La geopolitica dei narcos e l’hub Ecuador


All’alba del 2024 l’Ecuador ha vissuto un “narcogolpe”, frutto di problematiche strutturali derivanti dallo stretto controllo che i narcos hanno nel tessuto sociale.


A cura di Clara Cempini e Jacopo Belli

Il nuovo presidente

Il nuovo presidente della Repubblica dell’Ecuador, Daniel Noboa ha iniziato il suo mandato il 23 novembre 2023 e manterrà la carica per 1 anno e 6 mesi. Infatti, egli è incaricato di portare a compimento il mandato del suo predecessore Guillermo Lasso. Quest’ultimo, nel maggio dello scorso anno, ha deciso di fare ricorso all’articolo 148 della Costituzione dell’Ecuador che prevede la possibilità di sciogliere le camere qualora il presidente riconosca l’esistenza di una grave crisi politica e di tumulti interni[1].
Questo dicembre, in una riunione del Consiglio di Sicurezza, il giovane presidente ha dichiarato di credere in uno stato che ha come primo obiettivo la riduzione della violenza e un ritorno al progresso.[2] Di conseguenza, Noboa ha inviato alla Corte Costituzionale le 11 domande che faranno parte del referendum che auspica di indire tra marzo e aprile. Tra queste troviamo domande riguardanti la sicurezza e la repressione di organizzazioni criminali: «Siete d’accordo che le Forze Armate controllino in modo permanente armi, munizioni, esplosivi e accessori sui percorsi, le strade, le vie e i corridoi autorizzati per l’ingresso ai centri di riabilitazione sociale?» O «Siete d’accordo con l’inasprimento delle pene per i reati di: (i) terrorismo e suo finanziamento, (ii) produzione e traffico illecito di sostanze controllate, (iii) criminalità organizzata, (iv) omicidio, (v) omicidio su commissione, (vi) traffico di esseri umani, (vii) rapimento a scopo di riscatto, (viii) traffico di armi, (ix) riciclaggio di denaro e (x) attività illecita di risorse minerarie, controllate, attraverso la riforma del Codice Penale Organico Integrale?»[3].

A soli tre giorni dall’assunzione della carica presidenziale, Noboa ha emanato un decreto che abroga la cosiddetta Tabla de drogas. Questa tabella, istituita durante la presidenza di Correa nel 2013, fissava i quantitativi massimi di sostanze stupefacenti che premettevano di distinguere un trafficante da un consumatore[4]. L’obiettivo del nuovo presidente sarebbe quello di contrastare il micro-traffico di droghe. Tuttavia, numerose figure di rilievo, tra cui l’ex ministro Ernesto Pazmiño, sostengono che tale provvedimento non farà altro che aumentare il sovraffollamento delle carceri e accrescere la probabilità che giovani tossicodipendenti vengano reclutati dalle bande criminali all’interno degli istituti penitenziari stessi[5].

Successivamente alla decisione, il 20 dicembre, la Corte Nazionale di Giustizia ha colmato il vuoto legale creato dalla decisione del neopresidente, stabilendo che il semplice possesso di sostanze stupefacenti non costituisca un elemento decisivo per l’accusa di un reato.

L’aumento della violenza

Ad oggi è possibile constatare l’esistenza di una rete di narcotrafficanti fortemente radicata in Ecuador. Analizzando i dati del Global Crime Index, l’Ecuador è l’undicesimo Paese al mondo per indice di criminalità, decimo se si considera il pari merito al nono posto di Afghanistan e Libano; il suo punteggio di crimine organizzato è salito da uno 6.5 del 2021 a un 8 pieno per il 2023. Come presentato dal report, in due anni, l’Ecuador ha visto un rapido aumento della criminalità, posizionandosi tra i primi 10 paesi al mondo per presenza di criminalità organizzata, con un aumento del traffico di droga e dell’estrazione illegale dell’oro; particolarmente rilevante è il traffico di cocaina (+1,50), con gruppi criminali colombiani che hanno intensificato la produzione nella regione di confine tra Ecuador e Colombia[6].

Secondo quanto riportato da The Associated Press, questo è stato l’anno più violento della storia della nazione con approssimativamente 7952 morti. Come spiegato nell’articolo, Luis Córdova, direttore del programma di Investigazione ordine, conflitto e violenza dell’Università centrale, crede che «la violenza criminale si stia riproducendo socialmente»[7].

Il 26 novembre è stato arresto un presunto leader della banda dei Lobos, Jaime S. La sua cattura ha portato a una reazione violenta da parte di altre persone che hanno iniziato a sparare verso la stazione di polizia di Puerto Bolívar. Nonostante ciò, un giudice, successivamente accusato, non avrebbe accolto la richiesta dell’autorità e non avrebbe ritenuto configurata la flagranza nel caso dell’individuo detenuto, ordinandone la liberazione. D’altra parte, il Consiglio giudiziario ha assolto il giudice da ogni responsabilità, enfatizzando la liberazione di Jaime S. disposta poiché il Pubblico Ministero, nei confronti del quale è stata aperta un’indagine disciplinare, ha scelto di non incriminarlo[8].

