Lo status dei mari del Nord tra tensioni e prove tecniche di cooperazione militare


Due recenti incontri aprono il dibattito sulla prospettiva dei paesi scandinavi sulla sicurezza dei mari del Nord. L’incontro con Gran Bretagna e Comando Europeo degli Stati Uniti evidenziano l’importanza della regione.


 

A ridosso del Mar Glaciale Artico, laddove i paesi scandinavi confinano con la Russia, si concentrano le tensioni che, mai come negli ultimi anni hanno raggiunto quote elevatissime. D’altronde la NATO si appoggia in Norvegia, troppo vicino ai confini russi, gli Stati Uniti e le potenze occidentali puntano molto sulla regione per tenere a freno l’asse sino-russo e così via. Insomma la pressione, su questo piccolo angolo dell’Artico si fa davvero marcata. Tuttavia i paesi scandinavi non hanno mai lasciato intendere che, in tal caso si sarebbero fatti trovare impreparati. Norvegia, Svezia e Finlandia, infatti, mantengono ancora molto alto il livello di coscrizione con l’obbligo del servizio militare, mentre preparano strategie e protocolli d’intesa con gli alleati per aiutare e farsi aiutare, qualora i conflitti dovessero divenire imminenti.

Prove di cooperazione: l’incontro tra Svezia e Gran Bretagna.

Il Ministro della Difesa britannico Ben Wallace, ha visitato la Svezia a dicembre, ed ha avuto un incontro istituzionale con il suo omologo Peter Hultqvist[1]. In quell’occasione Wallace ha confermato l’alto interesse britannico per i mari del Nord e l’impegno del suo paese nei confronti della Svezia, per affrontar e in maniera congiunta le sfide di politica e sicurezza ai confini. L’incontro è stato definito proficuo anche da Hultqvist, secondo cui, dall’incontro potrebbero scaturire importanti dinamiche di cooperazione. D’altronde i due ministri hanno affrontato i temi caldi che riguardano l’Artico e il Nord in generale: lo sviluppo della politica di sicurezza nella regione e nelle aree limitrofe, nonché altri aspetti come l’implementazione della cooperazione militare ed il pericolo da scongiurare, di future tensioni.  Sulle preoccupazioni che affliggono la Svezia, la Gran Bretagna rassicura di avere i mari del Nord all’interno della propria pianificazione strategica, e che quindi, si può ritenere tutelata da un partner affidabile; lo testimonia la presenza di 200 soldati britannici in Svezia, impegnati in operazioni di addestramento, di concerto con le truppe svedesi. Ben Wallace ha poi sottolineato l’importanza strategica ed il ruolo chiave ricoperto da Norvegia, Svezia e Finlandia, le quali, vivendo dinamiche di confine si trovano spesso ad essere spettatori del bello e cattivo tempo messo in campo dai giganti della politica mondiale. Ad ogni modo, l’incontro tra Svezia e Gran Bretagna si è concluso nel migliore dei modi: con la stesura di un memorandum d’intesa con 42 punti in cui si spiega come i due paesi amplieranno le attività  di cooperazione militare. L’intesa si concretizzerà sin da subito: infatti a breve i soldati britannici saranno, congiuntamente a quelli svedesi, alla base militare di Arvidsjaur in Svezia, per dare il via alle prime esercitazioni militari.

L’importanza dei paesi scandinavi non allineati

Quanto dichiarato dal Ministro della Difesa britannico, è vero in relazione all’importanza della penisola scandinava. Norvegia, Svezia e Finlandia potrebbero essere i nuovi poli di un interesse di confine, finendo per divenire, da eccellenze economiche e sociali, luoghi di preparazione di conflitti. Anche perché, va detto che è proprio a largo delle coste norvegesi, ad esempio, che hanno luogo i continui pattugliamenti, i monitoraggi e i battibecchi. Di tanto in tanto, le operazioni militari russe impediscono la normale attività norvegese, ma talvolta accade anche il contrario. A ciò bisogna aggiungere che la zona è ampiamente scandagliata dalle potenze dell’Alleanza Atlantica, con sottomarini ed aerei, perché la posta in gioco fa gola a chiunque.  Per il momento, con il memorandum d’intesa tra Stoccolma e Londra, i britannici fanno un passo avanti nell’ingresso per la partita artica[2]. Questo è molto importante perché da questo momento, anche loro saranno coinvolti nelle esercitazioni militari nella regione. La responsabilità che la Gran Bretagna si assume, ha quindi delle implicazioni di carattere strategico. La Svezia non è nuova a questo tipo di accordi, specie per le rigide condizioni che il paese pone in termini di politica estera. Il paese infatti, si definisce da sempre non allineato, non facendo parte di nessuna alleanza di difesa. Infatti, Stoccolma preferisce storicamente di stabilire collaborazioni e legami con altri paesi solo tramite accordi bilaterali e multilaterali.

