Polonia, un baluardo della NATO: Eastern Flank Security


Il cammino della Polonia nella Alleanza Atlantica, a partire dal 12 marzo 1999, è stato caratterizzato da un notevole coinvolgimento ed impegno nel combinare professionalità e capacità tecnologica a contributo della gestione della sicurezza del continente europeo, e di riflesso della propria sicurezza nazionale.


La Polonia ha avuto premura di dimostrare che la sua volontà di aderire alla NATO fosse subordinata non ad un mero tentativo di elemosinare protezione, risorse economiche e militari in funzione preventiva rispetto ad una eventuale aggressione dello storico avversario russo; bensì che la scelta atlantista fosse il primo passo per garantire alla Polonia una certa posizione di riguardo all’interno del campo nordatlantico. Sfruttando la sua posizione strategica, affacciata sul Mar Baltico, la Polonia fornisce uno snodo cruciale per il contenimento della Russia nella regione, ed è ritenuta da Washington un baluardo importantissimo per la difesa europea.

L’impegno nella NATO

La Polonia ha dimostrato, sin dalla sua ammissione, di voler garantire il proprio impegno nel rispetto degli accordi raggiunti, nel campo degli standard stabiliti nel NATO Security Investment Programme (NSIP), che richiedeva agli stati membri un impegno economico, in termini di contributo annuo pari al 2,48% del PIL al budget NATO per il mantenimento delle strutture e dei contingenti multinazionali, e per garantire investimenti sia nel campo militare quanto in quello civile.
Il NSIP è un budget che provvede al supporto nelle costruzioni di infrastrutture strategiche all’interno dei paesi alleati, al fine di garantire e facilitare l’operazione congiunta delle forze multinazionali, attraverso l’istallazione di sistemi di comunicazione, di informazione, di sicurezza aerea, strutture di supporto operativo, Headquarters. I progetti del NSIP vengono finanziati attraverso un fondo, costituito dal contributo diretto dei Ministeri della Difesa dei singoli paesi alleati.[1]

Il budget civile provvede al mantenimento del personale, dei costi operativi degli staff internazionali in tutte le sedi NATO, finanziato con i fondi dei Ministeri degli Esteri dei singoli paesi membri. Il budget militare provvede, altresì, ai costi operativi e di mantenimento dell’apparato militare multinazionale NATO.
La Polonia rappresenta un crocevia importante per la definizione della strategia atlantica sul versante orientale del continente europeo. La strategia atlantica generale in Europa si concentra sul fianco meridionale (caratterizzato dal pericolo del terrorismo) e su quello orientale (con un focus sulla Federazione Russa). Quali sono però le azioni concrete intraprese dal Governo polacco per la realizzazione degli obiettivi di sicurezza stabiliti nel corso dei NATO Summit di Newport, Galles (2014), di Varsavia (2016) e di Bruxelles (2018)?

L’impegno polacco nella NATO è dimostrato dal fatto che nel 2019, anno del ventesimo anniversario dell’entrata nel Patto Atlantico, la Polonia sia stata uno dei Paesi europei che ha maggiormente investito nel settore della Difesa, raggiungendo il 2% del PIL (con la previsione di un progressivo incremento annuo fino al 2,5% nel 2030).

Le ragioni di tanto impegno si possono ravvisare in due motivazioni assolutamente esaustive. Da una parte si è cercato di raggiungere il tetto fissato dalla NATO, dall’altro la percezione del pericolo di un’invasione russa, dovuta anche all’annessione della Crimea nel 2014, è sicuramente aumentata rendendo l’opinione pubblica più propensa ad accettare l’idea di un incremento della spesa pubblica nel settore difesa e sicurezza.

La Difesa polacca in numeri

Per avere un quadro più preciso della sfida lanciata dai Governi polacchi a partire dal 2015 in poi, si prendano in considerazione alcuni documenti programmatici pubblicati dal Ministero della Difesa polacca, come ad esempio il “Concetto di Difesa della Repubblica di Polonia” del 2017.[2]
Questo programma definisce le linee guida della Difesa per i prossimi 15 anni e il “Programma di Sviluppo delle Forze Armate della Repubblica di Polonia per il periodo 2017-2026” del 2018. Questo documento strategico fornisce importanti informazioni sugli obiettivi strategici di Varsavia nell’ambito NATO, prevedendo, tra le altre cose, l’incremento dell’organico attraverso il proseguimento della formazione delle Forze di Difesa Territoriale ma, soprattutto, della 18^ Divisione Meccanizzata; l’istituzione delle Forze di difesa cibernetica (programma CYBER.MIL); l’introduzione del nuovo Sistema di Comando e Controllo e dei nuovi sistemi di armamento (“Piano di Ammodernamento Tecnico con Orizzonte 2026”), il raggiungimento della piena operabilità della Multinational Division North East (Elbląg, Polonia) e l’incremento della presenza statunitense sul suolo nazionale.

