Dopo oltre 900 giorni dall’invasione russa del 24 febbraio 2022, la guerra in Ucraina continua. Ne parliamo con Giovanni Catelli autore del libro “Invasione. Storia e segreti dell’attacco russo all’Ucraina” un libro di East Journal (Paesi Edizioni).
L’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 ha rappresentato solo l’evento finale di una lunga preparazione militare. È infatti un progetto avviato a fine anni Novanta con la prima guerra di Cecenia, proseguito nel 2008 con l’offensiva alla Georgia per l’Ossezia del Sud e andato avanti nel 2014 con l’occupazione della Crimea e delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk. Nel silenzio-assenso dell’Occidente, il disegno di Mosca si è all’inizio potuto attuare quasi senza incontrare ostacoli. Fino all’attacco su Kiev di inizio 2022, quando il mondo si è «svegliato» accorgendosi del pericolo incombente alle porte d’Europa. Questo libro ricostruisce nel dettaglio la progressiva preparazione alla «invasione» da parte della Federazione Russa. Lo fa attraverso lo sguardo attento e profondo dell’autore, da oltre vent’anni corrispondente nei Paesi ex sovietici, testimone diretto della Rivoluzione arancione, della rivolta di Piazza Maidan e dell’occupazione russa del Donbass. Nella prefazione di “Invasione. Storia e segreti dell’attacco russo all’Ucraina”, la giornalista Anna Zafesova afferma che “La guerra della Russia contro l’Ucraina è iniziata molto prima del 2022, ed è stata sognata, pensata e preparata addirittura molto prima del 2014, anno in cui Vladimir Putin ha ordinato l’annessione della Crimea e l’invasione degli “omini verdi” nel Donbass. Questo volume racconta la guerra, ibrida e tradizionale, le strategie, le tattiche, le armi, gli alleati, gli errori e le vittorie, l’evoluzione dei piani del Cremlino, e la resistenza eroica dell’Ucraina”. Ne parliamo con Giovanni Catelli, scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa Orientale e autore di “Invasione. Storia e segreti dell’attacco russo all’Ucraina” un libro di East Journal, Paesi Edizioni (Acquista qui).
Che cosa ti ha ispirato ad approfondire il tema dell’invasione russa dell’Ucraina? Occupandomi di Ucraina da più di 22 anni mi è sembrato di poter avere una prospettiva storica che mi ha sicuramente aiutato nella ricostruzione dei veri moventi.
Il libro raccoglie alcuni articoli pubblicati nel corso degli ultimi anni. Come ha svolto la ricerca per questo libro? Può parlarci delle fonti che ha utilizzato e di eventuali difficoltà incontrate durante la ricerca?
Per quanto riguarda le fonti credo che l’esperienza maturata sia stata importante, forse decisiva; ho avuto accesso a fonti ufficiali, il problema è stato poi di distillare quanto si diceva per arrivare al fondo delle cose che non è mai così trasparente come sembra.
Quali sono le motivazioni profonde dietro l’aggressione russa? Pensa che ci siano fattori storici o culturali, oltre a quelli politici ed economici, che hanno contribuito a scatenare il conflitto?
La guerra è una vicenda di volgare imperialismo, solo che ovviamente la Russia gli ha voluto conferire il marchio della lotta antinazista, la Giunta di Kiev, e via discorrendo, senza un solo appiglio nella realtà, ma per i russi non c’è bisogno della realtà, loro vivono in una realtà surrogata che va bene a loro.
Nel libro parla di “segreti” legati all’invasione. Può darci qualche anticipazione?Segreti sicuramente ci sono, soprattutto legati al momento topico dell’invasione, quando si doveva decidere esattamente quando attaccare: uno è legato alle sacche di sangue effettivamente disponibili che avrebbero segnato la concreta discesa in campo, al di là della propaganda, e che i servizi americani individuarono esattamente, e poi un regolamento interno della protezione civile russa che regolava con precisione le inumazioni collettive in caso di guerra. Questo, che appariva come un regolamento interno, ha permesso in realtà di individuare con anticipo le vere intenzioni di Mosca.
Cosa ritiene che il grande pubblico ancora non sappia sulla guerra in Ucraina?
Il grande pubblico non conosce la mentalità di questi popoli: Churchill aveva dato la sua versione onesta delle cose, ma si è fermato alla prima apparenza di esse, ovvero la Russia come un grande mistero. In effetti non avrebbe potuto conoscerne la vera mentalità perché questa si nasconde, e solo dopo molti anni appare qualcosa di vago che non si presta a grandi valutazioni. La vera anima russa è forse ancora un mistero.
