L’ode al militarismo e alla violenza di Javier Milei e Victoria Villarruel in vista delle elezioni in Argentina
“Militari alla sbarra”, ma solo sulla carta
Se c’è stato un paese in America Latina che alla metà degli anni ’80 sembrava, almeno apparentemente, essere venuto a patti con la propria storia di violenza, questo era proprio l’Argentina. Lo stato del Cono Sud, infatti, è stato l’unico a “portare alla sbarra” i governatori della Giunta militare al potere dal 1976 al 1983. Il 22 aprile 1985 ebbe inizio quello che passerà alla storia come il più grande processo per crimini contro l’umanità e crimini di guerra da quello di Norimberga nel 1945. Il Juicio a las Juntas voluto dal presidente Alfonsín vedeva imputati: il generale e dittatore Videla; il capo di stato maggiore della Marina Militare argentina Massera; il generale e dittatore Viola, l’ammiraglio Lambruschini; i generali Agosti, Graffigna, Galtieri, Dozo; e l’ammiraglio Anaya. A presiedere il dibattimento – a fronte del rifiuto di istituire una corte marziale – una corte presieduta da sei giudici guidati dal procuratore Julio César Strassera e dal suo assistente Luis Moreno Ocampo. I procuratori presentarono 709 casi e 833 testimoni, tra i quali lo scrittore Jorge Luis Borges, e Pablo Díaz (unico sopravvissuto alla “Notte delle matite”[2]). Il processo si concluse con la condanna all’ergastolo per Videla e Massera, 17 anni di carcere per Viola, 8 e 4 anni e mezzo rispettivamente per Lambruschini e Agosti. Gli altri militari, invece, furono tutti assolti. L’anno successivo la Corte Suprema argentina, confermò nella sostanza la sentenza impugnata, riducendo la pena di Viola e Agosti a 16 anni e 6 mesi e 3 anni e 9 mesi. Al contempo, la presidenza Alfonsín promulgò due leggi che nei fatti decretarono l’impunità per tutti i militari condannati. La prima, la Legge 23.492 di estinzione dell’azione penale, detta anche “Legge del punto finale”, stabilì la paralisi dei processi contro gli autori delle detenzioni illegali, le torture e gli assassini compiuti durante la Guerra Sucia. La seconda, la Legge 23.521, fu emanata allo scopo di sollevare da ogni responsabilità, senza possibilità di prova contraria, i rappresentanti delle Forze Armate che si fossero macchiati di crimini contro l’umanità negli anni fra il ‘76 e l’‘83. A queste due leggi si accompagnò, nel 1989, l’indulto per tutti i reati ascritti ai militari su indicazione del presidente Menem. Soltanto nel 2005 le due “leggi sull’impunità” furono dichiarate incostituzionali su proposta del presidente Kirchner, e gli imputati ancora in vita nuovamente condannati. La gestione giuridica e morale della fase post dittatura ci fornisce, dunque, il quadro di un paese che non ha mai affrontato realmente la propria storia. E se l’ha fatto è solo grazie alle diverse organizzazioni di diritti umani operative sul territorio. Alcune frange politiche, così come alcune componenti sociali, non hanno mai accantonato l’eredità lasciata dalla dittatura militare, riproducendone alcuni capi saldi e facendoli propri. Sorprende dunque, ma solo relativamente, l’ascesa di Javier Milei, personalità che fonde insieme ultraliberismo, negazionismo e populismo, strizzando l’occhio al militarismo degli anni ’70.
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Gli obiettivi di Milei in caso d’insediamento alla Casa Rosada: chi è il candidato de La Libertad Avanza?