La realizzazione del nuovo Comando della struttura delle forze dell’Alleanza, situato in Polonia discende dall’attuazione delle decisioni del vertice NATO di Varsavia del 2016, volte a rafforzare la solidarietà tra alleati, nonché la capacità di dissuasione e di difesa dell’Alleanza sul fianco orientale. Il Comando Multinazionale, oltre a rappresentare nel complesso un contributo importante alla difesa collettiva della NATO, costituisce un’opportunità nella gestione delle crisi. [3]

Le Forze di Difesa Territoriale (Wojska Obrony Terytorialnej – WOT) sono nate il 1° gennaio 2017 con lo scopo di difendere a livello regionale i cittadini polacchi attraverso una stretta collaborazione tra le Istituzioni Governative, dato che la formazione viene in parte effettuata presso gli istituti di formazione dell’Esercito.[4]
La Forza Territoriale di Difesa non è un’assoluta novità nel panorama polacco. Infatti, una forza paramilitare con lo stesso nome era già operativa nel Paese tra il 1965 e il 2008. Al tempo l’OTK, già distinta dall’esercito tradizionale polacco, era diviso in Esercito di Difesa Interna e Forza di Difesa dei Confini, e contava 65mila uomini. [5]
Il programma lanciato dal Ministero della Difesa polacco dovrebbe prevedere la costituzione un corpo di difesa nazionale che possa contare su 17 Brigate, dislocate su tutto il territorio nazionale e incastonate all’interno di un più ampio disegno di rafforzamento del confine orientale. La prima fase costitutiva è stata completata con la formazione di 3 Brigate dislocate nelle regioni dell’Eastern Flank con un organico di circa 50.000 unità.
Come riportato da Eleonora Vio in un suo recente articolo: “Sono stati i cambiamenti nella sfera geopolitica in Europa, precisamente in Ucraina, assieme alla crisi migratoria, ad aver contribuito a creare le variabili individuate dai nostri esperti,” spiega il Colonnello Remigiusz Zuchowski del Bureau della Difesa Territoriale. “Non ci sono dubbi che l’atteggiamento aggressivo della Federazione Russa è stato il fattore decisivo che ha indotto il nostro Ministero a firmare il progetto dell’OTK, che andrà a rafforzare il Sistema di Difesa e rappresenterà una risposta efficace alla guerra ibrida intrapresa dal nostro avversario”.[6]
La istituzione di corpi paramilitari polacchi risponde all’esigenza del Governo di potenziare e modernizzare gli apparti militari esistenti, affiancando un corpo costituito su base volontaria che svolge compiti di intervento straordinario in caso di guerre o di calamità naturali. I corpi paramilitari polacchi, inseriti nel quadro istituzionale del Ministero della Difesa, sono composti da volontari dai 16 anni in su, i quali affiancheranno militari professionisti e veterani, ricevendo sovvenzioni statali e ottenendo grande supporto politico, soprattutto da parte dell’ultradestra polacca.
Sempre come riportato da Eleonora Vio, Konrad Zieleniecki, rappresentante di PiS nel distretto di Bialystok, affermava: “Molti uomini delle organizzazioni di ultra-destra sono entusiasti all’idea di unirsi all’OTK e, secondo me, è una buona idea impiegare la loro esaltazione patriottica in modo pratico, a tutto vantaggio del nostro Paese.”
Il 28 febbraio 2019, Mariusz Błaszczak, Ministro della Difesa polacca, ha sottoscritto il “Piano di Ammodernamento Tecnico con orizzonte 2026” che, nel periodo 2017-2026 prevede un investimento di 185 miliardi di zloty.[7]
Il Ministro ha inoltre annunciato che il nuovo equipaggiamento dovrà essere destinato alla difesa dell’Eastern Flank e, in particolare, alla nuova 18^ Divisione Meccanizzata sita in Siedlce.
Dal punto di vista delle spese militari la Polonia è, attualmente, tra i membri NATO che rispetta la quota minima stabilita dal programma di finanziamento del Patto Atlantico, sostenendo spese militari per un valore totale del 2.2% del PIL. La Polonia si colloca nella classifica dei Paesi NATO che rispettano l’obiettivo del 2% stabilito nel 2014, guidata dagli USA (3,5%), che si confermano quali provider di sicurezza in Europa. Tra i Paesi europei che hanno centrato l’obiettivo, rientrano Grecia, Estonia e Gran Bretagna. La Polonia si colloca tra i più importanti alleati del fronte est, insieme con Lettonia, Lituania e Romania.
Il Presidente Andrzej Duda ha mostrato, nel corso del suo mandato, di voler espandere ed ampliare l’impegno polacco nella spesa militare, nel comparto difesa e sicurezza, fino al 2,5% del PIL, entro il 2030, seguendo l’ambizione di attestare la Polonia come main european partner NATO, ed il membro più attivo subito dopo gli Stati Uniti.
Al di là delle ambizioni politiche, l’impegno finanziario della Polonia risponde ad una esigenza ben più concreta e tangibile, che si esprime nella necessità di donare alle forze armate polacche una maggiore efficienza tecnica e professionale. La Polonia, infatti, ha avviato un processo di ammodernamento militare, volto a sostituire residuati bellici dell’era sovietica ancora in attività, soprattutto con riguardo al comparto Aeronautico e Meccanizzato, oltre che a rimpiazzare equipaggiamenti occidentali, acquistati nel corso degli anni ’90, ormai obsoleti.
A questo proposito Varsavia ha annunciato lo stanziamento di $ 14.5 miliardi, annunciati nel programma di ammodernamento del 2016, che prevede l’acquisto di elicotteri d’attacco di ultima generazione per l’Aviazione dell’Esercito, carri armati, 100 nuovi caccia per l’Aviazione polacca insieme con 1000 droni, 5 nuovi vascelli e alcuni sottomarini.
Il programma prevede inoltre, che una quota della somma individuata, pari a $7.6 miliardi sono stati destinati all’acquisizione del sistema missilistico da otto batterie di missili Patriot da posizionare entro il 2025.[8]
A ciò si aggiunge l’ampliamento delle unità militari nazionali che nei prossimi anni, secondo il progetto governativo, vedrà i membri in servizio passare dalle attuali 100.000 unità alle 150.000, a cui si aggiungerebbero le già ricordate 50.000 dei corpi paramilitari volontari WOT.
Bisogna sottolineare che, la recente invasione russa dell’Ucraina, ha spinto il governo polacco a rivedere gli obiettivi strategici già fissati nel programma di spesa. Lo scorso marzo, infatti, l’attuale Ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak, ha annunciato di voler incrementare ulteriormente il numero di effettivi dell’esercito polacco, fino ad un massimo di 300.000 unità in cinque anni.[9]
Ciò farebbe della Polonia, il paese chiave per la sicurezza europea, con il quarto più alto numero di attivi, seguendo Gran Bretagna, Francia e Germania, con la differenza che, in ragione della sua posizione strategica, Varsavia giocherà un ruolo importantissimo per la difesa del confine orientale d’Europa. Ciò è reso possibile dal costoso impegno delle forze francesi in Africa e dalle difficoltà in termini di fondi, mezzi e organizzazione della Bundeswehr tedesca.[10]

