Frontex: gli aspetti controversi dietro la protezione dei confini esterni dell’Unione europea


Negli ultimi mesi, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, meglio nota come Frontex, è stata al centro di accesi dibattiti, di indagini interne all’Unione europea e di interrogazioni al Parlamento europeo a causa del suo presunto coinvolgimento in respingimenti illegali di richiedenti asilo effettuati al confine tra Grecia e Turchia, come emerso da un’indagine pubblicata ad ottobre dal quotidiano tedesco Der Spiegel.[1]


 

In questa sede si cercherà di ricostruire i più recenti sviluppi dell’agenzia dell’Ue e alcuni degli aspetti più controversi del suo operato, che alimentano le critiche di ONG ed altri osservatori esterni, cercando di collocare il ruolo dell’Agenzia nel più ampio quadro della securitizzazione della migrazione a livello europeo.

Il crescente peso di Frontex nelle politiche migratorie dell’Unione europea

L’agenzia Frontex viene fondata con il regolamento, ormai abrogato, n.2007/2004 del Consiglio come organismo preposto alla gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione,[2]  poiché il diritto comunitario vede in una gestione efficace ed uniforme delle frontiere esterne una condizione fondamentale a garanzia di uno spazio interno di libertà, sicurezza e giustizia in cui venga salvaguardata la libertà di circolazione interna delle persone.[3]

A seguito dell’incremento senza precedenti dei flussi migratori diretti verso l’Europa nel 2015, il regolamento n.2016/1624  amplia il mandato ed i poteri di Frontex, rinominata come Agenzia europea della guardia di costiera e frontiera, che assieme alle autorità degli Stati membri preposte al controllo delle frontiere costituisce la Guardia di frontiera e costiera europea.[4]

L’Agenzia continua a svolgere un ruolo ausiliario di sostegno alla cooperazione operativa tra gli Stati membri per la gestione integrata delle frontiere esterne, ma vede estendersi lo spettro delle sue funzioni. Tra le funzioni di maggior rilievo che il regolamento del 2016 attribuisce a Frontex vi sono l’assistenza umanitaria nei punti di crisi o ‘hotspot’ e nell’ambito di operazioni marittime di ricerca e soccorso coordinate dall’Agenzia stessa (c.d. operazioni SAR). Fondamentali sono poi le funzioni di assistenza e coordinamento del rimpatrio di cittadini di Paesi terzi, eseguite anche attraverso la cooperazione con i Paesi terzi interessati.[5]

Il regolamento inoltre fissa precisi obblighi relativi al rispetto dei diritti umani. L’operato dell’Agenzia e delle autorità nazionali deve infatti svolgersi nel pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona, come definiti dalla CEDU, dalla Carta europea dei diritti fondamentali e dal diritto internazionale; particolare rilievo assume la disposizione di cui all’art 34 del regolamento, che impone alla Guardia di frontiera e costiera europea il rispetto del principio di non-refoulement diretto ed indiretto.[6] Un nuovo regolamento UE adottato nel 2019, il reg. (UE) 2019/1896, amplia ulteriormente il mandato dell’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera in materia di controllo delle frontiere, rimpatri e cooperazione con i paesi terzi.

Viene inoltre previsto un ampliamento del personale e delle attrezzature dell’agenzia con l’istituzione di un corpo permanente comprendente sia personale di Frontex che degli Stati membri, che dovrà contare 10000 elementi operativi entro il 2027.[7] Alla progressiva estensione del campo d’azione di Frontex sancita nel diritto dell’UE è corrisposto un aumento vertiginoso del budget dell’Agenzia, che è passato dai 6 milioni di euro nel 2005 ai 420 milioni di euro nel 2020.[8] Nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 sono stati predisposti 22,7 miliardi per il settore della migrazione e della gestione delle frontiere[9], dei quali diversi milioni su base annuale saranno corrisposti a Frontex,[10] che nei prossimi anni avrà a disposizione un budget decisamente superiore rispetto a quello della maggior parte delle agenzie dell’Unione.[11]

