Ha ottenuto la presidenza, ma avrà il potere? La coalizione a sostegno del Presidente Emmanuel Macron ha ottenuto una maggioranza schiacciante cinque anni fa. Due mesi dopo la conferma all’Eliseo, per lui è arrivata la più bruciante delle sconfitte. Giacomo Marchetti, giornalista free-lance e ricercatore indipendente, ed autore del libro “La Francia tra Macron e Mélenchon. La sfida di France Insoumise” ci guida attraverso i possibili scenari in seguito alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.
Gli elettori francesi hanno negato al Presidente Emmanuel Macron una maggioranza in seno all’Assemblea nazionale dopo il secondo turno delle elezioni legislative di domenica 19 giugno, mentre la sinistra e l’estrema destra hanno fatto progressi significativi. Un crollo al di là di ogni aspettativa per il presidente che prima del voto aveva chiesto ai francesi una maggioranza “forte e chiara per una Francia davvero europea”[1]. L’obiettivo dei 289 che Macron inseguiva per assicurarsi la maggioranza assoluta si è polverizzato.
Ora per governare il Presidente dovrà cercare alleati in Parlamento, ma quali?
Governare la Francia sarà un rebus e non a caso la neopremier Elisabeth Thorne ha commentato i risultati parlando di “situazione senza precedenti” e “rischio per il Paese”[2]. Con chi governerà Macron? Come ristrutturerà il suo governo decimato da questo ballottaggio? Il Presidente avrà vita dura a dialogare sulle riforme con le altre forze politiche, che hanno fatto dell’anti-macronismo la loro impronta principale[3]. Giacomo Marchetti, giornalista free-lance e ricercatore indipendente, ed autore del libro “La Francia tra Macron e Mélenchon. La sfida di France Insoumise” ci guida attraverso i possibili scenari in seguito alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.
Il secondo turno delle elezioni legislative francesi ha segnato una sconfitta per Emmanuel Macron e la sua coalizione Ensemble!, che ha perso la maggioranza assoluta (289 seggi) in seno all’Assemblea nazionale, conservando comunque una maggioranza relativa con il 38.6% (245 seggi). Durante un’intervista in seguito ad un vertice del Consiglio europeo, Macron ha paragonato la situazione politica francese a quella di paesi come Germania ed Italia. Qual è attualmente lo scenario più plausibile tra una coalizione di governo ed un sostegno caso per caso in base ai disegni di legge?
“Attualmente è il puro e semplice Impasse. LR, cioè i gollisti, attraverso il loro portavoce si sono dichiarati “indisponibili” a formare una maggioranza insieme a Macron, nonostante ne condividano l’orientamento complessivo. Alcune figure importanti della galassia macronista hanno addirittura fatto alcune avance al RD della Le Pen per collaborare su alcuni temi. Lo scenario è davvero inedito ed i richiami allo spirito dell’unità nazionale sono caduti nel vuoto.”.
La coalizione di sinistra Nupes (Nuova unione popolare ecologica e sociale), guidata da Jean-Luc Mélenchon arriva seconda con il 31.6% dei voti (131 seggi) ed emerge come principale opposizione al governo. Essa potrebbe conquistare seggi strategici come il Ministero della transizione ecologica e dello sviluppo regionale. Tuttavia, la coalizione appare divisa al proprio interno, con i diversi partiti che non hanno raggiunto un accordo in merito a questioni quali gli affari esteri, la NATO e la laicità. Che ruolo giocheranno nel nuovo governo?
“Nel governo non giocheranno nessuno ruolo perché non ci entreranno, ma potrebbero ricoprire importanti funzioni parlamentari che spettano all’opposizione ed i numeri gli danno delle possibilità inedite rispetto al quinquennio precedente in cui la sinistra era “in ordine sparso” anche se ha collaborato su diverse questioni. Sulle 650 proposizioni del programma comune ci sono alcune divergenze per cui i singoli gruppi parlamentari che compongono la formazione della NUPES (LFI, “polo ecologista”, PS e PCF) potranno fare proposte proprie senza rinunciare al proprio orientamento.”.
