Nella competizione sistemica tra la Repubblica popolare e gli Stati Uniti il settore Hi-tech, come quello dei semiconduttori o dell’intelligenza Artificiale, sono diventate parte dello scontro sino-statunitense. Nelle strategie di sicurezza nazionale sia Pechino e Washington sono consci che è necessario ottenere l’autosufficienza tecnologica per rafforzare il proprio apparato militare
Introduzione
Mentre il conflitto ucraino continua a rimanere centrale per l’opinione globale, il confronto sistemico tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti si caratterizza per essere una competizione silenziosa, ma che potrebbe influenzare diversi settori, come quello legato all’innovazione tecnologica. Dal 2020 sia l’amministrazione di Donald Trump sia l’attuale Presidenza di Joe Biden hanno applicato una strategia volta a a indebolire e contenere la catena di produzione e di rifornimento di Pechino nei settori tecnologici avanzati – primo tra tutti il settore dei semiconduttori, necessari per continuare il rinnovamento dell’apparato militare delle forze armate di Pechino. La competizione Stati Uniti e Cina riguardante la supremazia tecnologica, sia in ambito civile sia in quello militare, è fondamentale tanto per la Repubblica Popolare , soprattutto per i suoi ambiziosi progetti, quanto per Washington per preservare il suo status quo di Superpotenza egemone.
Corsa tecnologica e terre rare
Nel periodo attuale, la corsa tecnologica legata ai settori tech sta influenzando le diverse relazioni con la Cina, soprattutto in quei comparti industriali strettamente legati alla filiera di produzione, come le terre rare. La competizione tra Washington e Pechino nel settore Hi-Tech ormai è integrata nelle strategie di sicurezza nazionale. In questo ambiente di competizione sistemica rientra la legge statunitense, approvata nell’agosto del 2022, che stanzia per il settore circa 280 miliardi al fine di potenziare il comparto dei semiconduttori. Il dilemma però è la mancanza di lavoratori statunitensi altamente qualificati.
Intanto Washington ha iniziato ad implementare una strategia che punta alla creazione di un cordone sanitario per bloccare le acquisizioni cinesi o gli acquisiti da parte cinese di prodotti Hi-Tech[1]. In questo scenario l’azienda olandese ASML, azienda altamente specializzata nella produzione dei macchinari per litografia ultravioletta (EUV e DUV) necessari per la fabbricazione di Microchip altamente avanzati, sotto pressione statunitense e del governo olandese ha bloccato la vendita dei macchinari verso Pechino[2].
La Repubblica Popolare ha in questi macchinari il suo principale tallone d’Achille, e ciò è chiaro a Washington, che tenta di limitare la supply chain di Pechino.
Per questo motivo, Pechino ha iniziato a muoversi. Verso la fine del 2022, il Partito ha approvato un piano di iniezione da 143 miliardi di dollari per il settore interno dei semiconduttori; per il governo cinese questo è il primo passo per ottenere un minimo di autarchia produttiva Hi-Tech[3].
Altro settore è quello legato alle terre rare, minerali e materie prime necessarie per la produzione di prodotti Hi-Tech come Smartphone e batterie a litio della macchine elettriche.
Secondo quanto riporta la ricerca“ASPI’s Critical Technology Tracker .The global race for future power” dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI)[4], Pechino al momento sarebbe in vantaggio nel campo della ricerca tecnologica. Su 44 tecnologie, Pechino avrebbe infatti un vantaggio in quasi 37, rendendo il Paese momentaneamente una superpotenza nella ricerca scientifica.
Inoltre, le principali istituzioni accademiche che risultano in cima alla classifica nel campo della ricerca, sono de facto quasi tutte cinesi. Secondo quanto riporta lo studio dell’ASPI, gli istituti di ricerca di Pechino producono il maggior numero di articoli scientifici, rispetto a quelli statunitensi. Diversa la situazione se si parla di Informatica ad alte prestazioni, quantistica e ricerca nei vaccini. Qui gli Stati Uniti mantengono un forte e consolidato primato. Per Washington il dilemma sono le modalità d’uso di Pechino in ambito militare, come l’intelligenza artificiale (AI). Il rilascio di ChatGPT da OpenAI sta rivoluzionando il comparto civile, ma cosa accadrebbe se l’AI verrebbe implementata nel settore militare? Secondo uno studio ripreso nel giornale cinese SCMP(South China Morning Post) pubblicato recentemente sulla rivista Computer Integrated Manufacturing Systems in lingua cinese -finanziata dal governo di Pechino – un progettista di navi militari basato sull’Intelligenza Artificiale ha completato in un solo giorno un anno di lavoro con una precisione del 100%. Se ciò verrebbe confermato, nei fatti Pechino potrebbe concludere la progettazione delle circa 400 navi per la Marina Cinese che ha in piano di concludere per il 2025. La questione dell’Intelligenza Artificiale è dunque il suo utilizzo nel settore degli studi strategici e nello sviluppo di simulazioni di WarGame.