Nel corso degli anni Frontex ha esteso il perimetro della sua azione anche al di fuori dei confini dell’Ue, divenendo un attore fondamentale della politica Ue di esternalizzazione dei confini, che pone la gestione della migrazione e la riduzione di flussi irregolari al centro delle relazioni esterne dell’Ue con i paesi terzi.[12]  L’Agenzia europea ha stretto accordi di lavoro con Paesi terzi ed istituzioni regionali che promuovo la cooperazione relativa alla condivisione di informazioni, alla realizzazione di operazioni congiunte, all’assistenza nell’implementazione di strategie e tecnologie per i controllo dei confini.[13]

Ha inoltre stabilito funzionari di collegamento in paesi strategici come la Turchia, la Serbia ed il Niger con il preciso scopo di raccogliere informazioni sui principali movimenti migratori, profilare migranti potenzialmente rischiosi e fornire assistenza per la riduzione dei flussi migratori.[14] Si è assistito dunque negli anni ad una continua espansione del ruolo e dei poteri di Frontex ed è su questa scia che l’Unione europea intende proseguire per riformare la propria politica dell’immigrazione.

L’ulteriore rafforzamento di Frontex infatti è un aspetto chiave della proposta presentata a settembre dalla Commissione su nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, il quale, secondo le parole del vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas, dovrebbe ripensare la politica migratoria dell’UE come un edificio costruito su tre piani[15]:il primo è una forte dimensione esterna basata sulla cooperazione con paesi terzi di origine e di transito; il secondo è una solida gestione delle frontiere esterne attraverso una guardia di frontiera e costiera europea dotata di nuove strumentazioni; l’ultimo piano riguarda le regole interne che garantiscano la solidarietà tra gli Stati membri nel ricollocamento dei richiedenti asilo.[16]

Con il Patto, l’UE si propone di attribuire a Frontex un ruolo di primo piano nel sistema comune europeo per i rimpatri che il Patto intende realizzare allo scopo di incrementare il numero dei migranti irregolari che vengono rimpatriati e di fornire così maggiore credibilità alla politica migratoria dell’Ue nel suo insieme.[17] Frontex viene descritto nella Comunicazione della Commissione sul Nuovo patto come il “braccio operativo della politica del rimpatrio dell’UE”[18]: si prevede infatti la nomina di un vicedirettore esecutivo dedicato e l’incorporazione di maggiori competenze sul rimpatrio nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia[19].

A ciò si aggiunge la messa in funzione del corpo permanente composto da 10000 unità previsto dal regolamento del 2019 per incrementare le capacità di risposta dell’Unione alle frontiere esterne.[20] L’indirizzo proposto nel Patto è stato confermato dalla Commissione europea lo scorso aprile in occasione della presentazione della strategia della Commissione sui rimpatri volontari, durante la quale il vicepresidente della Commissione Schinas ha annunciato che Frontex diventerà una vera e propria ‘agenzia per i rimpatri’ nell’ambito della nuova strategia Ue[21].

L’Agenzia dunque è chiamata ad assumere un ruolo di rilievo nelle proposte di riforma di una politica migratoria europea sempre più restrittiva e orientata alla sicurezza, che fa del rafforzamento dei confini uno dei propri pilastri e dell’incremento dei rimpatri una delle maggiori priorità da perseguire, dato che questi rappresentano l’unico fattore in grado di unificare gli interessi divergenti degli Stati membri in materia di immigrazione[22] e vengono considerati – sulla base di una presunzione erronea – come un efficace deterrente per nuove partenze, in grado di portare ad una riduzione dei flussi migratori diretti verso l’Europa.[23]

I molteplici aspetti controversi dell’operato di Frontex

Secondo l’indagine pubblicata ad ottobre da Der Spiegel, Frontex sarebbe stata a conoscenza dei respingimenti illegali operati dalla guardia costiera greca – e talvolta vi sarebbe stata anche attivamente coinvolta.[24] In tal modo, l’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera lascerebbe che la violazione sistematica dei diritti dei rifugiati e del divieto di espulsioni collettive divenga la normalità ai confini esterni dell’Unione.[25] Anche il New York Times ha ottenuto dei documenti che confermavano le accuse mosse da Der Spiegel. [26]

