Gaza: l’impatto devastante della guerra su bambini 


Nella guerra in corso a Gaza si registra una devastante escalation di violenza che sta avendo un tragico impatto su bambini e bambine. La popolazione infantile di Gaza è infatti ad oggi soggetta ad un livello di sofferenza senza precedenti, risultato diretto di un conflitto atroce e implacabile.


Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite su un totale di 34.488 palestinesi uccisi a Gaza finora, ben 14.500 sono bambini. [1] Si stima inoltre che più di 8.000 siano quelli dispersi o intrappolati sotto le macerie, [2] un tragico epilogo che evidenzia la portata devastante delle operazioni militari in corso. La frequenza e la brutalità degli attacchi hanno raggiunto livelli senza precedenti, con una media stimata di oltre 100 bambini uccisi ogni giorno, uno ogni 15 minuti, secondo le stime di Defense for Children. [3] Inoltre, secondo quanto riportato da UNICEF, dall’inizio delle ostilità oltre 9.000 bambini sono stati gravemente feriti e hanno subito l’amputazione di uno o entrambi gli arti[4] per di più attraverso procedure chirurgiche spesso eseguite senza anestesia a causa delle gravi carenze di personale medico e di forniture mediche essenziali, quali anestetici e antibiotici, causate della procurata paralisi del sistema sanitario, come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).[5] La guerra in corso ha sino ad ora lasciato 24.000 bambini palestinesi senza uno o entrambi i genitori [6], e centinaia di migliaia in urgente bisogno di protezione e assistenza umanitaria. A questi si aggiungono gli oltre 17.000 minori non accompagnati o separati dai genitori [7]  e 20.000 neonati che si trovano in una situazione di grave rischio.
Al fine di monitorare, prevenire e porre fine a tali atrocità, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite attraverso la Risoluzione 1612 del 2005[[8]] aveva identificato e condannato sei delle violazioni più gravi contro i bambini in situazioni di guerra. Queste sono: l’uccisione, la mutilazione, il reclutamento da parte di forze armate, gli attacchi a scuole e ospedali, la violenza sessuale, il rapimento e la negazione degli aiuti umanitari. Israele sta commettendo tutte le suddette violazioni.

La protezione dei bambini nel diritto internazionale umanitario

Il diritto internazionale umanitario (DIU) pone i bambini sotto una particolare protezione. Esso prevede che le parti in conflitto debbano dare loro tutte le cure e l’aiuto di cui hanno bisogno a causa della loro età e vulnerabilità. I bambini devono essere privilegiati nell’ambito dell’aiuto alimentare e medico. Il diritto internazionale umanitario prevede inoltre garanzie per i bambini arrestati, l’intangibilità della loro nazionalità e del loro stato civile e il ricongiungimento familiare. Accorda ai bambini, che a seguito di una guerra sono rimasti orfani o sono stati separati dai loro genitori, il diritto a una formazione nel rispetto della loro religione e della loro cultura. Tuttavia, nonostante i chiari obblighi imposti dal DIU questa parte vulnerabile della popolazione continua a subire il peso dei conflitti.
Durante i conflitti armati internazionali, i bambini rientrano nella sfera di applicazione della Quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. Pertanto, essi hanno diritto a tutte le tutele previste per le persone protette, incluso il rispetto fondamentale per la vita e l’integrità fisica e morale, nonché il divieto di coercizione, punizioni corporali, tortura, sanzioni collettive e rappresaglie. Essendo membri integrali della popolazione civile, i bambini godono delle norme stabilite dal DIU che disciplinano la condotta delle ostilità, come la distinzione tra civili e combattenti e il divieto di attacchi diretti contro le popolazioni civili, principalmente enunciati nel Protocollo I del 1977 sui conflitti armati internazionali. Nei conflitti armati non internazionali, si applicano le norme contenute nel Protocollo II del 1977. Inoltre i bambini beneficiano delle garanzie fondamentali stabilite nell’articolo 3 comune alle quattro Convenzioni di Ginevra, che protegge gli individui non attivamente coinvolti nelle ostilità e garantisce loro, anche in mezzo alle crudeltà dei conflitti, a una protezione minima internazionale.
Particolarmente rilevante nel contesto attuale è l’articolo 4 del Protocollo II, intitolato “Garanzie fondamentali”, che stabilisce esplicitamente che i bambini debbano ricevere le cure e l’assistenza necessarie per il loro benessere. Diversi articoli della Quarta Convenzione di Ginevra riguardano specificamente la protezione dei bambini durante i conflitti armati, tra cui l’art. 14 che prevede la creazione di ospedali e zone di sicurezza per i bambini di età inferiore ai 15 anni, l’art. 23 riguardante la garanzia di accesso a risorse vitali come cibo, vestiti e forniture mediche per i bambini nelle aree assediate, l’art. 24 sulla fornitura di cure specializzate per i bambini orfani o separati dai genitori, l’art. 82 riguardante la facilitazione dell’evacuazione dei bambini in zone sicure e il loro ricongiungimento con le loro famiglie e l’art. 17 che prevede, in caso di trasferimento di bambini, misure per garantire la disponibilità di ministri religiosi, personale medico e attrezzature mediche necessarie.
Israele, senza dubbio, non sta rispettando nessuna di queste disposizioni. La scorsa settimana, Defense for Children Palestine ha segnalato, tra le innumerevoli atrocità, che le forze israeliane hanno utilizzato tre ragazzi palestinesi come scudi umani nel nord della Cisgiordania occupata. [9] Questo grave atto costituisce una flagrante violazione di diversi principi giuridici sanciti dalle Convenzioni di Ginevra e dai relativi protocolli, nonché dal diritto internazionale umanitario consuetudinario. In particolare, le azioni delle forze israeliane violano gli articoli 28 e 49 che vietano inequivocabilmente il sequestro o l’utilizzo di individui protetti dalle Convenzioni come scudi umani; l’articolo 51.7 del Protocollo aggiuntivo I (API), che rafforza il divieto di usare i civili come scudi umani per evitare la rappresaglia nemica, e l’articolo 5.2.c del Protocollo addizionale II (APII), che tutela i civili da atti di coercizione o intimidazione, tra cui rientra l’essere costretti a servire come scudi umani.

