Nella notte i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) hanno annunciato di essersi “coordinati” con gli Stati Uniti per l’evacuazione dei “diplomatici e delle loro famiglie”. Il Ministro Tajani: “Il governo sta facendo tutto quello che serve”.
In Sudan la situazione sta drammaticamente precipitando, gli Stati Uniti evacuano tutto il personale dell’ambasciata. Anche gli italiani sono pronti a partire.
I combattimenti scoppiati tra esercito e forze paramilitari di supporto rapido (Quwwāt ad-daʿm as-sarīʿ- RSF) il 15 aprile a Khartoum hanno fatto deragliare un piano sostenuto a livello internazionale per una transizione al governo civile dopo la cacciata nel 2019 di Omar al Bashir, il presidente islamista che aveva preso lui stesso il potere nel colpo di stato del 1989.
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Nelle ultime ore gli scontri sono diventati più violenti. L’esercito di Abdel Fattah al-Burhan e il rivale RSF, guidato da Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, non hanno rispettato i cessate il fuoco concordati quasi quotidianamente da quando sono scoppiate le ostilità.
I combattimenti di sabato hanno violato quella che doveva essere una tregua di tre giorni da venerdì per consentire ai cittadini di mettersi in salvo e visitare la famiglia durante la festa musulmana di Eid al-Fitr. Ciascuna parte ha accusato l’altra di non rispettare la tregua.
L’evacuazione statunitense
L’esercito americano ha evacuato il personale del governo americano da Khartoum. Il presidente Joe Biden, con una nota pubblicata dalla Casa Bianca ha affermato che: “Oggi, su mio ordine, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto un’operazione per estrarre il personale del governo degli Stati Uniti da Khartoum. Sono orgoglioso dello straordinario impegno del nostro personale dell’Ambasciata, che ha svolto i propri compiti con coraggio e professionalità e ha incarnato l’amicizia e il legame dell’America con il popolo del Sudan. Sono grato per l’impareggiabile abilità dei nostri membri del servizio che li hanno portati con successo in salvo. E ringrazio Gibuti, Etiopia e Arabia Saudita, che sono stati fondamentali per il successo della nostra operazione.
Ricevo rapporti regolari dal mio team sul loro lavoro in corso per assistere gli americani in Sudan, per quanto possibile. Stiamo anche lavorando a stretto contatto con i nostri alleati e partner in questo sforzo.
Questa tragica violenza in Sudan è già costata la vita a centinaia di civili innocenti.
È irragionevole e deve finire. Le parti belligeranti devono attuare un cessate il fuoco immediato e incondizionato, consentire un accesso umanitario senza ostacoli e rispettare la volontà del popolo sudanese. Stiamo temporaneamente sospendendo le operazioni presso l’ambasciata degli Stati Uniti in Sudan, ma il nostro impegno nei confronti del popolo sudanese e del futuro che desidera per se stesso è infinito.”:
Anche gli italiani sono pronti a partire
Ai microfoni di SkyTg24, il Ministro degli esteri Antonio Tajani, ha affermato che: “Il messaggio è che il governo sta facendo tutto quello che serve per garantire la sicurezza degli italiani che si trovano in Sudan (…) Siamo in contatto con le due fazioni, per sostenere la tregua e per spingere in favore di un cessate il fuoco duraturo. A Gibuti ci sono già gli aerei da trasporto della 46.ma aerobrigata.
È stato fatto tutto quel che bisognava fare. Il governo segue minuto per minuto la situazione. Dobbiamo vedere come si evolve”, ha aggiunto. Si lavora, quindi, a una replica dell’operazione Afghanistan: stavolta, però, è dedicata solo ai cittadini italiani. Nelle scorse ore a Palazzo Chigi si è svolta una riunione per predisporre il piano d’emergenza, con Tajani, la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, il generale Francesco Paolo Figliuolo, responsabile del Comando operativo interforze, e i responsabili dell’Unità di crisi della Farnesina e dei servizi.
Intanto, è finito l’incubo per 19 turisti italiani sorpresi dalla guerra mentre erano in crociera nelle acque di Port Sudan: come ha annunciato Tajani, sono potuti sbarcare a Hurghada in Egitto.
Foto copertina: Gli Stati Uniti hanno evacuato il personale dell’ambasciata in Sudan. Il fumo si alza durante gli scontri tra le forze armate sudanesi e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF) a Khartoum, in Sudan, il 19 aprile 2023.
Ahmed Satti | Agenzia Anadolu | Immagini Getty