I resoconti della stampa internazionale sulle attività illegali dell’agenzia hanno portato ad un’interrogazione parlamentare molto accesa durante la quale alcuni europarlamentari hanno richiesto le dimissioni del direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, che durante l’interrogazione ha negato l’esistenza di prove che dimostrino una partecipazione diretta o indiretta degli ufficiali di Frontex ai respingimenti.[27] Allo stesso tempo OLAF, l’ufficio antifrode dell’Unione europea, ha avviato un’indagine su Frontex per le accuse di molestia, cattiva condotta ed operazioni illegali volte ad impedire ai migranti di raggiungere l’Unione europea.[28]

A fine gennaio gli eurodeputati della commissione LIBE[29] hanno fondato il Frontex Scrutiny Working Group, un gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di indagare sull’operato di Frontex e sulle accuse mosse all’agenzia,[30] i cui risultati sono attesi durante l’estate. Successivamente, a marzo la Commissione di controllo sul bilancio del Parlamento europeo ha rifiutato l’approvazione del bilancio finanziario di Frontex per l’anno 2019, portando di fatto ad una sospensione del suo pagamento.[31] Sebbene si tratti di un gesto simbolico, nell’attuale contesto rappresenta un’azione senza precedenti da parte del Parlamento, non priva di peso.[32] Anche la società civile si è mobilitata: un team di legali dell’associazione Front-lex ha chiesto al direttore esecutivo Fabrice Leggeri di interrompere la missione nel mar Egeo, minacciando di deferire le accuse sui respingimenti legali alla Corte di giustizia dell’Unione europea.[33]

La complicità di Frontex nei respingimenti illegali nel Mar Egeo appare soltanto la superficie di un problema ben più profondo. Destano preoccupazione i dati emersi da un’analisi del quotidiano inglese The Guardian, basata su report di agenzie dell’ONU e dati di organizzazioni non governative. Dall’inizio della pandemia di Covid-19 si sarebbero intensificate le pratiche dei respingimenti illegali ai confini dell’Ue. Con il supporto dell’agenzia Frontex, diversi Stati membri avrebbero sistematicamente respinto migliaia di richiedenti asilo, compresi dei minori in fuga da guerre.[34]

I richiedenti respinti sarebbero oltre 40000 e 2000 sarebbero morti in conseguenza delle tattiche ‘brutali’[35] attuate dagli Stati europei allo scopo di respingerli. Molti migranti avrebbero subito violenze alle frontiere o sarebbero stati lasciati in mare e nel corso del 2020 è stata registrata un’intensificazione della violenza sistemica e dei respingimenti illegali verso la Bosnia da parte della polizia croata.[36] I

l sospetto che anche l’agenzia Frontex fosse coinvolta nelle violenze contro i migranti al confine tra Croazia e Bosnia ha portato ad un’ulteriore interrogazione al Parlamento europeo.[37] In generale, le maggiori critiche alle attività dell’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera vertono sulla loro scarsissima trasparenza sia nei confronti di giornalisti e di osservatori esterni, ma anche degli altri organi dell’Unione.[38]

La rivista Politico riporta i ritardi nel reclutare un gruppo di 40 esperti di diritti umani che avrebbero dovuto essere assunti entro il 5 dicembre del 2020 per supervisionare le attività di Frontex, ma che secondo il capo di gabinetto dell’agenzia, Thibauld de La Haye Jousselin, non rappresentavano una priorità.[39] Ulteriori opacità sono state riscontrate nei procedimenti di reclutamento del personale dell’agenzia[40] e nella rendicontazione delle spese per eventi di lusso a Varsavia, come lo European Border and Coast Guard Day.[41] Contribuiscono all’opacità dell’operato di Frontex anche i legami poco trasparenti dell’agenzia con l’industria delle armi e delle tecnologie di sorveglianza, che hanno destato minore attenzione, secondo un recente report del Corporate Europe Observatory (CEO).[42] Il CEO ha raccolto 130 documenti che riportano 17 riunioni avvenute con imprese di vari settori soltanto tra il 2017 ed il 2019;tra le aziende che hanno ottenuto maggiori incontri negli anni figurano i giganti europei della difesa Airbus e Leonardo, seguiti da aziende del settore della tecnologia e della sicurezza informatica.[43].