Il Rassemblement National guidato da Marine Le Pen arriva al 17.3%, aggiudicandosi circa 80 deputati, diventando il primo partito d’opposizione al governo Macron – superando anche quello di Mélenchon. Si tratta del maggior numero di eletti nella sua storia parlamentare, potendo contare adesso su un numero sufficiente di seggi per poter formare un gruppo parlamentare. Possiamo dire che questo dato consolida la sua posizione all’interno della destra francese, ed in un’ottica di una futura presidenza della Repubblica?
“Diciamo che lil RN ha “sbaragliato” le due formazioni alla sua destra, tra cui la “meteora” Zemmour, consolida ed allarga il suo “zoccolo duro” di elettori ed elettrici, e potrà intervenire con un altro peso su tutta una serie di questioni che l’hanno caratterizzata che di fatto sono state “sdoganate” nel corso di quest’anno. Rispetto alle presidenziali sono piuttosto lontane, e sarebbe la terza volta che la Le Pen concorrerebbe per quella carica…”.
Les Républicains (LR) hanno subito una grande sconfitta nel corso di queste elezioni, riuscendo a confermare solamente 61 deputati. Al suo interno, voci discordanti in merito alla partecipazione ad una coalizione di governo, o il limitarsi ad un sostegno caso per caso. Diversi opinionisti sostengono che I Repubblicani potrebbero essere decisivi per mettere insieme un patto di governo. Quale sarà la strategia di Macron nei loro confronti?
“I LR recuperano il flop del primo turno delle presidenziali, in cui non avevano raggiunto il 5%, ma sono costantemente in declino, considerando che erano il primo partito dell’opposizione nel quinquennio precedente e che il gollismo era al potere con Sarkozy, ora schierato con Macron. Il presidente li corteggerà, ma il legarsi a lui può costargli la dissolvenza.”.
Il vero dato preoccupante in seguito a queste elezioni è quello dell’astensione – il più grande partito in Francia – che già al primo turno ha raggiunto il record del 52,49 per cento. L’affluenza è stata molto bassa anche al secondo turno di queste elezioni legislative: 46.23%. Pensa che questa tendenza abbia favorito Macron rispetto a Mélenchon o Le Pen?
“Ha favorito Macron, perché chi non vota non è un qualunquista né un paladino dell’anti-politica. Ha una coscienza critica che non viene soddisfatta dall’offerta politica, e in misura non trascurabile è attivo nei movimenti sociali. C’è una disillusione profonda tra le classi popolari sui meccanismi democratici in Francia che nemmeno i due “estremi” riescono a convogliare.”.
Le elezioni legislative per l’Assemblea nazionale si sono svolte poche settimane prima del termine della Presidenza francese del Consiglio dell’Unione Europea – 31 giugno. Pensa che Macron ne uscirà indebolito rispetto ai maggiori leader europei, tra cui Mario Draghi, considerando i successi e le sconfitte ottenute dalla sua Presidenza dell’UE negli ultimi sei mesi?
“Macron ne esce con le ossa rotte. Come può godere di prestigio internazionale uno che non riesce a governare a casa propria e che è stato rieletto solo perché a sfidarlo c’era una candidata di estrema destra che comunque ha preso più del 40% dei voti…”.
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Note
[1] La Stampa, Elezioni legislative in Francia, Macron perde la maggioranza assoluta. Le Pen duplica i seggi. Mélenchon: arroganza sconfitta, 20 giugno 2022, https://www.lastampa.it/esteri/2022/06/19/news/elezioni_legislative_in_francia_exitpoll_secondo_turno_macron_crolla_e_perde_la_maggioranza_assoluta-5421052/ .
[2] Corriere della Sera, Elezioni in Francia, Macron non ha la maggioranza. Per Le Pen record di seggi, 20 giugno 2022, https://www.corriere.it/esteri/22_giugno_19/elezioni-francia-2022-risultati-exit-poll-4df81d84-eff3-11ec-8f59-93717c23f0aa.shtml
[3] Euronews, Alle radici dell’anti-macronismo. Così il presidente ha perso consenso, 19 aprile 2022, https://it.euronews.com/2022/04/19/alle-radici-dell-anti-macronismo-cosi-il-presidente-ha-perso-consenso
Foto copertina: Elezioni Francia vince Macron