Successivamente, all’inizio di gennaio 2024 le due principali organizzazioni di narcotrafficanti Los Choneros” e Los Lobos sono riuscite a far evadere diversi membri delle proprie organizzazioni dalle carceri ecuadoriane.
Il leader del cartello de Los Choneros è riuscito a fuggire con un pittoresco stratagemma, facendosi sostituire da un sosia nella propria cella. Alcuni giorni dopo il leader de Los Lobos e 38 membri della stessa gang, sono evasi da una prigione nel sud della città di Quito.

Le misure di contrasto

La forte militarizzazione imposta dal governo nella lotta al narcotraffico non rappresenta una strategia innovativa in l’America Latina. Non stupiscono, nella prassi, le misure militariste del presidente Daniel Noboa nel presentare un decreto repressivo che conferisce un largo margine di manovra alle Forze Armate, con l’obiettivo di risolvere lo “stato di guerra” in cui verte il territorio ecuadoregno.
I paesi che hanno dichiarato guerra al narcotraffico ed al crimine organizzato (Colombia, Messico ed El Salvador tra tutti) presentano delle linee comuni nella loro strategia: la militarizzazione della sicurezza, l’escalation di violenze e la violazione di diritti umani.
In Ecuador, il decreto esecutivo del presidente Noboa presenta all’art. 1 il riconoscimento dell’esistenza di un “conflitto armato interno” ed all’art. 2 l’adozione delle misure eccezionalità derivanti dal caso; all’art. 3, invece, «Dispone la mobilitazione ed intervento delle Forze Armate e della Polizia Nazionale nel territorio per garantire la sovranità e l’integrità territoriale contro il crimine organizzato transnazionale, organizzazioni terroriste e attori non statali belligeranti». Successivamente, all’articolo 4 pone la lista specifica delle 22 organizzazioni di narcotraffico considerate terroriste: «Águilas, ÁguilarKiller, AK47, Caballeros Oscuros, ChoneKiller, Choneros, Corvicheros, Cuertel de las Feas, Cubanos, Fatales, Gánster, Kater Piler, Lagartos, Latin Kings, Lobos, Los p.27, Los Tiburones, Mafia 18, Mafia Trébol, Patrones, R7, Tiguerones»[9].

Il decreto comporta, inoltre, uno “stato di conflitto armato interno” implicante la facoltà di una maggiore leggerezza nell’uso armi letali in operazioni militari interne.
Le preoccupazioni più rilevanti legate a questo decreto, oltre all’effettivo stato di guerra già di per sé tragico, consistono negli effetti futuri che avrà tale mobilitazione.
Lo stato di guerra, infatti, comporta controlli e perdite economiche di milioni di dollari per le organizzazioni criminali. Il 26 gennaio 2024, per esempio, il governo ecuadoregno ha sequestrato 22 tonnellate di cocaina; si tratta del più grande quantitativo mai sequestrato nel paese.[10]  Per tale ragione le organizzazioni criminali stanno creando un ambiente tale da terrorizzare la popolazione civile, con atti di terrorismo, per far scendere la politica a compromessi. Inoltre, il governo dell’Ecuador, affrontando gravi difficoltà finanziarie, si trova nell’impossibilità di finanziare la guerra interna contro i gruppi terroristici. Per far fronte a ciò, il presidente Noboa ha avanzato l’idea di un aumento temporaneo dell’IVA. Nonostante una mancata approvazione iniziale, il Congresso non è poi riuscito a superare il veto parziale imposto dal Presidente. L’assenza di voti ha portato all’applicazione dell’allanamiento tácito, accettando di fatto il veto del presidente. Di conseguenza, l’IVA sarà fissata al 13%, con la possibilità di un aumento temporaneo al 15% con l’approvazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze[11].
Inoltre, secondo le ultime informazioni, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti avrebbe imposto sanzioni sia ai Choneros che al loro leader[12], unendosi all’Ecuador nella lotta contro il narcotraffico.

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L’attrattività territoriale dell’Ecuador nell’economia del narcotraffico

L’Ecuador, tra Perù e Colombia ha sviluppato una serie di caratteristiche tali da attrarre le correnti del narcotraffico latino-americano.
Incastrato tra i principali produttori di cocaina, ha vissuto un cambiamento significativo nel suo ruolo nelle correnti del narcotraffico globale.
I fattori attrattivi per le organizzazioni criminali del narcotraffico sono la dollarizzazione, l’aumento della domanda di cocaina a livello globale e le infrastrutture strategiche.

La Dollarizzazione

Il 2000 segna un punto di svolta decisivo per l’Ecuador, con l’adozione del dollaro come moneta nazionale, in risposta alla crisi economica. Questa mossa, se da un lato ha contribuito a stabilizzare l’economia, dall’altro ha reso il paese particolarmente appetibile per i narcotrafficanti. L’utilizzo del dollaro facilita il riciclaggio dei proventi della cocaina, trasformando l’Ecuador in un ambiente favorevole alle attività del narcotraffico. Fino al 2000 infatti l’Ecuador è rimasto ai margini del traffico globale di stupefacenti.