L’ampliamento del personale, del budget e delle attrezzature dell’Agenzia europea sarebbe particolarmente gradito all’industria della sicurezza che vede in Frontex un cliente di importanza cruciale, dato il cospicuo budget di cui dispone.[44] Poca attenzione invece è dedicata dall’Agenzia europea ai diritti dei migranti: quasi nessuna organizzazione per i diritti umani ha ottenuto incontri con Frontex ed il forum consultivo interno sui diritti umani non ha ricevuto ascolto; inoltre, il CEO riporta che nelle discussioni sono stati affrontati temi quali armi, biometria, sorveglianza aerea e marittima, ma non si è mai accennato al potenziale effetto di tali tecnologie sui diritti fondamentali dei migranti.[45] Il quadro che emerge è quello di un’agenzia che viene mossa più dagli interessi aziendali che dagli obiettivi e dai principi fissati dal diritto dell’Unione e il CEO prevede che i legami tra Frontex e i lobbisti della sicurezza andranno ad intensificarsi nei prossimi anni.[46]

I legami dell’Agenzia europea con l’industria delle tecnologie di sorveglianza sono pienamente in sintonia con l’approccio adottato dall’Ue a partire dalla crisi dei rifugiati del 2015, basato su crescenti investimenti nel rafforzamento del monitoraggio dei propri confini.[47] Ad ottobre l’Ue ha firmato due contratti dall’ammontare di circa 100 milioni di euro con Airbus e due compagnie israeliane per dotarsi di droni per la sorveglianza marittima aerea.[48]  Tali investimenti risponderebbero ad una strategia dell’Ue nel Mediterraneo che mira sostituire la presenza di navi che  possono svolgere operazioni di ricerca e soccorso in mare con pattugliamenti aerei operati tramite droni, che consentono di monitorare le acque mediterranee e di intercettare la presenza di migranti, sottraendosi alla responsabilità derivante dal diritto internazionale del mare di salvare vite in mare e di portare i migranti che tentano la traversata del Mediterraneo in porti sicuri sulle coste europee.[49]

L’uso di droni nel Mediterraneo ha alimentato negli scorsi anni l’accusa nei confronti di Frontex di fornire informazioni sulla posizione dei profughi in mare alla guardia costiera libica, consentendole di intercettarli e di riportarli in Libia.[50] Secondo un professore di Sciences Po a Parigi, gli operatori di droni di Frontex sarebbero responsabili penalmente in quanto agevolerebbero dei respingimenti illegali nell’ambito di quella che, per alcuni legali che hanno citato in giudizio l’Ue dinanzi alla Corte penale internazionale, rappresenterebbe una politica di trasferimento forzato dei migranti nei centri di detenzione libici.[51] L’accrescimento delle capacità tecnologiche di Frontex rifletterebbe dunque la politica di rafforzamento dei confini, che dà priorità alla sicurezza dei confini piuttosto che al diritto dei migranti di accedere alla protezione internazionale e consentirebbe all’UE di sottrarsi agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, dalla Convenzione sui Rifugiati di Ginevra e dallo stesso diritto dell’Unione. In conclusione, secondo l’esperta di immigrazione dell’Open Society European Policy Institute Giulia Laganà, Frontex rappresenta un corpo militare il cui obiettivo precipuo è quello di tenere fuori dall’Europa il maggior numero possibile di persone, utilizzando una combinazione di metodi sia leciti che illeciti e godendo del pieno supporto degli Stati membri. [52]

Frontex e la securitizzazione della migrazione nell’Unione europea

Per comprendere maggiormente il ruolo giocato da Frontex nell’ambito delle politiche europee sulla migrazione, è utile fare riferimento al dibattito teorico sulla securitizzazione dei processi di migrazione a livello dell’UE.

