“I partner occidentali sono al nostro fianco contro la legge sulle influenze straniere”: voci di piazza con Nana Malashkhia, la “donna con la bandiera europea”


Durante le proteste contro l’approvazione della legge sulle influenze straniere in Georgia, hanno fatto il giro del mondo le immagini di una donna che sventola con vigore la bandiera europea mentre viene colpita dal getto violento degli idranti della polizia. Nana Malashkhia è diventata l’icona delle dimostrazioni di massa in favore della democrazia e della continuazione del processo di adesione del Paese all’Unione Europea.


Tbilisi. Ad un anno esatto da quelle immagini, abbiamo raccolto la testimonianza di Nana Malashkhia da Piazza Libertà a Tbilisi. Abbiamo discusso il significato e i valori alla base della persistente lotta pacifica dei georgiani, la sfida della coesione politica alle prossime elezioni, e le speranze verso una continua vicinanza occidentale in supporto della causa georgiana.

Il video in cui sventoli la bandiera europea nonostante la reazione violenta della polizia contro i manifestanti e il getto degli idranti puntati verso di te è stato ripreso dai media in tutto il mondo.  Cosa significa essere diventata l’icona delle proteste georgiane?
Fortunatamente, sento di non essere l’unica icona nelle proteste di quest’anno. Accanto a me ci sono tante altre persone. Fondamentale è stata l’esperienza dell’anno scorso, ma questa volta la piazza è più affollata e piena di persone di qualsiasi età ed estrazione sociale. Sono una persona tranquilla e riservata, e mai avrei immaginato di trovarmi davanti alla polizia durante una manifestazione a sventolare una bandiera con così tanta intensità. Ma in quel momento ho visto la polizia opporsi a noi con brutalità, e non ho potuto fare altro che agitare la bandiera europea con tutta l’energia che possedevo.

Leggi anche:

Quale sarà il futuro della Georgia dopo l’entrata in vigore della legge sulle influenze straniere? Pensi che questo porterà ad una rottura con l’Occidente?
Non abbiamo alcuna possibilità di tornare indietro perché il processo di approvazione della legge è già giunto a conclusione. Per quanto ci riguarda, siamo dalla parte giusta della storia per il nostro Paese, la nostra nazione, il nostro futuro. Lotteremo fino alla vittoria e la nostra lotta sarà pacifica anche durante le elezioni che si terranno ad ottobre. Crediamo che il partito di opposizione possa vincere e fare la cosa giusta eliminando la legge e riportando la Georgia sul suo percorso europeo e democratico. Non abbiamo altra possibilità se non quella di lottare fino alla vittoria. Vinceremo con dignità.

Nei media occidentali, le proteste della Georgia sono state presentate principalmente come l’opposizione tra la “piazza filoeuropea” e il “governo filorusso”. Hai la percezione che questo sia un modo corretto di interpretare la situazione? Non sarebbe più appropriato considerare le proteste come uno scontro tra democrazia e autocrazia?
Per noi essere filorussi significa essere autocratici. Stiamo lottando contro questo regime che è sotto l’influenza della Russia e non serve gli interessi del popolo, il che significa lavorare per un futuro libero e democratico.

Teme che alle prossime elezioni possano verificarsi casi di brogli e falsificazioni? Continuerete le proteste in questo caso?
Assolutamente, questa può essere un’opzione. Allo stesso tempo, speriamo di continuare a ricevere il sostegno dei nostri partner strategici, vale a dire gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che sono al nostro fianco in questo momento molto difficile per la Georgia. Questa è una lotta per l’indipendenza e la democrazia, e vinceremo anche se lo Stato e le istituzioni georgiane saranno contro di noi per ordine del partito al potere. Non è importante solo la nostra lotta, ma anche il fatto che sentiamo che i nostri partner strategici sono con noi.


Foto copertina: Nana Malashkhia, “la donna con la bandiera” divenuta simbolo delle proteste in Georgia