico di questa sostanza.[13]

La dimensione geopolitica della questione

La crisi si intreccia profondamente con dinamiche geopolitiche che coinvolgono tre principali attori: Stati Uniti, Messico e Cina. Questo fenomeno ha origini complesse che si sono sviluppate in parallelo con l’evoluzione dei rapporti diplomatici e delle tensioni internazionali tra queste nazioni, soprattutto dagli anni 2000.
Durante l’amministrazione Obama, gli Stati Uniti cercarono di mantenere un equilibrio diplomatico con la Cina, collaborando in ambiti come la lotta al narcotraffico e puntando a limitare l’espansionismo militare cinese in Asia, rafforzando le alleanze regionali e cercando di integrare Pechino nelle organizzazioni multilaterali esistenti. Tuttavia, questa cooperazione ha cominciato a deteriorarsi con l’ascesa di tensioni geopolitiche, in particolare durante l’amministrazione Trump, culminando in una vera e propria guerra fredda commerciale e nella rottura di molteplici canali di collaborazione, tra cui quelli legati al traffico di droga. La crisi del COVID-19 ha ulteriormente complicato i rapporti, con gli Stati Uniti che accusano la Cina di essere all’origine della pandemia e la Repubblica Popolare Cinese che rifiuta di intensificare la collaborazione antidroga, pur mantenendo un livello minimo di enforcement per evitare di essere totalmente additata come responsabile. Nel 2023, l’amministrazione Biden ha imposto sanzioni contro membri del Cartello di Sinaloa e altre entità coinvolte nel traffico di fentanyl e metanfetamine.
Nonostante l’India e il Messico abbiano adottato misure per frenare il traffico di fentanyl, la complessità del fenomeno richiede una cooperazione internazionale più stretta tra Stati Uniti, Messico e Cina per monitorare e bloccare i flussi di precursori chimici e fentanyl finito.[14]
Tuttavia, questa cooperazione è spesso ostacolata da tensioni diplomatiche, come dimostrato dalla sospensione della collaborazione da parte di Pechino dopo la visita di Nancy Pelosi a Taipei nel 2022.[15]
Così facendo, la Cina usa il traffico di fentanyl come strumento di pressione geopolitica, reagendo ai cambiamenti nella postura diplomatica degli Stati Uniti oscillando tra la cooperazione limitata e l’indifferenza. Inoltre, secondo alcuni studiosi il Partito Comunista Cinese (PCC) non solo tollera, ma supporta attivamente il flusso destabilizzante di fentanyl verso gli Stati Uniti.[16]
Di conseguenza questo traffico di precursori chimici è strettamente legato alle tensioni tra le due superpotenze, diventando anche una leva per Pechino nel più ampio confronto strategico con Washington.
Infine, la crisi del fentanyl negli Stati Uniti riflette anche una profonda crisi sociale che attraversa tutte le fasce della popolazione, senza distinzioni geografiche, etniche o demografiche. Questo malessere interno contribuisce all’attuale tendenza degli Stati Uniti verso una sorta di ripiegamento geopolitico. Tale declino non riguarda le capacità militari della potenza americana, ma piuttosto un dato geopolitico interno e sociale.[17] L’epidemia di fentanyl può essere letta anche come una forma di risposta a un contesto caratterizzato da disuguaglianze crescenti, precarietà economica, e un indebolimento delle reti sociali e familiari.   
Questo clima inoltre è alimentato dalla sensazione diffusa che le risorse del Paese debbano essere rivolte a risolvere le questioni interne – come la crisi degli oppioidi – piuttosto che essere impiegate in sforzi globali che, agli occhi di molti, non portano benefici tangibili alla popolazione americana.