Il concetto di securitizzazione, coniato da Ole Wæver and Barry Buzan, fa riferimento al filone teorico della cosiddetta ‘Scuola di Copenaghen’, che ritiene che non esistano minacce oggettive alla sicurezza di uno Stato, ma che ogni minaccia sia frutto di una costruzione sociale, realizzata attraverso processi di securitizzazione [53]. Tali processi avvengono adottando uno specifico linguaggio, che definisce delle questioni come delle priorità assolute di sicurezza nazionale,[54] ma secondo altri teorici, tra i quali Balzacq, tali processi vengono attuati anche in assenza di atti discorsivi, attraverso pratiche differenti.[55]

Molti teorici hanno studiato il legame tra sicurezza e migrazione, spesso definito in letteratura come ‘migration-security nexus’, giungendo alla conclusione che la migrazione e l’asilo sono state efficacemente securitizzate in Europa, quindi costruite socialmente come minacce alla sicurezza.[56] Facendo leva sul filone teorico che pone l’accento sulla securitizzazione attraverso pratiche, Sarah Léonard e Christian Kaunert hanno analizzato le pratiche securitarie di Frontex ed il suo ruolo nella securitizzazione della migrazione nell’Unione europea, analizzando le pratiche più recenti dell’agenzia messe in campo a seguito della crisi migratoria del 2015-2016.

In particolare, in quel periodo gli autori rilevano un’intensificazione delle pratiche legate alla sicurezza dell’agenzia: essa ha infatti ha coordinato operazioni congiunte più sofisticate, come Poseidon e Triton, il cui focus è stato esteso ad un ampio numero di crimini transfrontalieri; ha giocato un ruolo chiave nell’implementazione dell’‘hotspot approach[57] introdotto dalla Commissione europea nel 2015; ha stabilito una cooperazione crescente con organismi tradizionalmente legati alla sicurezza quali l’agenzia Europol e la NATO; ha contribuito alla raccolta e alla produzione di intelligence relativa all’immigrazione ma anche a tradizionali minacce alla sicurezza, quali la criminalità organizzata ed il terrorismo.[58] Le pratiche sempre più securitarie dell’agenzia Frontex contribuirebbero quindi a rafforzare il processo di securitizzazione della migrazione a livello dell’Ue. 

Si può pertanto concludere che finché il dibattito pubblico ed i policy-makers a livello europeo concepiranno fenomeni migratori in termini di minacce alla sicurezza nazionale, piuttosto che come movimenti legati al ricongiungimento familiare, alla ricerca di opportunità di lavoro o del riconoscimento di un diritto d’asilo, continueremo ad assistere a politiche securitarie fondate sull’aumento dei poteri e del budget dell’agenzia Frontex, così come alla crescita del mercato delle tecnologie di sorveglianza[59], le cui lobby –come mostrato sopra– contribuiscono a plasmare ed influenzare le azioni intraprese dall’agenzia. L’UE sembra dirigersi proprio verso uno scenario simile con il Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, caratterizzato secondo l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) dalla stessa ‘logica securitaria’ della commissione precedente[60], che accentua l’enfasi sui rimpatri e sul rafforzamento dei confini esterni, minando l’elaborazione di soluzioni reali per una gestione migliore dei flussi migratori[61] e di conseguenza, per una maggiore tutela dei diritti umani dei migranti.


