In cammino verso il Vertice dell’Amazzonia


Lo scorso 8 luglio i rappresentati degli otto stati membri dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (OTCA) si sono riuniti a Leticia, città al confine tra Brasile e Perù, per preparare il Vertice dell’Amazzonia


“Camino a la Cumbre Amazónica”

Lo scorso 8 luglio i rappresentati degli otto stati membri[2] dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (OTCA) si sono riuniti a Leticia, città al confine tra Brasile e Perù, nel cuore dell’Amazzonia colombiana. L’incontro, promosso con lo slogan “Camino a la Cumbre Amazónica”, è stato promosso dai capi di stato di Colombia e Brasile con l’intento di promuovere l’adozione di misure urgenti utili a preservare la più grande foresta tropicale del mondo, e a tutelare la biodiversità presente al suo interno. La riunione – preparatoria al Vertice dell’Amazzonia, che si terrà l’8 e il 9 agosto a Belén do Pará, nel centro-nord del Brasile, – riflette le volontà e le decisioni adottate dalle amministrazioni di Petro e Lula nei rispettivi stati.

Le posizioni e le scelte del Brasile sul tema ambientale

Sin dalla campagna elettorale dello scorso anno Lula ha posto al centro della sua strategia politica il tema ambientale, tanto da fissare l’obiettivo “Deforestazione 0” dei territori amazzonici entro il 2030. Per realizzarlo il presidente brasiliano, coadiuvato dalla ministra all’Ambiente Marina Silva, ha redatto un Piano d’azione per la prevenzione e il controllo della deforestazione amazzonica, utile a coordinare tutti i ministeri al governo nella lotta ai crimini ambientali. Presentato simbolicamente in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, è una riedizione di un precedente piano adottato da Lula durante il suo primo mandato nel 2004, con ottimi risultati tanto che, da quando il piano entrò in vigore, e fino al 2012, la deforestazione diminuì dell’83%. Tuttavia, con la vittoria elettorale di Jair Bolsonaro il cambio di paradigma è stato immediato. La distruzione del “polmone verde” amazzonico è gradualmente aumentata, il piano di Lula sospeso a titolo definitivo per essere sostituito da operazioni militari specifiche, ma di scarsa utilità. La volontà di riproporre nuovamente il Piano d’azione – con le sue 194 linee d’intervento – testimonia, oltre alla volontà brasiliana di tutelare l’Amazzonia in quanto bene universale, anche la volontà di proporre un modello che possa costruire un riferimento sia su scala internazionale che regionale. A confermarlo la stessa Marina Silva che, in occasione della presentazione del Piano anti disboscamento, ha dichiarato: «Portare la protezione socio-ambientale e il cambiamento climatico al centro delle attività e delle priorità del governo va oltre un impegno etico e civile. È anche il più grande trionfo di cui il Brasile dispone per inserirsi nel mondo, attrarre investimenti, generare posti di lavoro e tornare ad essere protagonista nella soluzione dei grandi conflitti globali»[3].
Tra le numerose misure spiccano: la creazione di 3 milioni di ettari di nuove riserve naturali; la protezione di 230.000 chilometri di argini fluviali; l’utilizzo di tecnologie video satellitari, utili a monitorare la gestione delle foreste considerate essenziali per frenare il cambiamento climatico.

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Due le assolute priorità del Piano: combattere i crimini ambientali e offrire un’alternativa economica ai milioni di brasiliani che vivono in Amazzonia. Per ciò che riguarda il primo aspetto, il Governo intende sequestrare e recuperare il 50% dei terreni deforestati illegalmente, creare allerte giornaliere in modo da monitorare le azioni arbitrarie di diboscamento e assumere 1.600 analisti ambientali prima del 2027. Per quanto riguarda il secondo aspetto, invece, il Governo auspica lo sviluppo e il consolidamento di un’economia verde in grado di promuovere l’agricoltura familiare e il turismo sostenibile. Sempre in nome di questo proposito, sarà incoraggiata la scomparsa dei taglialegna e degli allevatori illegali presenti nei territori amazzonici per promuovere, al contrario, una bioeconomia senza deforestazione, in grado di certificare la non illegalità dei prodotti forestali.