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Gli effetti delle atrocità commesse

I bambini, a causa della loro vulnerabilità, diventano spesso obiettivi primari per distruggere intere comunità, come sta accadendo anche nel caso di Gaza. All’indomani degli atti compiuti, i bambini sopravvissuti portano infatti il peso di un trauma duraturo. È proprio per gli effetti delle gravi azioni perpetrate nello scenario descritto che si può affermare che tali atti soddisfino inequivocabilmente i criteri del genocidio. Dal 7 ottobre, un incessante assalto di violenza, sfollamento, malnutrizione e conseguenti malattie ha inflitto profonde sofferenze fisiche e psicologiche a ragazzi/e e bambini/e. Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), quasi tutti gli 1,2 milioni di bambini di Gaza necessitano di un supporto psicosociale. [10]
Il rapporto intitolato “Trapped and Scarred” condotto da Save the Children [11], esamina meticolosamente l’impatto catastrofico del conflitto prolungato sul benessere mentale e fisico dei bambini sia a Gaza che in Cisgiordania. Il documento spiega come fattori protettivi essenziali come routine stabili, accesso all’istruzione e sostegno familiare – elementi cruciali per evitare condizioni di salute mentale gravi e durature – siano stati sistematicamente smantellati. Inoltre praticamente tutti i bambini sono stati esposti alla perdita traumatica di membri della famiglia, hanno assistito ad atti di violenza raccapriccianti e hanno subito un profondo sconvolgimento delle loro vite con un conseguente impatto psicologico devastante.