Le primarie dello scorso agosto hanno visto trionfare il candidato di estrema destra – considerato erroneamente un outsider – Javier Milei. Economista e deputato del Congresso dal 2021, Milei è stato il consigliere economico di Antonio Domingo Bussi, militare durante la dittatura in Argentina, eletto deputato alla fine degli anni Novanta, poi espulso dal parlamento e accusato di crimini contro l’umanità. La proposta elettorale del fondatore de La Libertad Avanza, ruota attorno a 3 pilastri: taglio della spesa pubblica, ultraliberismo, revisione totale delle relazioni bilaterali dell’Argentina. In particolare, sul piano interno il leader di ultradestra propone un ampio pacchetto di riforme che vanno dal mondo del lavoro all’istruzione, passando per le riforme economiche. Oltre all’insolita e provocatoria fusione dei ministeri dello Sviluppo sociale, della Sanità e dell’Istruzione, in materia di sanità, l’obiettivo è di porre fine all’assistenza sanitaria gratuita e al Servizio Sanitario Nazionale in modo da favorire la sanità privata; dislocare i ricoveri ospedalieri e tariffare tutte le prestazioni[3]. In materia d’istruzione Milei propone di «decentralizzare l’istruzione assegnando il budget ai genitori, invece di darlo al Ministero, finanziando la domanda»[4] attraverso un sistema di “voucher educativi”. Il candidato, inoltre, promette l’eliminazione del piano educativo promosso da Kirchner, volto al promuovere l’Educazione Sessuale Integrale (CSE) a tutti i livelli. Ampio spazio è, inoltre, dedicato alla sicurezza nazionale, la cui gestione dovrà essere affidata alle Forze di Sicurezza a cui, secondo Milei, si dovrà restituire «una nuova autorità»[5]. Tra le 47 proposte spiccano: la deregolamentazione delle armi da fuoco; l’abbassamento dell’età d’imputabilità dei minori; il divieto d’ingresso nel territorio nazionale a tutti gli stranieri con precedenti penali e l’espulsione immediata per chi commette reati nel Paese. In materia economica si propone – oltre a dei tagli massicci alla spesa sociale -: la privatizzazione delle aziende pubbliche in deficit; l’eliminazione della Banca Centrale; la dollarizzazione dell’economia nazionale, in modo da soppiantare definitivamente il Peso argentino ed eliminare ogni tipo di restrizione in materia di cambi[6]. Diversi i provvedimenti che il candidato ha promosso durante la campagna elettorale, in maniera ampiamente provocatoria. Tra questi figurano: l’opposizione all’aborto, motivato dalla volontà di «proteggere i bambini sin dal concepimento»[7] e la legalizzazione del mercato della vendita di organi – attività vietata in Argentina -. Le provocazioni e il populismo di Milei non si limitano, però, ai provvedimenti interni ma coinvolgono anche la politica estera. In questo senso, il candidato alla presidenza si pone in netta controtendenza con quanto fatto e promosso dall’attuale presidente Fernandez. In particolare, Milei auspica per l’Argentina un riposizionamento totale sullo scacchiere internazionale che coinvolga più aree. In primis occorrerà intervenire sulle – storicamente travagliate – relazioni con gli Stati Uniti nel segno di un totale allineamento simile a quello del Menemismo degli anni ’90. Inoltre, secondo Milei sarebbe auspicabile una totale revisione dei rapporti diplomatici con tutti quei paesi considerati comunisti, rompendo o comunque congelando le relazioni in particolare con Venezuela, Colombia, Brasile e Cina. In linea con tale visione l’aspirante presidente argentino auspica per il paese: l’uscita dal MERCOSUR e l’apertura di nuovi negoziati con il Fondo Monetario Internazionale, per riformulare e rinegoziare il debito pubblico del Paese. Anche in questo caso, non è errato considerare le proposte del candidato de La Libertad Avanza più provocazioni che proposte reali. La volontà di spezzare i rapporti con la Cina e il Brasile non tiene, infatti, conto dei numerosi accordi commerciali – fondamentali per far fluire capitale a Buenos Aires – preesistenti tra i tre stati. «La Cina è la prima destinazione delle esportazioni agricole e zootecniche, mentre il Brasile è la principale destinazione delle nostre esportazioni industriali» – ha dichiarato, Leandro Morgenfeld, ricercatore del National Scientific and Technical Research Council (CONICET) – «congelare le relazioni con questi due paesi avrebbe anche implicazioni fortemente politiche». Concorde con lo studioso anche la politologa Mariana Vázquez secondo cui Brasile e Cina sono «due tra i principali legami internazionali dell’Argentina, per il loro carattere strategico sia dal punto di vista geopolitico che economico». Basti pensare che solo dal punto di vista puramente commerciale, ha sottolineato Vázquez, «la Cina è la principale destinazione delle esportazioni per otto province argentine; il Brasile lo è per quattro di esse, compresa la provincia di Buenos Aires, nucleo centrale dell’industria nazionale»[8].