Conclusione

In conclusione, la crisi del fentanyl negli Stati Uniti rappresenta non solo un’emergenza sanitaria di immense proporzioni, ma anche un riflesso di dinamiche geopolitiche e sociali complesse. Da un lato, l’influenza della Cina, attraverso il traffico di precursori chimici e la sua ambigua collaborazione antidroga, evidenzia come il problema del fentanyl sia strettamente connesso alla competizione strategica tra le due superpotenze. Dall’altro, il crescente malessere interno che attraversa tutte le fasce della popolazione americana, e di cui la crisi del fentanyl ne è il sintomo più evidente, riflette un più ampio disorientamento della società americana, che lotta per trovare soluzioni ai suoi problemi interni mentre cerca di gestire complesse dinamiche globali.


Note

[1] Francesco Costa. 2020. “Questa è l’America”, Mondadori.
[2] Andrés Martínez-Fernández and Andrew J. Harding. 2024. “Holding China and Mexico Accountable for America’s Fentanyl Crisis”, ASIAN STUDIES CENTER.
[3] Daniel Arkin. 2023. “Biden’s drug czar declares fentanyl laced with animal tranquilizer an ‘emerging threat’ facing U.S.”, NBC news.
[4] Vanda Felbab-Brown. 2020. “Fentanyl and geopolitics: Controlling opioid supply from China” in THE OPIOID CRISIS IN AMERICA Domestic and International Dimensions: A paper series from the Foreign Policy and Global Economy & Development programs at Brookings.
[5] Theodore H. Stanley. 2014. “The Fentalyn story”, The Journal of Pain, Vol 15, No 12 (December): pp 1215-1226.
[6] DEA United States Drug Enforcement Administration. 2022. “Fentanyl”, https://www.dea.gov/factsheets/fentanyl, ultima visita 16/10/2024.
[7] CDC Centers for Disease Control and Prevention. 2023. “The Dangers of Fentanyl (Podcast) Transcript”, https://www.cdc.gov/ore/search/transcripts/cdc-podcast-the-dangers-of-fentanyl_audio-transcript.html, ultima visita 16/10/2024.
[8] Sostanze utilizzate come materie prime per la sintesi di altre sostanze chimiche, in questo caso specifico per la produzione di droghe illegali come il fentanyl.
[9] DEA United States Drug Enforcement Administration. 2020. “Fentanyl Flow to the United States”, DEA Intelligence Report.
[10] Ibidem.
[11] Ibidem.
[12] Tara John, Yong Xiong, David Culver, Anna-Maja Rappard, and Elizabeth Joseph. 2023. “The US Sanctioned Chinese Companies to Fight Illicit Fentanyl. But the Drug’s Ingredients Keep Coming,” CNN, https://www.cnn. com/2023/03/30/americas/fentanyl-us-china-mexico-precursor-intl/index.html, ultima visita 16/10/2024.

[13] Andrés Martínez-Fernández and Andrew J. Harding. 2024. “Holding China and Mexico Accountable for America’s Fentanyl Crisis”, ASIAN STUDIES CENTER.
[14] Tara John, Yong Xiong, David Culver, Anna-Maja Rappard, and Elizabeth Joseph. 2023. “The US Sanctioned Chinese Companies to Fight Illicit Fentanyl. But the Drug’s Ingredients Keep Coming,” CNN, https://www.cnn. com/2023/03/30/americas/fentanyl-us-china-mexico-precursor-intl/index.html, ultima visita 18/10/2024.
[15] Jessie Yeung. 2022. “China Suspends Cooperation with US on Range of Issues, Sanctions Pelosi Over Taiwan Trip,” CNN, https://edition.cnn.com/2022/08/05/asia/nancy-pelosi-taiwan-china-tokyo-intl-hnk/index.html, ultima visita 18/10/2024.
[16] Andrés Martínez-Fernández and Andrew J. Harding. 2024. “Holding China and Mexico Accountable for America’s Fentanyl Crisis”, ASIAN STUDIES CENTER.
[17] Vito Fatuzzo. 2023. “L’epidemia di fentanyl scuote l’America”, in IARI, https://iari.site/2023/05/25/lepidemia-di-fentanyl-scuote-lamerica/, ultima visita 18/10/2024.


Foto copertina: geopolitica del Fentanyl