Le posizioni e le scelte della Colombia sul tema ambientale

Un grande sostegno nell’attività di salvaguardia della biodiversità amazzonica è arrivato al presidente Lula, dal suo omologo colombiano, Gustavo Petro.
Fin dal suo insediamento Petro ha fatto della protezione degli ecosistemi naturali e del coinvolgimento di popolazioni indigene e contadine in tale attività, due colonne portanti della sua strategia politica. Secondo Petro è più che mai urgente incamminarsi verso: «una trasformazione economica, ma anche culturale, in grado di consentire il rispetto degli impegni per la lotta al cambiamento climatico»[4].
A partire da tale proposito, secondo Petro, sarà necessario: accantonare le tecniche estrattiviste – per decenni applicate a tutto il territorio latinoamericano e non solo alla Colombia – e il fracking[5]; bloccare lo sfruttamento offshore, rivelatosi particolarmente dannoso per gli ecosistemi marini; riesaminare le licenze per l’eventuale realizzazione di megaprogetti industriali in territori esposti a rischi idrogeologici. In tal senso, il Senato della Repubblica colombiana ha approvato ad aprile un disegno di legge che vieta il fracking e, per estensione, lo sfruttamento illegale di idrocarburi in giacimenti non convenzionali, con l’obiettivo di proteggere le risorse idriche, la biodiversità e salvaguardare la salute delle comunità locali lì presenti. Sul tema la ministra dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile, Susana Muhamad, ha spiegato che quella concordata è una «decisone che va nella direzione che chiudere la frontiera estrattiva affinché in Colombia non si apra la strada a pratiche predatorie, poco efficienti nell’estrarre energia, che genererebbero un conflitto con l’acqua»[6].
L’approvazione del disegno di legge promosso da Petro, oltre a permettere di riformulare le politiche di transizione energetica, garantirà anche il divieto di sottoscrivere, aggiungere o concedere contratti, concessioni, licenze e permessi ambientali per l’esplorazione e la ricerca ex novo di idrocarburi.
L’incontro a Leticia, la priorità assoluta è «evitare il punto di non ritorno nel degrado dell’Amazzonia».
L’incontro di Leticia ha rappresentato, oltre che un’occasione per i presidenti Lula e Petro di consolidare la loro alleanza sulla tematica ambientale, anche il primo momento in cui gli otto ministri dell’Ambiente aderenti all’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica hanno potuto iniziare a concordare possibili strategie politiche comuni utili a preservare il “polmone verde” più grande del mondo. Le otto delegazioni sono state, inoltre, affiancate da rappresentanti di organizzazioni indigene, ambientaliste e non governative operative nei territori amazzonici, nonché dalle autorità regionali e locali.
Durante l’incontro diverse sono state le questioni e le problematiche sollevate.
Tra queste: la conservazione e la salvaguardia dei territori amazzonici e delle popolazioni indigene; la creazione e la realizzazione di politiche pubbliche comuni nella lotta alla deforestazione e ai crimini ambientali transnazionali; il trasferimento di conoscenze per favorire lo sviluppo autonomo dell’Amazzonia. In chiusura il presidente Lula ha richiamato l’attenzione sulla storica collaborazione con la Colombia: «È la prima volta nella storia che Brasile e Colombia hanno, contemporaneamente, governi progressisti che condividono l’impegno a mettere l’Amazzonia al centro delle loro politiche. Abbiamo molto in comune. Siamo due grandi democrazie multiculturali, segnate dal prezioso contributo delle popolazioni indigene e afro-discendenti»[7]. È però all’Amazzonia, e alle sfide che i paesi amazzonici sono chiamati ad affrontare, che è dedicata la parte centrale del discorso del presidente brasiliano. «I paesi amazzonici hanno due sfide da affrontare insieme. Una di queste è istituzionale e fa riferimento al rafforzamento dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica. L’altra è politica, e fa riferimento alla costruzione di una nuova visione di sviluppo sostenibile per la regione»[8]. Per quanto riguarda il primo aspetto, secondo Lula, il futuro vertice di Belém rappresenterà il momento perfetto per invertire la rotta in modo da coinvolgere società civile e mondo accademico in sessioni e dialoghi che si tradurranno poi in raccomandazioni e azioni concrete. «Per tradurre in termini pratici questo impulso politico – prosegue Lula – intendiamo istituzionalizzare l’Osservatorio regionale dell’Amazzonia, che sistematizzerà e monitorerà i dati di tutti i paesi per guidare le politiche pubbliche e renderle più efficaci»[9]. In merito alla seconda sfida il presidente brasiliano si è detto favorevole al coinvolgimento di «una coalizione di banche di sviluppo» e alla «mobilitazione di risorse pubbliche e private» utili a promuovere «attività produttive locali sostenibili, come l’agricoltura familiare, la pesca artigianale, progetti agroforestali e reti di imprenditorialità, soprattutto femminile»[10]. Concorde nelle sue osservazioni finali anche il presidente colombiano Petro, che ha ricordato quanto sbagliato e predatorio è il modello di sviluppo e crescita economica che il mondo sta portando avanti. È, in questo senso, più che mai opportuno apportare un radicale cambio di paradigma; è più che mai opportuno aprire la strada ad una prospettiva di sviluppo diversa che non implichi la deforestazione. «Allora, di cosa vivremo? Questa è la domanda che si pone la società, perché possiamo vivere di cervello, possiamo vivere di scienza, possiamo vivere di altri tipi di sviluppi, possiamo vivere della nostra stessa unità aprendo nuove strade, possiamo vivere di ecoturismo, ne abbiamo parlato qui, di bioeconomia. La bioeconomia potrebbe essere un percorso di esplorazione scientifica e tecnologica così ampio che potrebbe persino darci risposte, dal punto di vista della salute umana, a molte questioni che l’umanità non ha considerato»[11]. Per realizzare questa trasformazione rivoluzionaria – come l’ha definita Petro – «Abbiamo proposto di sostituire il debito con l’azione climatica, una parte significativa dei 3,3 trilioni l’anno potrebbe essere raggiunti se trasformassimo il sistema del debito mondiale emettendo diritti speciali di prelievo»[12]. Questa emissione, secondo Petro, rappresenterebbe un “Piano Marshall per il clima” in grado di coinvolgere tutta l’umanità «ed equivarrebbe a una riattivazione economica, ma in un senso diverso, che non è la massimizzazione del profitto ma la massimizzazione della vita, dove gli investimenti puramente redditizi, forse, sarebbero sminuiti dalla necessità di enormi investimenti pubblici pianificati per mitigare. Ovvero, cessare il consumo di petrolio e carbone»[13].


