Il Mar Caspio, il più grande bacino idrico chiuso del mondo, occupa una posizione centrale nella geopolitica eurasiatica. Per la Russia, la sua importanza non si limita soltanto all’aspetto geografico, ma si estende a dimensioni economiche, energetiche e di sicurezza. Questo specchio d’acqua è ricco di risorse naturali, in particolare petrolio e gas, e rappresenta una via cruciale per i commerci regionali, oltre che una piattaforma strategica per proiezioni di potere militare.
Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, il Mar Caspio ha visto una crescente competizione tra le potenze costiere, inclusi Azerbaigian, Iran, Kazakistan e Turkmenistan, ma è la Russia che ha mantenuto un ruolo dominante grazie alla sua potenza militare e alla capacità di esercitare influenza politico. La sua posizione strategica permette a Mosca di controllare importanti rotte energetiche e di consolidare le relazioni economiche con le repubbliche dell’Asia Centrale, oltre a proteggere le proprie frontiere meridionali.
La Russia e l’”isolamento”
Con l’incedere e l’inasprirsi della guerra in Ucraina la Federazione Russa è stata sottoposta ad un regime sanzionatorio particolarmente stringente e deciso da parte di diversi attori, soprattutto europei[1]. Anche le diverse risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di condanna e richiesta di immediato cessate il fuoco per la Russia[2], sembravano avallarne l’isolamento diplomatico ed economico. Eppure, diversi indicatori ci hanno mostrato che non è del tutto esatto. Nel corso del tempo la Russia di Putin ha guardato sempre maggiormente ad est, verso partner che hanno una percezione e una sensibilità diverse nei riguardi dell’Ucraina e che anzi vedono in una Russia sempre più impegnata militarmente un interlocutore con molto da offrire. Tra i nomi più illustri troviamo chiaramente la Cina, l’India, l’Iran e diversi paesi mediorientali come l’Arabia Saudita. Altri, per interessi radicati, storiche alleanze o timore detengono rapporti stretti (talvolta contrastanti) con Mosca: è il caso questo degli -Stan, in primis il Kazakistan[3], o della Bielorussia[4]. Un quadro che, tutto sommato vede Mosca lontana dal “blocco occidentale” ma certamente non isolata. Ed è in questa delicata situazione che il Mar Caspio, torna in auge nelle mire e negli interessi del Cremlino.
Se guardiamo agli attori costieri che coabitano il bacino del Mar Caspio, tra questi troviamo la Russia, l’Iran, il Kazakhistan, il Turkmenistan e l’Azerbaijan. Paesi che in questo particolare momento storico sono più o meno vicini alla Russia, e le influenze esterne limitate. Le azioni degli ultimi anni hanno dimostrato come la Russia continua la sua storica ricerca dello “sbocco sui mari caldi”, come il Mediterraneo (soprattutto dopo il 2007[5]). Eppure, questo seppur chiuso bacino che è il Mar Caspio ha guadagnato una netta posizione strategica per Mosca e non solo.
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Un bacino strategico
Russia e l’Iran rappresentano i due paesi maggiormente attivi nel Caspio. La Federazione Russa vanta una flottiglia di stanza sul Mar Caspio e negli ultimi anni la presenza militare navale russa nel bacino ha visto un incremento sia in termini numerici che di capacità operative. Un buon esempio di questo può essere ricondotto al 2015 quando alcuni missili Kalibr vennero lanciati contro obiettivi in Siria proprio da navi di stanza nel Mar Caspio[6]. Ancora, la possibilità di raggiungere il Mar Nero dal Mar Caspio tramite il canale del Volga-Don ha permesso alla Federazione Russa di riallocare alcuni vascelli proprio nella Flotta del Mar Nero per aiutare lo sforzo bellico contro l’Ucraina[7]. Sembra abbastanza chiaro il fatto che il Mar Caspio si sia rivelato essere per Mosca una importante piattaforma per supportare le proiezioni esterne del Cremlino e innegabilmente rappresenta un “punto caldo” per altri attori come gli Stati Uniti[8]. Ponendo un maggiore focus sulle dinamiche interne al Mar Caspio, troviamo una situazione peculiare nella quale, seppur con livelli di collaborazione diplomatica differenti, tutti gli attori costieri non hanno contrasti “aperti” tra loro. La forte presenza militare Russa, impegnata anche in esercitazioni con la flotta iraniana del nord (come le recenti CASAREX24[9]), svolge inoltre un ruolo di law enforcement in chiave antipirateria e antiterrorismo, che giova a tutti gli attori costieri[10].
