ONU: “in Sudan potrebbero esserci circa 10 milioni di sfollati interni”


Secondo quanto dichiarato dall’agenzia dell’ONU per le migrazioni, il numero di sfollati interni in Sudan a causa del conflitto civile potrebbe presto superare i 10 milioni. Si tratta della più grande crisi di sfollati del mondo.


Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’incredibile cifra di 10,7 milioni di persone sono attualmente sfollate a causa dei conflitti in Sudan, nove milioni all’interno del paese. L’Organizzazione chiede sforzi internazionali concertati per aumentare urgentemente la risposta umanitaria al più grande sfollamento del mondo.
Dei 10,7 milioni di sfollati, 1,7 milioni sono fuggiti dalle violenze nei paesi vicini, la stragrande maggioranza (62%) sono sudanesi. Il Ciad ospita la maggior parte degli arrivi (37%), il Sud Sudan il 30% e l’Egitto il 24%, mentre Etiopia, Libia e Repubblica Centrafricana ospitano il resto. Ciò sta creando ulteriori bisogni umanitari in una regione che è già in profonda crisi.
“Ad oggi, uno sfollato interno su otto nel mondo si trova in Sudan”, ha affermato Amy Pope, Direttore generale dell’OIM, l’Agenzia ONU per i rifugiati. “I loro bisogni sono schiaccianti: la grave carenza di cibo, alloggi, assistenza sanitaria e servizi igienico-sanitari, tutto concorre a esporli a un rischio maggiore di malattie, malnutrizione e violenza. Eppure la risposta umanitaria finora è insufficiente per soddisfare i bisogni terribili. Non possiamo voltare le spalle a milioni di persone bisognose di sostegno”.
Gli scontri armati degli ultimi nove mesi hanno sradicato oltre sei milioni di persone, aggiungendosi ai tre milioni già sfollati in Sudan. I nuovi numeri sottolineano l’urgente necessità di intensificare gli sforzi umanitari e l’attenzione globale per affrontare quella che oggi è la più grande crisi di sfollamenti nel mondo.
Dall’inizio della crisi, l’OIM ha risposto ai crescenti bisogni umanitari all’interno e all’esterno del Sudan, anche se molti dei nostri dipendenti sono stati direttamente colpiti e sono sfollati. L’OIM è impegnata ad affrontare questi bisogni più urgenti e sta ampliando la sua risposta con un piano di risposta alla crisi per il Sudan appena lanciato , con un appello per 168 milioni di dollari.
Il conflitto in Sudan ha continuato ad avere un profondo impatto sulla gente comune. Le infrastrutture critiche, tra cui strutture sanitarie, scuole, strade e servizi pubblici come fonti di energia e acqua, insieme alle risorse di telecomunicazione, sono state distrutte.
Questa devastazione ha drasticamente limitato l’accesso ai beni di prima necessità e ai servizi salvavita. Epidemie, fame e malnutrizione rappresentano una minaccia sempre presente. Inoltre, il caos ha aumentato la vulnerabilità alla violenza sessuale e di genere, esponendo donne e ragazze a un rischio maggiore.

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La guerra continua

L’esercito del Sudan ha dichiarato che darà una “dura risposta” all’attacco del giorno prima contro un villaggio da parte delle forze paramilitari sudanesi di Rapid Support Forces (RSF) che avrebbe provocato la morte di oltre 110 persone.
L’attacco è stato il più grande di una serie di dozzine di attacchi da parte dei soldati di RSF contro piccoli villaggi in tutto lo stato agricolo dopo che questo aveva preso il controllo della capitale Wad Madani a dicembre.
La guerra civile coinvolge due fazioni rivali del governo militare del Sudan, le Forze armate sudanesi (SAF) guidate da Abdel Fattah al-Burhan e le Forze paramilitari Rapid Support Forces (RSF) guidate dal leader Janjaweed, Hemedti, è iniziata durante il Ramadan il 15 aprile 2023.
I combattimenti si sono concentrati intorno alla capitale Khartoum e nella regione del Darfur, hanno portato alla morte circa 15.000 persone.


Foto copertina: la mappa del Sudan sconvolto dalla guerra civile, secondo l’ONU ci sarebbero circa 10 milioni di sfollati