Tra presunte irregolarità, frodi e tensioni politiche, il partito di governo Georgian Dream guidato dal miliardario filorusso Bidzina Ivanishvili ha ottenuto il 53,92% dei voti, relegando al margine le opposizioni. Se le manifestazioni dei mesi precedenti si sono interrogate sul futuro della Georgia nell’Unione Europea o sotto l’influenza di Mosca, Tbilisi rischia ora di sprofondare in un caos di incertezza democratica.
Elezioni contestate
Si sono tenute sabato 26 ottobre le elezioni più importanti della storia recente della Georgia, piccola repubblica caucasica incastonata tra il Mar Nero, il Caspio e la Russia. A differenza delle previsioni occidentali e della stessa popolazione, il partito di governo Sogno Georgiano (al potere dal 2012) ha ottenuto la maggioranza dei voti scalzando le opposizioni e riaccendendo i timori di una sterzata autoritaria che possa allontanare la Georgia dall’Unione Europea, per spingerla sotto l’orbita di Mosca[1].
Per la prima volta è stato sperimentato il voto elettronico nella quasi totalità del Paese (circa il 90% dei seggi). Ciononostante, non sono mancate critiche e accuse di presunte irregolarità[2] elettorali e persino richieste di annullamento delle elezioni in favore di una nuova chiamata alle urne sotto stretto controllo internazionale per evitare frodi. È quanto sta accadendo in queste ore dopo il raduno di una folla oceanica lungo Rustaveli avenue fino alla sede del Parlamento georgiano, sotto l’auspicio della presidente Salome Zourabichvili che durante le prime dichiarazioni alla stampa ha invitato i georgiani a scendere in piazza per il proprio futuro europeo[3]. La stessa presidente ha espresso gravi preoccupazioni rivolgendosi alla comunità internazionale per via di ciò che sta accadendo a “Sakartvelo” da due anni a questa parte: un’operazione speciale russa di cui la popolazione è allo stesso tempo vittima e testimone, condotta in una modalità che ricalca le moderne guerre ibride, finalizzata a troncare definitivamente il percorso di integrazione della Georgia nell’Unione Europea[4].
Anche per i partiti di opposizione il partito di governo capeggiato dal miliardario Bidzina Ivanishvili persegue un evidente intento di avvicinare Tbilisi a Mosca per via di una serie di vantaggi a livello personale che ne deriverebbero. Il tutto a costo di sacrificare quegli obiettivi di adesione alle istituzioni europee e all’ombrello di sicurezza della NATO sanciti nella Costituzione georgiana, nonché a rischio di provocare un’irreversibile sterzata autoritaria nel Paese.
Nonostante ciò, Ivanishvili e il partito Sogno Georgiano respingono le accuse manifestando la salda volontà di mantenere la politica estera sulle rotaie europee e da realizzarsi possibilmente entro il 2030 – proposito a cui ha fatto eco anche lo stesso Primo Ministro Irakli Kobakhidze[5].
La “longa manus” di Bruxelles non raggiunge Tbilisi
Le relazioni con Bruxelles restano tese. Al momento, a livello europeo solo il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán si è congratulato con il partito vincente, annunciando una visita a Tbilisi entro i primi giorni di questa settimana[6]. Una simile azione non è però stata supportata a livello istituzionale comunitario, così come non è da aspettarsi un rapido e condiviso supporto da altri singoli Stati europei ad un nuovo governo a guida Georgian Dream. Le ragioni sono molteplici, e vanno ricercate soprattutto in una serie di eventi accaduti nell’ultimo biennio, il cui volto è stato ben espresso durante le proteste di massa del 2023 e della primavera 2024.
Nulla fa presagire atteggiamenti democratici di tolleranza nei confronti di oppositori, media indipendenti, attivisti e organizzazioni della società civile che sono scesi nelle piazze georgiane sventolando la bandiera europea accanto a quella georgiana, statunitense ed ucraina[7]. Così come a nulla sono serviti i veti e i respingimenti della Presidente Zourabichvili ad una serie di iniziative legislative che hanno in ultima analisi acquisito forza vincolante e che sono stati interpretati secondo una lente di indubbia anti-democraticità e illiberalismo.
Dalla più recente legge “anti-LGBT[8]” con evidente ispirazione alle disposizioni sorelle adottate in Russia, che vieta ogni tipo di propaganda sul tema, alla legge sulle influenze straniere che impone agli enti che ricevono più del 20% dei propri finanziamenti dall’estero di registrarsi come agenti stranieri – divenuta anch’essa celebre con l’espressione “legge russa” [9], la reazione europea non ha potuto essere altro che il congelamento del processo di adesione della Georgia.
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Verso il baratro politico?