Crepe in fondo al mar…
Il Mar Caspio, inoltre, è un importantissimo bacino petrolifero, sia per l’estrazione e la raffinazione (ne sono esempio gli storici pozzi di petrolio costieri nei pressi di Baku[11]) ma anche per il trasporto del prezioso “oro nero” che da lì giunge sino in Europa, grazie a progetti come il Southern Gas Corridor che vede l’Azerbaijan come protagonista[12] e il Middle Corridor (Trans-Caspian International Transport Route) che dalla Cina giunge sino in Europa[13]. Sono presenti diverse e importanti pipeline attive dall’epoca sovietica e alcune di più recente costruzione come la Caspian Pipeline Consortium[14] a compartecipazione russo-kazaka, contestualmente ai traffici marittimi che rientrano nelle competenze della flottiglia russa del Mar Caspio. Sfortunatamente questo bacino strategico ha anche visto un notevole incremento nei livelli di inquinamento delle sue acque e di stress per il suo fragile ecosistema[15]. In effetti, alcuni studi riconducono l’innalzamento delle acque, l’aumento dell’inquinamento e alcuni suoi effetti come la morte massiva di pesci o di foche direttamente all’aumento delle attività militari dalle acque del Caspio. Numerosi sono i missili che sono stati lanciati verso l’Ucraina da lì, come visto precedentemente per la Siria, e spesso tra detriti di carburante, malfunzionamenti o errori, grandi quantitativi di sostanze inquinanti finiscono in mare[16]. Il Caspio è anche un mare fortemente commerciale, e altri attori costieri, come l’Iran ne sfruttano sapientemente le acque per intrattenere rapporti economici e sfruttarne le risorse, il che risulta essere causa di possibili contrasti.
Il Mar Caspio, in effetti, si trova ancora oggi in una situazione di stallo in cui il suo status come “mare” resta insoluto per il diritto internazionale[17] con tutte le conseguenze del caso (ne è un esempio il tentativo di creare delle aree marine protette dallo sfruttamento dell’ambiente[18]). Già nel 2018 con la Convention on the Legal Status of the Caspian Sea, si cercò di porre chiarezza giuridica sulle questioni legate non solo all’economia ma anche alla sicurezza e alla definizione di acque territoriali e internazionali, giungendo ad una soluzione ibrida[19]. Su questo fronte però, alcuni ulteriori tentativi di normalizzazione della situazione hanno avuto inizio al summit di Ashgabat del 2022[20]. In quella particolare occasione però, fu solo l’Iran di Raisi a non siglare una risoluzione comune, portando de facto l’intero summit a concludersi con inflazionate promesse di cooperazione e convivenza ma senza che nulla di firmato prendesse forma, e rovinando non poco i piani del Cremlino atti a trovare ulteriori scappatoie dalle sanzioni[21]. A tal proposito però, proprio l’Iran sembrerebbe stia offrendo man forte allo sforzo bellico di Mosca grazie proprio alle acque del Mar Caspio.
Oscuri traffici alla luce del sole
La guerra in Ucraina ha accelerato una tendenza che da tempo vedeva Russia e Iran sempre più interconnessi. Analizzare nel dettaglio l’incremento dei rapporti tra Russia e Iran post 24 febbraio 2022, sarebbe lungo, complesso e certamente richiederebbe un’analisi tutta dedicata[22]. Ciò detto, alcune delle nuove dinamiche che si sono venute a creare tra Mosca e Teheran passano proprio dalle acque del Mar Caspio e si sono rivelate fondamentali per lo sforzo bellico russo. Abbiamo parlato del Caspio come di un mare fortemente commerciale e i suoi attori strettamente interconnessi; ebbene questo ha favorito e continua a favorire Mosca nel tentativo di aggirare il regime sanzionatorio posto da numerosi attori internazionali ma non solo. Un mare fuori dai radar dei paesi che condannano Mosca e supportano Kiev è favorevole anche a coloro che, nonostante tutto, vogliono continuare i propri affari con il Cremlino. Già nel 2023 grazie all’OSINT fornita dal sito Lloyd’s List, alcuni movimenti sospetti di navi cargo russe e iraniane, prive di tracciamento[23] erano stati notati nelle acque del Caspio. Furono più di 600 gli scambi effettuati da navi senza tracciamento in quei mesi, “rimbalzando” tra i porti dei paesi costieri del Caspio e giungendo in fine in Russia[24]. Questi traffici non si sono fermati poi nel 2024 e anzi sono sempre maggiori le teorie e i dati a conferma del fatto che il Caspio è diventato il mezzo di scambio più diretto tra Teheran e Mosca, la quale sta così venendo rifornita di droni (soprattutto gli iraniani Shahed) e altro materiale bellico che le è vitale per continuare un impegno militare così massivo come lo è l’Ucraina[25].
