Cresce l’impegno economico pechinese all’interno dei porti del Vecchio continente tra superuomini e Zetgeist?
Una data simbolica
L’8 dicembre 2021 è una data tanto simbolica quanto storica per vita politica della Germania post 1989. In quel giorno la Cancelliera Angela Merkel, dopo sedici anni di mandato a guida del Paese, cedette le redini al collega Olaf Scholz.
Olaf, Social Democratico, non è un outsider della politica e può vantare una carriera di tutto rispetto. Fin da giovane si è impegnato fortemente nella militanza di partito, all’interno delle sue correnti più di sinistra; nel 2011 vinse le elezioni per il ruolo di sindaco di Amburgo, seconda città più popolosa della Germania e tra i più importanti hub logistici Europei. Carica che deterrà fino al 2018, anno nel quale si insedierà, in funzione di Ministro, al Ministero delle Finanze sotto l’ultimo governo Merkel. Una sorta di apprendistato prima di passare direttamente alla guida del Paese, considerato il centro produttivo del Vecchio Continente.
Scholz possiede tre caratteristiche peculiari che lo rendono un soggetto ghiotto e in linea con le politiche del Dragone. Anzitutto possiede un passato all’interno dei rami marxisti del SPD, ove è conosciuto e rispettato e, pertanto, non è nuovo ai concetti ideologici che muovono il profondo Oriente. In secondo luogo, è stato Sindaco di Amburgo, città fondamentale per l’economia tedesca ed europea grazie alle decine di ormeggi che lo rendono il principale porto tedesco oltreché il terzo a livello europeo per volume di container sbarcati nel 2021[1]. In fine, motivazione per cui la data del 8 dicembre è meramente simbolica, la Germania e la Repubblica Popolare Cinese posseggono un volume di scambi commerciali in costante crescita, da sei anni a questa parte, che nel solo 2021 è arrivato ad una cifra pari a 245 miliardi di dollari[2]. Attestando Berlino quale primo partner commerciale europeo di Pechino.
Scholz incarna il superuomo in grado di cogliere lo spirto del tempo.
In virtù del suo passato e delle caratteristiche della potenza economica che si trova a dirigere, Scholz è stato in grado di cogliere al meglio il vento di Levante e indirizzare le vele del sistema economico-produttivo tedesco in modo che fosse in grado di catturarne la maggior parte della forza propulsiva. Senza tuttavia lasciarsi sbalzare dalla guida del timone.
Colui che esagerando potremmo definire un Marco Polo – rispetto agli ostinati leaders di un Ordine internazionale ormai vecchio – quale navigatore esperto, ha preso il volo nei primi giorni di novembre per recarsi, in funzione di re magio, a porgere i suoi omaggi al riconfermato Timoniere orientale, il Presidente Xi Jinping. Come ogni mercante che voglia farsi ben volere dalla corte Orientale portava con se dei doni: la riuscita della trattativa riguardo il porto di Amburgo. È infatti sulla fine di ottobre, in pieno svolgimento del XX Congresso del Partito Comunista Cinese che ha visto la riconferma di Xi Jinping quale guida del PCC, che il neoeletto Cancelliere tedesco ha utilizzato tutti i suoi legami per alleviare le discrepanze interne ed esercitare pressione affinché la Hamburger Hafen und Logistik (HHLA) – società in gestione di un molo del porto di Amburgo – potesse essere venduta per un quarto alla China Ocean Shipping Company (Cosco)[3].
Scholz è stato in grado di raggiungere un traguardo fondamentale per la Germania all’interno dello scacchiere internazionale. Ovvero quello di qualificarsi come ambasciatore degli interessi europei ad Oriente, seppur egli abbia formalmente rappresentato solamente gli interessi del proprio Paese. La diplomazia cinese ed i suoi stili di contrattazione sono materie complesse e delicate, le quali si reggono su antiche pratiche talvolta risalenti al periodo imperiale, come fece notare Kissinger all’epoca dei suoi incontri con Zhou Enlai[4]. Per raggiungere il suo obbiettivo Scholz ha dovuto prima di tutto mostrare la sua personale disponibilità, trasmutata poi in disponibilità nazionale, di aprirsi, oltre che economicamente, anche fisicamente ad Oriente.
Il Cancelliere questo lo ha fatto a sue spese, mettendo in gioco la sua credibilità interna ed esterna verso gli alleati, al fine di avvalorare la sua posizione di apertura verso la Cina. Va inoltre aggiunto che Scholz è stato il primo Cancelliere a camminare su suolo cinese – a distanza di cinquant’anni dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi[5]. Ed infine sia stato il primo Capo di Stato Europeo a recarsi in visita a Pechino dalla riconferma di Xi. Così facendo si è palesata una profonda differenza nello stile diplomatico rispetto agli altri premiers occidentali: Scholz ha scelto di recarsi a Pechino in visita della rinnovata Leadership del PCC. senza attendere uno degli incontri a margine dei summit internazionali, quali avrebbero potuto essere la Cop27 tenutasi a Sharm el-Sheikh o il G20 di Bali svoltisi entrambi in novembre.
Le radici attecchiscono
L’acquisizione di quote societarie della HHLA, operante nel porto di Amburgo, è solamente l’ultimo, attuale, tassello aggiuntosi al grande mosaico delle acquisizioni cinesi nel Vecchio continente nel settore della supply chain.
