L’estensione della Belt and Road Initiative in Argentina


Dal momento in cui la Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha aumentato il suo impegno con l’America Latina e i Caraibi (LAC) negli ultimi 20 anni, i politici statunitensi hanno sollevato questioni riguardanti le potenziali implicazioni per gli interessi degli Stati Uniti nella regione. L’impegno della Cina con la regione è cresciuto significativamente dal 2001, in particolare in termini di legami diplomatici ed economici. Questa crescita riflette gli sforzi globali di “soft power” della Cina e le “operazioni di influenza” in tutto il mondo. La RPC ha firmato vari accordi bilaterali di partenariato con i paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tra cui “partnership strategiche complete” con l’Argentina, Brasile, Cile, Ecuador, Messico, Perù e Venezuela.


Dal 2015, il presidente della RPC Xi Jinping ha partecipato a tre vertici con i leader e i ministri degli esteri della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), un’organizzazione regionale che esclude gli Stati Uniti ed il Canada.
Le riunioni hanno favorito dei piani di cooperazione che trattano di politica, sicurezza, commercio, investimenti, finanza, infrastrutture, energia, risorse, industria, agricoltura e scienza. Al summit del 2018 la Cina ha invitato i paesi dell’America Latina e dei Caraibi a partecipare alla Belt and Road Initiative (BRI) [1], il programma di sviluppo infrastrutturale globale di punta della Cina, che cerca di costruire scambi commerciali e nuovi legami politici ed economici con le nazioni partecipanti.[2] Ad oggi, 21 paesi dell’America Latina e dei Caraibi partecipano alla BRI; l’Argentina ha aderito alla Belt and Road Initiative  nel febbraio 2022,[3] il che potrebbe aprire la strada ad un aumento degli investimenti cinesi nel paese.[4]

Uno degli accordi stipulati, che entrerà a far parte della BRI e che rappresenta la punta di diamante del prossimo sviluppo sostenibile in Argentina, è l’accordo stipulato con la Cina per la costruzione di una centrale nucleare. L’accordo nucleare è in linea con l'”alleanza strategica globale” dell’Argentina con la Cina, un alto status diplomatico che la Cina riserva solo a pochi paesi. La cooperazione sanitaria durante la pandemia da Covid-19 non ha fatto che rafforzare i legami tra i due paesi ed ora il presidente argentino Fernández vede la Cina come un alleato strategico in molteplici settori oltre al nucleare[5].

L’obiettivo principale della politica energetica delineata è quello di diversificare il mix di produzione di energia elettrica con una maggiore partecipazione da fonti rinnovabili non convenzionali, idroelettriche e nucleari. A seguito di questi obiettivi, nell’agosto 2006 è stata ufficialmente annunciata la riattivazione del programma nucleare e con la legge n. 26.566 del 2009, il paese ha dichiarato di voler costruire una quarta centrale.

Inoltre, in conformità con la stessa legge[6], il paese si è impegnato in negoziati con la China National Nuclear Corporation (CNNC), dato il partenariato stabilito tra l’Argentina e la Repubblica popolare cinese[7].

Il finanziamento e l’impegno della costruzione di una nuova centrale nucleare, però, non sembra andare a pari passo con la situazione finanziaria del paese, che attualmente presenta alti livelli di debito e cerca di ridurre il suo deficit fiscale come parte di un recente accordo con il Fondo Monetario Internazionale. Per questo motivo, l’Argentina sta spingendo la Cina a finanziare completamente una nuova centrale nucleare da 8,3 miliardi di dollari nel Paese. L’accordo iniziale prevedeva il finanziamento dell’85% del costo da parte della Cina, mentre l’Argentina si sarebbe fatta carico del resto[8].

Conclusione

Il nuovo impianto richiederà 99 mesi di lavori di costruzione, ha detto Jorge Sidelnik, direttore esecutivo dell’operatore statale argentino Nucleoelectrica Argentina, durante un tour delle strutture. Inoltre, aiuterà il paese ad aumentare la quota della potenza nucleare dell’Argentina all’8% nei prossimi anni, dall’attuale 4% circa. Il nuovo impianto aggiungerebbe altri 1.200 megawatt (il doppio della produzione annua dell’attuale reattore più grande nel paese), impiegherebbe circa 7.000 persone nella sua costruzione e richiederebbe circa 700 dipendenti per gestirlo[9].

In un rapporto del 2018, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riunisce i principali scienziati del clima mondiale, ha sostenuto che il ricorso all’energia nucleare dovrà aumentare nei prossimi anni, per limitare l’aumento della temperatura globale[10].

È quindi una soluzione fondamentale per cercare di ridurre il problema del riscaldamento climatico che da anni è sulla bocca di tutti, ma anche per migliorare la situazione economica del paese, in quanto un impianto di tale portata aumenterebbe la produzione di energia interna del paese, creando nuovi posti di lavoro per la sua gestione. Il dibattito sulla sua sicurezza però rimane acceso e non tutti sono disposti a sopportare un tale cambiamento.


Note

[1] https://sgp.fas.org/crs/row/IF10982.pdf
[2] https://dialogochino.net/en/trade-investment/argentina-joins-china-belt-and-road-initiative/
[3] https://sgp.fas.org/crs/row/IF10982.pdf
[4] http://servicios.infoleg.gob.ar/infolegInternet/anexos/270000-274999/274612/norma.htm
[5] https://cnpp.iaea.org/countryprofiles/Argentina/Argentina.htm
[6] http://servicios.infoleg.gob.ar/infolegInternet/anexos/160000-164999/162106/norma.htm
[7] https://cnpp.iaea.org/countryprofiles/Argentina/Argentina.htm
[8] https://www.usnews.com/news/world/articles/2022-04-05/argentina-wants-china-to-fully-fund-8-3-billion-nuclear-plant-amid-cash-shortfall#:~:text=The%20South%20American%20nation%20signed,faces%20a%20tighter%20fiscal%20outlook
[9] Ibid.
[10] https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/sites/2/2019/02/SR15_Chapter2_Low_Res.pdf


Foto copertina: Il segretario generale cinese Xi Jinping (a destra) incontra il presidente argentino Alberto Fernandez, che ha partecipato alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022, il 6 febbraio. LIU WEIBING/XINHUA TRAMITE GETTY IMAGES