Note

[1] Christides G., Freudenthal E., Luedke S., Popp M., EU Border Agency Frontex Complicit in Greek Refugee Pushback Campaign, Der Spiegel International, 23 ottobre 2020. https://www.spiegel.de/international/europe/eu-border-agency-frontex-complicit-in-greek-refugee-pushback-campaign-a-4b6cba29-35a3-4d8c-a49f-a12daad450d7
[2] Spitaleri F., Amadeo S., Il diritto dell’immigrazione e dell’asilo dell’Unione europea, Torino, Giappichelli, 2019, p.35.
[3] Si veda Art.77 TFUE.
[4] Spitaleri F., Amadeo S., Il diritto dell’immigrazione e dell’asilo dell’Unione europea, Torino, Giappichelli, 2019, p.35
[5] Spitaleri F., Amadeo S., Il diritto dell’immigrazione e dell’asilo dell’Unione europea, Torino, Giappichelli, 2019, p. 38
[6] Ibidem, pp. 38-39. Il divieto di non respingimento (non-refoulement) indiretto fa riferimento al divieto di condurre persone in un paese nel quale sussista un rischio di rimpatrio o di espulsione verso un altro paese in violazione del principio di non respingimento.
[7] Consiglio dell’Unione europea, Guardia di frontiera e costiera europea: il Consiglio adotta un regolamento riveduto, [Comunicato stampa], 8 novembre 2019. https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2019/11/08/european-border-and-coast-guard-council-adopts-revised-regulation/
[8] Jasper J., Airbus to operate drones searching for migrants crossing the Mediterranean, The Guardian, 20 ottobre 2020. https://www.theguardian.com/business/2020/oct/20/airbus-to-operate-drones-searching-for-migrants-crossing-the-mediterranean
[9] Council of the European Union, Multiannual financial framework for 2021-2027 adopted [Comunicato stampa], 17 dicembre 2020. https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2020/12/17/multiannual-financial-framework-for-2021-2027-adopted/
[10] Jones C., Kilpatrick J., Frontex, Migrationcontrol.info. https://migration-control.info/en/wiki/frontex/#_ftn2
[11] I molti problemi di Frontex, Il Post, 23 gennaio 2021. https://www.ilpost.it/2021/01/23/frontex-problemi/
[12] Carrera S., Whose Pact? The Cognitive Dimensions of the New EU Pact on Migration and Asylum, CEPS Policy Insights No 2020-22, settembre 2020
[13] Jones C., Kilpatrick J., Frontex, Migrationcontrol.info. https://migration-control.info/en/wiki/frontex/#_ftn2
[14] Jones C., Kilpatrick J., Frontex, Migrationcontrol.info. https://migration-control.info/en/wiki/frontex/#_ftn2
[15] Che cos’è il patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, Internazionale, 17 settembre 2020
[16] Ibidem.
[17] Commissione europea, Comunicazione su un Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, COM (2020) 609, p.8-9
[18] Ibidem, p.9
[19] Ibidem, p.9
[20] Ibidem, p.13
[21] Nielsen N., EU commission calls Frontex its new ‘Return Agency’, EuObserver, 28 aprile 2021
[22] Abebe, T. T., Mbiyozo, A., The New Pact’s Focus on Migrant Returns Threatens Africa-EU partnership, in: S. Carrera & A. Geddes (Eds.), The EU Pact on Migration and Asylum in light of the United Nations Global Compact on Refugees (pp. 219–229), European University Institute, 2020, p.226. https://www.asileproject.eu/wp-content/uploads/2021/03/EU-pact-migration-asylum-global-compact-refugees.pdf#page=229
[23] Ibidem, p.226.
[24] Christides G., Freudenthal E., Luedke S., Popp M., EU Border Agency Frontex Complicit in Greek Refugee Pushback Campaign, Der Spiegel International, 23 ottobre 2020. https://www.spiegel.de/international/europe/eu-border-agency-frontex-complicit-in-greek-refugee-pushback-campaign-a-4b6cba29-35a3-4d8c-a49f-a12daad450d7
[25] Ibidem.
[26] Liboreiro J., McCaffrey D., EU migration chief urges Frontex to clarify pushback allegations, Euronews, 22 gennaio 2021
[27] Liboreiro J., McCaffrey D., EU migration chief urges Frontex to clarify pushback allegations, Euronews, 22 gennaio 2021. https://www.euronews.com/2021/01/20/eu-migration-chief-urges-frontex-to-clarify-pushback-allegations
[28] Liboreiro J., McCaffrey D., EU migration chief urges Frontex to clarify pushback allegations, Euronews, 22 gennaio 2021