L’aumento della domanda

Il cartello messicano di El Chapo Guzman nel 2018, decide di dislocare lo stoccaggio della cocaina in Ecuador, dato l’aumentare dei prezzi legati alla collaborazione con Il Cartel de los Soles, cartello venezuelano strettamente connesso con il governo venezuelano.
I cartelli messicani, come ogni impresa farebbe in una policy imprenditoriale, decidono di internalizzare i costi riducendo la collaborazione con il cartello venezuelano, aprendo un nuovo hub in Ecuador. Per questo entrano in contatto con Los Choneros, un piccolo gruppo criminale. L’aumento della domanda, e la policy del cartello messicano spingono verso un’espansione in Ecuador. Con la caduta dei grandi cartelli della droga di Medellín e Cali i micro-cartelli coltivano autonomamente e non vi è più un controllo centralizzato.
In questo modo i cartelli ecuadoregni iniziano ad aumentare sempre di più gli introiti derivanti dal mercato del narcotraffico e arrivano dallo stoccaggio.

Bilancio finale

In conclusione, l’Ecuador, sotto la guida del presidente Daniel Noboa, sta affrontando sfide politiche, economiche e sociali di grande complessità. Il suo mandato può dirsi contraddistinto dall’incremento della violenza, alimentato da una rete di narcotraffico robusta e profondamente radicata nella società.
Per fronteggiare queste emergenti minacce alla sicurezza, il presidente ha adottato decisioni audaci, come l’istituzione dello stato di eccezione, il riconoscimento di un conflitto armato interno e l’aumento dell’IVA.  Inoltre, sembra che l’Ecuador possa contare sull’appoggio degli Stati Uniti.
Nonostante ciò, alcune decisioni controverse, come l’abrogazione della tabla de drogas, sollevano preoccupazioni sulla gestione delle politiche antidroga e sull’eventuale aumento del sovraffollamento carcerario.


Note

[1]https://www.oas.org/juridico/pdfs/mesicic4_ecu_const.pdf
[2] EL PRESIDENTE NOBOA EN EL CONSEJO DE SEGURIDAD DE LA ONU: “CREO EN UN ESTADO QUE TIENE COMO PRIMER OBJETIVO REDUCIR LA VIOLENCIA” – Secretaría General de Comunicación de la Presidencia. (n.d.). Retrieved 7 February 2024, from https://www.comunicacion.gob.ec/el-presidente-noboa-en-el-consejo-de-seguridad-de-la-onu-creo-en-un-estado-que-tiene-como-primer-objetivo-reducir-la-violencia/#.
[3] EL PRESIDENTE DANIEL NOBOA CONVOCA A CONSULTA POPULAR Y REFERÉNDUM – Secretaría General de Comunicación de la Presidencia. (2024, February 9). El Nuevo Ecuador. https://www.comunicacion.gob.ec/diez-preguntas-conformaran-la-consulta-popular-y-el-referendum/.
[4] Gabriela Molina. (2023, November 26). Ecuador: ¿Qué pasará tras derogación de la tabla de consumo de drogas? | AP News. AP. https://apnews.com/world-news/general-news-b1043923291241adb5f06e93ed102216.
[5] https://www.youtube.com/watch?v=egeWZemntoc.
[6] 4 Continental overviews and results – Global Organized Crime Index 2023. (n.d.). Retrieved 7 February 2024, from https://ocindex.net/report/2023/04-continental-overview.html#americas.
[7] Gabriela Molina. (2023, December 29). Ecuador cierra el año más violento de su historia, con más de 7.000 homicidios en 2023. AP News. https://apnews.com/world-news/general-news-0ff8a41cc645e3fb0c3e3df5ec3507dc
[8] Redacción Primicias. (2023, November 27). Juez libera a presunto cabecilla de Los Lobos cuya captura desató violencia en Machala. Primicias. https://www.primicias.ec/noticias/sucesos/machala-balacera-cuartel-policia-lobos/
[9]Presidencia De La República Del Ecuador, Decreto Ejecutivo No.111, Palacio Nacional, Distrito Metropolitano, 9 enero de 2024. [10]https://it.euronews.com/video/2024/01/26/ecuador-le-autorita-distruggono-22-tonnellate-di-cocaina.
[11] Redacción Primicias. (2024, February 9). El IVA se incrementa al 13% con posibilidad de ser revisado por el presidente Noboa. Primicias, https://www.primicias.ec/noticias/politica/asamblea-iva-daniel-noboa/.
[12] Treasury Sanctions Ecuador’s Notorious Los Choneros Gang and Its Leader. (2024, January 25). U.S. Department of the Treasury, https://home.treasury.gov/news/press-releases/jy2082.


Foto copertina: Guayaquil, Ecuador, l’esercito presidia gli studi del canale televisivo «TC» dopo l’irruzione dei narcos – Ap