I richiami al militarismo di Victoria Villarruel
Nella sua corsa alle presidenziali, Javier Milei è affiancato dalla candidata alla vicepresidenza Victoria Villarruel, numero due de La Libertad Avanza e firmataria della Carta de Madrid, documento anticomunista promosso dal partito spagnolo Vox. Figlia del tenente colonnello in pensione e veterano delle Malvinas, Eduardo Marcelo Villarruel, Villarruel si è distinta per le sue chiare posizioni negazioniste nei confronti dell’ultima dittatura militare, poiché secondo l’avvocato argentino nel paese «non ci sono stati 30.000 desaparecidos»[9] e per aver difeso con fermezza i gerarchi condannati per crimini contro l’umanità. Non solo, Villarruel è anche nipote dell’ex capitano Ernesto Guillermo Villarruel accusato, nell’ambito del caso “Vesuvio”, di aver preso parte attiva nel massacro di Monte Grande commesso nel maggio 1977, quando 16 persone furono arrestate dalle Forze Armate e trasferite nel centro clandestino El Vesubio per essere torturate e fucilate. La militanza negazionista di Victoria Villarruel non fa, però, parte della sua storia recente; già un decennio fa, si era opposta ai processi per crimini contro l’umanità che il governo di Nestor Kirchner stava rilanciando. Nel 2003, dopo l’abrogazione delle leggi di Obbedienza Dovuta e Punto Finale Villarruel fondò il Centro de Estudios Legales sobre el Terrorismo y sus Víctimas (CELTYV), attraverso cui ha difeso legalmente i militari accusati di crimini contro l’umanità. In qualità di presidente Centro Studi, Villarruel ha chiesto a gran voce il ripristino della cosiddetta “memoria completa”, come parte di un movimento minoritario ma comunque molto attivo a livello locale e internazionale, che nega l’esistenza del terrorismo di Stato. «I terroristi hanno diritti umani e le loro vittime no»[10] è sempre stato il mantra principale – già noto in passato e ripetuto con frequenza nei discorsi e nelle interviste televisive – della candidata. Lo scorso 5 settembre, dopo aver presenziato ad un “omaggio” alle vittime del terrorismo di stato promosso dal CELTYV[11], Villarruel si è scagliata contro la presidente delle Abuelas de Plaza Mayo, Estela de Carlotto, mentre era intervistata da La Nácion. La candidata ha attaccato la presidente dell’organizzazione per i diritti umani dichiarando: «La verità è che Carlotto è stata un personaggio piuttosto sinistro per il nostro paese perché, con quella faccia da nonnina buona, ha in realtà giustificato il terrorismo. È un personaggio che fa politica da sempre, che ha messo tutta la sua famiglia nello stato, e che viene a reclamare qualcosa quando dovrebbe ammettere che può, certamente, provare dolore per la morte di sua figlia, ma deve altrettanto dire che sua figlia era un combattente di Montoneros. Allora diciamo tutto. Carlotto è un grande segno della grande ipocrisia della sinistra»[12]. Immediata la replica dell’Organizzazione che, tramite un comunicato stampa ha dichiarato: «Come Abuelas de Plaza de Mayo esprimiamo il nostro ripudio delle falsità che la candidata alla vicepresidenza de La Libertad Avanza, Victoria Villarruel, ha riversato sulla figura della nostra presidente, Estela de Carlotto, e sul processo di memoria, verità e la giustizia che la società argentina ha saputo costruire in questi 40 anni di democrazia. I genocidi argentini hanno commesso crimini contro l’umanità. Un tipo di crimine