Lo status difensivo dei paesi scandinavi

Cosa cambia con l’accordo anglo-svedese?  Si tratta di un tassello in più, nell’ambito di un discorso difensivo che la Svezia porta avanti al pari di Finlandia e Norvegia. I paesi scandinavi sono in allerta per motivi ormai abbastanza palesi, relativi alle tensioni geopolitiche attuali. I responsabili della sicurezza dei tre paesi infatti, avevano già incontrato gli omologhi del comando europeo degli Stati Uniti lo scorso ottobre ad Helsinki in Finlandia, per discutere di sicurezza[3].  Durante l’incontro che ha visto la partecipazione anche di altri paesi del Nord Europa (Germania, Estonia, Danimarca, Polonia, Paesi Bassi, Lituania, Lettonia) si è discusso delle problematiche relative alla sicurezza e delle necessità di cooperare per superare gli ostacoli. Tra i temi, inevitabilmente, anche il cambiamento climatico e la questione delle tensioni nel Mar Baltico, altra località oggetto di attenzioni da una parte e dall’altra dello scacchiere internazionale. Al termine di quell’incontro, la dichiarazione congiunta di USEUCOM e forze militari finlandesi riguarda tanto l’Artico quanto il Baltico; nella stessa si afferma che le due regioni ed i relativi mari, ricoprono ruoli strategici fondamentali per la geopolitica globale[4]. Il progetto riguarderà una maggiore interazione tra le forze militari dei vari paesi, mentre non si esclude la possibilità di incrementare le esercitazioni. Non poteva essere altrimenti: gli Stati Uniti guardano con attenzione alla regione artica, monitorando cautamente le interazioni che i paesi scandinavi hanno con il vicino russo; interazioni che non sempre sono pacifiche e diplomatiche. L’interesse di Washington su questo punto è chiaramente volto a creare un deterrente di lunga durata per limitare le azioni di Mosca nella regione. Un discorso a cui chiaramente la Russia non può prestare attenzione, avendo in serbo un progetto ben diverso.

La Scandinavia in prospettiva

Nell’ottica delle crescenti tensioni e degli interessi strategici, quale sarà la prospettiva per Norvegia, Svezia e Finlandia? Sicuramente non staranno a guardare. In uno scenario in cui, potrebbero fronteggiarsi l’asse sino-russo e gli Stati Uniti con le forze occidentali, gli scandinavi non resterebbero inermi. I vari paesi godono di ottimi apparati militari, organizzati e di grande esperienza sui territori. Eserciti così importanti da essere riconosciuti per spessore, tanto dai britannici, quanto dagli statunitensi. Per questo, in sede di dialogo, i paesi che hanno incontrato Svezia e Finlandia hanno prodotto ragionamenti congiunti, consapevoli di poter contare su importanti forze reciproche.  In sostanza nella prospettiva atlantica la Scandinavia è una zona di confine da tenere in ampia considerazione per la sua vicinanza allo storico rivale russo; per i paesi scandinavi, seppur con le loro specificità politiche e territoriali, è importante sapere su chi poter contare in caso di tensioni, senza però intaccare l’integrità politica che li contraddistingue.


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Note

[1] https://www.highnorthnews.com/en/sweden-and-great-britian-reinforce-defense-cooperation
[2] https://www.theguardian.com/business/2021/dec/13/british-and-danish-ships-collide-baltic-sea-rescue
[3] https://www.highnorthnews.com/en/chiefs-defense-met-finland-discuss-security-northern-europe
[4] https://www.eucom.mil/


Foto copertina: Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace (a sinistra) e il ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist in una conferenza stampa congiunta in Svezia lo scorso giovedì. (Foto: Ninni Andersson/governo svedese)