Recentemente un team di ricercatori cinesi ha pubblicato uno studio che dimostrerebbe lo svolgimento di un Wargame per mezzo di un’ Intelligenza Artificiale, che secondo il team di ricerca si sarebbe comportato come un normale giocatore umano, non venendo identificato facilmente dagli altri partecipanti[5].
Al momento però i tools basati sull’AI vengono usati per normali operazioni nel campo dell’informazione o in altri settori, cosa che non esclude per il futuro una integrazione dei sistemi ad AI in altri settori, come quello militare o delle simulazioni.
La trappola di Tucidide
Negli anni precedenti il 2020 si è discusso delle relazioni critiche tra Washington e Pechino e di come la teoria della Trappola di Tucidide, legata alle tensioni che portarono al conflitto tra Atene e Sparta e alla Guerra del Peloponneso, venga usata come parametro per analizzare il conflitto sistemico e competitivo. La Trappola di Tucidide afferma che quando una potenza in ascesa tenta di sostituire l’egemonia della potenza dominante quest’ultima tenterà qualsiasi mossa per evitare che ciò avvenga, portando ad un conflitto tra l’egemone e la potenza in ascesa. Nell’analizzare l’attuale stato delle relazioni sino-statunitensi, anche il settore accademico è stato preso di mira dalla competizione egemonica[6].
Diversi istituti accademici e università statunitensi stanno subendo la competizione nel campo dell’Hi-Tech, in cui la ricerca deve essere parte integrante dei piani di sicurezza nazionale sia di Washington si di Pechino. Il rischio però è che il ponte accademico e della ricerca possa chiudersi tra le due potenze. In questo caso, lo scenario di un tentativo cinese di avviare un operazione militare nei confronti di Taiwan diventerebbe altamente probabile, visto il suo altissimo valore strategico ed economico.
Leggi anche:
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- La Trappola di Tucidide e la sua influenza sulla teoria egemonica
- La visione Revisionista nelle Relazioni Internazionali e il caso della Repubblica Popolare Cinese
Innovazione tecnologica nella storia: la competizione anglo-tedesca fine 800 inizio 900
L’attuale competizione tra Cina e Stati Uniti, per alcuni, ricorda in parte la competizione tra Impero Britannico e Impero Tedesco in ambito navale. Negli ultimi anni dell’800 la Germania di Guglielmo II stava tentando di ridurre il gap militare, soprattutto in ambito navale, con Londra -principale potenza marittima dell’epoca. La crescita economica stava contribuendo al riarmo della flotta militare di Berlino, questione che allarmò fortemente i vertici militari e politici britannici. Per Londra era di vitale importanza preservare il predominio militare sugli oceani, poiché significava conservare il proprio impero e salvaguardare l’esistenza stessa del Regno Unito[7]. Conscia di ciò, Londra doveva realizzare una flotta non soltanto quantitativamente superiore per unità ma anche qualitativamente rispetto a quella tedesca. Nei primi del 1900 Berlino aveva approvato due leggi per finanziare l’ammodernamento e l’aumento delle unità navali della Marina militare tedesca; ma nel 1906 la Royal Navy varò la HMS Dreadnought. Il varo della Dreadnought rese obsolete il resto delle altre, mettendo Londra in testa.