La situazione di incertezza che pervade questo momento così delicato per il Paese è accompagnata da una notevole volatilità e instabilità degli eventi. Per le strade di Tbilisi, nel mese di maggio, non era insolito cogliere tra la folla una netta opposizione tra “futuro europeo” e “orbita russa”, così come pure una più ragionata cautela nell’attribuire a Sogno Georgiano l’etichetta di “filorusso”, per non eclissare decenni di aggiustamenti e riforme compiute in senso europeo e altresì sottolineare i legami di tipo personale con la Russia di una fetta di élite politica. Durante tutta la campagna elettorale, la netta opposizione tra Europa e Russia ha costituito il centro di gravità della retorica dell’opposizione, che tuttavia non ha apparentemente raggiunto i propri obiettivi di controbilanciamento dell’autoritarismo del partito di governo.
Dal canto suo, una retorica ben differente è risultata centrale nell’approccio di Sogno Georgiano: per far breccia in quell’80% di elettorato filoeuropeista che ha cercato rifugio nelle opposizioni, la leva è stata un efficace gioco di insinuazione di timori nella popolazione connessi al rischio di una minaccia imminente di una guerra con la Russia. Non di certo un’invasione diretta, bensì potenziali scontri al confine con le regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Riconosciute solo dalla Russia, che vi mantiene una presenza militare sotto forma di basi, truppe e mezzi bellici dal 2008, queste regioni rappresentano da sempre la “spina nel fianco” di Tbilisi[10]. Non a caso, un vociferare di eventuali riconciliazioni da realizzarsi attraverso la creazione di una eventuale “confederazione”, così come la retorica dell’Occidente come appartenente ad un “partito globale della guerra” che avrebbe intenzione di aprire un secondo fronte con Tbilisi[11] hanno portato alla seducente alternativa di Sogno Georgiano di realizzare un cammino europeo “da Stato sovrano”, così da evitare una replica di ciò che sta accadendo in Ucraina. Tuttavia, lungi da interpretare la vittoria del partito di governo come espressione della volontà dei georgiani in favore della Russia: con un’Unione Europea in forte difficoltà diplomatica globale e una vulnerabile tenuta democratica, i georgiani non hanno dubbi sui capisaldi ideologici da seguire. Al momento, tuttavia, i partiti di opposizione non hanno avuto abbastanza forza per scalfire gli interessi privati di un’élite che guarda a Mosca.
Note
[1] Official Results of 2024 vote: what they show, Civil Georgia, 28 ottobre 2024. Disponibile al link: https://civil.ge/archives/631386.
[2] OSCE, Georgia, Parliamentary Elections, 26 October 2024: Statement of Preliminary Findings and Conclusions. Disponibile al link: https://www.osce.org/odihr/elections/georgia/579346.
[3] Georgian president calls for protests after ruling party wins disputed election, Reuters, 27 ottobre 2024.
[4] Georgian President: ‘An election that has been stolen’, Deutsche Welle, 27 ottobre 2024. Il discorso è disponibile al link: https://www.dw.com/en/georgian-president-this-is-an-election-that-has-been-stolen/video-70619380.
[5] Georgia PM rejects vote-rigging claims in BBC interview as president calls mass rally, BBC, 28 ottobre 2024.
[6] Amid EU censure, Orbán plans Georgia visit to celebrate contested vote, Politico, 28 ottobre 2024.
[7] Valentina Chabert, La “legge russa? Mosca vuole allontanare la Georgia dall’UE”. Intervista a Giorgi Mukhigulishvili, Opinio Juris – Law and Politics Review, 6 maggio 2024. Disponibile al link: https://www.opiniojuris.it/opinio/la-legge-russa-mosca-vuole-allontanare-la-georgia-dallue/.
[8] Parliament Adopts Anti-LGBT Legislation in Third Hearing, Civil Georgia, 17 settembre 2024.
[9] Valentina Chabert, La legge sulle influenze straniere infiamma la Georgia, Difesa Online, 3 giugno 2024. Disponibile al link: https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-legge-sulle-influenze-straniere-infiamma-la-georgia.
[10] Campaign Highlights Ahead of 2024 October Vote, Civil Georgia, 21 ottobre 2024.
[11] “Global War Party,” “Second Front,” “Unprecedented election meddling” from the West, and other propaganda narratives dominating Georgian information space in the run-up to the key 2024 elections, European Digital Media observatory, 25 ottobre 2024. Disponibile al link: https://edmo.eu/publications/global-war-party-second-front-unprecedented-election-meddling-from-the-west-and-other-propaganda-narratives-dominating-georgian-information-spa/.
Foto copertina:The Georgian Dream party supporters celebrate after exit poll results announcement in parliamentary elections at the Georgian Dream party headquarters in Tbilisi, Georgia, 26 October 2024. A total of 18 parties are participating in the parliamentary elections in Georgia. Three thousand, one hundred and eleven polling stations opened for the parliamentary elections, including 67 abroad. Voting abroad will be possible in 53 cities in 42 countries. EPA/DAVID MDZINARISHVILI