I due paesi scandinavi rompono i rapporti con la Russia e si avvicinano alla NATO. Molto dipenderà dalle conseguenze delle tensioni russo-occidentali ai confini
Da qualche tempo le tensioni che interessano la Russia e le sue aree di confine si sono fatte piuttosto intense. Oggi le minacce non sono più percepite, ma si presentano concrete e fondate, dall’una e dall’altra parte della linea di confine territoriale. Le diatribe diplomatiche tra Russia e paesi NATO sono onnipresenti nel dibattito ed il bivio tra una risoluzione e l’intervento armato si è fatto decisamente nitido. Per questo motivo, i paesi confinanti stanno correndo ai ripari; Svezia e Finlandia su tutte, stanno dimostrando particolare solerzia nel rincorrere la NATO e guadagnarsene i favori. La posta in gioco d’altronde è molto alta: ne va della sicurezza, non solo dei mari del Nord, ma anche di tutto il panorama globale. La Svezia e la Finlandia si sono ufficialmente candidate per entrare nell’Alleanza Atlantica quindi, ignorando il parere di Mosca, le cui autorità hanno fatto sapere di non gradire questa presa di posizione. In questi giorni i funzionari NATO incontreranno quelli russi, ma anche i rappresentanti di Svezia e Finlandia, in incontri separati. Con i russi si discuterà delle crescenti tensioni in Ucraina, mentre con Svezia e Finlandia, si procederà ad una disamina delle condizioni per l’ingresso in NATO.
Svezia e Finlandia in NATO: i punti di partenza
Fino a pochi anni fa, Svezia e Finlandia si sono sempre tenute fuori dall’orbita NATO. Anche se contestualmente i due paesi scandinavi continuavano ad avere degli ottimi apparati militari, nulla lasciava presagire la necessità imminente di legarsi all’alleanza. Negli ultimi anni poi, Stoccolma ha cominciato a legarsi alla NATO, mediante cooperazioni sporadiche, ma che sono divenute sempre più frequenti[1]. Poi qualcosa è cambiato di nuovo: la Russia è divenuta una minaccia tutt’altro che ipotetica e, al pari della vicina Norvegia, si avverte il bisogno di migliorare le proprie strategie di sicurezza, ma anche fare affidamento su forze esterne. Anche la Finlandia ha vissuto qualcosa di simile. Basti pensare che la cosiddetta “opzione NATO fa parte dell’agenda politica di Helsinki da alcuni anni. Ciò che è cambiato è l’approccio. Nel 2016 infatti, un report del Ministero della Difesa su quali fossero le implicazioni dell’adesione finlandese alla NATO, si considerava tale ipotesi come una prospettiva a lungo termine poi le cose sono andate diversamente[2]. Nel report si prevedeva una risposta vigorosa da parte della Russia, la quale sarebbe però culminata in una fase di quiescenza. Ad ogni modo, con le tensioni di questi giorni è in ballo tutto l’apparato diplomatico e di sicurezza. Dall’Artico al Baltico, le crescenti tensioni fanno traballare quel fragile equilibrio, reso possibile anche da apparati diplomatici come il Consiglio Artico ed il Consiglio di Barents. Una struttura frutto di anni di incontri diplomatici, che potrebbe crollare su sé stessa in caso di conflitti armati. I timori sono più che fondati, se si pensa che dal punto di vista di Mosca, con l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO, si verificherà quell’espansione ad est del blocco atlantico, tanto temuto in Russia.
Il botta e risposta diplomatico
Putin ha infatti richiesto a titolo di garanzie per la sicurezza, che la NATO abbandoni ogni tentativo di azione a ridosso dei confini russi; in tale richiesta vi è anche un riferimento implicito alla penisola scandinava dove Stoccolma ed Helsinki, stanno per entrare in NATO e la Norvegia offre il proprio territorio per le esercitazioni militari del blocco occidentale. Dal canto loro, Svezia e Finlandia, dichiarano “sorprendenti” le richieste russe e sottolineano che, nessun attore esterno può scegliere per loro le alleanze da fare. Il Ministro degli Esteri svedese, Ann Linde, ha dichiarato appunto che le decisioni su cosa è meglio per la Svezia, spettano solo alla Svezia. Le fa eco il presidente finlandese Sauli Niinisto, il quale ha dichiarato a Capodanno che la Finlandia manterrà la piena libertà di manovra, compresa la libertà di valutare il possibile allineamento militare e l’adesione alla NATO. Insomma Russia, Svezia e Finlandia, stanno dando vita ad un vero e proprio botta e risposta a distanza. La risposta infatti, è arrivata dal Ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, la quale ha allertato i due paesi già a dicembre 2021, sottolineando che la Russia, gradirebbe che Svezia e Finlandia restassero neutrali, onde evitare gravi conseguenze politiche e militari, alle quali la Russia potrebbe fornire una determinata risposta[3]. Le minacce non sono più tanto velate, tanto più che i paesi stanno praticando da anni un consistente riarmo; forse in vista di un conflitto, o forse come semplice pratica di deterrenza. Se la Russia sta predisponendo un massiccio apparato militare, anche la Svezia sta correndo ai ripari, proprio in chiave anti-russa. infatti, fu l’attacco russo all’Ucraina nel 2014, che stimolò a Stoccolma l’aumento degli investimenti nella difesa. Un aumento così importante non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda: nel 2020, la spesa militare ha avuto un aumento del 40% rispetto agli anni precedenti. Mentre aumentano mezzi e uomini a disposizione, Stoccolma è già al lavoro per migliorare la cooperazione in materia di sicurezza con Stati Uniti, Gran Bretagna e gli altri player nordici e baltici.