“Connessioni”
La particolare condizione geostrategica delle acque del Caspio ha favorito e continua a favorire alcuni attori che non solo la stanno sfruttando sapientemente ma che godono di alcune delle caratteristiche più evidenti del mondo odierno. È possibile che un paese venga totalmente isolato? Ci siamo abituati a pensare in questi termini, soprattutto seguendo le marcate dicotomie della polarizzazione narrativa globale. Eppure, già in passato era difficile immaginare un paese come completamente isolato dal resto del mondo e oggi, con la globalizzazione sempre più marcata e radicata e un’interconnessione economica tale da valicare agilmente non solo le barriere geografiche ma anche quelle politiche, è probabilmente impossibile. Il politologo Parag Khanna prova a spiegare questo tramite la teoria della “global supply chain” presente nel suo libro Connectography[26] e probabilmente non si è allontanato tropo dalla realtà dei fatti. Certo la politica e le sue sfumature come anche la mera geografia pongono ancora numerosi ostacoli all’interconnessione globale ma il suo livello è oramai avanzato. Le merci in un modo o nell’altro continuano ad arrivare a destinazione, a volte anche a prescindere da un loro “cambio di stato” (ne può essere esempio la raffinazione degli idrocarburi e la produzione dei derivati del petrolio). È una vera e propria ragnatela geoeconomica quella che noi stiamo vedendo all’opera e bisogna ammettere che tagliarne dei filamenti, per quanto nettamente e in grande numero, difficilmente ne comprometterà l’efficacia o l’integrità. In questa situazione, possiamo davvero permetterci di ragionare per assoluti?
Note
[1] Per approfondire: European Council, EU sanctions against Russia explained. Visitato 08/10/2024. In: https://www.consilium.europa.eu/en/policies/sanctions-against-russia/sanctions-against-russia-explained/
[2] Resolution ES-11/1 adopted, Twitter, Official account of Csaba Kőrösi, President of the 77th session of the United Nations General Assembly. In: https://twitter.com/UN_PGA/status/1499067097711886340
[3] Per approfondire “Il nuovo Grande Gioco in Asia Centrale”, Opinio Juris, volume 2 2024.
[4] L. Riviezzo, Lukashenka e il conflitto in Ucraina. Il vecchio generale sovietico è una pedina di Putin o un attore autonomo?, Opinio Juris, 4 ottobre 2024, visitato 11/10/2024. In: https://www.opiniojuris.it/opinio/lukashenka-e-il-conflitto-in-ucraina-il-vecchio-generale-sovietico-e-una-pedina-di-putin-o-un-attore-autonomo/
[5] Trascrizione ufficiale dell’intervento del Presidente russo Vladimir Putin alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco 2007 http://www.president.kremlin.ru/eng/speeches/2007/02/11/0138_type82914type84779_118135.shtml traduzione su https://www.resistenze.org/sito/os/mo/osmo7b13-001073.htm [6] Midshipman First Class B. Gorgemans, U.S. Navy, The Caspian Flotilla: Russia’s Offensive Reinvention, U.S. Naval Institute, August 2021, visitato 07/10/2024. In: https://www.usni.org/magazines/proceedings/2021/august/caspian-flotilla-russias-offensive-reinvention
[7] H. Nelson, Dark Deals on the Caspian: How Iran Ships Drones to Russia, Caspian Policy Centre, 8/21/2023, visitato 11/10/2024. In: https://www.caspianpolicy.org/research/security-and-politics-program-spp/dark-deals-on-the-caspian-how-iran-ships-drones-to-russia
[8] Midshipman First Class B. Gorgemans, U.S. Navy, The Caspian Flotilla: Russia’s Offensive Reinvention, U.S. Naval Institute, August 2021, visitato 07/10/2024. In: https://www.usni.org/magazines/proceedings/2021/august/caspian-flotilla-russias-offensive-reinvention
[9] N. Bayramli, Iran, Russia Conduct Joint Maritime Security & Rescue Drills in Caspian Sea, Caspian News, July 22, 2024, visitato 09/10/2024. In: https://caspiannews.com/news-detail/iran-russia-conduct-joint-maritime-security-rescue-drills-in-caspian-sea-2024-7-22-0/