Note

[2] Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù Suriname, Venezuela.
[3] J. ROYO GUAL, “Lula recupera el plan para frenar la deforestación en la Amazonía con la vista puesta en 2030”, El Pais, 06/06/2023, https://elpais.com/internacional/2023-06-06/lula-recupera-el-plan-para-frenar-la-deforestacion-en-la-amazonia-con-la-vista-puesta-en-2030.html.
[4] J. OSPINA VALENCIA, “Transición energética en Colombia: ¿Fin del extractivismo?”, DW, 21/06/2022, https://www.dw.com/es/transici%C3%B3n-energ%C3%A9tica-en-colombia-fin-del-extractivismo/a-62212751.
[5] Frantumazione idraulica volta ad iniettare acqua, sostanze chimiche e sabbia silicea ad alta pressione nella roccia, allo scopo di forzarla a rilasciare idrocarburi. Il processo richiede l’utilizzo di enormi quantità di acqua che, una volta miscelatasi con le sostanze chimiche utilizzate, spesso refluisce e si infiltra nelle falde acquifere, inquinandole.
[6] “Colombia impulsa proyecto de ley contra el fracking”, TeleSur, 20/04/2023, https://www.telesurtv.net/news/colombia-impulsa-proyecto-contra-fracking-20230420-0005.html.
[7] “Discurso del Presidente de la República, Luiz Inácio Lula da Silva, en la clausura del Encuentro Técnico-Científico Amazonico, en Colombia”, 08/07/2023, https://www.gov.br/planalto/es/seguir-al-gobierno/discursos-y-pronunciamientos/discurso-del-presidente-de-la-republica-luiz-inacio-lula-da-silva-en-la-clausura-del-encuentro-tecnico-cientifico-amazonico-en-colombia.
[8] Ibidem.
[9] Ibidem.
[10] Ibidem.
[11] “Palabras del Presidente Gustavo Petro en el encuentro bilateral con el Presidente de la República Federativa de Brasil, Luiz Inácio Lula da Silva, ‘Camino a la Cumbre Amazónica’”, 08/07/2023, https://petro.presidencia.gov.co/prensa/Paginas/Palabras-del-Presidente-Gustavo-Petro-en-el-encuentro-bilateral-con-el-Pres-230708.aspx.
[12] Ibidem.
[13] Ibidem.


Foto copertina: Il presidente brasiliano Lula Da Silva e l’omologo colombiano Gustavo Petro affiancati dai rappresentanti dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (OCTA) a Leticia per preparare il Vertice dell’Amazzonia. Leo Queen, Presidencia, Leticia, Amazzonia, 8/07/2023.