talmente aberrante e pernicioso per la società nel suo complesso, da essere considerato imprescrittibile: non importa quanto tempo sia passato da quando è stato commesso, deve sempre essere giudicato e condannato, affinché la società non lo ripeta. […]Ciò che fanno Villarruel e il suo spazio politico è una provocazione per acquisire notorietà su questioni che sono state superate dalla società argentina e convalidate dalla giustizia nazionale e internazionale. Il suo discorso ci riporta al peggio della nostra storia, cerca di seminare confusione e promuovere l’odio tra gli argentini. Ricordiamolo: non lasciamo che si amplifichino dimenticanze o discorsi che banalizzano i crimini di Stato, perché è un pericolo per la democrazia»[13]. A sostegno e in linea con le dichiarazioni di Villarruel si è espresso lo stesso Milei che ha dichiarato: «La sua conoscenza delle questioni di sicurezza e difesa è impeccabile e poche persone possono eguagliarla, anche in discussioni molto importanti che sono così contaminate e sporche in Argentina, come il dibattito sui diritti umani»[14].
Gli ultimi sondaggi in vista delle elezioni del 22 Ottobre
Nonostante le sue proposte sui generis e i commenti controversi mossi da Milei e Villarruel, il candidato libertario resta molto avanti nei sondaggi. Come raccolto dal Centro Latinoamericano Strategico di Geopolitica (CELAG), Milei raggiungerebbe il 33,2% dei voti mentre l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa seguirebbe con il 32,2%. Patricia Bullrich – capolista per il partito conservatore Propuesta Republicana – rimarrebbe ferma a poca distanza, con il 28,1% di preferenze[16]. Il sondaggio effettuato fotograferebbe, dunque, una teorica situazione di parità che renderebbe inevitabile un secondo turno elettorale tra Milei e Massa. È, tuttavia, opportuno tenere a mente, oltre alla consueta variabile dell’incertezza, un elemento. Milei sta si consolidando il proprio consenso, ma senza crescere particolarmente. Grazie alla vittoria delle primarie ad agosto ha registrato una consistente spinta iniziale senza, però, riuscire ad aumentare la propria quota di voti. Le sue idee, il suo approccio populista e la sua immagine macchiettistica gli hanno permesso di arrivare direttamente alla “pancia” dell’elettorato facendo leva sulla rabbia e sul risentimento della cittadinanza. Quella guadagnata è sì una percentuale consistente, che non va in alcun modo sottovalutata, ma nemmeno sopravvalutata. Altri due terzi della popolazione non sono in alcun modo d’accordo con il suo progetto, né con le sue idee o con le sue caratteristiche di leader. Letteralmente – ed è lo stesso CELAG a confermarlo – questa maggioranza lo considera una personalità eccessivamente violenta, instabile, maschilista e ciarlatana. Pertanto, le sue reali possibilità di crescita elettorale al primo turno si basano sul cosiddetto “voto utile” a suo favore, vale a dire che Milei potrebbe ottenere ulteriori voti a patto che si confermi la possibilità di un secondo turno e che, quindi, una porzione di elettori di Juntos por el Cambio – coalizione repubblicana fondata dall’ex presidente Macri sostenitrice di Bullrich -, pessimisti sui risultati attuali, lo voti al solo scopo di impedire a Massa di accedere al ballottaggio. Non resta, dunque, che attendere il 22 ottobre per vedere quale piega vorrà dare il popolo argentino al proprio futuro.