[29] La sigla si riferisce alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.
[30] Martiny F., Parlamento europeo: nasce la commissione d’inchiesta su Frontex, EURACTIV Italia, 24 febbraio 2021. https://euractiv.it/section/migrazioni/news/parlamento-europeo-nasce-la-commissione-dinchiesta-su-frontex/
[31] Martiny F., Frontex, il Parlamento europeo potrebbe sospendere il pagamento del bilancio 2019, EURACTIV Italia, 23 marzo 2021. https://euractiv.it/section/migrazioni/news/frontex-il-parlamento-europeo-potrebbe-sospendere-il-pagamento-del-bilancio-2019/
[32] Ibidem.
[33] Redazione Ansa, Spiegel, legali vogliono portare Frontex a Corte Ue, Ansa Europa, 15 febbraio 2021
[34] Tondo L., Revealed: 2,000 refugee deaths linked to illegal EU pushbacks, The Guardian, 5 maggio 2021
[35] Ibidem.
[36] Ibidem.
[37] I molti problemi di Frontex, Il Post, 23 gennaio 2021. https://www.ilpost.it/2021/01/23/frontex-problemi/
[38] Ibidem.
[39] Hernandez-Morales A., Barigazzi J., Wanat Z., Frontex’s growing pains, Politico, 21 gennaio 2021
[40] Ibidem.
[41] Martiny F., Frontex, il Parlamento europeo potrebbe sospendere il pagamento del bilancio 2019, EURACTIV Italia, 23 marzo 2021. https://euractiv.it/section/migrazioni/news/frontex-il-parlamento-europeo-potrebbe-sospendere-il-pagamento-del-bilancio-2019/
[42] Barbiroglio E., Frontex: le lobby dietro la risposta Ue all’immigrazione, Voxeurop, 1 marzo 2021
[43] Ibidem.
[44] Ibidem.
[45] Ibidem.
[46] Ibidem.
[47] Jasper J., Airbus to operate drones searching for migrants crossing the Mediterranean, The Guardian, 20 ottobre 2020. https://www.theguardian.com/business/2020/oct/20/airbus-to-operate-drones-searching-for-migrants-crossing-the-mediterranean   
[48] Ibidem.
[49] Howden D., Fotiadis A., Loewenstein A., Once migrants on Mediterranean were saved by naval patrols. Now they have to watch as drones fly over, The Guardian, 4 agosto 2019. https://www.theguardian.com/world/2019/aug/04/drones-replace-patrol-ships-mediterranean-fears-more-migrant-deaths-eu
[50] Ibidem.
[51] Ibidem.
[52] I molti problemi di Frontex, Il Post, 23 gennaio 2021. https://www.ilpost.it/2021/01/23/frontex-problemi/
[53] Léonard S., Kaunert.C., The securitisation of migration in the European Union: Frontex and its evolving security practices, Journal of Ethnic and Migration Studies (2020): 1-13. https://doi.org/10.1080/1369183X.2020.1851469
[54] Ibidem, p. 3
[55] Si veda Balzacq T., Securitization Theory: How Security Problems Emerge and Dissolve, Routledge, 2011
[56] Léonard S., Kaunert.C., The securitisation of migration in the European Union: Frontex and its evolving security practices, Journal of Ethnic and Migration Studies (2020): 1-13, p.2. https://doi.org/10.1080/1369183X.2020.1851469
[57] Ibidem, p.9. Gli autori menzionano l’approccio introdotto dalla Commissione europea con l’Agenda europea sulla migrazione del 2015, che stabilisce una cooperazione sul campo tra Europol, Frontex e l’Ufficio europeo per il sostegno all’asilo per l’identificazione, la registrazione e la raccolta di impronte digitali dei migranti irregolari in appositi centri collocati alla frontiera esterna dell’Unione.
[58] Ibidem, pp.10-11
[59] Spinelli F., L’inutile guerra di Frontex, Voxeurop, 22 maggio 2015, https://voxeurop.eu/it/linutile-guerra-di-frontex/
[60] Che cos’è il patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, Internazionale, 17 settembre 2020.
[61] Abebe, T. T., Mbiyozo, A., The New Pact’s Focus on Migrant Returns Threatens Africa-EU partnership, in: S. Carrera & A. Geddes (Eds.), The EU Pact on Migration and Asylum in light of the United Nations Global Compact on Refugees (pp. 219–229), European University Institute, 2020, p.226. https://www.asileproject.eu/wp-content/uploads/2021/03/EU-pact-migration-asylum-global-compact-refugees.pdf#page=229


Foto copertina: Un agente Frontex

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