Obiettivi politici

Tutte queste condizioni, che fin qui sono state analizzate, concorrono a candidare la Polonia come main actor nella strategia difensiva europea, con particolare attenzione alla Eastern Flank security della NATO.
Durante il Vertice NATO svoltosi a Varsavia nel 2016, i rappresentanti degli Stati membri hanno deciso di rafforzare il fianco orientale dell’Alleanza attraverso la creazione dei Multinational Battlegroup al fine di rafforzare la presenza della NATO negli Stati baltici e in Polonia. Per coordinare le loro attività, è stato istituito il Comando Multinazionale della Divisione Nord-Est (MND-NE)[11]. All’inizio di dicembre 2018 durante l’esercitazione “Anakonda-18”, la MND-NE ha raggiunto la piena capacità operativa nonché la capacità di condurre le operazioni in conformità con l’articolo 5 del Trattato di Washington.
Con l’acquisizione dell’Initial Capability del HQ della Divisione multinazionale in Polonia, si incrementa la capacità di dissuasione dell’Alleanza, al fine di garantire sicurezza e protezione degli Stati membri.
La MND-NE, che ha la sua base operativa in Polonia, comporta dunque l’incremento della presenza NATO sul fronte orientale, anche a testimonianza della importanza strategica di Varsavia nella regione, che si concretizza anche nell’impegno della Aeronautica polacca nella missione di Air Policing[12] effettuata in Lituania, della presenza di militari polacchi nella divisione NATO in Romania, nell’ambito della Multinational Division South – East (HQ MND-SE), con sede a Bucarest.[13] Inoltre, la Polonia, secondo alcune fonti tedesche[14], sarebbe in competizione con la Germania per ospitare il nuovo Rear Area Operations Command, ovvero un nuovo Comando volto a garantire a Varsavia il ruolo di nuovo hub europeo del settore logistico della NATO. Come riportato da Der Spiegel, le infrastrutture e la logistica di alcune zone d’Europa sono in condizioni tali da impedire, o almeno ritardare il posizionamento e il dislocamento delle divisioni multinazionali in caso di necessità, le quali richiederebbero una certa velocità. La Polonia potrebbe garantire un buon livello infrastrutturale per quanto riguarda il supporto logistico alle operazioni dell’Alleanza, ragion per cui si è ipotizzato un ricollocamento di unità NATO nel Paese.[15]
L’eventualità che la Polonia rappresenti un candidato ideale per ospitare un Quartier Generale per il Comando Operativo della NATO rappresenta ben più di una semplice suggestione.
Secondo l’opinione di alcuni funzionari di Stato polacchi, come Tomasz Szatkowski, Sottosegretario al Ministro della Difesa, e dal 2019 Ambasciatore NATO in Polonia, Varsavia gode di un buon impianto infrastrutturale e di una posizione strategica in prossimità di un eventuale fronte russo, cosa che farebbe della Polonia l’Hub ideale per una Rear Area Operations Command, che durante la guerra Fredda fu istituita nella Germania Ovest, in ragione delle infrastrutture offerte e della vicinanza ai confini del Blocco sovietico.[16]

