Proteste a Sukhumi capitale dell’autoproclamata repubblica di Abcasia contro un disegno di legge che permetterebbe a società russe di partecipare a progetti di investimento immobiliare e di acquistare proprietà. Il presidente Alsan Bzhania lascia la capitale.
Migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto il Parlamento e l’ufficio presidenziale a Sukhumi, la capitale della autoproclamata repubblica dell’Abcasia, per protestare contro un disegno di legge in discussione che permetterebbe a società russe di partecipare a progetti di investimento immobiliare e quindi di acquistare proprietà nel territorio.
La sommossa nella Repubblica separatista sostenuta da Mosca ha provocato almeno otto feriti. I dimostranti hanno dichiarato che avrebbero continuato l’occupazione fino a quando il presidente Aslan Bzhania non si fosse dimesso e non fossero state convocate elezioni anticipate. Gli oppositori dicono che la legge farebbe salire i prezzi degli appartamenti e rafforzerebbe il dominio di Mosca nella regione.
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La Russia, secondo quanto affermato la portavoce del Ministro degli Esteri Maria Zakharova, segue con preoccupazione gli eventi in Abkhazia, dove “le tensioni interne si sono nuovamente esacerbate”.
Secondo quanto riportato da Georgia Today, il servizio stampa di Aslan Bzhanai, ha affermato che stanno preparando un documento per ritirare e annullare il progetto di legge Ricordiamo che l’Abcasia, che ha un territorio di soli 8600 chilometri quadrati sul Mar Nero e 244mila abitanti, ha dichiarato l’indipendenza dalla Georgia fin dal 1992, ma è riconosciuta soltanto da cinque Paesi, tra cui la Russia, da cui dipende per la sua sopravvivenza economica e militare.
Foto copertina: Proteste in Abcasia, il presidente Alsan Bzhania lascia la capitale