Quali errori pensa siano stati commessi sia dalla Russia che dall’Ucraina, se ce ne sono?
Gli errori sono quasi tutti della Russia, che ha mosso all’Ucraina come per una scampagnata, senza capire che davvero era cambiato il vento, e che non doveva prendere sottogamba una vera e propria invasione. Mal glie n’ha incolto, e forse anche per l’Ucraina è stato un bene che gli invasori abbiano commesso praticamente tutti gli errori possibili. Dall’infilare una carovana di mezzi di 65 km, su cui gli ucraini potevano esercitarsi al tiro a segno, allo spargere troppe forze su una estensione troppo vasta, neppure controllabile.
Ormai siamo giunti a una guerra di frizione, per cui con limitati sforzi non si giunge ad avanzate concrete, salvo nel Kursk dove gli ucraini hanno trovato un ventre molle quasi indifeso.
C’è un capitolo o una sezione che ritieni particolarmente significativo?
Ritengo significativo il mio capitolo sul Donbass perché qui da noi praticamente non si è conosciuto nulla della realtà, e a maggior ragione lì si tocca con mano quali nefandezze abbia commesso la Russia in un luogo concreto.
Nelle ultime settimane la cronaca ci racconta di una quasi inaspettata controffensiva ucraina nella regione di Kursk. Qual è stato il risultato sul campo?
L’offensiva nella regione di Kursk è stata un piacevole diversivo, che offre all’Ucraina una potenzialità nelle future trattative molto importante, ancora iniziale ma potenzialmente dalle dimensioni sconosciute. Infatti non c’è la garanzia di un futuro intervento russo, che sarebbe molto dubbio anche per estensione, quindi con molte incognite da tutti i punti di vista. Dalle dimensioni dell’intervento russo nel Kursk si avrà forse la reale situazione delle forze in campo.
Secondo alcuni analisti l’Ucraina vorrebbe occupare la regione di Kursk per poi scambiarla con la Crimea in un ipotetico accordo di pace. Fantageopolitica o potrebbe essere una concreta base di partenza?
Lo scambio con la Crimea è ancora un’ipotesi molto lontana e all’apparenza difficile da realizzare. Tutto è possibile, però oggettivamente ancora lontano e vago. Valuteremo se in effetti la Russia non sarà capace di scrollarsi di dosso quei pochi militari ucraini (si parla di dodicimila circa).
Quali sono gli obiettivi bellici che Russia e Ucraina vorrebbero raggiungere per dichiararsi vincitori
Gli obiettivi bellici delle due forze in campo rischiano di non arrivare mai ad un punto di soglia superato il quale si potranno dichiarare vincitori: l’Ucraina si dispone ad eliminare ogni residua forza russa, dalla sua originale estensione, salvo forse il Donbas dove si concretizzano tensioni che potrebbero fare abbandonare a Kiev l’obiettivo di un ripristino effettivo della sovranità. I Russi dal canto loro sono impegnati nella difesa delle quattro province ucraine occupate su cui vorranno possibilmente estendere il controllo: dunque volontà diverse che difficilmente potranno giungere a una definizione precisa. Fondamentale quindi l’appuntamento di novembre con le elezioni americane: lì davvero si misurerà tutto il futuro della guerra.
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- I rischi orizzontali della guerra in Ucraina
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- La nuova battaglia di Kursk
Il libro si conclude con l’articolo datato 6 marzo 2024 dal titolo “Che accadrà dopo le elezioni americane?”. Donald Trump è una minaccia per il futuro dell’Ucraina?
Donald Trump è una severa minaccia per il futuro dell’Ucraina, non c’è dubbio alcuno.
Ha elogiato pubblicamente gli autocrati di Russia e Cina, li ha appoggiati nelle loro iniziative, dunque ponendosi al di fuori della legittimità democratica, di cui comunque non pare interessarsi. E’ a tutti gli effetti una mina vagante, in più con la seconda presidenza alle porte, dunque con molti meno vincoli e obbligazioni: l’unica speranza è Kamala Harris, che potrebbe soffiargli l’effettiva presidenza con buona pace di tutti. Può farcela, a mio parere, ma deve mostrare un profilo più risoluto.
Foto: copertina libro Invasione. Storia e segreti dell’attacco russo all’Ucraina