Svezia, Finlandia, NATO: i giochi non sono ancora fatti
Da un lato dunque, i due paesi sembrano essere propensi a scegliere la NATO, a discapito di un rapporto diplomatico più o meno buono con Mosca. Tuttavia non tutto è pienamente definito, anche perché Svezia e Finlandia, dovranno rispondere a tutti i requisiti richiesti dagli attuali membri dell’alleanza, per poter entrare a farne parte. Si tratta di condizioni politiche, militari e legali che bisogna avere come biglietto d’ingresso; non basta aver detto di no alla Russia. Anche se di recente il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg ha aperto virtualmente le porte a Svezia e Finlandia, c’è molto da comprendere[4].
Stoltenberg ha promesso “procedure rapide”, dati i rapporti che i due paesi intrattengono con l’alleanza e dato il loro grado di stabilità. Tuttavia è difficile credere che le procedure diano vita ad una scorciatoia. In sostanza non ci saranno corsie preferenziali, nemmeno per paesi democratici, stabili e ricchi come sono Svezia e Finlandia. Dal punto di vista della NATO infatti, non c’è alcuna differenza sul piano dei requisiti e quindi per nessun motivo, le richieste dei due player scandinavi dovrebbe ottenere priorità su altri attori che hanno già presentato domanda[5]. A quanto sembra quindi, è bene che Svezia e Finlandia non facciano i conti senza l’oste e tengano presenti i requisiti che la NATO ritiene imprescindibili. In primo luogo il consenso pubblico; un aspetto molto significativo, su cui i due paesi sono piuttosto carenti, dato che la maggior parte degli svedesi e dei finlandesi si dice contraria all’ingresso in NATO. Altri requisiti sarebbero da verificare in termini di spesa per la difesa. Qui la Finlandia si trova in vantaggio, raggiungendo l’obiettivo del 2% del PIL investito nell’esercito, mentre la Svezia è molto lontana da questa prospettiva. Infine c’è la procedura di voto, in base alla quale, i rappresentanti dei paesi già membri devono votare l’adesione di un nuovo paese. Una procedura lunga che comporta un notevole dispendio di tempo; anche 20 mesi, come è accaduto alla Macedonia del Nord, uno degli ultimi paesi aderenti. In pratica l’adesione, se ci sarà, non sarà semplice, né tantomeno immediata. C’è da interrogarsi poi, anche sulle reali intenzioni dei due paesi. Se è chiaro che la richiesta di adesione è fatta solo per convenienza, non è chiaro se i due paesi agiranno sinergicamente. In pratica, potrebbe verificarsi qualcosa di diverso: se la Svezia presenta domanda, la Finlandia la seguirebbe, ma non è detto che, nel caso in cui la Finlandia facesse il primo passo, la Svezia farebbe lo stesso. In quel caso infatti, la Svezia si troverebbe “coperta” da paesi NATO e potrebbe non sentire più il bisogno di legarsi all’alleanza.
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Note
[1] https://foreignpolicy.com/2022/01/07/swedish-foreign-minister-ann-linde-nato-finland-russia/
[2] https://ecfr.eu/article/between-russia-sweden-and-nato-finlands-defence-of-sovereignty-equality/
[3]https://www.baltictimes.com/if_sweden__finland_joins_nato__it_might_deteriorate_relations_with_russia___pabriks/
[4] https://tass.com/defense/1387883
[5] https://icds.ee/en/finland-and-sweden-do-not-have-the-nato-option-they-think-they-have/
Foto copertina: NATO Secretary General Jens Stoltenberg with the Minister for Foreign Affairs of Finland, Pekka Haavisto and the Minister for Foreign Affairs of Sweden, Ann Linde