Intervista all’On. Varchi, prima firmataria della proposta di legge che renderà l’utero in affitto reato universale
A cura di Romano Carabotta e Barbara Minicozzi
Maria Carolina Varchi è deputata di Fratelli d’Italia dal 2018. Siciliana, avvocato penalista, è anche Vicesindaco di Palermo. Tra i fondatori del partito attualmente alla guida dell’Esecutivo, milita da ragazza in Azione Giovani ed in Azione Universitaria[1].
Lo scorso 15 febbraio ha presentato come prima firmataria una proposta di legge volta a modificare l’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40 per rendere perseguibile la pratica del cd. utero in affitto anche quando realizzata all’estero[2].
E noi l’abbiamo incontrata per discutere di questo ed altri temi bioetici, rispetto ai quali la coalizione di centrodestra guidata da Meloni ha da sempre una posizione netta.
Onorevole, in apertura spiegherebbe che cos’è l’utero in affitto?
«L’utero in affitto è una pratica-che ritengo inaccettabile- con la quale, dietro compenso, una donna porta avanti una gravidanza per conto terzi.
Riteniamo inaccettabile tale pratica, non solo perché distrugge il concetto di sacralità della vita e di maternità ma anche-e soprattutto-perché riduce il corpo della donna ad un oggetto da poter noleggiare all’occorrenza, con una conseguente mortificazione della donna stessa e della figura della mamma, nonché del significato della maternità, valori che noi intendiamo difendere.»
Quale esigenza ha spinto lei e tutto il suo partito ad approntare una proposta di legge per rendere l’utero in affitto reato universale?
«Il fatto che questa pratica sia vietata in Italia ha fatto sì che non si diffondesse ma, al tempo stesso, ha generato quello che viene chiamato “turismo procreativo”, veri e propri mercati internazionali che garantiscono una possibilità di scelta del bimbo in base alle possibilità economiche di ciascuno, come spiegato anche recentemente a Milano, alla fiera Wish for a baby, che io avevo chiesto venisse proibita poiché contraria alla legge per i motivi che ho esposto. Dunque ci siamo interrogati sull’opportunità di estendere la punibilità di un fatto già considerato reato nel nostro Paese per disincentivare tale pratica, visto che in Italia la legge penale ha avuto una concreta efficacia deterrente.»
In questo caso qual è il fil rouge che lega l’aspetto penale e quello etico? «Il filo che lega l’aspetto etico a quello giuridico-penale consiste nel fatto che tale pratica offende gravemente la dignità della donna e lede le relazioni sociali (come ha ribadito anche la Corte Costituzionale nel 2021) e siamo convinti di poterla disincentivare estendendo un divieto realmente operativo. Sul disvalore della pratica stessa non è necessario interrogarsi ancora, visto che in Italia l’ha già resa illecito penale il legislatore del 2004.»
La questione della maternità surrogata è strettamente legata a quello della educazione sessuale nelle scuole: il mondo progressista sostiene che sia necessario formare gli studenti sul tema sin dalle scuole elementari. Qual è il suo parere in merito? Ed in che modo si riuscirebbero a fissare i ‘confini’ di questa educazione?
«L’educazione sessuale intesa in senso stretto come strumento per informare i più giovani sul tema, anche avvertendoli sui rischi per la propria salute, fatta con personale altamente qualificato che sappia come approcciare i giovani non mi vede in disaccordo. Se però l’educazione sessuale deve diventare uno strumento per veicolare all’interno delle scuole l’ideologia gender (con giochi in cui, ad esempio, maschietti e femminucce si vestano indistintamente gli uni con gli abiti degli altri o cose del genere, che in passato sono state denunciate anche da diverse associazioni di genitori), questo non mi trova d’accordo perché è evidente che esista, una volontà di utilizzare questi strumenti informativi, educativi e divulgativi per entrare nelle scuole con l’ideologia gender. Bisogna tenere separati i piani.»
Qual è la sua posizione in merito all’aborto come scelta libera in contrapposizione all’utero in affitto?
«Credo che l’obiettivo delle istituzioni in tema di aborto debba essere l’applicazione integrale della Legge 194. Recentemente sono state diffuse delle statistiche secondo cui la maggior parte delle donne che scelgono l’aborto, che è la scelta più dolorosa che una donna possa fare, lo fa per ragioni economiche.
La legge 194 contempla, soprattutto nella sua parte iniziale, scarsamente applicata, una serie di strumenti a favore delle donne e della loro libertà di scelta.
Il tema, allora, non è essere a favore o contro l’aborto, ma che in Italia c’è una legge che deve essere applicata integralmente anche con l’aumento del numero dei Consultori, dei centri di aiuto alla vita e tutto ciò che serve ad una donna che dubita se portare avanti una gravidanza di autodeterminarsi liberamente.