La differenza tra le unità pre-1906( Pre Dreadnought) e quella varata erano molteplici: possedeva batterie monocalibro, quattro turbine al vapore capaci di farle raggiungere una velocità da crociera di 21 nodi e una potenza di fuoco che la rendeva superiore alle altre unità navali. De facto, Londra azzerò la corsa navale, obbligando Berlino a ricominciare da zero ma senza possibilità di ridurre il gap tecnologico con il Regno Unito, nonostante la realizzazione di una enorme flotta d’alto mare. Londra, per la creazione della Dreadnought, si ispirò alle idee di Vittorio Cuniberti, ingegnere italiano che tentò di trovare senza successo appoggio e finanziamenti in Italia, e di un suo saggio apparso nel 1903 sulla prestigiosa rivista “Jane’s Fighting Ships” intitolato “An Ideal Battleship for the British Fleet”.[8] Altro ruolo nella competizione navale fu la capacità di Londra di convertire il grosso della sua flotta da una alimentazione a carbone ad una al sostenuta dal petrolio. Fu Winston Churchill, all’epoca Primo Lord dell’Ammiragliato, a voler spingere su questa conversione, comprendendo che era necessario avere un continuo flusso di petrolio per poter rifornire la flotta. Per sostenere il progetto fece approvare dalla Camera dei comuni l’acquisizione del 51% della Anglo-Persian Oli Company. Questi passi riuscirono a mantenere l’egemonia britannica fino al 1914, anno dello scoppio della Grande Guerra.
Conclusioni
L’attuale scontro sino-statunitense è quasi sempre stato paragonato alla guerra fredda tra USA e URSS, ma il confronto non regge.
La Guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica fu concentrata sulle direttive politico-militari indirette e sul supporto politico, con una divisione ferrea in sfere d’influenza in Europa, mentre il confronto tra Pechino e Washington è di natura egemonica e comprende diversi settori, che spaziano da quello tecnologico al settore finanziario e commerciale. Pechino è conscia che l’attuale confronto coinvolgerà settori in cui è coinvolta maggiormente, come l’Intelligenza Artificiale e le riserve minerarie di terre rare, de facto monopolio cinese. I prossimi anni il confronto/scontro Cina e Stati Uniti potrebbe rilevarsi decisivo per la stabilità dell’ordine internazionale.
Note
[1]Tech e non solo. Dove va la competizione fra Cina e Stati Uniti – Francesco Bechis In:”Come Difendere l’Ordine Liberale (COMDOL): Comparare le scelte dell’Amministrazione Biden con le politiche dei suoi predecessori nel post-Guerra fredda” https://www.geopolitica.info/prodotto/geopolitical-brief-2-comdol-come-difendere-lordine-liberale-comparare-le-scelte-dellamministrazione-biden-con-le-politiche-dei-suoi-predecessori-nel-post-guerra-fredda/
[2] Alessandro Aresu, Il dominio del XXI secolo. Cina, Stati Uniti e la guerra invisibile sulla tecnologia, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2022
[3] La Cina accelera verso l’autosufficienza tecnologicahttps://www.cesi-italia.org/it/articoli/la-cina-accelera-verso-lautosufficienza-tecnologica
[4] Studio rivela che la Cina sta vincendo gara tecnologica con Usa https://www.askanews.it/esteri/2023/03/02/studio-rivela-che-la-cina-sta-vincendo-gara-tecnologica-con-usa-pn_20230302_00140/ “Critical Technology Tracker – The global race for future power” dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) https://www.aspi.org.au/report/critical-technology-tracker
[5] Yin, QY., Yang, J., Huang, KQ. et al. AI in Human-computer Gaming: Techniques, Challenges and Opportunities. Mach. Intell. Res. (2023). https://doi.org/10.1007/s11633-022-1384-6
[6] Alessandro Aresu, Il dominio del XXI secolo. Cina, Stati Uniti e la guerra invisibile sulla tecnologia, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2022
[7] Andrea Gilli and Mauro Gilli, “Why China Has Not Caught Up Yet: Military-Technological Superiority, Systems Integration, and the Challenges of Imitation, Reverse Engineering, and Cyber-Espionage,” International Security, Vol. 43, No. 3 (Winter 2018/19), pp. 141–189, https://doi.org/10.1162/ISEC_a_00337 http://cadmus.eui.eu/bitstream/handle/1814/62986/Why_China_has_not_caught_up_yet_Gilli.pdf?sequence=1&isAllowed=y
[8] Gastone Breccia “La grande Storia della Guerra” Newton Compton Editori 2020
Foto copertina: