La visita di Mattarella in Cina, uno sguardo ad Oriente


Il Presidente Mattarella ha svolto un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese che potrebbe tutelare gli interessi nazionali più di quanto ci sia dato credere.


La politica è fatta di segnali e coincidenze che spesso rischiano di passare inosservate agli occhi del grande pubblico. Una di queste convergenze coincide con la visita di Stato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso la Repubblica Popolare Cinese. Il viaggio ufficiale, durato dal 6 al 12 novembre, è stato occasione e fulcro per avvalorare la vicinanza secolare che l’Italia intrattiene con il lontano paese asiatico. È possibile affermare che la simbologia sia stata al centro dell’intera visita.
La prima campanella può essere ricondotta alle date della visita ufficiale, solitamente decise con largo anticipo, che avrebbero visto il Presidente Mattarella in visita presso la Repubblica Popolare nei giorni immediatamente susseguenti l’elezione del nuovo Presidente Americano. Una coincidenza, certamente, la quale ha tuttavia reso Mattarella il primo Leader di un Paese del G7 in visita in Cina dopo le elezioni dell’alleato a stelle e strisce. A ciò deve essere aggiunto che, a distanza di qualche ora dal messaggio di congratulazioni verso il Presidente eletto Donald Trump, il Presidente Mattarella stava stringendo la mano all’acerrimo rivale di Trump, il Presidente della R.P.C. Xi Jinping[1]

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Il Presidente Mattarella è stato inoltre accolto dalle massime cariche nazionali quali il Primo Ministro, Li Qiang, e il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Zhao Leji. Incontri ai quali sono seguiti quelli con i Segretari Provincial del Partito Comunista Cinese delle province dello Zhejiang e del Guangdong. Due delle principali province per reddito e sviluppo tecnologico di tutto il paese. Quella che potrebbe sembrare una scelta quasi naturale, data la concentrazione di aziende italiane e di connazionali nelle due province, può assumere altre sfumature, se affiancata alla dichiarazione di sovranità effettuata dal Presidente il giorno dopo il suo rientro in patria verso le ingerenze politiche del tycoon Elon Musk. Maggior sponsor politico ed economico del Presidente eletto Donald Trump.
A ciò debbono aggiungersi le visite culturali effettuate dal Presidente Mattarella. Nel quadro del China-Italy Philanthropy Forum (CIPF) i due paesi hanno rinnovato l’impegno congiunto nella promozione accademica e nella ricerca congiunta, con un forte occhio allo scambio internazionale di giovani studiosi. Accordo che garantirà pertanto, per il quinquennio 2025-2029, il proseguire degli scambi di conoscenze tra le due realtà sociali. Una tipologia di scambi messa sempre più a repentaglio dalla lettura dei governi occidentali verso la materia, i quali temono una fuoriuscita di know-how dalle accademie occidentali a favore di quelle cinesi. Tema ovviamente centrale e rilevante ai fini della sicurezza nazionale di ogni paese coinvolto, ma che tuttavia rischia di soffrire di cecità in relazione alla contingente continua rimodellazione dei rapporti tra alleati. I quali probabilmente saranno soggetti a stravolgimenti durante la prossima presidenza Trump.
In chiusura della visita, il Presidente Mattarella ha reso omaggio alla Tomba del gesuita Prospero Intorcetta, in Hangzhou – Zhejiang. Un’azione che di primo acchito potrebbe sembrare irriflessiva per il Presidente di uno Stato laico in visita in un paese comunista. Ma che, tuttavia, può essere utile per ricordare ai quadri di partito cinese la vicinanza tra Stato italiano e Chiesa cattolica, soprattutto per la paventata comunione di intenti tra queste due entità. È infatti necessario ricordare come la Sacra romana chiesa si sia avvicinata sempre più, nel corso del pontificato di Papa Francesco, al mondo asiatico. Vedendo in questo terreno fertile per la rinascita di un proselitismo in forte decrescita altrove e soggetto a sempre più forti spinte separatiste, in special modo dalle diocesi americane[2].
Mattarella e Bergoglio potrebbero quindi aver deciso di unire le loro forze ricordando all’amico asiatico che Santa Chiesa e Repubblica Italiana possono rappresentare due lasciapassare di legittimazione internazionale per Pechino. La prima sotto il profilo sociale e dei diritti umani, dove in un paese comunista che negli ultimi anni spesso è stato al centro di critiche libertarie, l’accettazione della fede cristiana potrebbe rappresentare una significativa contromossa a riguardo. Per quanto riguarda l’Italia invece, seppur la bilancia commerciale rimanga fortemente sbilanciata a favore di pechino ed il volume non sia lontanamente equiparabile a quello raggiunto dai cugini tedeschi, il bel paese si è anzitempo dimostrato il più vicino partner diplomatico di Pechino. La visita del Presidente Mattarella potrebbe essere quindi letta secondo un’ottica di tutela verso gli interessi nazionali ed un auspicio di ribilanciamento degli scambi commerciali in ottica di un futuro prossimo incerto nei confronti dei partner storici.


Note

[1] Presidenza della Repubblica, Visita di Stato nella Repubblica Popolare Cinese – Pechino, 8/11/2024 https://www.quirinale.it/elementi/122785
[2] Marco Grieco, Scontro fra il papa e il clero Usa: la linea di resistenza è in Texas, Domani, 14/11/2023 https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/scontro-fra-il-papa-e-il-clero-usa-la-linea-di-resistenza-e-in-texas-bhykey3h


Foto copertina: Il presidente Mattarella e l’omologo cinese Xi Jinping durante la recente visita in Cina