Recentemente ci sono stati dei casi emblematici: se una donna pensa di abortire solo per ragioni economiche, lo Stato deve darle un’alternativa. La libertà non è libertà di abortire e basta, ma libertà di poter scegliere: se lo Stato dà come unica alternativa l’aborto, non sta rendendo libera una donna.
Di recente, un gruppo di attiviste pro-aborto ha tentato di impedire alla Ministra Roccella di intervenire al Salone del libro di Torino, dove era attesa per la presentazione del suo libro. Come commenta questo episodio?
«L’episodio è stato molto grave, i periodi della storia umana in cui ci si è accaniti contro i libri, sono stati i periodi più bui. Ho trovato molto preoccupante questa irruzione, perché credo che la cultura, il pluralismo, il dialogo e il confronto siano valori da difendere.
La cosa che mi ha colpito ancora di più, quando ho guardato il video di ciò che era accaduto, è che il Ministro ha invitato sul palco queste manifestanti, una di loro è salita sul palco e mentre le altre urlavano degli slogan alquanto sconclusionati, ha preso il microfono e ha letto un comunicato scritto evidentemente da altri. La cosa che mi ha preoccupato quindi è che queste manifestanti erano lì soltanto per impedire un’espressione libera di pensiero, ponendo in essere un atto coercitivo, dal momento che nessuna di loro era preparata al dialogo cui non si aspettavano di essere invitate dal Ministro.»
In questi giorni la stampa sta seguendo il caso di Melissa Cook[3]. Cosa ne pensa in merito?
«Già il solo fatto che si parli di aborto selettivo è la prova che queste pratiche hanno in sé dei connotati di razzismo, il che dovrebbe essere una cosa inimmaginabile in una società normale. Il problema è evitare che si vada verso una società in cui ogni cosa può avere un prezzo, addirittura arrogandosi il diritto di decidere quale bambino deve sopravvivere e quale debba essere ucciso durante la gravidanza. Io credo che non tutto possa avere un prezzo, che non tutto possa essere scelto dall’uomo e credo anche che l’uomo non debba pensare di sostituirsi, non dico a Dio per non dare connotati confessionali alla mia risposta, ma alla natura.»
Abbiamo parlato di aborto, di utero in affitto, non si può non parlare ora di unioni omosessuali: come rispondete alle spinte del mondo progressista verso il riconoscimento di maggiori diritti alle coppie omosessuali-sia in tema di filiazione che in tema di matrimonio tra persone dello stesso sesso?
«Alla sinistra vorrei domandare soltanto come sia possibile che nella scorsa legislatura, quando era parte di una maggioranza molto ampia, la più grande maggioranza della storia repubblicana, non sono riusciti ad approvare quella che per loro era una legge bandiera, il Ddl Zan. Allora non vorrei che anche a sinistra, tutto sommato, non siano pienamente convinti su questi temi. Quando rappresentavano la maggioranza non hanno approvato le leggi, quando governano gli altri si stracciano le vesti, ben sapendo che con noi al Governo queste leggi non sono al centro dell’agenda politica. Io vedo una certa contraddizione in questo. Che facciano le leggi quando governano, ma se non le hanno fatte dopo decenni di governo non vedo come potrebbero farle adesso.»
L’amore è amore?
«È una frase che di per sé non significa nulla. Serve solo ad annacquare il dibattito buttando fumo negli occhi perché una iniziativa legislativa, come è noto, deve rispondere a determinati criteri e non si può risolvere la questione affermando che l’amore è amore. Mi sembra volersi nascondere dall’affrontare il problema reale. E comunque non dubito che quando la sinistra vincerà le elezioni, provvederà in questo senso. Dal momento che l’ultima volta le abbiamo vinte noi, il tema non è al centro dell’agenda politica di questa maggioranza di Governo.»
Intervista realizzata il 22 maggio 2023
Note
[1] Dati biografici ripresi dal sito ufficiale dell’On.Varchi: https://carolinavarchi.it/biografia/
[2] Al comma 6 dell’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».
[3] Una 47enne californiana incinta di 3 gemelli, i cui gameti arrivano da un 50enne della Georgia e da una donatrice. Cook ha respinto la richiesta di aborto “selettivo” arrivata dall’uomo, intentando una causa contro di lui. Per approfondire: https://www.biodiritto.org/Biolaw-pedia/Giurisprudenza/US-District-Court-C.-D.-California-Cook-v.-Harding-controversie-su-accordi-di-gestazione-per-altri
Foto copertina: Utero in affitto