[10] L. Parkhomchik, The Russian Navy in the Caspian Sea: a New Chapter, Eurasian Research Institute, visitator 07/10/2024. In: https://www.eurasian-research.org/publication/the-russian-navy-in-the-caspian-sea-a-new-chapter/
[11] Per approfondire: SOCAR, Oil History of Azerbaijan, visitator 08/10/2024. In: https://socar.az/en/page/oil-history-of-azerbaijan [12] «The Southern Gas Corridor project aims to increase and diversify European energy supply by bringing gas resources from the Caspian Sea to markets in Europe». Southern Gas Corridor, What is Southern Gas Corridor?, visitato 09/10/2024. In: https://www.sgc.az/en
[13] Middle Corridor, home, visitato 15/10/2024. In: https://middlecorridor.com/en/
[14] «Caspian Pipeline Consortium (CPC) is a major international crude oil transportation project with the participation of Russia, Kazakhstan and leading international oil and gas companies , created for construction and operation of a trunk pipeline more than1.5 thousand kilometers long.» Caspian Pipeline Consortium, General Information, visitato 08/10/2024. In: https://www.cpc.ru/en/about/Pages/general.aspx
[15] CIA.gov, The Caspian Sea: environmental challenges and government responses, June 24, 2015, visitato 11/10/2024. In: https://www.cia.gov/readingroom/document/0005284783
[16] Z. Shiriyev, Russia’s War in Ukraine Is Aggravating the Caspian Sea Environmental Crisis, Carnegie Politika, published on July 23, 2024, visitato il 07/10/2024. In: https://carnegieendowment.org/russia-eurasia/politika/2024/07/caspian-sea-ecology?lang=en
[17] Per approfondire: Zimnitskaya, H., & Von Geldern, J. (2011). Is the Caspian Sea a sea; and why does it matter?. Journal of Eurasian studies, 2(1), 1-14. In: https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1016/j.euras.2010.10.009
[18] Ashtab, D., Gholamalifard, M., Jokar, P., Kostianoy, A. G., & Semenov, A. V. (2024). Spatial Planning of Marine Protected Areas (MPAs) in the Southern Caspian Sea: Comparison of Multi-Criteria Evaluation (MCE) and Simulated Annealing Algorithm. Journal of Marine Science and Engineering, 12(1), 123.
[19] Per approfondire: President of Russia, Convention on the Legal Status of the Caspian Sea August 12, 2018, visitator 09/10/2024. In: http://www.en.kremlin.ru/supplement/5328
[20] Ministry of Foreign Affairs of Turkmenistan, The Sixth Caspian Summit was held in Ashgabat, 30 giugno 2022, visitato 09/10/2024. In: https://www.mfa.gov.tm/en/news/3233
[21] P. Goble, Iran’s Position on Caspian Seriously Impedes Moscow’s Plans to End Sanctions Publication: Eurasia Daily Monitor Volume: 19 Issue: 113, The Jamestown Foundation, July 26, 2022, visitato 09/10/2024. In: https://jamestown.org/program/irans-position-on-caspian-seriously-impedes-moscows-plans-to-end-sanctions/
[22] Per approfondire: “Dossier Iran”, Opinio Juris volume 2 2023.
[23] B. Diakun, Blacklisted Russian and Iranian ships: trading patterns and partners revealed, Lloyd’s List, 05 april 2023, visitato 11/10/2024. In: https://www.lloydslist.com/LL1144431/Blacklisted-
Russian-and-Iranian-ships-trading-patterns-and-partners-revealed
[24] H. Nelson, Dark Deals on the Caspian: How Iran Ships Drones to Russia, Caspian Policy Centre, 8/21/2023, visitato 11/10/2024. In: https://www.caspianpolicy.org/research/security-and-politics-program-spp/dark-deals-on-the-caspian-how-iran-ships-drones-to-russia
[25] S. Fanger, Russia’s Weapons Transport Via the Caspian Sea, Caspian Policy Centre, 03/11/2024, visitato 11/10/2024. In: https://www.caspianpolicy.org/research/security/russias-weapons-transport-via-the-caspian-sea
[26] P. Khanna, Connectography, ed. Fazi, Roma 2016
Foto copertina: The Soviet Lun-class hybrid aircraft/boat was designed to destroy NATO nuclear submarines and aircraft carriers.