Nel rapporto si mette in luce inoltre, come gli attacchi deliberati alle infrastrutture civili, tra cui scuole e ospedali, aggravino ulteriormente la loro situazione.[12] Questi attacchi mirati, non solo li privano di servizi essenziali, ma mandano in frantumi i pilastri fondamentali della stabilità e della sicurezza nelle loro vite. La distruzione delle scuole, in particolare, rappresenta una grave violazione dei diritti dei bambini, con ripercussioni che si protrarranno ben oltre la cessazione delle ostilità. Le condizioni prevalenti minacciano l’essenza stessa dell’infanzia, generando tassi più elevati di depressione, ansia e altri disturbi mentali debilitanti. La tragica realtà che i bambini palestinesi devono affrontare rientra innegabilmente nel campo di applicazione dell’articolo II(b) della Convenzione sul genocidio. Inoltre, la deliberata privazione di cibo e acqua, unita al collasso del sistema sanitario, provocato deliberatamente da Israele, sta generando una catastrofe umanitaria di proporzioni sconcertanti. I bambini, insieme alla popolazione in generale, sono in costante pericolo di vita a causa della malnutrizione, disidratazione e una pletora di malattie che si stanno progressivamente diffondendo, in particolare il colera e l’epatite A. Queste azioni deliberate, costituiscono chiare violazioni ai sensi dell’articolo II(b) e (c) della Convenzione sul genocidio.
È comunque indispensabile riconoscere che anche prima della recente escalation, i bambini di Gaza erano alle prese con le ripercussioni di un blocco prolungato per sedici anni. L’impatto cumulativo di violenze, libertà limitate, accesso limitato ai servizi essenziali e instabilità economica ha compromesso profondamente le loro vite. Inoltre, la detenzione arbitraria di numerosi bambini palestinesi da parte delle autorità israeliane – una pratica in atto da ben prima del 7 ottobre – sottolinea un sistematico disprezzo per i loro diritti. Tali azioni perpetuano un ciclo di violenza e disperazione e la loro reiterazione sottolinea come il mirare deliberatamente ai bambini di Gaza sia da sempre parte di una campagna sistematica volta ad annientare il futuro di un’intera generazione.


Note

[1] OHCHR, Onslaught of violence against women and children in Gaza unacceptable: UN experts, 06 Maggio 2024. https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/05/onslaught-violence-against-women-and-children-gaza-unacceptable-un-experts#:~:text=They%20noted%20that%20women%2C%20girls,are%20estimated%20to%20be%20female.
[2]Ibidem.
[3]Defense for Children International, One Palestinian child in Gaza killed every 15 minutes by Israeli forces, 16 Ottobre 2023.https://www.dci-palestine.org/one_palestinian_child_in_gaza_killed_every_15_minutes_by_israeli_forces
[4] UNICEF, Facing life in the Gaza Strip with a new disability, 21 Dicembre 2023. https://www.unicef.org/sop/stories/facing-life-gaza-strip-new-disability
[5] WHO, As Gaza’s health system disintegrates, WHO calls for safe passage of fuel, supplies for health facilities, 24 Ottobre 2023. https://www.emro.who.int/media/news/as-gazas-health-system-disintegrates-who-calls-for-safe-passage-of-fuel-supplies-for-health-facilities.html
[6]TheyWorkForYou, Gaza: Humanitarian Aid and Children, 8 Febbraio 2024. https://www.theyworkforyou.com/whall/?id=2024-02-08a.145.1&s=diabetes#:~:text=More%20than%2024%2C000%20children%20have,child%2C%20no%20surviving%20family%E2%80%9D.
[7] UNICEF, Conflitto in Medio Oriente, sono almeno 17.000 i bambini non accompagnati o separati dai genitori nella Striscia di Gaza, 02 Febbraio 2024. https://www.unicef.it/media/conflitto-in-medio-oriente-sono-almeno-17-000-i-bambini-non-accompagnati-o-separati-dai-genitori-nella-striscia-di-gaza/
[8]Ibidem.
[9] Defense for Children, Israeli forces use Palestinian children as human shields in Tulkarem, 13 Maggio 2024. https://www.dci-palestine.org/israeli_forces_use_palestinian_children_as_human_shields_in_tulkarem#:~:text=Karam%2C%2013%2C%20Mohammad%2C%2012,Defense%20for%20Children%20International%20%2D%20Palestine.
[10] UNICEF, Emergenze: Stato di Palestina, 10 Maggio 2024.
[11] Save the Children, Trapped and Scared, 12 Marzo 2024. https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/trapped-and-scarred
[12] Ibidem.


Foto copertina: A wounded Palestinian boy, 12-year-old Mohammed Sofi, looks at buildings destroyed during Israeli airstrikes near his home in the Rafah refugee camp in the southern of Gaza Strip, on October 16, 2023. Israel declared war on the Islamist group Hamas on October 8, a day after waves of its fighters broke through the heavily fortified border and killed more than 1,400 people, most of them civilians. The relentless Israeli bombings since have flattened neighbourhoods and left at least 2,670 people dead in the Gaza Strip, the majority ordinary Palestinians. (Photo by MOHAMMED ABED / AFP) (Photo by MOHAMMED ABED/AFP via Getty Images)