Le acquisizioni hanno un’origine temporale ormai lontana e sono cominciate dalla porta orientale dell’Europa. Risale infatti al 2009 la presa in carico da parte di Cosco dei terminal II & III del porto del Pireo in Atene. Collaborazione successivamente trasformatasi, nel 2016, nell’acquisizione del 51% della società gestrice dello snodo commerciale[6]. Da allora le acquisizioni si sono espanse a macchia d’olio nel Mediterraneo ed in Europa. È prevedibile che tali investimenti siano destinati ad attecchire come radici di alberi secolari e non, quindi, ad essere investimenti di breve periodo dettati dalla possibilità di ottenere grandi rendimenti dopo l’acquisto a prezzi scontati a seguito dei periodi di privatizzazioni post crisi economica del 2008. Tale situazione di permanenza può essere ricondotta e testimoniata dal progetto della Belt and Road Initiative (BRI), varata dal Timoniere Xi all’inizio del suo primo mandato presidenziale nel 2013.
Attualmente i porti europei nei quali sono presenti quote di partecipazione cinesi, principalmente da parte ci Cosco, sono: Rotterdam nel Paesi Bassi, Anversa e Bruges in Belgio; Dunkirk, Le Havre, Nantes e Marsiglia in Francia; Bilbao e Valencia in Spagna; Genova in Italia.
Oltre alle già avvenute acquisizioni sono stati ratificati un imprecisato numero di Memorandum di Intesa nei confronti di autorità portuali sparse per il Mediterraneo. Nel nostro paese celebri sono divenuti quelli siglati con le Autorità di Genova e Trieste, dove si teme che la China Communications Construction Company (CCCC) possa assumere un ruolo rilevante all’interno delle società in oggetto al pari della Cosco[7]. Andando così a determinare una lesione dell’interesse nazionale che oggi vedrebbe di buon auspicio il permanere di tali infrastrutture nelle mani di holding nazionali o tuttalpiù europee od Occidentali.
Sono infatti diverse le Compagnie di Stato cinesi che investono capitali nell’acquisizione di infrastrutture strategiche – tanto per i paesi venditori che per i progetti d’espansione economica cinese – all’interno del bacino europeo. Lo S&P Global Market Intelligence ha stimato per il 2021 che le quattro banche: the Industrial & Commercial Bank of China, the China Construction Bank, the Bank of China, and the Agricultural Bank of China, arrivino a possedere in modo combinato un giro di affari 17.32 trilioni di dollari. Cifre tramite le quali, data la natura degli istituti bancari di origine statale, possono essere in grado di acquisire importanti e fondamentali assets stranieri e manipolarli a loro vantaggio[8].
Non esistono risposte correte, ma solamente interrogativi corretti.
Non rimane che domandarsi fin dove possa arrivare il lato oscuro dell’interesse nazionale, magistralmente volto a tutelare la salvaguardia dello Stato. Il concetto è stato ribadito da più voci ed è divenuto gergo corrente negli ultimi anni. Tuttavia, talvolta, lo si sente nominare più spesso, in barba alle regole del mercato libero dei capitali che sorreggono il sistema capitalistico globale, in riferimento a differenti sistemi economici. Pare quasi che un lieve sipario stia calando proprio all’inizio di un indefinito atto di una commedia teatrale senza fine. Un sipario che lasci intravedere il protagonista del prossimo atto, ma che non voglia ancora lasciarne intuire al pubblico le piene potenzialità. Sollevando quindi un alone di dubbio, mistero e diffidenza nei confronti del neonato protagonista. La pesante tenda rossa cala lentamente e cela agli spettatori quella che sarà la prossima scena, volendo tutelare fino all’ultimo momento quelli che sono stati i protagonisti dell’atto attuale, i quali potrebbero anche esserlo nel prossimo. Tuttavia, per dire ciò bisognerà attendere che il sipario cali completamente per potersi poi riaprire e mostrare ai presenti la persecuzione di questa storia infinita. Al momento Non esistono risposte correte, ma solamente interrogativi corretti riguardo chi sarà il futuro protagonista. O se, in questo nuovo atto, siano previsti più protagonisti.
Note
[1] Nel 2021, primo anno post pandemia, le autorità portuali di Amburgo hanno segnalato lo sbarco di 128,7 milioni di tonnellate di materiale precedentemente imbarcato
PORT OF HAMBURG, https://www.hafen-hamburg.de/en/homepage/
[2] Reuters, Germany drawing up new China trade policy, vows ‘no more naivety’, 13 Settembre 2022
https://www.cnbc.com/2022/09/14/germany-drawing-up-new-china-trade-policy-vows-no-more-naivety.html
[3] POLITICO, Germany reaches compromise on China’s Hamburg port investment, reports say, 25 OTTOBRE 2022
https://www.politico.eu/article/report-germany-deal-china-hamburg-port-investment-cosco/
[4] Henry Kissinger, Cina, Mondadori, Milano 2021
[5] President Xi Jinping Meets with German Chancellor Olaf Scholz, 4 Novembre 2021, Ministry of Foreign Affairs f the RPC
https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/zxxx_662805/202211/t20221104_10800546.html
[6] SeaTrade Marittime News, China Ocean Shipping Company, 16 novembre 2022
https://www.seatrade-maritime.com/ports-logistics/cosco-completes-increased-stake-piraeus-port-authority
[7] Federica Ghiretti, The Belt and Road Initiative in Italy: The Ports of Genoa and Trieste, Istituto Affari Internazionali, aprile 2021 https://www.iai.it/sites/default/files/iaip2117.pdf
[8] D’altronde, è risaputo, i cinesi già da venti anni considerano lo strumento finanziario un’arma a disposizione del perseguimento degli interessi generali del Paese, al pari della guerra. I colonnelli Qiao Liang e Wang Xiangsuilo definiro già nel 1999 tramite la monografia “Guerra senza limiti”
Foto copertina: porti cinesi