Note
[1] In basso il candidato alla presidenza Javier Milei e la candidata alla vicepresidenza Victoria Villarruel, https://www.pagina12.com.ar/549775-javier-milei-confirmo-que-victoria-villarruel-sera-su-compan.
[2] Noche de los lápices è il nome in codice di un’operazione di polizia che, il 16 settembre 1976, portò all’arresto a La Plata di sei studenti tra i 14 e 17 anni rapiti e torturati dalla Polizia argentina perché considerati sovversivi, e infine, fatti sparire nel nulla.
[3] S. Aznarez, “Las propuestas de Javier Milei: qué dice su plataforma electoral”, La Nacion, 18/08/2023, https://www.lanacion.com.ar/politica/la-plataforma-de-javier-milei-para-las-elecciones-paso-2023-nid02082023/.
[4] Bases de acción politica y plataforma electoral nacional, La Libertad Avanza, https://www.electoral.gob.ar/nuevo/paginas/pdf/plataformas/2023/PASO/JUJUY%2079%20PARTIDO%20RENOVADOR%20FEDERAL%20-PLATAFORMA%20LA%20LIBERTAD%20AVANZA.pdf.
[5] Ibidem.
[6] “Estas son las reformas y propuestas económicas que tiene Javier Milei para Argentina”, La República, 14/08/2023, https://www.larepublica.co/globoeconomia/estas-son-las-propuestas-de-javier-milei-para-argentina-3679037.
[7] Bases de acción politica y plataforma electoral nacional, Op. cit.,
[8] J. M. Porto, “Milei y una propuesta de política exterior “altamente ideologizada” y “casi caricaturesca””, Télam Digital, 26/08/2023, https://www.telam.com.ar/notas/202308/638234-milei-politica-exterior-analisis.html.
[9] “Quién es Victoria Villarruel, la compañera de fórmula de Milei”, Página 12, 16/05/2023, https://www.pagina12.com.ar/547308-quien-es-victoria-villarruel-la-diputada-negacionista-que-ja.
[10] K. Micheletto, “Quién es Victoria Villarruel, segunda en la lista de Javier Milei”, Página 12, 13/08/2023, https://www.pagina12.com.ar/364529-quien-es-victoria-villarruel-segunda-en-la-lista-de-milei
[11] K. Micheletto, “Cómo fue el acto de Victoria Villarruel en la Legislatura: agravios a Estela Carlotto y corralito a la prensa”, Página 12, 5/09/2023, https://www.pagina12.com.ar/584988-luz-verde-para-el-negacionismo.
[12] “Abuelas de Plaza de Mayo sobre los dichos de Villarruel: “Nos retrotraen a lo peor de nuestra historia””, Página 12, 05/09/2023, https://www.pagina12.com.ar/585215-abuelas-de-plaza-de-mayo-sobre-los-dichos-de-villarruel-nos-.
[13] Abuelas de Plaza de Mayo, “A los agravios respondemos con verdad”, Comunicado de prensa, 5/09/2023, https://www.abuelas.org.ar/noticia/a-los-agravios-respondemos-con-verdad-1831.
[14] “Eleições argentinas: quem é Victoria Villarruel, vice na chapa do ultradireitista Javier Milei”, CNN Brasil, 14/08/2023, https://www.cnnbrasil.com.br/internacional/eleicoes-argentinas-quem-e-victoria-villarruel-vice-na-chapa-do-ultradireitista-javier-milei/.
[15] “Encuesta Argentina, septiembre 2023”, CELAG, 22/09/2023, https://www.celag.org/encuesta-argentina-septiembre-2023/.
[16] Ibidem.
Foto copertina: Il deputato e candidato presidenziale de La Libertad Avanza, Javier Milei, ha confermato lunedì che Victoria Villarruel sarà la sua compagna di corsa alle elezioni di quest’anno.