Un altro esempio della presenza NATO su suolo polacco è dato dal Multinational Corps Northeast (Corpo Multinazionale Nord-Est MNCNE), un Comando militare di un Corpo d’armata multinazionale, ad alta prontezza operativa, con sede a Stettino, nel nord-ovest della Polonia.

Il Comando nasce nel 1997, a seguito di un accordo tra i ministeri della difesa di Germania, Polonia (non ancora paese NATO), Danimarca, e viene inaugurato nel 1999 a Stettino. Il comando è affidato ai tre paesi che lo esercitano a rotazione ed è composto da contingenti di Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Romania, Ungheria, Slovenia, Croazia, Stati Uniti d’America, Regno Unito, Francia, Danimarca, Turchia. A partire dalla crisi in Crimea nel 2014, il Comando ha ricevuto lo status di alta prontezza operativa, che conferisce al Contingente NATO la capacità di poter intervenire prontamente in caso di aggressione. Inoltre, la MNCNE ha partecipato al Joint Command, nel corso della missione ISAF in Afghanistan sia nel 2007 che nel 2010.[17]


Note

[1] Fonte: Funding NATO. https://www.nato.int  
[2] The Defence Concept of the Republic of Poland, Ministry of National Defence, May 2017 https://www.gov.pl
[3] Sito Ministero della Difesa/ https://www.difesa.it/EN
[4] https://terytorialsi.wp.mil.pl
[5] Eleonora Vio, 11 maggio 2017, Il gruppo di difesa territoriale in Polonia, Insideover.https://it.insideover.com/reportage/nazionalismi/civili-in-difesa-della-polonia/il-gruppo-di-difesa-territoriale-in-polonia.html
[6] Eleonora Vio, 11 maggio 2017, Il gruppo di difesa territoriale in Polonia, Insideover.https://it.insideover.com/reportage/nazionalismi/civili-in-difesa-della-polonia/il-gruppo-di-difesa-territoriale-in-polonia.html
[7] The Defence Concept of the Republic of Poland, MINISTRY OF NATIONAL DEFENCE, MAY 2017 https://www.gov.pl
[8] Lidia Kelly, March 31, 2017, Poland expects to ink $7.6 billion deal for Patriot systems by end-2017, Reuters. https://www.reuters.com/article/us-poland-defence-raytheon-patriots-idUSKBN1720X3  
[9] https://www.reuters.com/world/europe/poland-ramp-up-defence-spending-army-ukraine-war-rages-2022-03-03/
[10] Elisabeth Braw, October 26, 2017, What Poland Can Do for Europe, Foreign Affairs. https://www.foreignaffairs.com/articles/europe/2017-10-26/what-poland-can-do-europe
[11] Fonte: Multinational Division North East, Elbląg, Poland – NATO https://mndne.wp.mil.pl
[12] Air Policing (Baltic Air Policing Mission) – http://www.aco.nato.int
[13] Press statement, 07 Mar. 2019, by NATO Secretary General Jens Stoltenberg together with the President of Poland, Andrzej Duda, NATO. https://www.nato.int
[14] M. Gebauer, K. von Hammerstein, P. Müller and C. Schul, October 20, 2017, NATO Grapples with Serious Organizational Shortcomings, Spiegel. https://www.spiegel.de/international/world/nato-faces-serious-shortcomings-in-command-revamp-a-1173947.html
[15] Elisabeth Braw, October 26, 2017, What Poland Can Do for Europe, Foreign Affairs. https://www.foreignaffairs.com/articles/europe/2017-10-26/what-poland-can-do-europe 
[16] Elisabeth Braw, October 26, 2017, What Poland Can Do for Europe, Foreign Affairs.https://www.foreignaffairs.com/articles/europe/2017-10-26/what-poland-can-do-europe
[17] Fonte: Multinational Corps Northeast, Stettino, Polonia – NATO https://mncne.pl


Foto copertina: La Polonia nella NATO, il Presidente polacco Duda.